Discorsi sul Nuovo Testamento |
1 - La peccatrice ai piedi di Gesù che stava a tavola
2 - I pensieri del fariseo superbo
3 - Il Signore corregge il pensiero del fariseo
4 - Difficile questione sorta dalle parole di Cristo
5 - L'argomento è chiarito con esempi
6 - Si risolve la questione
7 - Dio solo può rimettere i peccati
8 - Errore e arroganza dei donatisti
9 - L'argomento dei donatisti
10 - I peccati sono perdonati da Dio con il concorso degli uomini o senza di esso
11 - Lo Spirito Santo dato senza il ministero degli uomini
12 - Un altro esempio: il centurione Cornelio
13 - La purificazione nel battesimo non deriva dai meriti dei ministri ma dalla grazia di Dio
La parola di Dio che abbiamo sentito nella lettura dei brani delle Sacre Scritture ci ammonisce - e siamo da essa persuasi - essere volontà di Dio che noi vi rivolgiamo la nostra parola; perciò prendiamo come argomento del nostro discorso la remissione dei peccati e ne parliamo alla vostra Carità con l'aiuto di lui.
Orbene, mentre veniva letto il Vangelo, voi siete stati a sentirlo con vivissima attenzione e il fatto vi è stato narrato e rappresentato davanti agli occhi del vostro cuore.
Voi infatti avete visto non già con gli occhi del corpo, ma con lo spirito il Signore Gesù adagiato a mensa in casa d'un fariseo, ( Lc 7,36ss ) del quale non aveva disdegnato l'invito.
Avete anche visto che una donna, la quale in quella città era famosa, per una fama senza dubbio cattiva, poiché era una peccatrice, pur senza essere stata invitata, s'introdusse all'improvviso nella sala del banchetto, ove era a mensa il proprio Medico e con santa impudenza gli chiese di guarirla.
Era piombata nella sala del banchetto in un modo che poteva sembrare sconveniente per un banchetto ma conveniente per ricevere la grazia ( sapeva infatti quanto grave fosse la malattia da cui era afflitta e sapeva ch'era capace di guarirla Colui dal quale era andata ).
Si avvicinò dunque non al capo, ma ai piedi del Signore; lei che aveva a lungo battuto la strada del vizio, cercava di seguire le orme segnate dai piedi santi del Signore.
Cominciò a versare lacrime, che sono come il sangue del cuore, quindi lavò i piedi del Signore con l'umile confessione dei propri peccati.
Li asciugò con i suoi capelli, li baciò, li cosparse di profumo.
Parlava tacitamente senza pronunciare parole ma dimostrando tutto il suo amore.
La donna aveva dunque toccato il Signore bagnando di lacrime i suoi piedi, baciandoli, asciugandoli e cospargendoli di profumo.
Perciò il fariseo, che aveva invitato il Signore Gesù Cristo, poiché apparteneva a quella genìa d'individui superbi, dei quali il profeta Isaia dice: Essi dicono: Sta' lontano da me, non mi toccare, poiché sono puro, ( Is 65,5 ) pensava che il Signore non conoscesse la donna.
Così pensava tra sé e diceva in cuor suo: Se costui fosse un profeta, saprebbe quale razza di donna s'è avvicinata ai suoi piedi. ( Lc 7,39 )
Credeva che non la conoscesse per il fatto che non l'aveva respinta, non le aveva proibito d'accostarglisi, aveva permesso di lasciarsi toccare da una peccatrice.
Come faceva a sapere che lui non la conosceva?
Che cosa dunque avrebbe dovuto fare se l'avesse conosciuta, o fariseo, tu che inviti il Signore e poi lo schernisci?
Tu dài da mangiare al Signore e non capisci da chi devi essere nutrito.
Come fai a sapere che il Signore non conosceva che razza di donna era stata quella, se non perché le fu permesso d'accostarglisi, se non perché baciò i suoi piedi mentre egli la lasciava fare, glieli asciugò, glieli cosparse di profumo?
