Meditazioni per le principali feste dell'anno |
Lo dimostrò chiaramente quando, ancora giovane, divenne l'unico erede dei ricchi proventi di un'abbazia.
Suo padre pensò di amministrare lui quei beni, ma il giovane Carlo si prese la libertà di dirgli che essi non appartenevano a lui, ma ai poveri e diede disposizione che venissero loro distribuiti.
Fece lo stesso quando ricevette l'ancora più ricca eredità paterna.
Divenuto vescovo rinunziò anche ai benefici considerevoli che il Papa, suo zio, gli aveva concesso; mise in vendita tutti i suoi possedimenti e ne distribuì il prezzo ai poveri ( Mt 19,21 ).
Ma ciò che è ancor più straordinario è che in una calamità pubblica di peste e di carestia, vendette tutti i mobili di casa, persino il letto, per assistere i poveri e i malati, non potendoli soccorrere in altro modo, perché aveva già venduto tutto e, da tempo, non tratteneva più nulla dei proventi del suo Arcivescovado.
Il distacco dalle ricchezze e dalle comodità della vita, è una delle prime disposizioni che dobbiamo avere se vogliamo appartenere completamente a Dio e lavorare alla salvezza delle anime.
È anche la prima richiesta che Gesù fece ai suoi Apostoli e che essi ispirarono ai primi cristiani ( Mt 6,24; Mt 13,22; Mt 19,21; Mc 4,19 ).
Se volete essere degni di lavorare alla salvezza delle anime, cominciate a distaccarvi da tutto; le grazie di Dio si spanderanno allora su di voi e in grande abbondanza, sia per voi che per gli altri.
Dite, come è scritto nella Genesi: Signore, dammi le anime e prendi tutto il resto ( Gen 14,21 ); disponi, cioè, come meglio credi; difatti, tranne il tuo santo amore e la salvezza delle anime, tutto il resto mi è indifferente.
2 Non basta rinunziare alle ricchezze per essere in condizione di lavorare utilmente per la Chiesa e per la salvezza del prossimo, bisogna anche applicarsi fortemente all'orazione e alla mortificazione: questo ha fatto con assiduità san Carlo, benché fosse preso oltre ogni dire dai problemi della diocesi.Faceva orazione due volte al giorno, senza mai mancarvi e vi era tanto immerso che un sacerdote sregolato, che egli aveva inutilmente cercato di mettere sulla retta via, un giorno si appostò e gli sparò una archibugiata mentre stava pregando con i suoi domestici: il santo Arcivescovo non si scompose e continuò la sua preghiera.
Gemeva spesso, quando era alla presenza di Dio, per la salvezza dei suoi diocesani; spesso trascorreva buona parte della notte in orazione e, se i casi da risolvere erano importanti, vi passava la notte intera.
Era anche convinto che pregare senza mortificarsi è spesso un'illusione, perciò univa costantemente l'una e l'altra.
Viveva nel suo palazzo come un povero al quale si fa l'elemosina; digiunava quasi tutti i giorni a pane e acqua; non mangiava mai né carne, né uova, né pesce.
Portava si di sé un cilizio e si flagellava; le poche ore di sonno le prendeva, spesso, sdraiato sulla paglia o seduto su una sedia; e a chi si meravigliava diceva: un Vescovo che deve governare le anime, non deve essere meno vigilante delle sentinelle.
Anche voi dovete essere uomini di preghiera, perché dovete pregare per voi, per quelli che dovete dirigere e per le necessità delle loro anime.
Ma se volete che le vostre preghiere abbiano effetto, non dimenticate di aggiungervi la mortificazione.
3 Lo zelo di san Carlo è stato incomparabile ed è difficile descriverne la portata.Ogni anno voleva essere informato, per mezzo di relazioni particolareggiate, della condotta di ogni diocesano, in modo da poter intervenire in tempo per dargli l'aiuto necessario alla sua salvezza.
Voleva che i parroci assistessero i moribondi e fossero presenti al momento della loro morte, quando l'anima ha più bisogno di aiuto.
Ma il suo zelo raggiunse le massime vette durante la peste che colpì Milano: allora consacrò ogni istante della sua vita al soccorso degli appestati.
Amministrava loro i sacramenti con grande suo disagio e anche pericolo, esponendosi continuamente alla morte, finché durò il pericolo del contagio.
Fu in questa occasione che san Carlo fece capire a tutti quanto disprezzava la vita, quando era necessario esporla per salvare gli altri.
Cercate di paragonare il vostro zelo per la santificazione dei vostri discepoli a quello del grande Arcivescovo: non dimenticate che avete il dovere di farli diventare buoni cristiani.
Vegliate su di loro con la stessa premura che san Carlo aveva per i suoi diocesani.
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