Contro le Lettere di Petiliano |
Petiliano: È forse morto per voi, appeso alla sua corda, Giuda, il traditore?
O voi vi conformate alla sua condotta e, imitando le sue azioni, rapite i tesori della Chiesa e vendete alle potenze di questo mondo, noi, eredi di Cristo?
Agostino: Per noi non è morto Giuda, ma Cristo, al quale la Chiesa diffusa nel mondo dice: Ho risposto ai miei insultatori, poiché ho sperato nelle tue parole. ( Sal 119,42 )
Quando dunque io sento le parole del Signore, che dice: Mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e la Samaria, e fino all'estremità della terra; ( At 1,8 ) e quelle del profeta: Per tutta la terra si è diffusa la loro voce, e fino ai confini della terra le loro parole, ( Sal 19,5 ) la mescolanza corporale dei cattivi non mi turba affatto, se so dire: Accetta il tuo servo nel bene; non mi calunnino i superbi. ( Sal 119,122 )
Non mi preoccupo, quindi, di un vuoto calunniatore, poiché ho un bravo promettitore.
Se poi vi lamentate dei beni o dei luoghi ecclesiastici, che avevate e che non avete più, anche i Giudei possono dirsi giusti e accusare noi di ingiustizia, poiché la terra nella quale regnarono con empietà, ora l'hanno i Cristiani.
Che c'è di indecoroso, se le basiliche che avevano gli eretici, ora le hanno, sempre per volere del Signore, i Cattolici?
Per tutti i loro simili, cioè per tutti gli empi e gli iniqui, vale la parola del Signore: Vi sarà tolto il regno e sarà dato ad una nazione che pratica la giustizia. ( Mt 21,43 )
O è stato scritto invano: Le fatiche degli empi nutriranno i giusti? ( Sal 105,44 )
Di conseguenza, dovete più stupirvi di possedere ancora qualcosa, che di avere perso qualcosa!
Ma neppure di questo vi stupite: una parete imbiancata, infatti, cade poco a poco.
Osservate i Massimianisti: vedete quali luoghi avevano e da quali commissari imperiali e assalitori ne sono stati espulsi!
E se subire tutto ciò è giustizia e procurarlo è ingiustizia, abbi il coraggio di dirlo, se ci riesci.
Innanzitutto, perché siete stati voi a procurarlo ed essi a subirlo, e poi, perché, secondo la regola di questa giustizia, tu sei sfavorito.
Infatti, mentre essi vennero espulsi dalle antiche basiliche, dai giudici inviati dagli imperatori cattolici, tu non sei stato cacciato dalle basiliche dell'unità, neppure per ordine degli imperatori.
Per qual motivo, se non perché sei inferiore non solo agli altri tuoi colleghi, ma anche a quelli stessi che voi avete certamente condannato come sacrileghi, per bocca del vostro concilio plenario?
44.103 - Petiliano: Con il nostro battesimo noi ci rivestiamo, come sta scritto, di Cristo tradito; ( Gal 3,27 ) con il vostro contagio voi vi rivestite di Giuda, il traditore.
Agostino: Anch'io potrei dire: " Col vostro contagio voi vi rivestite di Ottato, traditore, ladro, oppressore, separatore "; ma che la voglia di replicare con gli insulti non mi spinga alla falsità; in realtà, né voi vi siete rivestiti di Ottato e né noi di Giuda.
Quindi, se uno viene da noi e dichiara di essere stato battezzato nel nome di Ottato, lo si battezzerà nel nome di Cristo; e quanto a voi, tutti quelli che venivano da noi e che avete battezzati, se hanno dichiarato di essere stati battezzati nel nome di Giuda, il traditore, noi non condanniamo il vostro agire; se invece erano stati battezzati nel nome di Cristo, non vedete quale grande errore fate, nel ritenere che i sacramenti di Dio variano secondo la varietà dei vizi degli uomini, o che vengono sporcati dalle lordure di una qualsiasi vita?
Petiliano: Ma se questi sono le parti, non ci danneggiano i nomi dei compartecipi.
