Discorsi sul Nuovo Testamento |
1 - Esposizione della lettura evangelica
2 - Cristo in quel passo non mentì
3 - Mentire è più grave che ingannarsi
4 - Quale la differenza tra ingannarsi e mentire
5 - Cristo non si può ingannare né può mentire
6 - Dalla stessa verità del Vangelo si rivendica la verità in Cristo
7 - La soluzione del problema
8 - Altra soluzione
Ci siamo proposti, con l'aiuto del Signore, una discussione su questo passo del Vangelo letto per ultimo; e non è un assunto di poca importanza, avendo di mira che la verità non corra pericolo e il falso non trionfi.
La verità, però, non può scomparire e il falso non può avere la meglio.
Eccovi in breve quale dev'essere il punto cruciale della questione; e dopo aver concentrato la vostra attenzione sul problema esposto, pregate affinché io sia in grado di risolverlo.
Era la scenopegìa giorno festivo dei Giudei; questi sono giorni che, a quanto pare, essi celebrano ancora oggi quando costruiscono le capanne; poiché la " capanna " è detta σχηνή, la fabbricazione delle capanne è la scenopegia.
Presso i Giudei si celebravano tali giorni festivi, e sotto il nome di un unico giorno di festa, non perché la celebrazione si svolgesse in un solo giorno, ma perché le si dava una durata continua, così come il giorno festivo di Pasqua, così come il giorno festivo degli azzimi.
Tuttavia, com'è noto, la celebrazione di quel giorno festivo dura per alquanti giorni.
In Giudea, dunque, si svolgeva tale solennità; il Signore Gesù si trovava in Galilea, dove fu allevato, dove ebbe familiari e parenti che la Scrittura chiama fratelli.
Dunque, secondo la Scrittura ascoltata, gli dissero i suoi fratelli: Parti di qui e va nella Giudea perché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu fai.
Nessuno infatti agisce di nascosto e nello stesso tempo cerca di mettersi in vista.
Se fai tale cose, manifèstati al mondo!
Soggiunge poi l'Evangelista: Neppure i suoi fratelli infatti credevano in lui.
Di conseguenza, se non credevano in lui, le espressioni a lui rivolte erano cariche d'invidia.
Rispose loro Gesù: Il mio tempo non è ancora venuto; il vostro, invece, è sempre attuale.
Il mondo non può aver odiato voi; odia me invece, perché di lui io attesto che le sue opere sono cattive.
Andate voi a questo giorno di festa.
Io non vado a questo giorno di festa, perché il mio tempo non è ancora compiuto.
Continua di seguito l'Evangelista: Dette queste cose, egli restò nella Galilea.
Ma, andati i suoi fratelli, allora andò anche lui alla festa, non apertamente, ma quasi di nascosto. ( Gv 7,2-10 )
Il punto controverso si conclude qui; tutto il resto non presenta difficoltà.
Che si va cercando, dunque? Che cos'è che turba? Che c'è da temere?
Che si possa credere che il Signore, anzi, per dirlo più caramente, che si creda che mentì la Verità in persona.
Se infatti vogliamo che si ritenga abbia mentito, il debole uomo si sentirà autorizzato a mentire.
Abbiamo sentito dire che mentì.
Quanti infatti non sono convinti, questo dicono: Disse che non sarebbe andato alla festa, e vi andò.
Per prima cosa, dunque, per quanto ci è possibile, nei limiti del breve tempo che abbiamo, vediamo se cade nella menzogna chi dice di fare qualcosa e non lo fa.
Ad esempio, ho detto ad un amico: Ti vedrò domani; sopraggiunge una necessità di maggiore urgenza ad ostacolare; perciò non ho detto il falso.
Infatti, quando ho fatto la promessa, parlavo sul serio.
Ma quando è sopraggiunto qualcosa di più impellente che ha impedito l'adempimento della mia promessa, non ho voluto mentire, ma non ho potuto adempierla.
Ecco, a quanto mi pare, non ho fatto alcuno sforzo - ma ho semplicemente sollecitato la vostra discrezione - per indurre alla persuasione che non mentisce chi promette qualcosa e non sta alla promessa se, per non adempierla, altro sia capitato ad impedirgli di mantenere la parola, non che sia prova di falsità.
