Giovanni Battista de La Salle |
Non è solo oggi che si realizza la parola del vangelo: "Molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti".
Essa trova il suo compimento nell'origine della Chiesa.
Molti sono stati chiamati al cristianesimo ma non tutti si sono salvati.
Molti sono stati chiamati alla vita religiosa ma non tutti hanno saputo profittare di questa grazia.
Alcuni hanno gettato il giogo che avevano abbracciato con tanta gioia, rituffandosi in seguito nei vizi precedenti.
Questo è avvenuto al principio di qualche ordine in cui lo slancio iniziale dei religiosi era ammirevole e non si conciliava certo con le inclinazioni della natura.
Leggiamo qualcosa di simile nella vita di Sant'Ignazio il quale si era associato sei compagni per fondare la Compagnia di Gesù e, mentre era ancora in Spagna, lo abbandonarono tutti.
Ma quando egli si trasferì a Parigi, Dio gliene propose altri che conquistò al suo servizio.
Simile situazione ha vissuto il La Salle quando la maggior parte dei maestri inizialmente alloggiati con il Nyel nella casa che aveva per loro affittato, quelli meno osservanti del regolamento, che non avevano attitudini confacenti a costituire una comunità, non riuscirono ad adattarsi alla vita austera e ritirata quale chiedeva loro nella sua casa il nostro fervente canonico.
Desiderando condurre una vita più libera e indipendente, si ritirarono poco tempo dopo.
Il La Salle inoltre fu obbligato a rinviare qualche maestro che non aveva né attitudini, né vocazione per la scuola, benché religiosamente convinto, che era stato accolto per necessità.
In pratica, dopo circa dieci mesi di vita nella sua casa, dovette ricostituire la comunità, eccetto un paio di soggetti.
Questo avvenne all'inizio dell'anno 1682 quando si presentarono al La Salle alcuni giovani che rivelarono di possedere i talenti necessari per far scuola, una buona inclinazione alla pratica religiosa e le disposizioni per vivere in comunità.
Solo allora si cominciò a vedere realizzato in casa La Salle un vero stile di vita comunitaria.
Fu all'inizio del medesimo anno che si cominciarono quelli che furono poi chiamati gli "esercizi", gli stessi che si praticano oggi in tutte le case dell'istituto.
Da quel momento i maestri presero il nome di "Fratelli" e indossarono l'abito di cui parlerò in seguito.
Da questo punto li chiamerò, dunque, Fratelli.
Alcuni maestri, da quando cominciarono a far vita comune con il La Salle fino alla fine del 1682, furono tentati di abbandonarlo perché dicevano di non riscontrare nella loro vita alcuna sicurezza per l'avvenire.
Il santo sacerdote per impegnarli a restare, tentò ogni mezzo al fine di persuaderli ad abbandonarsi a Dio, sicuri che non sarebbe mancato loro nulla.
Ma essi risposero che per lui era facile parlare a quel modo, perché, se le scuole non avessero avuto continuità, egli sarebbe caduto in piedi disponendo di una rendita come canonico e beni sufficienti per assicurargli più di quanto sarebbe bastato per vivere.1
Questa risposta, che dimostrava scarsa virtù e confidenza in Dio nei suoi primi discepoli, inizialmente stupì il loro santo formatore che, non sapendo come rispondere, capì che avevano le loro buone ragioni per parlare in quella maniera.
Senza dubbio Dio permise questo episodio per disporre il suo servo ad abbracciare la perfezione evangelica nella quale dovrà poi fare grandi progressi a imitazione di Gesù Cristo e degli apostoli dei quali la sua vita fu una fedele copia.
Il La Salle, volendo rimediare alla sfiducia dei Fratelli di fronte alla precarietà delle scuole, pensò al modo di assicurarne la stabilità.
Secondo la teoria corrente l'unico mezzo è quello di costituire un fondo in denaro, ma secondo Dio è quello di affidarsi alla Provvidenza.
Chi lo distolse dalla prima scelta è stato Padre Barre che egli incontrava nei suoi viaggi a Parigi.
Questi gli disse che non si dovevano costituire fondi per le scuole, seguendo l'insegnamento di Gesù: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo".
Le volpi - diceva - sono le persone del mondo che si attaccano ai beni della terra e gli uccelli del cielo sono i religiosi che vivono sicuri nelle loro celle.
Ma coloro che si dedicano alla scuola devono condividere la condizione del Figlio dell'uomo.
Il La Salle fu così confermato nella seconda scelta, che è anche quella secondo Dio ma, come ho già detto, non era conforme alle attese dei Fratelli.
Il servo di Dio, per far loro gustare la sua proposta come la più eccellente, ricorse ai mezzi che gli erano congeniali e in particolare alla preghiera.
Davanti a Dio pensò seriamente che cosa doveva fare.
E Dio gli ispirò di abbandonarsi, lui per primo, alla Provvidenza per far entrare nella medesima disposizione i Fratelli.
Pensò quindi di rinunciare al canonicato che era l'ostacolo più appariscente agli occhi dei Fratelli, quello che li rendeva diffidenti nell'abbandonarsi alla Provvidenza di Dio.
La prospettiva gli parve opportuna anche perché gli era impossibile dedicarsi totalmente alle scuole e alla formazione dei Fratelli con l'obbligo del coro per cinque o sei ore al giorno.
Occorre qui ricordare che cinque o sei anni prima, già era stato sollecitato a rinunciare al canonicato per assumere la parrocchia di Mézières, nella diocesi di Reims, in cui aveva svolto le funzioni di parroco per parecchio tempo.
Ma sia lui che il vecchio parroco ritornarono sulla loro decisione di permuta, su consiglio dell'Arcivescovo, perché il La Salle non si sentiva chiamato al ministero parrocchiale.2
Tuttavia da quel momento egli conservò sempre il proposito di abbandonare il suo beneficio perché non si sentiva più chiamato al canonicato; ma restò fedele agli obblighi che gli imponeva perché persuaso di non dover abbandonare uno stato in cui gli sembrava che Dio lo avesse posto.
Attendeva dunque che Dio stesso gli facesse conoscere visibilmente il nuovo stile di vita a cui lo chiamava.
Ecco come il La Salle, rischiarato di luce dall'alto, si incamminò passo passo ad abbracciare la povertà di Cristo che chiede di lasciare tutto per seguirlo.
Indice |
1 | I Fratelli erano a conoscenza che i numerosi tentativi di istituire scuole maschili erano falliti. Problema che non potevano ignorare nel mettere in gioco la loro vita in modo radicale come chiedeva il La Salle. |
2 | Launois Nicolas, parroco di Mézières, era inizialmente interessato alla permuta, ma ambedue gli interessati riconobbero che non era nei piani di Dio. Maillefer e Blain parlano di una permuta con il parroco di Saint-Pierre-le-Vieil di Reims, Andre Cloquet, impedita dall'Arcivescovo Le Tellier che non riteneva il La Salle chiamato alla cura parrocchiale ( 1676) |