Vi sono infatti due vie: una stretta, per la quale procediamo noi, e l'altra è per gli empi, nella quale essi periranno. ( Mt 7,13-14 )
E tuttavia, l'uguaglianza del vocabolo si distingue da lontano, perché la via della giustizia non sia contaminata dall'avere in comune il nome.
Agostino: Hai temuto il confronto tra la vostra moltitudine e la moltitudine del mondo, e hai scelto di rifugiarti nella lode del piccolo numero, che cammina per la via stretta.
Magari ti fossi rifugiato non nella sua lode, ma nella via stessa: avresti certamente visto che questo piccolo numero si trova nella Chiesa di tutte le nazioni; ma che i giusti vengono considerati pochi in confronto ai molti ingiusti, allo stesso modo che il grano di una messe molto fertile, in confronto alla paglia può dirsi poco; ma una volta raccolto e ammassato riempie il granaio.
Infatti, come per il dolore dei luoghi perduti, così pure, se pensi che queste siano ingiustizie, ti supereranno gli stessi Massimianisti.
Petiliano: Nel primo salmo Davide divide empi e beati, non creando, è chiaro, dei partiti, ma separando la santità dagli empi.
" Beato l'uomo che non cammina nel consiglio degli empi, e non sta nella via dei peccatori ".
Ritorni sulla via della giustizia, chi errava per perdersi.
" E non siede sulla cattedra della corruzione ".
Se vi ammonisce così, miseri, perché vi sedete?
" Ma nella legge del Signore è la sua volontà e medita giorno e notte la legge.
E sarà come un albero piantato lungo il corso delle acque, che dà il frutto a suo tempo.
E le sue foglie non cadranno, e tutto ciò che farà riuscirà bene.
Non così, non così gli empi, ma come pula che il vento disperde dalla faccia della terra ".
Essa riempie gli occhi e li acceca.
" Perciò gli empi non sorgeranno nel giudizio e né i peccatori nell'assemblea dei giusti, poiché il Signore conosce le vie dei giusti e il cammino degli empi andrà in rovina ". ( Sal 1 )
Agostino: Chi non sa distinguere, nelle Scritture, queste due specie di uomini?
Ma voi, maldicenti, rinfacciate anche al frumento i crimini della paglia e, pur essendo solo paglia, vi vantate di essere solo frumento.
I profeti, invece, che sono veritieri, dicono che queste due specie di uomini, prima della vagliatura, che si farà nel giudizio, vivono mescolate in tutto il mondo, cioè in tutto il campo del Signore.
Comunque io ti invito a leggere questo primo salmo in greco, così non oserai più accusare il mondo di essere il partito di Macario, perché forse capirai a quale Macario si riferisce il partito di tutti i santi, che in tutte le nazioni vengono benedetti nella stirpe di Abramo. ( Gen 22,18 )
Infatti, mentre il latino dice: Beato l'uomo, il greco dice: makavrio ajnhvr.
Viceversa, il Macario che voi odiate, se è stato cattivo, non è in questa comunione e non la danneggia; se poi è stato buono, dimostri il suo operato, affinché trovi gloria in se stesso e non in altri. ( Gal 6,4 )
Petiliano: Quanto al nostro battesimo, il salmista ne ha cantato le lodi: " Il Signore è mio pastore e nulla mi manca; in un pascolo verdeggiante mi ha collocato.
Mi ha condotto ad acque di ristoro, ha cambiato la mia anima.
Mi ha condotto per i sentieri della giustizia, a causa del suo nome.
E anche se camminerò tra le tenebre della morte ", se il mio persecutore mi uccide, egli ha detto: " non temerò il male, poiché tu sei con me, Signore.
La tua verga e il tuo bastone mi danno conforto ".
Con questi Davide vinse Golia, protetto dall'unzione del crisma.
" Hai preparato davanti a me una mensa contro quanti mi affliggono; hai profumato di olio il mio capo, e il tuo calice inebriante è davvero colmo.
La tua misericordia mi accompagnerà tutti i giorni della mia vita, per farmi abitare nella casa del Signore, per la durata dei miei giorni ". ( Sal 23 )
Agostino: Questo salmo parla di coloro che ricevono bene il battesimo e usano santamente questo santo dono.
