Discorsi sui Santi |
1 - Prima di Cristo non ci furono Cristiani
2 - I martiri Maccabei: Cristiani non di nome ma di fatto
3 - È giusto, per la Chiesa, celebrare il martirio dei Maccabei.
Il mistero di Cristo nascosto nel V.T. Chiave del V.T.: la croce
4 - Con la passione di Cristo si sono adempiute tutte le profezie.
Tutte le cose si rivelano nel mistero della Croce
5 - Altri martiri confessarono Cristo rivelato nel Vangelo; i Maccabei, nascosto nella Legge
6 - Istituita una solennità per merito dei Maccabei.
Eretta in Antiochia una basilica in loro onore. Le madri imparino ad amare i figli della madre dei Maccabei
7 - L'ultimo dei figli è incoraggiato al martirio
La gloria dei Maccabei ha reso solenne per noi questo giorno.
Mentre si dava lettura delle loro straordinarie 'passioni', abbiamo non solo ascoltato, ma abbiamo persino veduto e siamo rimasti intenti a contemplare.
Esse si compirono un tempo, prima dell'incarnazione, prima della passione del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo.
Vissero in quel primo popolo, in mezzo al quale sorsero i Profeti, i quali ne predissero la venuta.
Né alcuno pensi che non vi sia stato un popolo di Dio prima che vi fosse un popolo cristiano.
Anzi, per così dire - com'è la verità non la consuetudine dei nomi - persino il popolo cristiano allora fu quel popolo.
Non è infatti che Cristo cominciò ad avere un popolo dopo la sua passione, ma era suo il popolo discendenza di Abramo; rendendo a questi testimonianza, il Signore stesso affermò: Abramo desiderò vedere il mio giorno; e lo vide e se ne rallegrò. ( Gv 8,56 )
Nacque dunque da Abramo quel popolo, che fu schiavo in Egitto e che, dopo essere stato liberato con mano potente dal paese della schiavitù per mezzo di Mosè, servo di Dio, condotto attraverso il Mar Rosso per il ritrarsi dei flutti, provato nel deserto, sottoposto alla Legge, viene stabilito nel regno.
Da esso, come ho detto, sorsero i Profeti, da esso fiorirono questi martiri.
È certo che Cristo non era ancora morto: ma fece di loro dei martiri Cristo che doveva morire.
Perciò è anzitutto questo da raccomandarsi alla Carità vostra: di guardarvi dal non ritenerli cristiani quando provate ammirazione per quei martiri.
Furono cristiani, ma con le opere anticiparono il nome di cristiani, diffuso più tardi.
È però evidente come per loro non si trattasse di confessare Cristo; dal re empio e persecutore non erano costretti a rinnegare Cristo.
Più tardi i martiri, quando a questo venivano indotti, per evitarlo, raggiunsero una simile gloria.
Infatti i persecutori del popolo cristiano, che seguirono nel tempo, costringevano i loro perseguitati a rinnegare il nome di Cristo; quelli, opponendo estrema resistenza nella fede nel nome di Cristo, pativano dei tormenti quali, mentre se ne dava lettura, abbiamo saputo che costoro avevano tollerato.
Dunque, a questi martiri più recenti, che a migliaia hanno imporporato la terra, si imponeva e si ripeteva dai persecutori: rinnegate Cristo.
Rifiutandosi di farlo, pativano di quelle sofferenze che anche costoro subirono.
Certo, a questi si diceva: Rinnegate la Legge di Mosè.
Si rifiutavano: soffrivano per la Legge di Mosè.
Questi per il nome di Cristo, quelli per la Legge di Mosè.
Viene fuori un giudeo a direi: Come mai questi nostri li annoverate tra i vostri martiri?
Con quale inconsideratezza ne celebrate la memoria?
Leggete le loro confessioni: notate se confessarono Cristo.
Gli risponderemo: Veramente sei uno di quelli che non hanno creduto in Cristo e, tagliati dall'olivo, subentrando l'oleastro, rimasero disseccati fuori; ( Rm 11,17 ) che dirai, uno dei perfidi?
Quelli non confessavano ancora apertamente Cristo, perché il mistero di Cristo rimaneva ancora celato.
Infatti il Vecchio Testamento è il velamento del Nuovo, mentre il Nuovo Testamento è la rivelazione del Vecchio Testamento.
Dei Giudei non credenti, tuoi padri, ma tuoi fratelli nel male, fa' perciò attenzione; di quei tali, bada a quel che dice l'apostolo Paolo: Fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul loro cuore.
Quel medesimo velo rimane, alla lettura del Vecchio Testamento, esso non sarà rimosso, perché è in Cristo che viene eliminato.
Ma quando sarai convertito a Cristo - dice - quel velo sarà tolto. ( 2 Cor 3,14-16 )
Il velo - dice - rimane alla lettura del Vecchio Testamento, esso non sarà rimosso perché è in Cristo che viene eliminato: non la lettura del Vecchio Testamento, ma il velo che vi è steso sopra.
Insomma, la lettura del Vecchio Testamento non viene eliminata, ma portata a compimento da colui che ha detto: Non sono venuto ad abolire la Legge, ma a darle compimento. ( Mt 5,17 )
Il velo, dunque, viene eliminato perché diventi intelligibile quel che era oscuro.
Ciò era senza dubbio chiuso, perché non si era ancora introdotta la chiave della croce.
