Giovanni Battista de La Salle |
Se solo chi loda Dio è degno a sua volta di essere lodato, possiamo affermare con verità che il venerabile servo di Dio Giovanni Battista de La Salle è degno che lo si lodi.
Egli, infatti, fa parte di coloro che lo Spirito Santo elogia per bocca del Siracide: "Lodiamo questi uomini degni di gloria, i nostri padri di cui siamo la discendenza; questi uomini che sono stati grandi in virtù e adorni di prudenza; questi uomini di amore e di misericordia.
Le loro opere sussisteranno per sempre".
Essi si sono attirati la lode del Signore con la loro santità.
La stessa lode si attaglia perfettamente all'uomo di cui mi accingo a scrivere la vita perché è stato eccelso in tutto ciò che può essere attribuito a questi grandi uomini, sia per quanto riguarda la gloria di Dio, sia per il nome di padre, nome che gli si addice poiché ha lasciato una felice posterità, una posterità spirituale mille volte più gloriosa di quella umana.
Ciò che la Scrittura dice di questi santi uomini, grandi in virtù, adorni di prudenza, pieni di amore e di misericordia, per cui le loro opere saranno per sempre benedette, ora lo possiamo dire del nostro servo di Dio.
Infatti le sue virtù sono innumerevoli, il suo amore non ebbe confini e la sua misericordia è stata eccelsa.
Dunque riferiamo a lui quanto detto dei nostri padri, perché anche la sua memoria è degna di essere onorata.
Posso affermare inoltre che la sua memoria è simile a quella del santo re Giosia, cioè è simile a una miscela di profumi fatta da un abile profumiere.
Il ricordo delle virtù che ha praticato fa sulle anime lo stesso effetto di un eccellente profumo sui corpi.
Non mi sarà difficile confermare ciò che dico del venerabile servo di Dio Giovanni Battista de La Salle.
Basterà leggere la sua vita per toccare con mano che non scrivo nulla se non conforme alla verità.
Non parlerò di un conquistatore che con la forza delle armi ha soggiogato nazioni intere, ma di un conquistatore di anime, di un operaio del vangelo che non si è limitato a soggiogare un regno, ma a distruggerlo.
Questo è il regno di Satana che comincia in gioventù a formarsi nelle anime e che si fortifica di giorno in giorno a causa dell'ignoranza e del peccato.
Egli si è proposto di distruggere questo regno infernale con l'istruzione della gioventù, istituendo una società che non ha altro fine che di insegnare ai fanciulli i loro doveri verso Dio e il prossimo.
Ora i fanciulli non possono più gridare chiedendo pane, perché questo uomo di Dio lo ha loro procurato in abbondanza.
Non è facile credere al bene che reca alla Chiesa una tale istruzione, se non confrontandola con la stima che ne ebbero Gesù stesso e alcuni grandi santi.
Gesù Cristo era tanto contento che gli si accompagnassero i fanciulli che, vedendo un giorno uno dei suoi discepoli che lo impediva, si irritò e, avendoli fatti avvicinare, li abbracciò teneramente e li benedisse.
San Cirillo di Gerusalemme e Sant'Agostino hanno testimoniato il loro zelo per l'istruzione dei fanciulli componendo un catechismo che facevano insegnare, anzi essi stessi insegnavano.
Che dire poi del grande San Girolamo e del dotto Gersone che si stimavano più fortunati di istruire un fanciullo per portarlo a Gesù Cristo, che un imperatore?
In questi ultimi tempi Sant'Ignazio si vantava di insegnare il catechismo ai fanciulli assieme ai suoi discepoli.
Senza andare tanto lontano per mettere in risalto lo zelo di grandi uomini nell'istruire la gioventù, accennerò in breve ciò che hanno fatto San Carlo Borromeo, il reverendo Padre Fourier e il venerabile padre Barre.
San Carlo Borromeo fondò nella sua diocesi numerose scuole per l'istruzione dei fanciulli che produssero frutti meravigliosi.
Questo grande Santo era ben conscio degli ottimi risultati della sua opera nella Chiesa.