In effetti, queste parole non riguardano Simon Mago, che pure ricevette lo stesso battesimo santo; e se non volle farne un uso santo, non per questo lo contaminò o sostenne che bisognava ripeterlo.
Ma dato che hai ricordato Golia, considera il salmo che lo riguarda, e vedi che è stato vinto nel cantico nuovo.
In esso, infatti, si dice: O Dio, ti canterò un cantico nuovo, sul salterio a dieci corde, ti celebrerò. ( Sal 144,9 )
E vedi se di questo cantico nuovo, fa parte chi non comunica con il mondo.
Altrove, infatti, si dice: Cantate al Signore un cantico nuovo, cantate al Signore, tutta la terra. ( Sal 96,1 )
È tutta la terra, quindi, nella cui unità voi non siete, che canta il cantico nuovo; ed è a tutta la terra che si riferiscono anche le parole: Il Signore è il mio pastore, e nulla mi mancherà. ( Sal 23,1 )
Esse non sono parole della zizzania, anche se viene tollerata nella messe fino alla mietitura; non sono parole della paglia, ma del grano; e benché siano alimentati entrambi insieme da una stessa pioggia, e triturati insieme sulla stessa aia in attesa di essere separati dal ventilabro finale, questi due hanno in comune un solo battesimo, anche se non sono una sola cosa.
Ma se il vostro partito fosse la Chiesa di Dio, certamente ammetteresti che questo salmo non riguarda le bande furiose dei Circoncellioni.
Viceversa, se anche questi sono condotti per i sentieri della giustizia, perché negate che sono vostri compagni, quando ve li rinfacciamo, sebbene il piccolo numero della vostra setta per lo più non lo confortino la verga e il bastone di Dio, ma le fruste di coloro dai quali vi sentite garantiti anche di fronte alle leggi romane?
E incappare in essi, che altro è se non camminare nell'ombra della morte?
Ma chi ha con sé il Signore non teme il male.
Tuttavia non oserai certo dire che le parole cantate in questo salmo riguardano anche questi violenti; e nondimeno, non solo ammettete che essi hanno il battesimo, ma lo proclamate anche.
Dunque, non le cantano se non coloro che si rinnovano con l'acqua santa, come tutti i giusti di Dio e non coloro che, usandone male, si rovinano, come quel mago battezzato da Filippo.
E tuttavia in entrambi essa è unica e santa.
Non le cantano se non quanti staranno alla destra, eppure pecore e capri pascolano insieme sotto un solo pastore in attesa di essere segregati per ricevere il dovuto.
Non le cantano se non quanti ricevono la vita dalla mensa del Signore, come Pietro, e non la condanna, come Giuda; eppure, per entrambi essa fu unica, ma per entrambi non produsse lo stesso solo effetto, perché essi non erano una sola cosa.
Non le cantano se non quanti sono unti con l'olio santo anche nello spirito, come Davide, e non quanti sono consacrati solo nel corpo, come Saul; eppure, pur avendo entrambi ricevuto l'unico sacramento, per essi non fu diverso il sacramento, ma il merito.
Non le cantano se non quanti ricevono con cuore nuovo, il calice del Signore per la vita eterna, e non quanti mangiano e bevono la propria condanna, come dice l'Apostolo; ( 1 Cor 11,29 ) eppure, per entrambi, che non sono una sola cosa, il calice è uno solo: ( Sal 23,5 ) esso inebria i martiri a conquistare i beni del cielo, e non i Circoncellioni a disonorarsi nei precipizi.
Ricordatevi, dunque, che non è ai sacramenti di Dio che nuoce la cattiva condotta delle persone, e fa sì che essi o non esistano affatto o siano meno santi, ma è agli stessi cattivi, perché li abbiano a testimonianza della loro condanna e non come sostegno alla loro salvezza.
Certo, avresti dovuto considerare almeno le ultime parole di questo salmo e capire che, per via di quelli che apostatano dopo aver ricevuto il battesimo, non tutti quelli che ricevono questo santo battesimo possono dire: Per abitare nella casa del Signore per la lunghezza dei miei giorni. ( 2 Cor 12,2 )
Eppure, e per quanti sono stabili e per quanti cadono, sebbene non siano una sola cosa, il battesimo è solo uno.