Ma un ascoltatore mi dirà: Puoi forse dire del Cristo che si trovò nell'impossibilità di adempiere ciò che voleva, o che ignorava il futuro?
Fai bene, dai un utile suggerimento, fai un'osservazione pertinente; ma tu, da uomo, vedi di condividere il mio zelo.
Colui del quale non osiamo tacere l'onnipotenza, abbiamo l'ardire di dirlo mendace?
In realtà, per quanto sono capace di giudicare secondo le mie deboli forze, preferisco che l'uomo in qualche cosa s'inganni, piuttosto che in qualche cosa mentisca.
L'ingannarsi, infatti, è inerente alla debolezza, la menzogna si rapporta alla malizia.
Hai detestato - dice - tutti coloro che compiono il male.
E, in seguito: Fai perire tutti coloro che mentiscono. ( Sal 5,7 )
Male e menzogna o si equivalgono, oppure: perderai ha più grave effetto che non: hai detestato.
Non avviene infatti che chi è detestato sia immediatamente punito con la perdizione.
Si dirà che resta quella questione: se si dia il caso della necessità di mentire; ora non ne discuto, infatti: è tutta oscuri ripieghi, ha molte tortuosità e non c'è tempo di percorrerle tutte per giungere al vivo.
Interessarsi di esso sia perciò rinviato ad altro tempo; infatti può darsi che, senza trattarne noi, riceverà soluzione dal soccorso divino, ma cercate di capire la differenza tra ciò che ho differito e ciò che oggi voglio trattare.
Se si dia il caso della necessità di mentire, tale questione - che ho detto estremamente intricata - io rimando ad altro tempo.
Ma se Cristo abbia mentito, se la Verità abbia detto qualcosa di falso, questo prendiamo a trattare oggi, sollecitati dalla lettura evangelica.
Ma dirò in breve in che differiscono l'ingannarsi e il mentire. Si ritiene vero ciò che dice e lo dice appunto perché lo ritiene vero.
Ma se fosse oggettivamente vero ciò che dice chi s'inganna, non s'ingannerebbe; se non solo fosse vero, ma sapesse che è vero, non mentirebbe.
S'inganna, quindi, perché è falso e lo ritiene vero; ma lo dice solo perché ritiene che è vero.
L'errore sta nella debolezza umana, ma non intacca l'integrità della coscienza.
Chiunque, invece, asserisce come vero ciò che sa falso, questi mentisce.
Fate attenzione, fratelli miei, sappiate distinguere voi, educati nella Chiesa, istruiti nelle Scritture del Signore, non inesperti, non rozzi, non ignoranti.
Tra di voi sono uomini dotti, colti e non poco versati in ogni campo del sapere; e sebbene alcuni non abbiate appreso le così dette arti liberali, siete più preparati per essere stati educati nella parola di Dio.
Se si avverte il mio sforzo nell'esporre quanto ho in animo, aiutatemi sia ascoltando con interesse, sia con riflessioni accorte.
E non sarete di aiuto a meno che non riceviate aiuto.
Pertanto, preghiamo per noi, gli uni per gli altri, e attendiamo insieme l'aiuto a favore di tutti.
Si inganna chi ritiene vero ciò che dice, pur essendo falso; mentre chi dà per vero ciò che ritiene falso, sia esso falso o vero in sé, mentisce.
Considerate attentamente ciò che voglio aggiungere.
Sia esso vero, sia falso, mente tuttavia chi lo ritiene falso e lo afferma per vero: si propone d'ingannare.
Che ci guadagna per il fatto che è vero?
Mentre lo giudica falso egli lo dice come vero.
È vero in sé ciò che dice, in sé è vero; per lui è falso, nella coscienza di lui non c'è quello che dice; pensa in sé vera una cosa, altro esprime come verità.
Il cuore è doppio, non è semplice; il mentitore non fa conoscere ciò che vi è.
Nel passato, il cuore doppio fu riprovato: Labbra ingannatrici, nel cuore e con il cuore dicono menzogne. ( Sal 12,3 )
Non bastava dire: nel cuore e con il cuore dicono menzogne?
Perché: labbra ingannatrici? In che consiste l'inganno?
Nel fingere che si tratti di ciò di cui non si tratta.
Labbra ingannatrici: cuore non semplice; e, non essendo semplice il cuore, perciò nel cuore e con il cuore; perciò due volte con il cuore, perché cuore doppio.
