Giovanni Battista de La Salle |
Il La Salle aveva promesso a Monsieur de La Barmondière, parroco di San Sulpizio, che gli avrebbe mandato inizialmente due Fratelli che si incaricassero della sua scuola, e poi li avrebbe raggiunti egli stesso.
Dimessosi dal canonicato, cercò di realizzare la promessa.
Già ne aveva parlato al suo direttore spirituale, ma volle sentire ancora il suo pensiero.
Questi non trovò opportuno il progetto, soprattutto perché la comunità dei Fratelli di Reims non era sufficientemente formata per abbandonarla.
Il La Salle, da vero figlio di obbedienza, vide Dio in questo parere e non pensò più a lasciare Reims, affidando alla Provvidenza il progetto che desiderava realizzare.
Cosa che avvenne qualche anno dopo.
Per non far attendere ancora coloro che lo desideravano a Parigi, scrisse a Monsieur l'Epagnol,1 allora incaricato della scuola gratuita della parrocchia di San Sulpizio, che gli veniva sconsigliato di recarsi a Parigi, e pertanto di scusarlo.
La notizia afflisse grandemente il direttore della scuola perché desiderava con passione il suo arrivo a Parigi con due Fratelli, così come recò dispiacere al Parroco di San Sulpizio che auspicava di raccogliere presto i frutti che il La Salle e i suoi Fratelli ottenevano a Reims.
Ma chi rivelò il dispiacere maggiore fu il reverendo Padre Barré.
Saputo che il La Salle non sarebbe venuto a stabilirsi a Parigi come auspicava, espresse a molte persone il suo malcontento.
Dio non permise che il La Salle si trasferisse a Parigi per manifestare con più chiarezza le sue eroiche virtù e consolidare il suo nuovo istituto.
La virtù che maggiormente rifulse in lui fu il distacco dai beni della terra.
Infatti, non contento della rinuncia al canonicato, progettò di disfarsi del suo patrimonio in favore dei poveri, volendo prendere alla lettera quelle parole di Gesù ai suoi discepoli e a quanti lo avrebbero seguito: "Vendete tutto ciò che avete e donatelo ai poveri", così hanno fatto gli apostoli e i santi che dopo di loro si sono impegnati nel ministero di salvare le anime.
Già ho accennato all'occasione che Dio diede al suo servo per disfarsi dei beni e cioè l'affermazione dei Fratelli tentati di lasciare la comunità perché non trovavano sicurezza economica per il futuro.
Il La Salle credette allora nell'obbligo di mettersi per primo nella disposizione in cui desiderava si trovassero i Fratelli: abbandonarsi pienamente a Dio.
Ciò che gli impediva di prendere una risoluzione era il dubbio che dovesse invece impegnare i suoi beni per la sicurezza delle scuole.
Il Padre Barre lo aveva dissuaso energicamente e proprio perché la proposta non era comune, egli la considerava valida, conoscendo la santità di chi gliela dava.
Tuttavia il Roland aveva garantito i fondi per le scuole delle fanciulle.
Di qui il dubbio sulla soluzione da scegliere.
In questa difficoltà credette opportuno mettersi nella disposizione in cui rimase tutta la vita, cioè di abbandonarsi a Dio a cui rivolse questa breve, semplice, ma fervente preghiera: "Mio Dio, io non so se assicurare un fondamento economico alle mie scuole o no.
Non spetta a me istituire comunità, né sapere come istituirle.
Spetta a te, o mio Dio, conoscere il modo e realizzarlo nella maniera che ti piacerà.
Io non oso assicurare i fondi alle scuole, perché non conosco la tua volontà, né contribuirò in nulla a questo scopo.
Se sarai tu a garantire la loro sicurezza saranno salde, altrimenti resteranno senza garanzia economica.
Ti prego, o mio Dio, di farmi conoscere la tua volontà in questa situazione".
Una preghiera così fervente e disinteressata non fu inutile perché Dio, vedendo le disposizioni in cui si trovava il La Salle, da quel momento gli ispirò di abbandonarsi a lui senza riserve.
E così fece, mettendo nelle mani della Provvidenza tutte le case che stava per aprire, persuaso, e persuadendo nel contempo i Fratelli, che servendo bene il Signore e non cercando che lui e la salvezza del prossimo, Dio non sarebbe loro mai mancato in ogni necessità.