E benché non siano entrambi santi, il battesimo è santo in entrambi, visto che anche gli apostati, se ritornano, non vengono battezzati come se lo avessero perso, ma si umiliano per aver arrecato un'offesa al sacramento che restava in loro.
48.111 - Petiliano: Ma perché non diciate di essere santi, prima di tutto dichiaro: chi non è innocente, non ha la santità.
Agostino: Mostraci il tribunale dove sei stato seduto, per farti comparire davanti il mondo; e gli occhi con i quali hai scrutato ed esaminato, non dico le coscienze di tutti, ma almeno le azioni, per giudicare che esso ha perso l'innocenza.
Colui che è stato rapito fino al terzo cielo ( 1 Cor 4,3 ) dice: Ma nemmeno giudico me stesso, ( 2 Cor 12,2 ) e tu ardisci pronunciare un giudizio su tutta la terra, nella quale si espande l'eredità di Cristo!
Inoltre, se ritieni assoluta la tua affermazione: Chi non è innocente non ha la santità, domando: " Se Saul non aveva la santità del sacramento, che cosa onorava Davide in lui?
Se poi aveva l'innocenza, perché perseguitava un innocente?
In realtà, fu per la santa unzione che lo onorò vivo e lo vendicò ucciso; e poiché aveva tagliato appena un lembo della sua veste, trepidò e si batté il petto". ( 1 Cor 4,3 )
Ecco: Saul non aveva l'innocenza, eppure aveva la santità, non della sua vita ( questa nessuno può averla senza l'innocenza ), ma del sacramento di Dio che anche nei malvagi è santo.
Petiliano: In effetti, se voi, perfidi, conoscete la Legge, io, senza recare offesa alla Legge potrei dire questo: anche il diavolo la conosce.
Infatti, nella vicenda del giusto Giobbe, rispose sulla Legge, al Signore Dio, quasi come un giusto, come sta scritto: " Il Signore disse al diavolo: hai osservato il mio servo Giobbe, e hai visto che sulla terra non vi è uno simile a lui: Un uomo senza malizia, vero adoratore di Dio; che si astiene da ogni male e che persevera nella rettitudine; ma tu hai chiesto di distruggere, senza motivo, tutti i suoi beni.
Il diavolo rispose al Signore e gli disse: Pelle per pelle! Tutto ciò che l'uomo ha, lo darà per la sua anima. ( Gb 2,3-4 )
Ecco, parla secondo la Legge, chi trama contro la Legge.
E egli ardì tentare anche Cristo Signore con i suoi discorsi, come sta scritto: " E il diavolo condusse Gesù nella città santa, e lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: Gettati giù, poiché sta scritto: Egli ha comandato ai suoi angeli di sostenerti con le loro mani, affinché il tuo piede non inciampi contro la pietra.
Gesù gli disse: Sta anche scritto: Non tenterai il Signore Dio tuo ". ( Mt 4,5-7 )
Sì, tu conosci la Legge, ripeto, come il diavolo, che viene sconfitto nei suoi tentativi e si vergogna delle sue azioni.
Agostino: Ti potrei chiedere, per la verità, in quale legge si trovano scritte le parole dette dal diavolo, quando accusò il santo uomo Giobbe presso Dio, se io mi fossi proposto di dimostrare che proprio quella Legge, che a tuo dire il diavolo conosceva, tu non la conosci; ma dato che non è questa la nostra questione, la tralascio.
Ma tu ti sei sforzato di presentare il diavolo, come un esperto della Legge, quasi che noi ritenessimo giusti tutti quelli che conoscono la Legge.
Quale vantaggio tu ne tragga, quindi, dall'aver voluto citare questo testo sul diavolo, non lo vedo; salvo quello, forse, di farci ricordare che voi ne siete gli imitatori.
Infatti, come egli, contro il latore della Legge, citava le parole della Legge, così anche voi, sempre con parole della Legge, accusate quelli che non conoscete, per contestare le promesse di Dio, scritte nella stessa Legge.
Inoltre, vorrei che mi dicessi: I vostri confessori, quando si gettano dai precipizi, a chi rendono testimonianza?
