Contro la lettera di Mani

Detta del fondamento

1.1 - Ci si preoccupi più della correzione degli eretici che della loro rovina

Ho pregato e prego l'unico vero Dio onnipotente, dal quale, per il quale, nel quale sono tutte le cose, o Manichei, affinché - nel confutare e nello smentire la vostra eresia, alla quale anche voi avete probabilmente aderito più con imprudenza che con intenzione disonesta - mi dia una mente pacata e tranquilla, che si preoccupi più della vostra correzione che della vostra rovina.

Quantunque infatti il Signore sovverta i regni dell'errore attraverso i servi suoi, tuttavia ordina che gli uomini, in quanto uomini, debbano essere corretti piuttosto che mandati in perdizione.

E qualunque cosa sia soggetta a punizione per volontà di Dio prima del divino giudizio finale, sia che ciò avvenga per mezzo di malvagi o di giusti, per mezzo di gente inconsapevole o consapevole, in segreto o apertamente; in ogni caso bisogna credere che tutto questo serve non per la rovina degli uomini, ma come una medicina: coloro che la rifiutano, sono pronti per l'estremo supplizio.

Perciò, essendoci in questo universo alcune cose che servono per la punizione corporale - come fuoco, veleno, malattie e altre cose di tal genere - e altre con le quali l'animo si punisce da se stesso, nonattraverso sofferenze corporali, ma con i lacci delle sue stesse cupidige - il danno, l'esilio, la privazione, gli oltraggi e altre realtà simili a queste -; invece certe cose non sono tormenti, ma quasi conforto e sollievo dei malati, come ad esempio le consolazioni, le esortazioni, le discussioni, e altri analoghi rimedi: la somma giustizia di Dio mette in opera alcuni tra tutti questi rimedi anche per mezzo di persone cattive ignare, altri invece mediante persone buone consapevoli.

Dunque mi sono proposto di scegliere e preferire i mezzi migliori, affinché io abbia la possibilità di accostarmi alla vostra correzione, non con rivalità né con gelosia né con persecuzioni; ma consolando docilmente, esortando benevolmente, disputando amabilmente: così è scritto: non è opportuno che il servo del Signore sia litigioso; ma dev'essere mite con tutti, atto ad insegnare, paziente, che riprende con misura coloro che la pensano in modo diverso. ( 2 Tm 2,24-25 )

Quindi ho deciso di propendere verso questa soluzione: è proprio di Dio donare ciò che è buono a coloro che lo desiderano e lo chiedono.

2.2 - Quanti sospiri e gemiti per arrivare a comprendere Dio

Infieriscano contro di voi coloro che non sanno a prezzo di quale fatica si trovi il vero, e quanto difficilmente si possano evitare gli errori.

Infieriscano contro di voi coloro che non sanno quanto sia difficile e arduo superare le illusioni carnali con la serenità di una mente pia.

Infieriscano contro di voi coloro che non sanno con quanta difficoltà guariscano gli occhi dell'uomo interiore, per poter scorgere il suo sole: non questo sole dotato di corpo celeste, che voi venerate, il quale rifulge e irradia agli occhi della carne di uomini e bestie, ma quello del quale è scritto per mezzo del profeta: è sorto per me il sole di giustizia; ( Ml 3,20 ) e del quale si dice nel Vangelo: era la luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo. ( Gv 1,9 )

Infieriscano contro di voi coloro che ignorano con quali sospiri e gemiti si riesce a fare in modo che Dio possa essere compreso, anche se solo parzialmente.

Infine, infieriscano contro di voi coloro che mai furono ingannati in un errore tale, quale quello in cui vedono traviati voi.