Volendo un giorno farglielo toccare con mano, citò le parole del Vangelo: "Cercate innanzitutto il regno di Dio e la sua giustizia e il resto vi sarà dato in sovrappiù". ( Lc 12,31 )
E aggiunse per invitarli a ringraziare la Provvidenza: "Miei cari Fratelli, grazie a Dio, benché non disponiamo di fondi ne di rendite, abbiamo passato due difficili anni di carestia senza fare debiti, mentre altre case religiose, benché provviste di una sicurezza economica, sono andate in rovina, essendo state obbligate a vendere e a far prestiti per assicurarsi la sussistenza".
Il La Salle visse sempre in questo pieno abbandono alla divina Provvidenza che mai mancò come si può constatare nel corso della presente biografia.
Di queste sue disposizioni d'animo si intrattenne con il suo direttore spirituale il quale, riconoscendo che il suo fedele discepolo era un vero povero di spirito, consentì volentieri alle sue reiterate richieste di farsi povero anche dei beni, spogliandosi del patrimonio in favore dei poveri.
Egli era tuttavia nella disposizione di fare ciò che il suo direttore avrebbe giudicato più opportuno, precisandogli che, se non avesse approvato quanto gli proponeva, egli non l'avrebbe realizzato o l'avrebbe differito secondo il suo volere.
Inoltre aggiunse che, se desiderava che conservasse qualche bene, egli lo avrebbe fatto, quand'anche gli avesse ordinato di riservarsi solo cinque "sois".2
È quanto confessa egli stesso.
E non attuò la distribuzione dei beni se non dopo avere ottenuto il consenso dal suo direttore.
Tutto ciò dimostra innanzitutto il disinteresse del nostro santo sacerdote e l'indifferenza per gli stati di agio o di povertà in cui Dio permise che egli vivesse.
Inoltre testimonia il rispetto e la sottomissione che egli ebbe per colui che considerava il rappresentante di Dio.
Il La Salle cominciò a distribuire i suoi beni ai poveri nel 1685,3 anno di grave carestia.
Gli ecclesiastici che allora abitavano con lui4 non furono solo spettatori della sua carità, ma con il loro ministero furono anche collaboratori nella distribuzione del pane ai poveri, specialmente nelle scuole, sia maschili che femminili.
Inoltre per estendere i frutti della sua liberalità agli adulti oltreché ai fanciulli, convocava nella sua casa, ad ore diverse, sia uomini che donne.
Dopo aver fatto loro il catechismo, sovente di persona, per nutrirli spiritualmente, distribuiva di che nutrirli fisicamente.
Questo durò un tempo considerevole, finché non gli rimasero che pochi beni.
La distribuzione di pane avveniva giornalmente, al costo di cento "pistoles",5 senza contare le elemosine particolari in denaro ai poveri più vergognosi che si rivolgevano a questo nuovo Giovanni l'Elemosiniere;6 ed egli, colpito dalla loro indigenza, li assisteva in ogni necessità.
Per consiglio del suo direttore e di intimi amici, aveva conservato un piccolo fondo che gli consentiva una modesta rendita di 200 "livres" per non tentare la Provvidenza.
Egli se ne servì per i suoi lunghi e faticosi viaggi, per fornire di libri la sua biblioteca, anche ad uso della comunità, e per oggetti di uso ecclesiastico come ornamenti di chiesa, vasi sacri, paramenti sacerdotali, oggetti che provvedeva con una cura particolare.
In questo modo il nostro fervente servo di Dio si spogliò di ogni suo avere per seguire Gesù Cristo povero e privo di tutto, e inoltre per impegnarsi con più libertà alla sua perfezione e a quella dei Fratelli.
Ecco come lo realizzò con zelo ed esattezza.
Dopo aver alloggiato i Fratelli nella casa patema, come già ho detto, ne affittò una di fronte a Santa Chiara,7 quella in cui abita oggi la comunità.
Questa casa fu acquistata per la liberalità di un amico del La Salle, per via dei copiosi frutti che producevano le scuole che erano state aperte.
In questa casa egli si ritirò con i Fratelli e qualche ecclesiastico che precedentemente abitava con lui.
Libero da ogni impegno, e soprattutto dalla tutela dei suoi fratelli, in questa casa non pensò che a godere dei frutti del suo ritiro dal mondo, cui aspirava da tanto tempo.
Viveva in comunità con gli ecclesiastici e i Fratelli del suo istituto che a gara sembravano praticare la penitenza, sull'esempio di colui che li aveva riuniti.
Infatti il nostro fedele servo di Dio sembrava volesse straziare il suo corpo innocente attraverso le macerazioni cui si sottoponeva: si batteva impietosamente con discipline di cui cinque o sei ancora oggi si vedono in questa casa,8 e fa paura vederle, in particolare una con stellette di ferro sulle punte; e inoltre cinture di ferro e cilici con cui tormentava la sua carne delicata per dominarla.