A Cristo, che respinse il diavolo, che gli suggeriva di fare lo stesso, o piuttosto al diavolo, che suggerì a Cristo di farlo?
Due sono le forme di morte, molto squallide e anormali, di quelli che si suicidano: la corda e il precipizio.
Ora, nella prima parte della tua lettera, tu hai detto : Il traditore morì con la corda e ai traditori ha lasciato una corda: questo non ci riguarda affatto.
E infatti noi non veneriamo col titolo di martiri quelli che si sono impiccati.
Con quanta più credibilità, invece, noi possiamo dire contro di voi: " Il maestro del traditore, il diavolo, cercò di convincere Cristo a gettarsi nel precipizio e fu respinto "?
Come vanno definiti, allora, quelli che persuase a farlo e fu ascoltato?
Come, se non nemici di Cristo e amici del diavolo?
Discepoli del seduttore e condiscepoli del traditore?
Entrambi infatti hanno imparato da un unico maestro a darsi spontaneamente la morte: egli con la corda, essi con il precipizio.
50.115 - Petiliano: Per distruggere, una per una, le tue prove, dico: se vi chiamate sacerdoti, ecco che cosa ha detto, il Signore, dei sacerdoti, per mezzo del profeta: La vendetta del Signore si abbatte sui falsi sacerdoti!
Agostino: Chiediti, piuttosto, se dici la verità, e non come maledire; che cosa mostrare, non che cosa rinfacciare.
51.117 - Petiliano: Se voi, miseri, rivendicate una cattedra, l'ho detto prima: avete certamente quella che Davide, profeta e salmista, ha chiamato cattedra della corruzione. ( Sal 1,1 )
Essa infatti è stata lasciata per voi; ed è giusto, perché i santi non vi si possono sedere.
Agostino: Purtroppo non vedi che queste non sono prove, ma sterili insulti.
È infatti la stessa cosa che ho detto poco fa: Ripetete le parole della Legge, ma non riflettete contro chi le rivolgete; come il diavolo, che pronunciava le parole della Legge, senza sapere a chi si rivolgeva.
Egli voleva gettare in basso il nostro Capo, che stava per ascendere in alto; voi, invece, volete circoscrivere ad una piccola zona il corpo di questo Capo, che è diffuso in tutto il mondo.
Proprio poco fa tu hai detto che noi conosciamo la Legge e parliamo secondo la Legge, ma che ci vergogniamo dei fatti.
Lanci accuse senza provarle, ma se anche le provassi di alcuni, non pregiudicherebbero tutti gli altri.
Comunque, se nel mondo tutti fossero come tu, con tanta leggerezza, li accusi, che cosa ti ha fatto la cattedra della Chiesa di Roma, sulla quale si è seduto Pietro e sulla quale oggi siede Anastasio?
O quella della Chiesa di Gerusalemme, sulla quale si è seduto Giacomo e sulla quale oggi siede Giovanni, e alle quali noi siamo uniti nella unità cattolica, e dalle quali voi vi siete separati con empia follia?
Perché tu chiami cattedra di corruzione la cattedra apostolica?
Se è per colpa delle persone, le quali, come tu pensi, parlano della Legge ma non la osservano, che forse il Signore Gesù Cristo, per colpa dei Farisei, dei quali disse: Dicono e non fanno, mancò di rispetto alla cattedra di Mosè, sulla quale essi sedevano?
Non approvò, forse, quella cattedra e, con tutto l'onore per la cattedra, rimproverò loro?
Disse infatti: Siedono sulla cattedra di Mosè; fate quello che dicono, ma non fate quello che fanno; dicono, infatti, e non fanno. ( Mt 23,3 )
Se pensaste a questo, non bestemmiereste per via delle persone che incolpate, la cattedra apostolica, alla quale non comunicate.
Ma che altro è se non non sapere che dire e, tuttavia, non poter fare altro che maledire?
Petiliano: Se voi credete di celebrare sacrifici, ecco che cosa dice di voi, uomini pieni di iniquità, Dio stesso: " Un criminale, dice, " mi offre in sacrificio un vitello, come se uccidesse un cane; egli mi porta fior di farina, come se versasse sangue di porco ". ( Is 66,3 )
Via, riconoscete il vostro sacrificio, voi che già avete versato sangue umano.