Non si doveva dunque permettere a una donna immonda di rendere quegli omaggi ai piedi mondi?
Se dunque una donna di tal fatta si fosse accostata ai piedi del fariseo, costui avrebbe detto ciò che Isaia mette in bocca a individui di tal genere: Sta' lontano da me, non mi toccare, perché io sono puro. ( Is 65,5 )
Quella donna invece si accostò al Signore impura per tornarsene pura; gli si accostò malata per tornarsene guarita.
Si accostò confessando i propri peccati, e se ne tornò professando la propria fede.
Il Signore infatti aveva inteso i pensieri del fariseo.
Il fariseo dunque avrebbe dovuto capire se il Signore non avrebbe potuto vedere nella donna una peccatrice, dal momento che poteva conoscere i suoi pensieri.
Gli espose allora il paragone del creditore che aveva due debitori.
In realtà desiderava guarirlo, per non mangiare gratis in casa sua il pane; aveva fame proprio di lui che gli dava da mangiare, desiderava emendare, immolare, mangiare e introdurre proprio lui nel suo corpo.
Nello stesso senso aveva detto alla donna samaritana: Ho sete. ( Gv 4,7 )
Che significa: Ho sete? "Desidero la tua fede".
In questo paragone dunque si sentono le parole del Signore, e mirano a un duplice scopo: guarire il fariseo che lo aveva invitato e gli altri convitati, che ugualmente vedevano e ugualmente ignoravano il Signore Gesù Cristo, e far sì che quella peccatrice avesse fiducia di confessare i propri peccati e non sentisse più trafiggersi dalle spine del rimorso.
Uno doveva restituire solo cinquanta denari - è detto - l'altro invece cinquecento; il creditore condonò il debito a tutti e due: chi dei due gli fu più riconoscente? ( Lc 7,41-42 )
Il fariseo al quale era indirizzata questa parabola rispose naturalmente come era costretto dalla ragione: Credo, Signore, colui al quale ha condonato di più. ( Lc 7,43 )
Volgendosi poi verso la donna disse a Simone: Vedi questa donna?
Io sono entrato in casa tua ma tu non mi hai dato l'acqua per lavarmi i piedi; questa invece mi ha lavato i piedi; con le lacrime e me li ha asciugati con i capelli.
Tu non mi hai dato il bacio; lei invece da quando è entrata non ha cessato di baciare i miei piedi.
Tu non hai cosparso d'olio profumato il mio capo, lei invece ha cosparso di profumo i miei piedi.
Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, perché mi ha mostrato un grande amore.
Colui invece al quale si perdona poco, mostra poco amore. ( Lc 7,44-47 )
Viene fuori adesso una questione che dev'essere senz'altro risolta; essa richiede l'attenzione della Carità vostra per tema di non poter per caso essere bastevoli, con le nostre sole parole, dato il tempo assai limitato, a dissipare ogni oscurità e a renderla del tutto chiara; c'è poi soprattutto il fatto che la carne, spossata da questo caldo afoso, desidera ormai di rianimarsi e reclama quanto le è dovuto, impedendo così il vivo desiderio dell'anima e mostra così la verità del detto della Scrittura: Lo spirito è pronto, ma la carne è debole. ( Mt 26,41 )
Si deve temere, e molto, che a causa di quelle parole del Signore, nella mente di coloro che non le intendono bene e assecondano le loro passioni sregolate e sono pigri a staccarsene per tornare in libertà, s'insinui la massima che si fece udire dalla lingua dei maledici durante la predicazione stessa degli Apostoli, secondo quanto riferisce l'apostolo Paolo: E come alcuni affermano che noi diciamo: Facciamo pure il male perché ne venga un bene. ( Rm 3,8 )
Qualcuno infatti dice: "Se colui al quale si perdona poco ama poco, e colui al quale si perdona di più ama di più; è conveniente amare di più che di meno; giova peccare molto e avere molti debiti in modo da desiderare che ci vengano condonati, per poter amare di più Colui che ci"condona grandi debiti".