I Fratelli, già animati alla pratica delle virtù, seguendo l'esempio del loro santo istitutore, in particolare nel distacco dagli onori e dai beni della terra, cercavano di imitarlo nelle macerazioni.
Ma con una differenza: che il loro maestro metteva dei limiti al loro fervore, non volendo che corressero il rischio di non essere in grado di applicarsi al lavoro.
Nonostante tutte le sue preoccupazioni stentava a trattenerli, tanto lo slancio li trasportava a marciare sulle sue tracce.
Vi fu qualcuno che si ammalò, tanto era il rigore spirituale e l'ardore di quei felici inizi.
Invece di cedere alla rilassatezza per il dispregio di cui erano oggetto, i Fratelli crescevano in fervore.
Infatti la novità della loro vita in comune e la maniera semplice con cui vestivano, attiravano le ingiurie e i lazzi del popolino.
Ma anche di questo non si stupivano.
Le pietre che qualche "libertin" tirava ai Fratelli per strada, erano come una corona alla loro pazienza.
Essi soffrivano tutto volentieri per amore di Colui che li aveva chiamati alla vita che avevano abbracciato.
Il loro santo istitutore, ben lungi dall'abbattersi per tante contrarietà, ne gioiva insieme ai suoi ferventi neofiti, sull'esempio degli apostoli che si stimavano felici di poter soffrire ingiurie per amore di Gesù Cristo.
L'ardore di questi primi Fratelli a mortificarsi e umiliarsi fu così grande che uno di loro, il Fratello Bourlette,9 di una onesta famiglia di Reims, domandò un giorno al suo santo superiore di uscire per strada con un vestito rosso per vincere se stesso e calpestare il mondo nel luogo in cui egli era nato.
E lo avrebbe fatto se il servo di Dio non lo avesse trattenuto.
Suo padre avrebbe voluto che egli desistesse dal generoso progetto di restare in una comunità che il popolino guardava solo con disprezzo.
Ma invano. In seguito fu inviato a Laon, e il padre, che persisteva nel suo ostinato desiderio, andò a trovarlo.
Né le lacrime, né le suppliche lo fecero retrocedere di un passo.
Morì nella casa dell'istituto, rimpianto da tutti a causa delle sue eroiche virtù e fu considerato un santo.
Qualche giorno prima di mettersi a letto, il parroco andò a fargli visita e lo trovò che stava tenendo due classi, perché il suo confratello era ammalato.
Desideroso di procurare il necessario riposo a un così degno Fratello per evitare di perderlo, lo pregò di dare vacanza agli allievi per qualche giorno.
Ma egli si schermì dicendo che aveva un piede in una classe, il secondo nell'altra, il pensiero al malato e il cuore in cielo.
Un altro Fratello morì qualche tempo prima tra le braccia del La Salle, cantando melodiosamente e aspirando alla felice eternità per godere senza ritardo amore, amore, amore.10
Un terzo morì il primo giorno di maggio, dopo aver rifiutato un periodo di riposo a casa sua secondo la raccomandazione dei medici e il permesso del suo santo superiore.11
Infine un quarto lasciò la terra qualche tempo dopo con disposizioni e sentimenti di pietà straordinari.
Anch'egli andò ad accrescere il numero degli intercessori presso Dio per la diffusione del nuovo istituto che sorgeva in terra.
E quelli che restarono ne furono i sostegni.
Indice |
1 | Facilmente si tratta di Monsieur Compagnon, nome su cui concordano gli altri biografi, oppure il suo predecessore |
2 | "Sol": la più piccola moneta corrente dell'epoca |
3 | Il La Salle ha iniziato a distribuire i suoi beni ai poveri nell'inverno del 1683-84 a causa della grave carestia diffusa in Francia |
4 | Facilmente quelli che il La Salle ospitava in casa sua. Per loro poi diede locali separati da quelli della comunità |
5 | "Pistoles": moneta dell'epoca corrispondente a dieci "livres" |
6 | Giovanni l'Elemosiniere, padre di famiglia, poi, rimasto vedovo, fu monaco e quindi patriarca di Alessandria. Chiamava i poveri i "suoi signori". Ne fece un censimento e procurò loro giornalmente il nutrimento impegnando tutte le sue sostanze e i suoi proventi |
7 | È la prima comunità lasalliana di Rue Neuve iniziata il 24 giugno 1682 |
8 | La casa di Rue Neuve dove era di comunità Fr. Bernard |
9 | Fratel Nicolas Bourlette |
10 | Fratel Jean-François |
11 | Fratel Maurice |