Discorsi sul Nuovo Testamento |
1 - La fede in Cristo
2 - Le nascite di Cristo sono due
3 - Perché il Cristo è detto vero Figlio di Dio
4 - Nessuno, all'infuori di Cristo, ha osato dire di essere una cosa sola con il Padre
5 - Uguaglianza del Figlio con il Padre
6 - Il Verbo di Dio è il mandato del Padre
Che significa, fratelli, ciò che abbiamo ascoltato come detto dal Signore: Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato? ( Gv 12,44 )
È un bene per noi credere in Cristo; soprattutto perché egli parlò di ciò che avete udito anche chiaramente, cioè che egli era venuto nel mondo quale luce, e chi crede in lui non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita. ( Gv 8,12 )
Quindi è un bene credere in Cristo.
È un grande bene credere in Cristo; è un grande danno non credere in Cristo.
Ma perché il Cristo, il Figlio, è dal Padre tutto ciò che è - invece il Padre non è dal Figlio, ma è il Padre del Figlio -, certamente raccomanda di aver fede in sé, ma rimanda la gloria a colui dal quale egli è generato.
Se volete perseverare quali cattolici, questo infatti conservate ben fermo e immutabile: Dio Padre ha generato Dio Figlio al di fuori del tempo e lo ha formato dalla Vergine nel tempo.
Quella nascita supera i tempi, questa nascita illumina i tempi.
Mirabili, tuttavia, entrambe le nascite; quella senza madre, questa senza padre.
Poiché Dio generò il Figlio, lo generò da sé, non da madre.
Quando la madre generò il figlio, generò vergine, non da uomo.
Nacque dal Padre senza principio, nacque dalla madre un oggi di non dubbio inizio.
Quale nato dal Padre ci ha creati, quale nato dalla madre, ci ha ricreati.
Nacque dal Padre perché avessimo l'essere; nacque dalla madre perché non ci perdessimo.
Ma il Padre lo ha generato uguale a sé, e il Figlio ha dal Padre tutto ciò che è.
D'altra parte, ciò per cui il Padre è, Dio non lo ha dal Figlio.
Affermiamo pertanto che il Padre è Dio ingenerato, il Figlio Dio da Dio.
Per questa ragione tutto ciò che di meraviglioso compie, tutto ciò che afferma in verità, il Figlio lo attribuisce al Padre dal quale è; né può essere diverso da colui dal quale è.
Adamo fu creato uomo: poté esser altro da quale fu creato.
Fu creato giusto, infatti, ma poté essere ingiusto.
Ma l'Unigenito Figlio di Dio è ciò che è, non può subire mutazione, non può cambiarsi in altro, non è suscettibile di limitazione, non può non essere ciò che era, non può non essere uguale al Padre.
Ma veramente egli che dette tutto al Figlio che riceveva origine non lo dette ad un'insufficiente; senza dubbio il Padre dette al Figlio l'uguaglianza con il Padre.
Come la dette il Padre? Forse che lo generò inferiore, quindi gli aggiunse tanto quanto mancava all'uguaglianza, per renderlo uguale?
Se lo avesse fatto, lo avrebbe dato a chi era insufficiente in sé.
In realtà ve l'ho già detto - ed è cosa che dovete tenere saldissima -, cioè: il Padre ha dato tutto ciò che è il Figlio, ma a colui cui dava origine, non a chi era insufficiente in sé e ha dato senza dubbio l'uguaglianza e, dando l'uguaglianza, ha dato origine all'uguale.
E quantunque l'uno sia distinto dall'altro, tuttavia l'uno non è qualcosa di diverso dall'altro; ma ciò che è l'uno, questo anche l'altro.
Non chi è l'uno è chi l'altro; ma quel che è l'uno, questo anche l'altro.
Chi mi ha mandato - dice, lo avete udito, -, chi mi ha mandato egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e che cosa annunziare; e io so che il suo mandato è vita eterna. ( Gv 12,49 )
È il Vangelo di Giovanni, tenetelo a mente.
Chi mi ha mandato egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e che cosa annunziare; e io so che il suo mandato è vita eterna.
Se mi concedesse di dire ciò che voglio!
Di fronte all'ampiezza del valore di quello, la mia indigenza mi procura serie difficoltà.
Egli stesso - dice - mi ha ordinato che cosa devo dire e che cosa annunziare; e io so che il suo mandato è vita eterna.
Ricerca nella Lettera di questo Evangelista, di Giovanni, che cosa ha detto di Cristo.
Crediamo - dice - nel vero Figlio di lui Gesù Cristo.
Egli è il vero Dio e la vita eterna. ( 1 Gv 5,20 )
Che significa: vero Dio e vita eterna? Il vero Figlio di Dio è vero Dio e vita eterna.
Per quale ragione ha detto: nel vero Figlio di lui? Perché Dio ha molti figli, per questo si doveva distinguere, aggiungendo ciò che dovesse essere il vero Figlio.
Non soltanto dicendo ciò che è il Figlio, ma aggiungendo, come ho detto, ciò che è il vero Figlio; per questo si doveva distinguere, a motivo dei molti figli che ha Dio.
Infatti noi siamo figli per grazia, quello per natura.
