Discorsi sul Nuovo Testamento |
Mt 5,16: "Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostra opere buone e diano gloria al Padre vostro celeste"; e al contrario del cap. 6,1: "Attenti a non compiere le vostre opere buone davanti agli uomini per essere ammirati da loro"
1.1 - Precetti apparentemente contrari
2.2 - L'Apostolo osserva ambedue i precetti
2.3 - I due precetti vanno d'accordo
3.4 - Chi osserva ambedue i precetti
Molti, o carissimi, sono soliti turbarsi per il fatto che nostro Signore Gesù Cristo, nel discorso evangelico, prima dice: Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e diano gloria al vostro Padre celeste, ( Mt 5,16 ) mentre poi dice: Attenti a non compiere le vostre opere buone davanti agli uomini per non essere ammirati da loro. ( Mt 6,1 )
In realtà gli spiriti poco intelligenti si turbano infatti, desiderosi come sono di ubbidire ad ambedue i precetti, e così vengono trascinati in direzioni diverse ed opposte.
Come infatti nessuno può ubbidire a un solo padrone che desse ordini contraddittori, così nessuno può ubbidire a due padroni, come afferma lo stesso Salvatore nel medesimo discorso. ( Mt 6,24 )
Che cosa farà dunque uno spirito indeciso, che da una parte crede di non poter ubbidire e dall'altra ha paura di non ubbidire?
Se infatti metterà in luce le sue opere buone per farle vedere alla gente al fine di osservare il precetto: Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone e diano gloria al vostro Padre celeste, crederà di essere ritenuto colpevole poiché agisce contro il precetto che dice: Attenti a non compiere le vostre opere buone davanti agli uomini per essere ammirati da essi.
Ma d'altra parte, se, temendo e guardandosi da ciò, cercherà di tenere nascosto il bene che compie, riterrà di non ubbidire al precetto del Signore che dice: Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone.
Chi però capisce bene, adempie tutti e due i precetti e serve il Signore di tutte le creature, il quale non avrebbe condannato il servo neghittoso, se gli avesse ordinato di fare ciò che in nessun modo si poteva fare.
Ascoltate per esempio Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per vocazione, prescelto per annunziare il Vangelo di Dio; ( Rm 1,1 ) egli osservò e insegnò tutti e due i precetti.
Vedete come risplende la sua luce davanti agli uomini perché vedano le sue opere buone: Presentiamo - egli dice - noi stessi dinanzi al giudizio di tutti gli uomini al cospetto di Dio. ( 2 Cor 4,2 )
E in un altro passo: Sforziamoci - dice - di compiere il bene non solo davanti a Dio, ma anche davanti agli uomini. ( 2 Cor 8,21 )
E ancora: È vostro dovere di piacere a tutti in ogni cosa, come anch'io cerco di piacere a tutti e in tutto. ( 1 Cor 10,33 )
Vedete d'altra parte come stia attento a non compiere le opere buone davanti agli uomini per essere ammirato da loro.
Ciascuno - dice - esamini il proprio operato, e allora potrà vantarsi rispetto a se stesso e non rispetto agli altri. ( Gal 6,4 )
E in un altro passo dice: Poiché il nostro vanto è questo: la testimonianza della nostra coscienza. ( 2 Cor 1,12 )
Ecco inoltre l'affermazione della quale nulla è più chiaro: Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo. ( Gal 1,10 )
Ma temo che qualcuno di coloro che si sentono imbarazzati di fronte a due precetti dello stesso Signore, che loro sembrano fare a pugni, potrebbe muovere una obiezione ancora più grave all'Apostolo e dirgli: "Come mai tu dici: Cercate di piacere a tutti in tutto, come io cerco di piacere a tutti e in tutto e poi tu stesso dici: Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo?".
Ci assista il Signore stesso, il quale parlava per bocca del suo servo e Apostolo e ci faccia conoscere la sua volontà e ci conceda la grazia di ubbidirgli.
Le parole stesse del Vangelo portano in sé la propria spiegazione; non chiudono la bocca di chi ha fame perché dànno il nutrimento ai cuori che lo chiedono.
Bisogna pertanto esaminare dove si dirige l'intenzione e lo scopo che si prefigge il cuore umano.
Se infatti uno vuole che le proprie opere buone siano ammirate dagli uomini e fa dipendere dagli uomini il proprio vanto e vantaggio, e lo cerca al cospetto degli uomini, non adempie nessuno dei precetti dati dal Signore a tale proposito; poiché non solo egli bada a compiere le sue opere buone davanti agli uomini per essere ammirato da loro; ma la sua luce non risplende davanti agli uomini in modo che ammirino le sue opere buone allo scopo di dar gloria al Padre celeste.