Lo zelo che indusse Padre Fourier1 a riformare i disordini della sua parrocchia e del suo ordine, lo portò anche a istituire una comunità femminile per l'istruzione delle fanciulle.
E non si limitò a quello, perché estese il suo zelo alla fondazione di un istituto di Fratelli per insegnare ai fanciulli.
Ma non ebbe la gioia di riuscire.
Nella stessa situazione si trovò il Padre Barre2 dell'Ordine dei Minimi.
Egli cominciò a raccogliere attorno a sé giovani votati all'insegnamento, come aveva fatto per le giovani, ma il suo tentativo non ebbe buon esito.
Però riuscì perfettamente nell'organizzazione delle scuole femminili.
A gloria del nostro servo di Dio possiamo constatare che gli fu riservata la gioia di riuscire a fondare una congregazione di Fratelli.
Fu lui destinato da Dio, sin dal seno di sua madre, a procurare questo gran bene alla Chiesa.
A lui possiamo riferire il passo della Scrittura: "Ecco, ecco colui che il Signore ha scelto. Non c'è nessun altro tra il popolo che gli sia simile".
Ma è superfluo sottolineare l'importanza e la necessità di un'opera che ha insite in sé la lode e il consenso.
Gesù Cristo la approva ordinando di condurre a lui i fanciulli.
San Paolo sembra stimolarne la realizzazione quando afferma che, senza la fede, è impossibile piacere a Dio.
Con ciò fa intendere la necessità di istruire i fanciulli che, nell'ignoranza, sono impossibilitati ad essere graditi a Dio.
Infine ciò che più induce a stimare le scuole cristiane è il danno che portano al demonio.
Questo mostro di iniquità ha manifestato chiaramente il suo orrore per l'istruzione con il detestabile editto che ispirò a Giuliano l'Apostata con cui vietava ogni iniziativa per istruire la gioventù.
La perfidia del demonio non poteva escogitare un modo più adatto per spegnere il cristianesimo.
Tutto ciò porta a valutare come l'autore di un'opera tanto gradita a Dio, approvata da Santi e contrastata dal demonio, sia degno di lode.
È per questo scopo che mi propongo di scrivere la vita del venerabile Giovanni Battista de La Salle; vita santa, degna di ammirazione in cui traspare in modo particolare l'azione della divina Provvidenza.
Egli infatti ebbe sempre un totale abbandono a Dio in tutti gli avvenimenti della sua vita, anche se furono avversi nella misura in cui possono esserlo nella vita di un uomo.
Ben lontano dall'abbattersi nelle contraddizioni, si è generosamente armato per non lasciarsi sopraffare come un inetto.
Ma di quali armi si è servito? Le più forti che esistano, cioè le armi di Dio con cui ha combattuto vigorosamente contro il demonio.
Egli si è tenuto in piedi, rivestito con la cintura della verità e la corazza della giustizia.
In ogni combattimento sostenuto ha usato lo scudo della fede con cui ha spento i dardi infiammati del demonio.
Così ha combattuto questo vigile soldato di Cristo, innanzitutto per la verità, ma anche per costringere la sua carne a essere sottomessa allo spirito.
Così è stata, mio caro lettore, la vita di Giovanni Battista de La Salle che non si è accontentato di provvedere ad altri l'aiuto spirituale, ma per primo se ne servì per se stesso.
Egli ha esortato a praticare le virtù di cui dava l'esempio.
E in maniera accorta ne ha praticate tante insieme: la pietà con lo zelo, lo zelo con la pazienza e la pazienza con l'umiltà; quattro virtù fondamentali nella sua vita.
Esse costituiranno i temi portanti di questo libro che perciò sarà diviso in quattro parti.
La prima riguarda la sua infanzia fino al conseguimento degli ordini sacri.
La seconda tratterà della fondazione del suo istituto.
La terza presenterà le difficoltà che ha dovuto sostenere e i viaggi intrapresi per la sua diffusione.
Infine la quarta illustrerà le sue virtù.
Ecco in poche parole il contenuto di questa biografia.
Nutro la speranza che essa sia di profitto spirituale a coloro che la leggeranno senza prevenzioni, che non vi cercheranno ciò che alletta la curiosità, ma quanto può giovare all'anima.