Che pensiamo allora del Signore Gesù Cristo? Che mentì?
Ammesso che ingannarsi è un male minore del mentire, se non osiamo dire di lui che si inganna, osiamo dire che mente?
Egli, in realtà, né si inganna né mente: assolutamente no, come è stato scritto ( s'intende senz'altro di lui, e di lui dev'essere inteso ); niente di falso si dice al re e niente di falso uscirà dalla sua bocca. ( Gdt 11,5 )
Se [ lo scrittore ] disse " re " un qualsiasi uomo, anteponiamo il re Cristo ad un re uomo.
Se invece - il che s'intende vero con più fondatezza - Cristo è colui del quale parlò ( veramente non gli si dice nulla di falso perché non s'inganna; nulla di falso esce dalla sua bocca perché non mente ), intendiamo come intendere la pericope evangelica, e non costruiamo l'abisso della menzogna come investiti di autorità divina.
È invece la cosa più assurda procurare di far posto alla verità e predisporre il posto alla menzogna.
Che mi stai a dire, ti chiedo, tu che mi presenti questa pericope del Vangelo?
Che pretendi insegnarmi? Non so se tu abbia l'ardire di dire: la falsità.
Se infatti oserai dirlo, distolgo gli orecchi, li occulto con spine, così che se avrai tentato di comprimere, per di più punto, mi allontanerò da un'esposizione del Vangelo di tal fatta.
Dimmi che hai intenzione di insegnarmi e hai risolto la questione. Parla, ti prego.
Eccomi: gli orecchi sono aperti, la mente è attenta: insegna.
Ma ti chiedo: che cosa? Non vado per le lunghe.
Quale che sia la dottrina che esporrai in pubblico, qualsiasi forza espressiva dispiegherai nella discussione, di' solo questo, voglio sapere l'una delle due: intende insegnare la verità o la falsità?
Che presumiamo risponderà per non ritirarsi, perché io non lo lasci immediatamente mentre a bocca aperta si sforza di tirare fuori le parole?
Che prometterà se non la verità? Ascolto, eccomi, sono in attesa, aspetto con il più grande interesse.
Ecco, chi prometteva che mi avrebbe insegnato la verità insinua il falso nei riguardi di Cristo.
Insomma, come insegnerà il vero uno che dirà mendace il Cristo?
Se mente il Cristo, mi è dato sperare che la verità me la dirai tu?
Osserva altro. Che dice? Cristo mentì.
Ti chiedo: quando? Quando disse: Non vado alla festa, ( Gv 7,8 ) e vi andò.
In realtà, io vorrei esaminare attentamente questo passo, se mai Cristo non abbia mentito.
Anzi, poiché non ho alcun dubbio che Cristo non mentì affatto, scruterò con ogni cura e giungerò a comprendere, oppure, non riuscendovi, differirò.
Non dirò tuttavia che Cristo abbia mentito.
Supponi che io non sia riuscito a capire: incapace, mi ritirerò.
È infatti preferibile non essere in grado di capire e avere pietà religiosa piuttosto che giudicare senza criterio.
Tuttavia, proviamo a discutere, può darsi che con l'aiuto di colui che è la verità, giungiamo a qualcosa e in qualcosa veniamo introdotti, e questo qualcosa non sarà la menzogna nella verità.
Infatti, se nella ricerca m'imbatto nel falso, nulla io trovo, non qualcosa.
Pertanto ricerchiamo dove tu dici che Cristo mentì.
Dove affermò - dici -: Non vado alla festa e vi andò.
Da che apprendi che l'abbia detto? E se lo dirò, anzi, non io, ma qualche altro; Cristo, questo, non lo disse?
In base a che convinci, come ne darai la prova?
Aprirà il codice, troverà il passo, lo indicherà all'interlocutore, per di più, con grande sicurezza di sé, costringerà quello restìo a prendere il codice: Prendi, fa' attenzione, leggi, tu hai in mano il Vangelo.
Perché, allora, ti chiedo, perché confondi il meschino? Non aver fretta, parla più chiaro, con più calma.
Ecco, ho in mano il Vangelo, e che ne ricavi? Quello: il Vangelo dice che Cristo disse ciò che tu neghi.
E perché lo dice il Vangelo tu crederai che Cristo lo disse? Proprio per questo, risponde.