Egli in realtà vuol dar gloria a se stesso, non al Padre, cerca la propria utilità ma non ama la divina volontà.
Di costoro l'Apostolo dice: Tutti cercano i propri interessi, non quelli di Gesù Cristo. ( Fil 2, 21 )
Pertanto la massima non termina ove dice: Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché ammirino le vostre opere buone, ma immediatamente soggiunge, spiegandone la ragione: affinché diano gloria al Padre vostro celeste, perché uno, il quale facendo il bene è ammirato dagli uomini, abbia nella propria coscienza l'intenzione del bene compiuto, ma non abbia l'intenzione di acquistare notorietà se non per lodare Dio, a vantaggio di coloro ai quali si fa conoscere. A costoro giova che piaccia Dio, che ha concesso questo dono all'uomo, e in tal modo non perdano la speranza che possa venir concesso anche a loro se lo vorranno.
Ecco perché anche l'altra massima in cui afferma: Attenti a non compiere le vostre opere buone davanti agli uomini, non la termina se non dove dice: per essere ammirati dagli uomini.
Non aggiunge: "E diano gloria al vostro Padre celeste", ma piuttosto aggiunge: Altrimenti non avrete la ricompensa dal Padre vostro celeste. ( Mt 6,1 )
Con ciò dimostra che coloro i quali sono tali, quali Cristo non vuole siano i suoi fedeli, cercano la ricompensa proprio nel fatto di essere ammirati dagli uomini, e in esso fanno consistere il loro bene, con esso assecondano la vanità del loro cuore, diventano vuoti e si gonfiano, diventano tumescenti e si struggono.
Perché mai infatti non si limitò a dire: Attenti a non farele vostre opere buone davanti agli uomini, ma aggiunse: per essere ammirati da loro?
Solo perché ci sono alcuni che fanno le loro opere buone davanti agli uomini, non per essere ammirati da loro, ma perché vengano ammirate le stesse opere e sia data gloria al Padre celeste, che si è degnato di concederle agli empi giustificati.
Coloro che sono tali non considerano come proprie le opere buone ma di Colui mediante la fede nel quale vivono.
Per questo anche l'Apostolo dice: Per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui non per una mia giustizia che viene dalla Legge, ma per quella che si ottiene per mezzo della fede in Cristo, la giustizia cioè che viene da Dio e si fonda sulla fede. ( Fil 3,8-9 )
E in un altro passo dice: Poiché noi possiamo diventare per mezzo di lui [ Cristo ] giustizia di Dio. ( 2 Cor 5,21 )
Perciò così rimprovera i Giudei: Ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio. ( Rm 10,3 )
Chi dunque vuole che gli uomini ammirino le proprie opere affinché sia glorificato Colui dal quale ha avuto la grazia di compierle, e così i medesimi che le ammirano siano incitati a imitarle con impegno ispirato da un profondo sentimento di fede, fa davvero risplendere la sua luce davanti agli uomini; e questo accade per il fatto che da lui s'irradia la luce della carità, non viene emesso il fumo della superbia; con ciò stesso si guarda dal compiere le sue opere buone alla presenza degli uomini per essere ammirato da loro; poiché non considera come proprie quelle opere buone né le fa per essere ammirato lui, ma perché si riconosca [ autore ] Colui che viene lodato riguardo all'uomo giustificato affinché faccia anche nei riguardi di chi lo loda ciò che si loda a proposito d'un altro, ossia renda lodevole chi lo loda.
Fate attenzione anche a un altro particolare: l'Apostolo aveva detto: Cercate di piacere a tutti in tutto, come anch'io cerco di piacere a tutti in tutto, ma non si fermò lì, come se avesse posto il fine della sua intenzione nel piacere agli uomini; altrimenti avrebbe detto una bugia nell'affermare: Se cercassi ancora di piacere agli uomini non sarei servo di Cristo; ma immediatamente aggiunse perché cercava di piacere agli uomini, dicendo: Io non cerco ciò ch'è vantaggioso per me, ma ciò che lo è per molti altri, affinché si salvino. ( 1 Cor 10,33 )
Così dunque da una parte non cercava di piacere agli uomini a proprio vantaggio personale, per evitare di non essere servo di Cristo; dall'altra cercava di piacere agli uomini per la loro salvezza, per essere un degno amministratore del Cristo; poiché non solo gli bastava la propria coscienza davanti a Dio ma risplendeva da lui ed emanava davanti agli uomini la luce del bene che dovevano imitare.
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