3.3 - Agostino a stento con l'aiuto divino si è allontanato dalle favole manichee

Io invece che, a lungo e molto tormentato, alla fine ho potuto scorgere cosa sia quella verità che si comprende senza il racconto di vane favole; io misero, che a stento sono riuscito con l'aiuto di Dio a confutare le vane immaginazioni prodotte dal mio animo, congiunte con opinioni ed errori di diversa provenienza; io che tanto tardi mi sono assoggettato al clementissimo medico che mi chiamava e mi blandiva per dissipare la tenebra della mente; io che ho pianto a lungo, affinché l'immutabile e immacolata sostanza si degnasse a convincermi internamente facendo risuonare in armonia i libri divini; io infine che tutte quelle invenzioni, che con il contatto quotidiano, vi tengono avviluppati e legati, le ricercai con curiosità, le udii attentamente, le credetti con temerarietà; di quelle all'istante persuasi coloro che potei, le difesi ostinatamente e animosamente contro altri; proprio io dunque non posso infierire contro di voi, che ora mi sento in dovere di aiutare come me stesso a quel tempo; e devo trattarvi con pazienza, quanta ne ebbero i miei amici con me, quando erravo rabbioso e cieco nella vostra dottrina.

3.4 - Si deponga l'arroganza e si cerchi la verità

Ma affinché più facilmente possiate placarvi, e non mi siate avversi con un animo ostile e dannoso per voi stessi, è necessario che io ottenga da voi a qualsiasi condizione, che si deponga ogni arroganza da entrambe le parti.

Nessuno di noi dica di aver già trovato la verità: cerchiamola, come se sia ignota ad entrambi.

La si può dunque cercare in modo diligente e concorde, purché non si creda con una temeraria presunzione di averla già trovata e conosciuta.

Se non posso ottenere ciò da voi, almeno concedetemi che, come se mi foste sconosciuti, io vi ascolti ora per la prima volta e discuta con voi ora come fosse la prima volta.

Credo che ciò che chiedo sia giusto: supposta certo questa condizione, che io non preghi con voi, non celebri riunioni comuni, non accolga il nome di Mani, se prima non mi darete una ragione perspicua su tutte le questioni pertinenti alla salvezza dell'anima, senza alcuna ombra.

4.5 - La purissima sapienza presente nella Chiesa cattolica

Senza parlare di quella purissima sapienza presente nella Chiesa cattolica, alla cui penetrazione pochi uomini spirituali, e in verità solo in minima parte, giungono senza incertezza in questa vita, causa l'umana condizione ( giacché non è la vivacità del capire che rende sicurissima la restante massa del popolo, ma la semplicità del credere ); anche tralasciando di parlare di questa sapienza, che voi non credete sia presente nella Chiesa cattolica, ci sono molte altre cose che a buon diritto mi tengono nel suo grembo.

Mi mantiene fermo il consenso dei popoli e delle genti; mi mantiene fermo quell'autorità avviata dai miracoli, nutrita dalla speranza, aumentata dalla carità, confermata dall'antichità; mi mantiene fermo la successione dei sacerdoti sulla stessa sede di Pietro apostolo, al quale il Signore affidò da pascere le sue pecore dopo la risurrezione, fino al presente episcopato; mi mantiene fermo infine lo stesso nome di Cattolica, che, non senza un motivo, solo questa Chiesa ha ottenuto in mezzo a numerosissime eresie, per cui, benché tutti gli eretici vogliano dirsi cattolici, tuttavia se uno domanda a qualche straniero dove si riunisca la Cattolica, nessuno degli eretici ha l'ardire di mostrare la sua basilica o la sua casa.

Dunque tali e tanti dolcissimi vincoli del nome cristiano mantengono rettamente fermo il credente nella Chiesa cattolica, benché - a causa della lentezza della nostra intelligenza o del demerito della nostra vita - la verità non si manifesta ancora apertamente.

Ma presso di voi, dove non c'è nessuna di queste cose che mi inviti e mi trattenga, risuona solo una promessa di verità: certamente, se questa mi viene dimostrata in modo talmente chiaro che non possa essere messa in dubbio, la si deve preporre a tutte quelle ragioni, dalle quali sono trattenuto in seno alla Cattolica; ma se solo si promette, e non si dimostra, nessuno potrà allontanarmi da quella fede che lega l'animo mio con numerosi e così convincenti argomenti alla religione cristiana.

5.6 - Nella Lettera del Fondamento, è contenuto quasi tutto ciò che i Manichei credono

Vediamo dunque ciò che mi insegna Mani, e prendiamo in considerazione in particolar modo quel libro, che chiamate Lettera del Fondamento, dove è contenuto quasi tutto ciò che voi credete.

Infatti, quando essa fu letta a noi - a quel tempo miseri - venivamo chiamati da voi illuminati.