Mi meraviglia assai il fatto che tu dica che Cristo mentì e che il Vangelo non mente.
Ma perché tu non rivolga l'attenzione al codice - quando dico " Vangelo " tu ti figuri cartapecora e inchiostro -, bada al significato del nome greco.
Il Vangelo è il " buon messaggero ", o anche la " buona notizia ".
Il messaggero perciò non mente, e chi lo invia mente?
Tale messaggero, l'Evangelista naturalmente, e, per dirne anche il nome, questo Giovanni che lo scrisse, mentì sul conto di Cristo, o disse il vero?
Indica ciò che vuoi, sono pronto ad ascoltare nel caso dell'una e dell'altra tua scelta.
Se mentì, non hai modo di provare che Cristo disse quelle parole.
Se disse il vero, la verità non procede dalla sorgente della falsità.
Chi è la sorgente? Il Cristo.
Giovanni può essere il rigagnolo.
Giunge fino a me il rigagnolo e tu mi dici: Bevi sicuro; pur facendomi temere della sorgente stessa e pur dicendomi che nella sorgente c'è falsità, mi inviti: Bevi sicuro.
Che cosa bevo? Che disse Giovanni? Che Cristo mentì? Da parte di chi viene Giovanni? Da parte di Cristo.
Mi dirà cose vere chi viene da parte di lui, se questi, da parte del quale viene, mentiva?
Io ho letto chiaro nel Vangelo: Giovanni era adagiato sul petto del Signore; ( Gv 13,23 ) ma ritengo che attingeva verità.
Che vide così adagiato sul petto del Signore? Che attinse?
Che cosa, se non ciò che fece traboccare fuori di sé?
In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio.
Tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui niente è stato fatto di ciò che esiste.
In lui è la vita e la vita era la luce degli uomini; e la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta; tuttavia splende e se per caso ho dell'oscurità, così che non sono idoneo a comprenderla perfettamente, quella luce splende.
Ci fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni; egli venne per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
Egli non era la luce: ( Gv 5,35 ) chi? Giovanni. Quale Giovanni? Giovanni il Battista.
Dice infatti di lui Giovanni l'Evangelista: Egli era la luce; di lui dice il Signore: Egli era una lampada che arde e risplende. ( Gv 5,35 )
Ma una lampada si può accendere e spegnere. Ebbene, dunque? Come distingui?
Su quale dato fondi le ricerche? Colui al quale la lampada rendeva testimonianza era la luce vera.
Dove Giovanni insisté vera, tu vai a trovare il falso.
Ascolta ancora proprio Giovanni l'Evangelista che mette fuori ciò che aveva bevuto.
E noi vedemmo - dice - la sua gloria. Che gloria vide? Quale gloria vide?
Gloria come di Unigenito del Padre, pieno di grazia e di verità. ( Gv 1,1-14 )
Rifletti, quindi, bada che dobbiamo proibirci discussioni inefficaci o temerarie e non presumere niente di falso circa la verità, dare al Signore ciò che gli è dovuto; diamo gloria alla sorgente, affinché, sicuri, possiamo ricevere con pienezza.
Dio è verace, ogni uomo, invece, è mentitore. ( Rm 3,4 )
Che vuol dire questo? Dio è pienezza, ogni uomo nulla ha di proprio; se vuole ricevere consistenza si rivolga alla pienezza.
Volgetevi a lui e sarete illuminati. ( Sal 34,6 )
Inoltre, se l'uomo è insignificante perché è mentitore e cerca di ricevere efficienza e si precipita avidamente verso la sorgente, vuole essere appagato, è insignificante.
Ma tu avverti: Guàrdati dalla sorgente, vi è la menzogna. Che altro gli dici se non: Là c'è il veleno?
Ormai hai detto tutto - dice - mi hai già tolto ogni via di uscita, già mi hai mortificato.
Dimmi come può essere che non abbia mentito uno che ha detto: Non vado, ed è andato?
Spiegherò se mi sarà possibile; non ti sembri poco l'averti allontanato dall'avventatezza, anche se non ti ho posto nella sicurezza della verità.
Dirò tuttavia ciò che ritengo sappia anche tu, se ricordi le parole che ho rilevato.
Proprio tali parole risolvono la questione. La celebrazione di quella festa durava molti giorni.
