Discorsi sul Nuovo Testamento |
1.1 - Colui che promise, procura figli alla fede di Abramo
2.2 - La fede dei Cristiani è ben altra dalla fede dei dèmoni. La fede dei figli di Dio è unita alla carità.
La fede è l'inizio della salvezza. La vera pace
3.3 - Tutti i beni e la fede stessa sono da Dio. Fede piena
4.4 - La grazia data nel fedele e al persecutore crudele
5.5 - E la fede e la preghiera dalla grazia di Dio. Obiezione dei Pelagiani
6.6 - La preghiera a favore di Saulo non credente trova che la fede è dono di Dio
7.7 - Paolo, cioè piccolo, annunciatore della grazia che recava in sé
7.8 - Si prega per i non credenti perché giungano alla fede
Che il Signore confermi il vostro cuore con letture, cantici, parole divine e, ciò che è più importante, con la sua grazia, affinché ciò che di vero giunge al vostro ascolto non risulti a condanna, ma quale ricompensa.
Lo farà, poiché colui che promise ha il potere anche di realizzarlo.
Così credette Abramo, dando gloria a Dio, cioè con fede assoluta, che ha il potere di compiere le cose che ha promesso. ( Rm 4,20-21 )
Grande è la nostra gioia; promise noi ad Abramo, noi siamo i figli della promessa. ( Gal 4,28 )
Infatti quando fu detto ad Abramo: Nella tua discendenza saranno benedette tutte le nazioni, ( Gen 22,18 ) fece di noi l'oggetto della promessa.
Pertanto egli fece di noi i figli della fede di Abramo, colui che ha il potere di fare ciò che ha promesso.
Nessuno dica: È opera mia.
Non è infatti che Dio promette e tu fai.
Si può dire invece con verità che Dio realizza le cose che sei tu a promettere.
Senza dubbio tu sei debole, non sei onnipotente.
Infatti quando prometti, se Dio non interviene a fare, la tua promessa è a vuoto.
La promessa di Dio, invece, non dipende da te ma da lui.
Ma io, tu dici, ho creduto. Lo ammetto.
Dici la verità: tu hai creduto, ma non sei stato tu a darti la fede.
A che si deve, invece, che tu abbia creduto se non alla fede?
In te la fede è dono di Dio, inizio della fede di Dio.
Ascolta appunto l'Apostolo che discute della fede, gran difensore della grazia; ascoltalo dire: Pace ai fratelli e carità unita alla fede. ( Ef 6,23 )
Egli ha indicato tre grandi realtà: pace, carità, fede.
Ha dato il primo posto alla realtà finale, da ultimo ha citato la prima.
L'inizio è infatti nella fede, la pace è alla fine.
Quella per la quale crediamo, questa è la fede.
Ma dev'essere la fede dei Cristiani, non dei dèmoni.
Infatti, come dice l'apostolo Giacomo: Anche i dèmoni credono, ma tremano. ( Gc 2,19 )
Anche i dèmoni dissero a Cristo: Tu sei il Figlio di Dio. ( Mc 3,12 )
I dèmoni riconoscevano ciò che gli uomini non credevano.
Gli uni tremarono, gli altri uccisero.
E che? Per aver detto: Sappiamo chi tu sei, tu sei il Figlio di Dio, ( Mc 1,24 ) i dèmoni regneranno con il Figlio di Dio?
Certamente no.
Bisogna perciò distinguere la fede dei dèmoni dalla fede dei santi.
Il discernimento va fatto assiduamente con vigilanza e diligenza.
È ciò che Pietro rispose al Signore che gli domandava: Voi chi dite chi io sia?
Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.
E il Signore: Beato te, Simone, figlio di Giona. ( Mt 16,15-17 )
O Signore, te lo dissero anche i dèmoni: per quale ragione questi non sono beati?
Perché? Perché i dèmoni lo dissero per timore, Pietro per amore.
Perciò l'inizio viene dalla fede.
Ma di quale fede si tratta?