Quella peccatrice in effetti quanti più debiti aveva tanto più amò chi le condonò i suoi debiti, secondo l'affermazione dello stesso Signore: Le sono perdonati molti peccati perché ha mostrato un grande amore.
Ma perché mostrò un grande amore se non perché aveva molti debiti?
Per conseguenza soggiunse e concluse: Colui invece al quale si perdona poco, ama poco.
"Non conviene forse - si dice - che mi sia perdonato molto anziché meno, affinché io ami di più il mio Signore?".
Voi capite certamente l'importanza della questione; lo so, la capite.
Voi vedete la ristrettezza del tempo: anche questo lo vedete e lo avvertite.
State dunque a sentire le brevi spiegazioni che vi darò. Se non riuscirò a risolvere appieno una questione sì importante, conservate frattanto nella memoria il presente discorso e ritenetemi debitore per il futuro.
Poiché mediante esempi più evidenti possiate considerare ciò che vi ho detto, supponiamo ora due individui.
Uno di essi è pieno di peccati ed è vissuto pessimamente a lungo; l'altro di essi ha commesso pochi peccati; ambedue si accostano alla grazia, vengono battezzati ambedue; entrano debitori, ne escono liberi; a uno è stato perdonato di più, all'altro di meno.
Domando quanto ciascuno di essi ami.
Se troverò che ama di più colui al quale sono stati perdonati più peccati, fu più utile per lui commettere molti peccati, più utile gli fu la molta iniquità affinché non fosse tiepida la sua carità.
Domando all'altro quanto grande è il suo amore e trovo ch'è minore; ora, se troverò che anche il secondo ama quanto colui al quale sono stati perdonati molti peccati, come spiegherò le parole del Signore? come sarà vero ciò che dice la Verità: Colui al quale poco è perdonato, poco ama? ( Lc 7,47 )
"Ecco - dirà qualcuno - a me è stato perdonato poco, non ho commesso molti peccati; eppure amo tanto quanto quest'altro al quale sono stati perdonati molti peccati".
La verità la dici tu o Cristo?
Ti è stato forse perdonato il peccato della bugia per addossare il peccato di menzogna a Colui che ti ha perdonato?
Se ti è stato perdonato poco, tu ami poco.
Se infatti ti è stato perdonato poco e ami assai, contraddici a Colui che ha detto: Colui al quale è perdonato poco, ama poco.
Io dunque credo di più a Colui che ti conosce di più.
Se credi che ti sia stato perdonato poco, ami veramente poco.
"Che cosa dunque - si dirà - avrei dovuto fare?
Avrei forse dovuto commettere molti peccati perché fossero molte le colpe che il Signore potesse perdonarmi, perché potessi amarlo di più? ".
Questo problema mi procura gravi molestie ma voglia liberarmene il Signore che ha esposto queste verità.
Quella massima fu proclamata a proposito di quel fariseo che credeva di non aver punti o pochi peccati.
Egli infatti non avrebbe invitato il Signore se non lo avesse amato un poco.
Ma quanto poco era il suo amore!
Non gli diede il bacio, e neppure l'acqua per lavargli i piedi, e anche se non versò lacrime, non lo trattò con quei segni di deferenza che invece usò verso di lui quella donna la quale sapeva da che cosa e da chi sarebbe stata guarita.
O fariseo, tu ami poco perché pensi che ti sia perdonato poco, non perché ti venga perdonato poco, ma perché t'immagini sia poco ciò che ti viene perdonato.
"E allora?", mi dirà lui. "Io non ho commesso alcun omicidio: dovrò essere considerato come un omicida?
Io che non ho commesso adulterio dovrei essere punito come adultero?
Oppure mi dovrebbero essere perdonati questi peccati che io non ho commesso?".
Ecco, supponiamo di nuovo che abbiamo qui due individui e parliamo ad essi.