Di fatto inizia così: Mani apostolo di Gesù Cristo per la provvidenza di Dio Padre.

Queste sono le parole salvifiche, dalla fonte viva e perenne.

Ora per favore, con buona pazienza, prestate attenzione a ciò che penso.

Non credo che costui sia apostolo di Cristo.

Vi chiedo di non irritarvi, e di non incominciare a maledirmi.

Sapete infatti che io ho stabilito di non credere in maniera sconsiderata a nulla da voi affermato.

Vi chiedo dunque: chi è codesto Mani? Risponderete: Un apostolo di Cristo. Non ci credo.

Non avrai il mio assenso qualunque cosa tu possa dire o fare; tu infatti mi promettevi la conoscenza della verità, e adesso mi costringi a credere ciò che non so.

Probabilmente stai per leggermi il Vangelo, e da esso tenterai di difendere la persona di Mani.

Se dunque tu trovassi uno, che ancora non crede al Vangelo, cosa faresti quando ti dice: Non ci credo?

Invero io stesso non crederei al Vangelo, se non mi spingesse a credere l'autorità della Chiesa cattolica.

Io che ho obbedito a quelli che mi dicevano di credere al Vangelo, perché non dovrei credere agli stessi che mi dicono di non credere ai Manichei?

Scegli ciò che preferisci. Se mi dirai di credere ai Cattolici, essi stessi mi ammoniscono a non attribuirvi alcuna fiducia: per cui credendo a quelli non posso far altro che non credere a te.

Se mi dirai di non credere ai Cattolici, non faresti cosa retta a costringermi alla fede di Mani mediante il Vangelo, perché io ho creduto allo stesso Vangelo quando mi veniva predicato dai Cattolici.

Ma se mi dirai che ho agito rettamente prestando fede ai Cattolici che lodano il Vangelo, ma non ho fatto bene a credere a loro quando parlavano male di Mani; fino a tal punto mi credi stolto, da farmi credere a ciò che tu vuoi senza darmene un'adeguata spiegazione, e viceversa non credere a ciò che tu non vuoi?

Agisco in verità in una forma molto più retta e cauta della vostra: poiché ho creduto prima ai Cattolici, non passo alla tua fede, a meno che tu mi avrai ordinato non di credere, ma piuttosto mi avrai fatto conoscere qualche verità in modo molto chiaro ed evidente.

Di conseguenza se stai per offrirmi la dimostrazione, tralascia il Vangelo.

Se tu ti attieni al Vangelo, io mi atterrò a quelli, grazie al cui insegnamento ho creduto al Vangelo; e su ordine di costoro io non ti crederò affatto.

Ché se per caso nel Vangelo tu avrai potuto trovare qualcosa di molto evidente sulla qualifica di apostolo attribuita a Mani, mi farai venir meno l'autorità dei Cattolici, che ordinano di non crederti: annullata la quale, non potrò più credere neppure al Vangelo, perché avevo creduto a quello tramite loro; così niente avrà valore per me, qualsiasi cosa escogiterai in seguito.

Per cui se nel Vangelo non si trova niente di chiaro sull'apostolato di Mani, crederò piuttosto ai Cattolici che a te.

Ma se in seguito vi leggerai qualcosa di chiaro in favore di Mani, non crederò né a quelli, né a te: a quelli, perché mi hanno mentito su di te; invece a te, perché mi presenti quella scrittura, alla quale avevo creduto tramite loro, i quali mi hanno mentito.

Ma non sia mai che io non creda al Vangelo! Credendo a quello, non trovo in che modo io possa credere anche a te.

Infatti i nomi degli Apostoli, che ivi si leggono, ( Mt 10,2ss; Mc 3,16ss; Lc 6,13ss ) non contengono tra loro il nome di Mani.

Inoltre negli Atti degli Apostoli leggiamo chi è subentrato al posto del traditore di Cristo; ( At 1,26 ) è necessario che io creda anche a questo libro, se credo al Vangelo, perché l'autorità cattolica mi raccomanda parimenti entrambe le Scritture.

Nel medesimo libro troviamo anche la notissima storia della vocazione e dell'apostolato di Paolo. ( At 9 )

Leggimi ora, se puoi, nel Vangelo, in qual passo Mani è detto apostolo; o in qualche altro libro, al quale io ho già confessato di credere.