E ancora: " I loro sacrifici sono come i pani dei funerali: chi ne mangerà resterà contaminato ". ( Os 9,4 )
Agostino: Noi sosteniamo che un sacrificio è tale e quale a colui che si accosta ad offrirlo o si accosta a riceverlo; e che mangiano sacrifici di costoro, quanti vi accedono tali e quali sono essi.
Quindi, se ad offrire il sacrificio a Dio, è un uomo cattivo, e da questi lo riceve un uomo buono, per ciascuno esso è tale e quale come è lui stesso, poiché sta anche scritto: Tutto è puro per i puri. ( Tt 1,15 )
Grazie a questa dottrina veritiera e cattolica, voi stessi non siete stati macchiati dal sacrificio offerto da Ottato, se ne riprovavate la condotta.
In effetti, il suo pane era, sì, pane di dolore, e tutta l'Africa piangeva per le sue iniquità, ma il male dello scisma, che vi riguarda tutti, costituisce un pane di dolore, che vi accomuna tutti.
Infatti, secondo la sentenza del vostro concilio, Feliciano di Musti versò sangue umano.
Infatti, all'atto della condanna, avete detto: I loro piedi sono veloci nello spargere il sangue. ( Sal 14,3; Rm 3,15 )
Vedi, dunque, quale sacrificio offre, il sacerdote che avete, pur avendolo condannato come sacrilego; e se pensate che questo non vi porti alcun danno, prego, che danno può portare al mondo, l'inconsistenza delle vostre calunnie?
Petiliano: Se inoltrate una supplica al Signore o gli rivolgete una preghiera, non ve ne viene nessun vantaggio.
La vostra coscienza macchiata di sangue, infatti, vanifica le vostre deboli preghiere, poiché il Signore Dio ascolta più la coscienza pura che le preghiere, come dice il Signore Gesù Cristo: " Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma solo colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli ". ( Mt 7,21 )
La volontà di Dio è certamente buona; ecco perché nella preghiera santa chiediamo: " Sia fatta la tua volontà in cielo e in terra ": ( Mt 6,10 ) perché, visto che la sua volontà è buona, ci doni cose buone.
Voi dunque non fate la volontà di Dio, perché ogni giorno commettete il male.
Agostino: Tutte queste accuse, se noi le facciamo a voi, non pensi che un ascoltatore, se ha buon senso, ci giudicherà folli litiganti, anziché cristiani?
Perciò noi non replichiamo ad insulti con insulti.
" Il servo del Signore, infatti, non deve litigare, ma essere mite con tutti, pronto ad ascoltare e a correggere, con moderazione, chi la pensa diversamente ". ( 2 Tm 2,24-25 )
Se dunque vi rinfacciamo quelli che presso di voi, ogni giorno, compiono il male, litighiamo come sciocchi, accusandoci a vicenda.
Se invece vi ammoniamo, affinché, come voi non volete che vi si rinfaccino quei delitti, così noi non vogliamo che ci rinfacciate quelli di altri, vi correggiamo con discrezione, sperando che un giorno vi ravvediate.
Secondo Petiliano anche i peccatori possono invocare il nome di Cristo.
54.123 - Petiliano: Ma qualora scacciaste i demoni, io non lo so, neppure questo vi gioverebbe; infatti, non è alla vostra fede e né ai vostri meriti, che i demoni cedono, ma è nel nome del Signore Gesù Cristo che vengono cacciati.
54.124 - Agostino: Ringrazio Dio perché finalmente tu hai ammesso che l'invocazione del nome di Cristo può valere per la salvezza degli altri.
Perciò intendi bene: quando si invoca il nome di Cristo, i peccati altrui non pregiudicano la salvezza degli altri.
Ma a noi non occorre il tuo giudizio per sapere come invocare il nome di Cristo, ma il giudizio di colui che invochiamo; solo lui infatti può sapere con che animo lo si invoca.
E tuttavia le sue parole ci rassicurano che esso viene invocato per la salvezza da tutte le nazioni benedette nella stirpe di Abramo. ( Gen 22,18 )
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