Disse: a questo giorno di festa - senz'altro l'odierno - a questo giorno certamente, quando se l'aspettavano quelli, non andò, ma quando egli disponeva.
Infine, fa' attenzione a ciò che segue: Dette loro queste cose, restò nella Galilea.
Dunque non andò a questo giorno di festa.
I suoi fratelli volevano che egli andasse per primo; per questo gli avevano detto: Parti di qua e va' in Giudea. ( Gv 7,3 )
Non avevano detto: Partiamo, come per essergli compagni di viaggio; oppure: Vieni dopo di noi in Giudea, come per andare per primi, come, invece, per mandare innanzi lui.
Questo egli volle, perché i suoi lo precedessero; quello evitò facendo risaltare la debolezza dell'uomo, celando la divinità; quello evitò come quando fuggì in Egitto. ( Mt 2,14 )
Infatti non era a causa dell'impotenza, ma anche questo a causa della verità, per dare un esempio di precauzione ad evitare che qualche suo servo potesse dire: Non fuggo perché è disonorevole, mentre potrebbe essere conveniente fuggire.
Ai suoi dirà: Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra. ( Mt 10,23 )
Ne mostrò l'esempio egli stesso. Infatti fu catturato quando volle, nacque quando volle.
Questo, dunque, perché quelli non prevenissero con la notizia che sarebbe andato, dando occasione a tramare insidie.
Non vado - disse - a questo giorno di festa.
Disse: Non vado, per tenersi nascosto; aggiunse: questo per non mentire.
Qualcosa addusse, qualcosa eliminò, qualcosa differì, tuttavia nulla disse di falso, perché nulla di falso esce dalla sua bocca.
Infine, dopo queste cose, disse: Andarono invece i fratelli di lui.
È il Vangelo che parla: fa' attenzione, leggi ciò che indicavi a me come prova, nota se non è il nesso che si è letto a risolvere la questione; osserva se da altra fonte ho attinto che dovessi dire.
Questo, dunque, attendeva il Signore: che quelli andassero per primi e non potessero preavvisare che sarebbe andato.
Andati i suoi fratelli, allora andò anche lui alla festa, non apertamente, ma quasi di nascosto. ( Gv 7,10 )
Che significa: quasi di nascosto? Che vi andò in modo assai riservato.
Perché: quasi di nascosto? Perché non era una cosa segreta.
Infatti veramente non tentava di sottrarsi alla vista altrui egli che aveva in suo potere il quando sarebbe stato preso.
Ma, come ho detto, in quel suo nascondimento dava l'esempio di guardarsi dalle insidie dei nemici ai paurosi discepoli, i quali non avevano in loro potere di non essere catturati quando non volessero.
Dopo egli andò anche apertamente, e li istruiva nel tempio, e alcuni dicevano: Ecco, è qui, ecco, insegna.
I nostri capi in realtà dicevano di volerlo arrestare; ecco, parla liberamente, e nessuno gli mette le mani addosso. ( Gv 7,25-26 )
E anzi, se osserviamo noi stessi, se consideriamo il suo corpo, egli è anche noi.
Poiché, se noi non fossimo lui, non sarebbe vero: Quello che avete fatto ad uno solo di questi miei più piccoli, l'avete fatto a me. ( Mt 25,40 )
Se noi non fossimo lui, non sarebbe vero: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? ( At 9,4 )
Quindi pure noi siamo lui, perché siamo sue membra, perché siamo il suo corpo, perché egli è il nostro capo, ( Ef 1,22 ) perché capo e corpo sono il Cristo totale.
Di conseguenza, forse vedeva in anticipo noi perché non dovevamo celebrare i giorni festivi dei Giudei, e questo è: Io non vado a questo giorno di festa. ( Gv 7,8 )
Ecco, né Cristo né l'Evangelista mentì.
Supponendo la necessità di scegliere uno dei due - l'Evangelista mi perdonerebbe - in nessun modo anteporrei il verace alla Verità stessa; non preferirei l'inviato a colui dal quale è stato inviato.
Ma, grazie a Dio, è stato scoperto ciò che era oscuro.
La vostra pietà ci aiuterà presso Dio.
Ecco, come ho potuto, ho risolto la questione nei riguardi e di Cristo e dell'Evangelista.
Insieme a me, amico, trattieni stabilmente la verità, abbraccia, senza rimostranze, la carità.
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