Si presenta il primo come un peccatore supplichevole, coperto di spine come un riccio e molto timido come una lepre.
Ma rifugio dei ricci e delle lepri è la roccia. ( Sal 104,18 )
Viene dunque verso la roccia e vi trova il rifugio, e vi riceve aiuto.
Il secondo non ha commesso molti peccati; che cosa potremo fargli perché ami molto?
Di che cosa lo convinceremo? Andremo forse contro le parole del Signore: Colui al quale si perdona poco, ama poco? ( Lc 7,47 )
È proprio così: colui al quale si perdona poco.
Ebbene, tu che dici di non aver commesso molti peccati, dimmi: perché? Chi ti ha sorretto?
Sia ringraziato Dio, poiché dai vostri gesti e con la vostra voce mi avete fatto capire d'aver capito!
La questione dunque, come vedo, è risolta.
Uno ha commesso molti peccati ed e divenuto debitore di molto, un altro invece ne ha commessi pochi in quanto tenuto per mano da Dio.
Il primo attribuisce a Dio il perdono dei propri peccati, il secondo gli attribuisce il fatto di non averne commessi molti.
Tu non sei stato adultero nella tua vita passata, piena d'ignoranza, non essendo stato ancora illuminato, quando ancora non distinguevi il bene e il male, ancora non credevi in Colui che ti guidava senza che tu lo sapessi.
Ecco che cosa ti dice il tuo Dio: "Ti guidavo per me, ti custodivo per me.
Perché tu non commettessi adulterio ti mancò chi ti inducesse a farlo e, che sia mancato il tentatore, è opera mia.
Non hai avuto il luogo e il tempo: anche questo è stata opera mia.
Ci fu il tentatore, non ti mancò il luogo né il tempo: sono stato io a spaventarti perché tu non acconsentissi.
Riconosci dunque la grazia di Colui al quale sei debitore anche di non aver commesso il male.
Quest'altro mi è debitore del fatto che gli ho perdonato - e tu l'hai visto - il male da lui commesso; anche tu però mi sei debitore del fatto di non aver commesso il male".
Non c'è alcun peccato commesso da uno che non possa commetterlo anche un altro, se manca la guida dalla quale è stato fatto l'uomo.
Abbiamo risolto, come abbiamo potuto, in uno spazio così breve di tempo questa difficile questione, oppure, se non l'abbiamo ancora risolta fate pure conto che vi siamo - come ho detto - debitori; trattiamo quindi piuttosto l'argomento della remissione dei peccati.
Il Cristo era reputato un semplice uomo non solo da colui che lo aveva invitato, ma anche da coloro che erano a mensa insieme con lui.
La peccatrice invece aveva visto nel Signore un qualcosa di più.
Per qual motivo infatti fece tutte quelle azioni se non per farsi perdonare i peccati?
Sapeva dunque che poteva rimettere i peccati: quelli invece sapevano che un uomo non lo può.
Si deve credere d'altra parte che tutti, cioè tanto quelli ch'erano a tavola quanto la donna che si era accostata ai piedi del Signore, sapevano tutti che un uomo non può rimettere i peccati.
Poiché dunque tutti sapevano ciò, colei che credeva ch'egli potesse rimettere i peccati aveva capito ch'egli era più che un uomo.
Così, poiché alla donna aveva detto: Ti sono rimessi i tuoi peccati, quelli immediatamente dissero tra loro: Chi è costui che rimette anche i peccati? ( Lc 7,48 )
Chi è mai costui già noto a una peccatrice?
Tu, che stai a tavola, ti reputi sano, non conosci il medico, poiché forse a causa di una febbre più grave hai perduto l'intelletto.
Anche un frenetico che ride è compianto dai sani.
Voi tuttavia sapete bene e fate bene a pensarlo: tenete a mente che l'uomo non può rimettere i peccati.
Colei che credette che i suoi peccati potessero esserle rimessi da Cristo, credette che Cristo non fosse soltanto un uomo ma anche Dio.