Di quella indicata dall'Apostolo: Né la circoncisione conta qualcosa, né la incirconcisione, ma la fede.
Spiega, quale fede? La fede che opera per mezzo della carità. ( Gal 5,6 )
I dèmoni non hanno questa fede che spera per mezzo della carità, ma i soli servi di Dio, i soli santi di Dio, i soli figli di Abramo per la fede, i soli figli dell'amore i figli della promessa; per questo è detto: e la carità.
Quelle tre realtà sono state indicate dall'Apostolo: Pace ai fratelli, e carità unita a fede.
Pace ai fratelli. Da che viene la pace?
E carità. Da che deriva la carità? Unita alla fede.
Se non credi, infatti, non ami.
Così, cominciando dalla fine e risalendo al principio, disse perciò l'Apostolo: Pace e carità, unita alla fede.
Diciamo noi: Fede, carità e pace. Credi, ama, regna.
Se infatti credi e non ami, non hai ancora diversificato la tua fede dalla fede di quelli che tremavano e dicevano: Sappiamo chi sei, il Figlio di Dio.
Tu, perciò, ama; perché la carità unita alla fede stessa ti conduce alla pace.
Quale pace? La pace vera, la pace piena, la pace reale, la pace sicura; dove non esiste sciagura, nemico alcuno.
Questa pace è il fine di ogni buon desiderio.
Carità unita alla fede; e sei vuoi dire così, dici bene. Fede unita alla carità.
L'Apostolo ha perciò rievocato grandi beni: Pace ai fratelli e carità unita a fede; grandi beni.
Ma spieghi l'Apostolo a che si devono tali beni: da chi vengono, da noi o da Dio?
Se dici: Da noi, ti vanti in te, non in Dio.
Ma se hai appreso ciò che dice l'Apostolo stesso: Perché chi si vanta, si vanti nel Signore; ( 1 Cor 1,31 ) riconosci che la pace, la carità unita alla fede tu le hai solo da Dio.
Ma rispondimi: Tu lo dici, prova ciò che dici.
Lo provo: chiamerò come teste lo stesso Apostolo.
Ecco lui a voi. L'Apostolo ha detto: Pace ai fratelli e carità unita alla fede.
Egli si è pronunciato. Che cosa ha detto egli?
Fa' attenzione, sta proseguendo: Pace ai fratelli, e carità unita alla fede da parte di Dio Padre nostro e del Signore Gesù Cristo. ( Ef 6,23 )
Pertanto: Che possiedi che tu non abbia ricevuto?
E, se l'hai ricevuto, com'è che te ne vanti, come se non l'avessi ricevuto? ( 1 Cor 4,7 )
Infatti se Abramo si vantò, si vantò della fede.
Qual è la fede piena e perfetta?
Quella che crede come tutti i beni ci vengano da Dio, insieme alla stessa fede.
Dice ancora l'Apostolo: Ho ottenuto misericordia.
O che vantarsi liberante! Non afferma: Ho ottenuto misericordia perché ero fedele, ma: perché giungessi ad essere fedele, ho ottenuto misericordia. ( 1 Cor 7,25 )
Risaliamo alle prime notizie di lui, vediamo Saulo che infierisce, osserviamolo furente, riguardiamolo esalare propositi di odio, assetato di sangue.
Contempliamolo, fratelli: grande lo spettacolo.
Ecco, dopo la morte di Stefano, dopo il sangue sparso a colpi di pietre del testimone di Dio, quando custodiva le vesti dei lapidatori, per trovarsi anche nelle loro mani a lapidare, allora furono dispersi i fratelli che erano radunati a Gerusalemme.
Ed egli, furente di strage, cui sembrava poco aver visto e fatto scorrere il sangue di Stefano, ricevette lettere dai capi dei sacerdoti che lo autorizzavano ad andare a Damasco e a condurre in catene ogni Cristiano che vi avesse scoperto.
E si era messo in via.
Questa era la via di Paolo, che non aveva fatto sua la via di Cristo; ancora Saulo, non ancora Paolo.
