Meditazioni per le domeniche dell'anno

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MD 28

Sabato santo

Le cinque piaghe di Gesù Cristo

1 Adoriamo le cinque piaghe di Gesù Cristo nostro Signore.

Fate attenzione che le ha conservate nel suo sacro Corpo come segni gloriosi della vittoria da lui riportata  sull'inferno e sul peccato, da cui ha strappato via gli uomini, soffrendo e morendo per essi.

Sappiate - dice san Pietro - non è stato con l'oro e con l'argento che siete stati riscattati da una vita colma di vanità ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, l'agnello senza macchi ( 1 Pt 1,18-19 ).

Sono dunque queste sante piaghe che hanno lasciato fluire il suo Sangue prezioso; esse debbono tenere sempre vivo nel nostro cuore il ricordo di un favore così singolare.

Fissate spesso il vostro sguardo su un così santo oggetto; contemplate le piaghe del Corpo del vostro Salvatore come fossero bocche che rimproverano i vostri peccati e vi ricordano quanto egli ha sofferto per cancellarli.

2 Queste sante piaghe non solo onorano il Corpo del Signore, ma servono ancora - secondo la testimonianza di san Pietro - a farci conoscere che fu per darci l'esempio che Cristo ha sofferto, perché poi noi lo seguissimo andando dietro a lui.

Egli stesso ha portato i nostri peccati nel suo corpo sull'albero della croce, perché morissimo al peccato e vivessimo per la giustizia, dopo essere stati guariti dai suoi lividi e dalle sue amorevoli piaghe ( 1 Pt 2,21-24 ).

E poiché - come dice l'Apostolo - Cristo ha sofferto la morte nella sua carne ( 1 Pt 4,1 ), quando contemplate le sante piaghe di Gesù Cristo, riflettete che esse debbono indurvi a morire a voi stessi, perché chiunque è morto alla carne, non pecca più e finché resta in questo corpo mortale, non vive più secondo le passioni degli uomini ma secondo la volontà di Dio ( 1 Pt 4,1-2 ).

Questa  è la conclusione che dobbiamo trarre dalle parole del Principe degli Apostoli.

Il frutto poi che dobbiamo ricavare dalla contemplazione delle piaghe di Nostro Signore è abbandonare completamente il peccato, mortificare le nostre passioni e contraddire le nostre inclinazioni troppo umane e troppo naturali.

3 Esse possono procurarci un altro vantaggi: spronarci ad amare le sofferenze, perché sono la prova tangibile di quanto nostro Signore ha sofferto per noi.

Egli ha conservato nel suo Corpo glorioso le cicatrici delle piaghe come un ornamento e un contrassegno d'onore.

Come membra di Gesù Cristo, anche voi dovete considerarvi onorati di soffrire come lui e per lui; dovete, sull'esempio di san Paolo, non cercare altro vanto che nella croce del vostro Salvatore ( Gal 6,14 ).

Prosternatevi spesso dinanzi a queste piaghe divine; consideratele come la sorgente della vostra salvezza, mettete la vostra mano nella piaga del costato ( Gv 20,27 ), imitando san Tommaso, non tanto per irrobustire la vostra fede, ma per penetrare - se fosse possibile - fino al cuore di Gesù e da lì far passare nel vostro i sentimenti di una pazienza veramente cristiana, di una rassegnazione completa, di una conformità per fetta alla divina volontà e, infine, per attingervi il coraggio che vi porti a cercare le occasioni di soffrire.

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