Forse mi andrai a leggere quel passo, dove il Signore promise agli Apostoli lo Spirito Santo Paracleto?

Da questo passo tu puoi vedere quali e quanti siano i fattori che mi distolgono e mi dissuadono dal credere a Mani.

6.7 - Perché Mani si è chiamato apostolo di Cristo

Vi chiedo allora perché l'inizio di quella lettera sia: Mani apostolo di Gesù Cristo, e non: " Il Paracleto apostolo di Gesù Cristo".

Ma se il Paracleto mandato da Cristo mandò Mani, perché leggo: Mani apostolo di Gesù Cristo e non piuttosto: " Mani apostolo del Paracleto "?

Se tu dici che è lo stesso Cristo ad essere anche lo Spirito Santo, contraddici la stessa Scrittura, dove il Signore dice: E vi manderò un altro Paracleto. ( Gv 14,16 )

Ma se ritieni che il nome di Cristo sia posto giustamente, non perché è Cristo quegli stesso che è anche Paracleto, ma perché entrambi sono della stessa sostanza; cioè, non perché è uno, ma perché sono una cosa sola; allora anche Paolo poteva dirsi " Paolo apostolo di Dio Padre ", perché disse il Signore: Io e il Padre siamo una cosa sola. ( Gv 10,30 )

In nessun luogo si dice questo; ma nessuno degli Apostoli si intitola apostolo del Padre.

Cosa dunque significa questa novità? Non vi sembra che si senta una certa puzza di menzogna?

Certamente, se stimò che non vi fosse alcuna differenza, perché non si nomina diversamente, in alcune lettere apostolo di Cristo, in altre del Paracleto?

Ma di Cristo l'ho sempre udito, tutte le volte che l'ho udito; del Paracleto invece, nemmeno una volta sola.

Riteniamo che di ciò vi sia una sola causa: che la superbia, madre di tutti gli eretici, ha spinto un uomo a voler apparire - pur senza esserlo - non tanto mandato dal Paracleto, ma in tal modo da lui assunto, da definirsi egli stesso Paracleto!

Come Gesù Cristo uomo, non fu mandato dal Figlio di Dio, cioè dalla Virtù e Sapienza di Dio, mediante la quale sono state fatte tutte le cose; ma essendo assunto, come vuole la fede cattolica, sì da essere egli stesso Figlio di Dio, cioè in modo che si manifestasse in lui stesso la Sapienza di Dio per risanare i peccatori; così egli volle sembrare di essere assunto dallo Spirito Santo che Cristo aveva promesso, affinché, nel momento in cui udiamo Mani Spirito Santo, comprendiamo apostolo di Gesù Cristo, cioè, mandato da Gesù Cristo, che aveva promesso di mandarlo. Questa è un'audacia straordinaria, e un sacrilegio indicibile!

7.8 - I Manichei dicono che Mani fu assunto dallo Spirito Santo

Ma tuttavia mi chiedo, dal momento che anche voi credete che il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo sono uniti in una natura non differente, per quale motivo non ritenete sia turpe predicare che è nato da entrambi i sessi l'uomo Mani assunto dallo Spirito Santo, mentre temete di credere nato da una vergine un uomo che fu assunto dall'unigenita Sapienza di Dio?

Se la carne umana, se l'accoppiamento dell'uomo, se l'utero di una donna non poté inquinare lo Spirito Santo, come poté l'utero di una vergine inquinare la Sapienza di Dio?

Dunque questo Mani, che si gloria del Santo Spirito e del dettato evangelico, è necessario ammetta che o è stato mandato dallo Spirito Santo, o è stato assunto.

Se è stato mandato, si dica apostolo del Paracleto; se è stato assunto, a colui che l'unigenito Figlio assunse, conceda un essere umano come madre, se a colui che lo Spirito Santo ha assunto attribuisce anche un padre.

Creda che dalla verginità di Maria il Verbo di Dio non è stato contaminato, se è Mani stesso ad esortarci a credere che lo Spirito Santo non ha potuto essere contaminato dall'accoppiamento dei propri genitori.

Voi potreste anche dire che Mani fu assunto dallo Spirito Santo né prima né dopo il suo ingresso nell'utero, ma soltanto dopo la sua nascita.