Andava. Che aveva in cuore? Che cosa, se non il male? Presentatemi i suoi meriti.
Se cerchi dei meriti, sono di condanna, non di liberazione.
Andava infatti ad infierire contro le membra di Cristo, andava a spargere sangue, andava da lupo il futuro pastore: così andava.
Non poteva certo andare con animo diverso a quelle imprese cui era diretto.
E mentre così procede, pensa alle stragi, ne è avido; mentre l'ira guida i suoi passi, freme di odio nelle membra, mentre si fa sollecito e procede, obbedisce come schiavo alla crudeltà.
Ed ecco una voce dal cielo: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? ( At 9,4 )
Ecco perché ha detto: Ho ottenuto misericordia perché giungessi ad essere fedele. ( At 7,59 )
Era infedele; è dir poco, era crudele all'interno della infedeltà stessa, ma ottenne misericordia perché giungesse ad essere fedele.
Che vorrai dire a Dio che afferma: Io lo voglio?
Allora, Signore, quello che ha commesso tanti delitti, che desiderava procurare tanti mali ai tuoi santi, tu ritieni degno di una tale misericordia? Io lo voglio.
È forse invidioso il tuo occhio perché io sono buono? ( Mt 20,15 )
Abbiate la fede, ma perché abbiate la fede, pregate con fede.
Ma non potreste pregare con fede se non aveste la fede.
In realtà è solo la fede che prega.
Infatti: Come potranno invocare colui nel quale non hanno creduto?
O come potranno credere a lui che non hanno sentito parlare?
E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi?
E come lo annunzieranno senza essere prima inviati? ( Rm 10,14-15 )
Perciò parliamo, perché siamo stati inviati.
Ascoltateci, ascoltate lui per mezzo nostro.
Così, dice qualcuno, preghiamo Dio perché ci conceda di conservarci in questi beni che abbiamo e di aggiungere i beni che non abbiamo.
Dunque ha preceduto la fede che domanda.
Certamente Dio tutto concede.
Ho pregato perché mi donasse: prima ho creduto per poter pregare.
Perciò mi sono dato quello che ho creduto, e Dio ha dato quanto, credendo, ho chiesto nella preghiera.
Si risolva la questione, non è infatti di poco conto.
Io noto che questo dici: che tu per primo hai dato qualcosa a Dio, perché egli ti concedesse le altre cose.
In realtà gli hai dato e la tua fede e la tua preghiera.
E dov'è ciò che afferma l'Apostolo: Infatti chi mai ha potuto conoscere il pensiero del Signore, o chi mai è stato suo consigliere?
O chi per primo gli ha dato qualcosa, così che debba esserne ricambiato? ( Rm 11,34-35 )
Ecco quale pretendi di essere.
Allora, tu hai dato per primo a Dio, e hai dato qualcosa che Dio non ti ha dato? Hai trovato di che dare?
Accattone di un uomo, da che l'hai ottenuto? Che potevi dare?
Hai posseduto qualcosa? Che cosa infatti possiedi che tu non abbia ricevuto?
Quindi tu dai a Dio di ciò che è di Dio; egli riceve da te di ciò che ti ha dato.
Giacché la tua estrema povertà, se egli prima non avesse dato, sarebbe rimasta completamente vuota di tutto.
Ascoltate come potete trovarlo con maggiore evidenza.
Ecco, voi avete ricevuto perché avete creduto; che diciamo di coloro che non hanno ancora creduto, quale era Saulo prima di essere credente?
Ma per credere ricevette; dopo aver creduto a Cristo, allora cominciò ad invocare Cristo.
Da lui ricevette di credere, per invocare credendo, per ricevere ogni altra cosa invocando.
Che pensiamo, fratelli?
Pregavano o non pregavano per lui quelli che erano credenti prima che Saulo ricevesse la fede?
Se non pregavano, mi si spieghi com'è che Stefano disse: Signore, non imputare loro questo peccato? ( At 7,59 )
Pregava per lui e per gli altri non credenti perché ottenessero la fede.