Chi è costui - dicono - che rimette anche i peccati?
Ma il Signore, a coloro che dicevano: Chi è costui? non rispose: "È il Figlio di Dio, il Verbo di Dio"; non rispose così, ma permettendo che rimanessero un po' nella loro opinione, risolse il quesito del loro stupore.
Egli che vedeva le persone che stavano a mensa, intendeva i loro pensieri; rivolto alla donna: La tua fede - disse - ti ha salvata. ( Lc 7,50 )
Coloro che dicono: Chi è costui che rimette anche i peccati? che mi credono solo un uomo, mi credano pure un uomo. La tua fede ti ha salvata.
Il buon Medico non solo guariva i malati allora presenti, ma prevedeva anche i futuri.
Sarebbero venuti individui che avrebbero detto: "Sono io che rimetto i peccati, che giustifico, che santifico, che guarisco chiunque io battezzo ".
Anche costoro sono del numero di coloro che dicono: Non toccarmi! ( Is 65,5 )
Sono dello stesso numero fino al punto che non molto tempo fa nella nostra Conferenza, come potete leggere anche voi negli Atti relativi, essendo stato fatto loro dal giudice istruttore l'invito di sedere nell'assemblea insieme con noi, parve loro bene di doverci rispondere: "Sta scritto per noi di non star seduti con individui siffatti", naturalmente per evitare che il presunto nostro contagio si trasmettesse loro mediante il contatto degli scanni!
Vedi se ciò non è: Non mi toccare poiché io sono puro. ( Is 65,5 )
Ma un altro giorno quando era più opportuno; ricordammo loro questa meschinissima millanteria mentre si trattava della Chiesa e affermammo che in essa i cattivi non contagiano i buoni; rispondemmo loro ch'essi rifiutavano di star seduti con noi e dissero ch'erano stati spinti a ciò dalla divina Scrittura, perché senza dubbio sta scritto: Non mi sono posto a sedere nel consesso degli uomini vani; ( Sal 26,4 ) dicemmo loro: Se non avete voluto porvi a sedere con noi perché sta scritto: Non mi sono posto a sedere nel consesso degli uomini vani, perché allora siete entrati con noi dal momento che subito dopo la Scrittura soggiunge: E non entrerò con quelli che fanno il male? ( Sal 26,4 )
Per il fatto dunque che dicono: Non toccarmi perché io sono puro, sono simili a quel fariseo che aveva invitato il Signore e credeva ch'egli non conoscesse la donna poiché non l'aveva tenuta lontana dal contatto dei suoi piedi.
Per un altro aspetto però il fariseo era migliore poiché, pur credendo che Cristo fosse solo uomo, non credeva che i peccati potessero essere rimessi da un uomo.
Appare dunque chiaro che Cristo fu giudicato migliore dai giudei che non dagli eretici.
Che cosa dicevano i giudei? Chi è costui che rimette perfino i peccati? ( Lc 7,49 )
Cioè: "Come osa un uomo arrogarsi un tale potere?".
Che cosa al contrario dice l'eretico? "Sono io che perdono, che rendo puro e santo".
Non io ma Cristo potrebbe rispondergli: "Amico, quando io fui creduto solo un uomo dai giudei, attribuii la remissione dei peccati alla fede".
Non io, ma Cristo ti risponde: "O eretico, tu, pur essendo solo un uomo, dici: "Vieni, o donna, ti salverò io".
Io invece, pur essendo creduto solo un uomo, dissi: Va', donna, la tua fede ti ha salvata". ( Lc 7,50 )
Rispondono senza capire - come dice l'Apostolo - né quello che dicono né quello che affermano, ( 1 Tm 1,7 ) rispondono e dicono: "Se gli uomini non rimettono i peccati, è falso allora ciò che afferma Cristo: Ciò che scioglierete sulla terra, sarà sciolto anche in cielo". ( Mt 18,18 )
Tu non sai perché Cristo disse così, in qual senso lo disse.