Mi basta tuttavia il solo fatto di ammettere che ha avuto la carne procreata da un uomo e una donna.

Dunque, poiché voi non temete che le viscere e il sangue di Mani provengano da un accoppiamento umano, come pure che gli intestini del suo corpo si siano riempiti di fimo, nella piena convinzione che da tutte queste cose non è stato contaminato lo Spirito Santo, dal quale credete che quell'uomo è stato assunto: perché dunque dovrei io temere l'utero verginale e il parto intatto, preferendo credere che la Sapienza divina, nell'assumere l'umanità nelle stesse viscere materne, ha conservato la sua immacolata integrità?

Per la qual cosa, allorquando il vostro Mani afferma di essere o mandato, o assunto dal Paracleto, nessuna di queste cose gli si potrà concedere dal momento che io ora, fatto più cauto, credo che non è stato né mandato, né assunto.

8.9 - I Manichei festeggiano con grandi onori il Bema

Infatti ciò che aggiunse dicendo: per la provvidenza di Dio Padre, che altro cercò di ottenere con il nominare Gesù Cristo, del quale si dice apostolo, e Dio Padre, per la provvidenza del quale si dice mandato dal Figlio, se non di farci credere che sia proprio lui, quale terza persona, lo Spirito Santo?

Così infatti scrive: Mani apostolo di Gesù Cristo per la provvidenza di Dio Padre.

Lo Spirito Santo non è stato nominato - il quale a maggior ragione doveva essere nominato da lui, che ci raccomanda il suo apostolato per la promessa del Paracleto - per convincere gli inesperti per mezzo dell'autorità evangelica.

Quando siete interrogati in proposito, voi rispondete che, per il fatto che Mani è chiamato apostolo, lo Spirito Santo, per essersi degnato di venire in lui, è chiamato Paracleto.

Chiedo dunque, come dicevo prima, perché inorridite quando la Chiesa cattolica dice che è nato da una vergine colui sul quale è venuta la divina Sapienza: mentre non inorridite per nulla quando voi stessi predicate che colui nel quale è venuto lo Spirito Santo è nato da una donna unitasi con un uomo.

Non so dunque che altro dovrei supporre, se non che questo famoso Mani, il quale tramite il nome di Cristo cerca di penetrare nell'animo degli inesperti, ha voluto essere venerato al posto dello stesso Cristo.

Brevemente dirò da dove si può capire ciò.

In quel tempo in cui ero vostro uditore, quando sovente vi chiedevo per quale ragione generalmente non fosse celebrata affatto la Pasqua del Signore, o talora solo da pochi con scarsissimo entusiasmo, senza alcuna veglia, senza che venisse indetto per gli Uditori un digiuno più lungo del solito, insomma con nessun preparativo particolarmente festivo; mentre festeggiate con grandi onori il vostro Bema, cioè il giorno in cui Mani fu ucciso, avendo preparato una tribuna con cinque gradini, adornata con teli preziosi, esposta in maniera ben visibile agli adoratori; quando dunque chiedevo ciò, mi si rispondeva che bisognava celebrare il giorno della passione di costui, che aveva veramente patito; invece Cristo, che non era nato, né aveva mostrato agli occhi umani una carne vera, ma solo apparente, non aveva sopportato la passione, ma aveva solo finto.

Chi non deplorerà il fatto che uomini che pretendono dirsi cristiani, temano di credere che la verità possa venire contaminata dall'utero della vergine, mentre non temono che lo sia dalla menzogna?

Ma per tornare al punto in questione, chi non sospetterebbe, se considera attentamente, che per questo motivo Mani nega che Cristo sia nato da una donna e abbia avuto corpo umano, perché non fosse celebrata da coloro che gli avrebbero creduto la passione di Cristo, che è ormai diventata il tempo più festeggiato di tutto il mondo?

E perché teme che non si onori con altrettanta devozione la desiderata solennità del giorno della sua morte?

Infatti proprio questo ci era assai gradito in quella festa del Bema: che fosse celebrata al posto della Pasqua; perciò desideravamo più ardentemente quel giorno festivo, essendoci stato sottratto un altro che soleva essere dolcissimo.

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