Meditazioni per le domeniche dell'anno |
Questo episodio è adattissimo a farci capire la situazione di chi ha perso la grazia del proprio stato ( Lc 9,62 ).
Il morto era un ragazzo che, per la sua età ancora tenera, rappresenta quei cristiani in cui la pietà non ha ancora messo radici profonde ( Mt 13,21 ) e il cui cuore non è ancora molto saldo nel bene.
Queste persone si illudono di potersi, col tempo, facilmente salvare; adesso hanno altro a cui pensare.
Esse sono comunque certe che, al momento opportuno, avranno forza sufficiente per non soccombere.
Si muore più facilmente quando, pur essendo malati, siamo convinti di non esserlo o anche quando pensiamo di guarirci da soli senza neanche prendere i rimedi.
Questi sono i pensieri che il demonio di solito ispira a chi soccombe a questo tipo di tentazione e che non segue docilmente le raccomandazioni dei Superiori.
Questi si riducono a vivere in mezzo a gravi difficoltà, e intanto il loro male diventa incurabile; alla fine soccombono e abbandonano il santo stato che avevano abbracciato.
Vi siete mai trovati in questa penosa situazione? non vi ci trovate proprio ora?
Se così fosse, gemete davanti a Dio e pregatelo insistentemente di farvene uscire al più presto, perché il rimedio a questo male dev'essere applicato con prontezza.
2 Portavano un morto al cimitero ( Lc 7,12 ).Abbiamo qui la causa e l'effetto di questa morte spirituale: mettere, cioè, sotto terra l'anima che ne è stata attaccata.
Essa pensa solo alla terra, al mondo e alle cose del mondo, perché non prova più gusto per Dio e per le cose di Dio.
Udire parlare di Dio diventa per lei un supplizio; fare orazione è un martirio; la Comunione è insipida.
Si allontana dalla confessione, perché non vuole svelare il suo male a nessuno; si lascia guidare solo dai propri lumi e questi lumi sono falsi.
Così tutti i mezzi che contribuiscono a mantenere la vita dello spirito le diventano inutili, perché è lei stessa a respingerli: causa di tutto ciò è la perdita dello spirito di vita che prima aveva, che è poi quello del suo stato.
La moltitudine di gente che seguiva il morto, mentre lo portavano al cimitero ( Lc 7,12 ), raffigura le persone che tentano di farvi tornare alla mentalità mondana.
Prive ormai della grazia, queste persone cosa possono consigliarvi di buono?
Tuttavia credete in esse e seguite l'indirizzo che esse cercano di imporvi, e il loro successo è spesso grande perché ciò di cui esse cercano di persuadervi va molto bene d'accordo con l'inclinazione della natura corrotta.
E così vengono a crearsi situazioni molto penose e molto fastidiose.
Pregate allora insistentemente Dio perché non vi abbandoni in quei momenti critici.
3 Gesù si avvicinò al morto, toccò la bara e intanto i portatori si fermarono.Poi disse al giovinetto: alzati, te lo comando.
Il morto si alzò subito e sedette e cominciò a parlare, e Gesù lo diede alla madre ( Lc 7,14-15 ).
Queste parole fanno conoscere i mezzi da prendere per riacquistare la grazia della vocazione.
Il primo è ricorrere alla preghiera, per convincere il Signore ad avvicinarsi a noi.
Il secondo è bloccare il corso di tutti i pensieri che ci hanno portato sull'orlo del precipizio.
Il terzo è ascoltare la voce di Gesù che ci parla per mezzo dei superiori.
Il quarto, infine, innalzarci fino a Dio, non appena abbiamo ascoltato la sua parola.
Così facendo riacquisteremo, un po' alla volta, lo spirito della nostra vocazione e riprenderemo a compiere il nostro dovere.
Allora Gesù ci restituirà a nostra madre che è la comunità in cui siamo impegnati: essa ci considererà nuovamente come suoi figli prediletti e noi saremo per i nostri fratelli un motivo di consolazione e di edificazione.
Ecco ciò che debbono fare quelli che hanno perduto, o che si sono messi nel pericolo di perdere la vocazione e, di conseguenza, la grazia di Dio; perdita che li porta a condurre una vita sregolata che è, poi, una conseguenza inevitabile di questa perdita.
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