Il Signore aveva deciso di dare agli uomini lo Spirito Santo e voleva che la remissione dei peccati ai suoi fedeli la s'intendesse compiuta dallo Spirito Santo e non in virtù dei meriti degli uomini.
In realtà che cosa sei, o uomo, se non un malato che dev'essere guarito? Vuoi essere il mio medico?
Cerca piuttosto con me il vero Medico! Il Signore infatti, per dimostrare con maggiore evidenza che i peccati sono rimessi non per i meriti degli uomini ma dallo Spirito Santo dato da lui ai suoi fedeli, quando risuscitò dai morti così disse in un passo del Vangelo: Ricevete lo Spirito Santo; e ciò detto aggiunse immediatamente: A chi rimetterete i peccati, gli saranno rimessi; ( Gv 20,22 ) cioè li rimette lo Spirito Santo, non voi.
Ora lo Spirito è Dio; li rimette dunque Dio, non voi.
Ma rispetto allo Spirito che cosa siete voi? Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? ( 1 Cor 3,16 ) e di nuovo: Non sapete che i vostri corpi sono tempio dello Spirito Santo ch'è in voi e avete ricevuto da Dio? ( 1 Cor 6,19 )
Dio dunque abita nel suo tempio santo cioè nei suoi santi fedeli, nella propria Chiesa; per mezzo di essi rimette i peccati perché sono templi vivi.
Ma Dio che perdona i peccati servendosi degli uomini li può perdonare anche senza il loro ministero.
Poiché non è affatto incapace di dare il perdono da se stesso chi può darlo per mezzo d'un altro.
Diede ad alcuni il perdono per mezzo di Giovanni, ma a Giovanni per mezzo di chi lo diede?
Giustamente volle Dio dimostrare e comprovare questa verità nel modo seguente: alcuni nella Samaria avevano accolto l'annuncio della parola di Dio ed erano stati battezzati; erano stati battezzati da Filippo, uno dei sette primi diaconi scelti dagli Apostoli, che predicava il Vangelo, ma non avevano ricevuto lo Spirito Santo eppure erano stati battezzati.
Questo fatto fu riferito ai discepoli, ch'erano a Gerusalemme, e questi andarono nella Samaria affinché coloro ch'erano stati battezzati ricevessero lo Spirito Santo con l'imposizione delle loro mani. ( At 8,4.14ss )
E così avvenne: andarono, posero su di loro le mani e ricevettero lo Spirito Santo.
In effetti allora veniva dato lo Spirito Santo in modo che anche appariva ch'era stato dato.
Coloro infatti che lo ricevevano, parlavano nella lingua di tutti i popoli per simboleggiare che la Chiesa diffusa fra le genti avrebbe parlato nella lingua di tutti.
Ricevettero dunque lo Spirito Santo e apparve in essi in modo manifesto.
Avendo visto ciò Simone, credendo che fosse un potere di uomini, desiderò d'averlo anche lui.
Volle comprare dagli uomini il potere che credeva fosse proprio degli uomini.
Quanto denaro volete da me - disse - affinché mediante l'imposizione delle mie mani sia dato lo Spirito Santo?
Pietro allora respingendolo gli disse: Tu non hai assolutamente alcuna parte in questa comunione di fedeli.
Poiché hai creduto che si potesse comprare con denaro il dono di Dio, va' alla malora tu e il tuo denaro, ( At 8,9-13.18-23 ) e tutto il resto che allora disse in modo appropriato al caso.
La Carità vostra consideri ora perché ho voluto ricordarvi questo fatto.
Era necessario che prima Dio mostrasse ch'egli agiva per mezzo degli uomini, ma in seguito ch'egli agiva da se stesso, perché non si pensasse - come credeva Simone - che quello fosse un potere proprio degli uomini e non di Dio.
Del resto anche gli stessi discepoli sapevano già questo.