Noi siamo stati creati dal Padre per mezzo di lui; ciò che è il Padre, lo è anch'egli: siamo forse anche noi ciò che è Dio?
C'è uno che, di traverso, non sapendo che si dica, afferma: È stato detto: Io e il Padre siamo una cosa sola, ( Gv 10,30 ) per il fatto che hanno tra loro una volontà concorde, non perché la natura del Figlio sia la medesima natura del Padre.
Giacché anche gli Apostoli ( sono parole sue, non l'ho detto io ), anche gli Apostoli sono una cosa sola con il Padre e il Figlio.
Orribile bestemmia! Anche gli Apostoli, dice, sono una cosa sola con il Padre e il Figlio, in quanto obbediscono alla volontà del Padre e del Figlio.
Ha osato dire proprio questo qui? Dica allora Paolo: Io e Dio siamo una cosa sola.
Non lo dice. Lungi dal dirlo! Sa di essere una natura diversa, una natura da redimere; sa di essere un'altra natura, una natura da illuminare.
Nessuno dice: Io e Dio siamo una cosa sola.
Per quanti progressi faccia, per quanto emerga la santità, per quanto alto vertice di virtù si distingua, nessuno dice mai: Io e Dio siamo una cosa sola; perché, se ha virtù, e per questo lo dice, dicendolo, ha perduto ciò che aveva.
Credete dunque che il Figlio è uguale al Padre, ma tuttavia il Figlio procede dal Padre, il Padre non procede certo dal Figlio.
Il principio sta in uno, l'uguaglianza nell'altro, giacché se non è uguale non è vero Figlio.
Che diciamo allora, fratelli? Se non è uguale, è inferiore; se è inferiore, io domando come è nato inferiore a chi si chiude nelle sue difficoltà a credere che la natura va salvata.
Risponde: L'inferiore cresce o no? Se cresce, quindi anche il Padre cresce negli anni.
Se invece resterà quello che è nato, se è nato inferiore, persisterà inferiore; sarà perfetto con l'inferiorità sua, nato perfetto con inferiorità relativamente alla natura del Padre, non giungerà mai all'uguaglianza di natura con il Padre.
In tal modo, empi, condannate il Figlio; in tal modo, eretici, bestemmiate il Figlio.
Che dice dunque la fede cattolica? Il Figlio di Dio è Dio da Dio Padre.
Dio Padre non è Dio dal Figlio. Ma Dio Figlio è uguale al Padre, nato uguale, nato non inferiore; non fatto uguale, ma per origine uguale.
Ciò che è l'uno, questo è l'altro che è nato.
Il Padre fu una volta senza il Figlio? Sia lungi! Elimina " una volta " là dove non esiste tempo.
Sempre il Padre, sempre il Figlio. Senza principio il Padre, senza principio il Figlio; il Padre prima del Figlio, mai il Padre senza il Figlio.
Ma tuttavia, in quanto Figlio, Dio da Dio Padre, invece, Dio il Padre, ma non per origine da Dio Figlio; non proviamo contrarietà se il Figlio è onorato nel Padre.
Infatti l'onore del Figlio ridonda a onore del Padre, non sminuisce la sua divinità.
Stavo appunto parlando di ciò che avevo proposto: Io so - afferma - che il suo mandato è vita eterna. ( Gv 12,50 )
Fratelli, vedete di comprendere quanto dico: Io so che il suo mandato è la vita eterna.
E proprio nel Vangelo di Giovanni abbiamo letto di Cristo: Egli è il vero Dio e la vita eterna. ( 1 Gv 5,20 )
Se il mandato del Padre è vita eterna, e Cristo, il Figlio stesso, è vita eterna, il mandato del Padre è proprio il Figlio.
Infatti come può non essere il mandato del Padre quello che è la Parola del Padre?
O se prendete in senso carnale il mandato dato al Figlio dal Padre, come se il Padre abbia detto al Figlio: Questo ti comando, voglio appunto che tu faccia questo, con quali parole si è rivolto all'unica Parola?
Forse che cercava la parola nel dare il mandato alla Parola?
Proprio perché il mandato del Padre è vita eterna, ed il Figlio stesso è vita eterna, credete e riceverete, credete e intendete, perché il Profeta dice: Se non avrete creduto, non intenderete. ( Is 7,9 sec. LXX )
Non capite? Apritevi. Ascoltate l'Apostolo: Apritevi, non lasciatevi legare al giogo insieme agli infedeli. ( 2 Cor 6,13-14 )
Quanti non vogliono credere questo prima di capirlo, sono infedeli.
Restano ignoranti perché deliberatamente hanno voluto essere infedeli.
Dunque credano per intendere. In senso assoluto il mandato del Padre è vita eterna.
Quindi, il mandato del Padre è il Figlio stesso, generato l'oggi, non il mandato da un determinato tempo, ma è il nato-mandato.
Il Vangelo di Giovanni tiene sveglie le menti, le affina e scarnifica in modo che riusciamo ad avere di Dio un sentire spirituale, non carnale.
Vi bastino, quindi, fratelli, queste delucidazioni ad evitare che il sonno della dimenticanza si insinui nella durata della dissertazione.
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