Infatti non ho avuto altra pretesa, scrivendo, che di edificare il prossimo, di contribuire alla gloria di Giovanni Battista de La Salle e di piacere unicamente a Dio a cui solo appartiene l'onore e la gloria per i secoli dei secoli. Amen.
Mio caro lettore, siamo in un secolo così corrotto, in cui la pietà è talmente decaduta, che la maggioranza dei cristiani si contenta di leggere la vita dei santi senza preoccuparsi di imitarli.
La prima preoccupazione dei lettori è di approvare o disapprovare ciò che essi non possono gustare nella lettura.
Se si presentano in maniera viva le eroiche virtù che i santi hanno praticato, dicono che per imitarli bisognerebbe essere santi.
Così pensando, trovano una scusa per giustificare la loro rilassatezza e accusano se stessi di non impegnarsi nella santità, senza la quale nessuno giunge a Dio.
Se i fatti non sono narrati a tinte forti e strepitose, protestano per aver riportato minuzie che era meglio trascurare.
E non si accorgono che con questa lagnanza si accusano di poco zelo per la loro salvezza.
Non vogliono che si parli di fatti ordinari nella vita dei santi perché, non avendo desiderio di imitarli, non provano vergogna di trovarsi davanti agli occhi esempi che potrebbero seguire, ma che non vogliono.
Queste considerazioni, caro lettore, mi hanno indotto a fare ciò che dice Gesù Cristo, cioè di non gettare le perle ai porci.
Quindi ho volutamente omesso particolari poco considerevoli agli occhi degli uomini, ma pure grandi davanti a Dio.
Mi sono limitato a seguire fedelmente le memorie che mi sono state consegnate da molte persone, per la maggior parte testimoni oculari.
Sono sicuro che dicono il vero perché la pietà, i meriti e la cultura li elevano al di sopra di ogni simulazione.
Ecco, caro lettore, ciò che ho creduto opportuno premettere per tua e mia soddisfazione, assicurando che personalmente non ho aggiunto che quanto era necessario per coordinare il materiale in mio possesso.
Se nostro Signore Gesù Cristo chiama "beati" coloro che praticano i suoi consigli, coloro che sono poveri di spirito e che soffrono persecuzioni per amore della giustizia, mi sembra di poter chiamare "beato" Giovanni Battista de La Salle di cui scrivo la vita, poiché ha seguito in modo esemplare il suo divin Maestro.
Ma siccome spetta alla Santa Sede decidere sulla santità di una persona, io protesto, in spirito di obbedienza che, se nel corso di quest'opera, chiamo "santo" o "beato" Giovanni Battista de La Salle, è solo nel senso usato da Gesù Cristo per chi vive ancora su questa terra.
Oppure uso il linguaggio di San Paolo che definisce "santi" coloro a cui scrive.
Indice |
1 | Fourier Pierre, santo, nato nel 1565 e morto nel 1640. Visse e svolse la sua multiforme attività apostolica in Lorena. Fu monaco dei Canonici Regolari di cui divenne riformatore. Ma è stato nella cura parrocchiale di Mattaincourt che espresse lo zelo ammirabile di cui parla Fr. Bernard. Poiché la scuola del luogo era di fatto preclusa alle bambine, istituì, con Alice Loclercq, la congregazione di Notre-Dame per la loro istruzione, con impostazione innovativa. Tentò anche, senza esito, di avviare i Canonici Regolari all'istruzione dei fanciulli. È un precursore del La Salle. |
2 | Barre Nicolas. Religioso dell'ordine dei Minimi, nacque il 21 ottobre 1621 e morì a Parigi, nel convento di Piace Royale, il 31 maggio 1686. Fu fondatore delle "Suore di carità del Bambino Gesù" e tentò senza successo la fondazione di un istituto maschile per l'istruzione dei fanciulli. Visse in fama di santità, direttore di anime e scrittore di opere spirituali e pedagogiche. Nella biografia di Fr. Bernard è ricordato soprattutto per l'ascendente esercitato su Giovanni Battista de La Salle che, per suo consiglio, operò le scelte più coraggiose nella fondazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane. |