Poiché erano radunate centoventi persone quando scese su di loro lo Spirito Santo senza che alcuno avesse posto le sue mani su di esse. ( At 1,15; At 2,14 )
Chi mai infatti aveva posto su di esse le mani? Eppure scese e le riempì per prime.
Dopo lo scandalo di Simone, che cosa fece Dio? Vedete che cosa c'insegna non con le parole ma con i fatti.
Sempre lo stesso Filippo, che aveva battezzato delle persone ma su di esse non sarebbe sceso lo Spirito Santo se non fossero andati là gli Apostoli e non avessero posto le mani su di esse, lo stesso Filippo battezzò un eunuco, cioè un evirato della regina Candace.
Costui era andato a Gerusalemme per adorare Dio e tornando di laggiù leggeva sul suo carro il profeta Isaia senza però comprenderlo.
Filippo, avvisato di ciò, si avvicinò al carro, spiegò il brano, lo istruì nella fede, gli parlò del Cristo.
L'eunuco credette nel Cristo e quando arrivarono in un luogo ove c'era l'acqua disse: Ecco qui dell'acqua; chi m'impedisce d'essere battezzato? ( At 8,36 )
Gli chiese Filippo: Credi in Gesù Cristo? Quello rispose: Credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio.
Discese immediatamente con lui nell'acqua.
Dopo che fu amministrato il sacramento del battesimo, perché il dono dello Spirito Santo non fosse creduto dono di uomini, non si aspettò, come allora, che andassero gli Apostoli ma subito scese lo Spirito Santo. ( At 8,26-39 )
Fu così dissipato il pensiero di Simone, affinché non avesse imitatori riguardo a siffatto pensiero.
Ecco poi un altro esempio ancor più meraviglioso.
Pietro si recò dal centurione Cornelio, un uomo non circonciso e pagano; cominciò a parlare di Gesù Cristo a lui e alle persone ch'erano con lui.
Pietro stava ancora parlando, non dico non poneva ancora le mani su di loro ma non stava ancora battezzando e quelli ch'erano con Pietro erano incerti se gli incirconcisi dovessero essere battezzati; era sorta infatti una disputa tra i giudei diventati cristiani e i fedeli provenienti dal paganesimo, cioè tra i giudei e i gentili diventati cristiani, ch'erano stati battezzati pur essendo incirconcisi; Dio allora per eliminare quella discussione, mentre Pietro parlava, inviò lo Spirito Santo che riempì Cornelio e le persone ch'erano con lui.
Con la conferma datagli mediante un evento sì straordinario, lo Spirito gridò, per così dire, a Pietro: "Perché esiti a conferire il battesimo? Io sono già qui". ( At 10,44ss )
Qualsiasi anima dunque che deve liberarsi da molti peccati mediante la grazia del Signore, che deve purificarsi nella Chiesa come da una immonda prostituzione, si avvicini sicura ai piedi del Signore, cerchi le orme del Signore, si confessi versando lacrime, li asciughi con i propri capelli.
I piedi del Signore sono i predicatori del Vangelo.
I capelli della donna sono i beni superflui.
Asciughi i piedi del Signore con i capelli, li asciughi del tutto, faccia elemosine; quando poi li avrà asciugati, li baci, riceva la pace per aver la carità.
Se si avvicinò e fu battezzata da uno di quelli, ai quali apparteneva Paolo, ascolti da lui: Siate miei imitatori come io lo sono di Cristo. ( 1 Cor 4,16 )
Se invece è stata battezzata da qualcun altro che cerca il proprio interesse, non quello di Gesù Cristo, ( Fil 2,21 ) ascolti dal Signore: Fate quello che dicono ma non fate come fanno loro. ( Mt 23,3 )
Rimanga sicura unita a lui sia che s'imbatta in un buon predicatore del Vangelo, sia in uno che non mette in pratica quanto dice. Dal Signore infatti ascolterà sicura: Va', donna, la tua fede ti ha salvata. ( Lc 7,50 )
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