Ecco, non avevano ancora la fede e per le suppliche dei fedeli ricevevano la fede.
Non avevano ancora da offrire a Dio perché non avevano conseguito ancora la misericordia per essere fedeli.
Infine, dopo che Saulo in questione fu convertito, abbattuto e risollevato solo da una voce, abbattuto da persecutore, risollevato da evangelizzatore; dopo che intraprese ad annunziare la fede contro la quale un tempo si accaniva, che cosa disse di sé?
Ma ero sconosciuto personalmente alle Chiese della Giudea che sono in Cristo; soltanto avevano sentito dire: Colui che una volta ci perseguitava ora annunzia la fede che un tempo voleva estinguere, e glorificavano Dio a causa mia. ( Gal 1,22-24 )
Forse che disse: E, quanto a me, mi glorificavano?
Ma a causa mia che non annunziavo la fede che un tempo turbavo, non glorificavano me, ma Dio.
E Dio fece che Saulo, deposta la tunica a brandelli dell'antico peccato, insanguinata dalle stragi; deposta appunto quella, ricevesse la tunica dell'umiltà e, da Saulo, diventasse Paolo.
Che vuol dire " Paolo "? " Ultimo ". Io sono infatti l'ultimo degli Apostoli. ( 1 Cor 15,9 )
Ecco che cosa è Paolo.
Paolo in latino equivale a: " poco ".
Così ci esprimiamo quando diciamo: Ti vedrò tra poco; farò quello poco dopo.
Che vuol dire: " poco dopo "? Dopo un po'; poco dopo: dopo un po'.
Allora perché " Paolo "? Perché " un poco ". Un poco perché " ultimo ".
Io sono infatti - egli dice - l'ultimo degli Apostolo; io non sono degno di essere chiamato Apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. ( 1 Cor 15,9 )
Dici giustamente: Da ciò per cui meritasti di essere condannato, da questo hai ricevuto di che debba essere premiato.
Da che hai ricevuto il diritto ad essere premiato? Volete sapere da che ha ricevuto?
Non ascoltate me, ma lui: Non sono degno - egli dice - di essere chiamato Apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio; ma per grazia di Dio sono quello che sono.
Quindi per la tua malizia eri quello che eri; sei ciò che sei, per grazia di Dio.
E la sua grazia - dice - in me non è stata vana.
Ecco, annunzia la fede che un tempo perseguitava; né appunto la grazia è inerte in lui che afferma: In me non è stata vana, ma ho faticato più di tutti questi. ( 1 Cor 15,10 )
Fa' attenzione, cominci ad esaltarti. Dove sei, Paolo? Certamente eri piccolo.
Ho lavorato più di tutti loro. Spiega, con che cosa? Che cosa hai infatti che non hai ricevuto?
Immediatamente si fece riflessivo; e dopo aver detto: Ho lavorato più di tutti loro, ebbe quasi spavento delle sue parole, e all'istante si sostituì quale umile Paolo: Non io, però, ma la grazia di Dio in me. ( 1 Cor 15,9-10 )
Pertanto, fratelli miei, perché sappiate che anche la fede ci viene dal Signore Dio, vi dico di pregare per quelli che ancora non sono credenti.
Nel caso uno abbia un amico che non ha la fede, lo esorto a pregare per lui.
Ma c'è proprio bisogno della mia sollecitazione?
Un marito è cristiano, la moglie non è credente, non prega forse per la moglie, affinché giunga a credere [ anch'essa ]?
Una moglie è cristiana, non lo è il marito; la moglie religiosa non prega per suo marito perché creda?
Quando chi prega chiede questo, che chiede se non che Dio gli dia la fede? Dunque la fede è dono di Dio.
Nessuno si esalti, nessuno l'attribuisca a sé, quasi debba qualcosa a se stesso.
Chi si vanta, si vanti nel Signore. ( 1 Cor 1,31 )
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