Infine, fissa lo sguardo alla passione del Signore, fa' che sia presente ai tuoi occhi mentre pende dalla croce, e quasi leone, per sua volontà ivi disteso, che non in forza della necessità sta morendo per uccidere la morte, ma avendone il potere.
Proprio a questo sii attento: fra l'altro, nota che sulla croce ha detto: Ho sete. ( Gv 19,28 )
E mentre i Giudei, senza rendersi conto di quel che facevano e di propria mano portavano a compimento, legarono ad una canna una spugna imbevuta di aceto e gliela porsero da sorbire, egli, ricevuto l'aceto, avvertì: È compiuto.
E, chinato il capo, rese lo spirito. ( Gv 19,30 )
Chi intraprende un viaggio così come egli morì, con altrettanta verità e potenza di lui che aveva detto: Ho il potere di offrire la mia anima e di riprenderla di nuovo.
Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso e la riprendo di nuovo? ( Gv 10,17-18 )
Viene a conoscenza del regno del Vivente chi ha degnamente considerato la potenza di lui che muore.
Ma proprio ai Giudei aveva detto questo per mezzo del Profeta: Io mi sono addormentato. ( Sal 3,6 )
Come volesse dire: Perché vi vantate della mia morte?
Perché vi gloriate inutilmente quasi mi abbiate vinto?
Io mi sono addormentato.
Io mi sono addormentato perché ho voluto, non perché da parte vostra siete stati uccisori.
Io ho portato a termine quel che ho voluto: voi siete rimasti nel peccato.
Perciò, accettato e sorbito l'aceto, disse: È compiuto. ( Gv 19,30 )
Che cosa è compiuto? Ciò che è stato scritto di me.
Che cosa è stato scritto di lui?
Hanno messo fiele nel mio cibo, e quando avevo sete mi hanno dato da bere aceto. ( Sal 69,22 )
Comprendendo in un'attenta considerazione tutti i particolari di quanto si era svolto durante la passione di lui: ora quelli avevano scosso il capo davanti alla croce, ora avevano accostato il fiele, ora avevano potuto contarne le ossa mentre pendeva teso, ora venivano divise le vesti, ora avevano tirato a sorte la tunica inconsutile, dopo uno sguardo di insieme, e dopo aver in certo modo enumerato tutto quanto i Profeti avevano predetto di lui, rimaneva un non so che di minor conto: E quando avevo sete mi hanno dato da bere aceto.
Per aggiungere questo poco che era rimasto, disse: Ho sete.
Ricevuto quel poco che era rimasto, avvertì: È compiuto.
Detto questo, chinato il capo, rese lo spirito. ( Gv 19,30 )
Allora le fondamenta della terra si scossero, allora, infrantesi le rocce, vennero in luce le profondità della terra, allora i sepolcri restituirono i morti; e per dire la ragione per cui abbiamo esposto tutto ciò, poiché era tempo ormai che nel mistero della croce tutto quanto era occulto nel Vecchio Testamento venisse rivelato, il velo del tempio si squarciò. ( 2 Cor 3,14ss )
D'allora, quindi, dopo la risurrezione, si cominciò ad annunziare Cristo apertamente.
Si venne al momento in cui le cose che erano state predette cominciarono a compiersi nel modo più palese: ecco i primi martiri a dare le più ferme testimonianze di Cristo.
I martiri confessarono, rivelato, proprio colui che allora i Maccabei confessarono non rivelato.
Questi morirono per Cristo presentato nel Vangelo; quelli morirono per il nome di Cristo celato nella Legge.
Appartengono a Cristo gli uni e gli altri, Cristo ha aiutato nel combattimento gli uni e gli altri, Cristo ha coronato gli uni e gli altri.
Cristo ha gli uni e gli altri al suo servizio, come chi è di elevatissima potenza e procede con una schiera di uomini fedeli, fra alcuni che lo precedono ed altri che lo seguono.
Fissa piuttosto il tuo sguardo proprio su di lui che è capo nel veicolo della carne: a lui rendono omaggio quelli che precedono, a lui sono devoti quelli che seguono.
Infatti, perché tu sappia - sappia chiaramente che morendo per la Legge di Mosè sono morti per Cristo - ascolta Cristo stesso, ascolta, o giudeo, e si apra finalmente il tuo cuore e si tolga il velo dai tuoi occhi.
Se credeste a Mosè, credereste anche a me. ( Gv 5,46 )
Questo ascolta, questo accogli, se puoi.
Se sono riuscito ad eliminare il velo, guarda.
Se credeste - dice - a Mosè, credereste anche a me: di me infatti egli ha scritto. ( Gv 5,46 )
Se Mosè ha scritto di Cristo, chi veramente è morto per la Legge di Mosè, ha dato la vita per Cristo.
Di me - dice - egli ha scritto.
Colui al quale resero omaggio le lingue dei confessori, è pure colui al quale rese omaggio la cannula di quanti scrissero cose vere.
Come potrete comprendere la cannula di Mosè, voi che avete apposto aceto alla canna?
Voglia il cielo che una buona volta beviate il vino di lui al quale, anche al presente, bestemmiando, porgete aceto.
Pertanto, i Maccabei sono martiri di Cristo.
Quindi, non impropriamente, non a sproposito, anzi certamente doverosa da parte dei cristiani la celebrazione del loro giorno, la loro solennità.
Sanno celebrare qualcosa di simile i Giudei?
Si fa notare che in Antiochia è eretta una basilica in onore dei santi Maccabei, cioè in quella città che porta proprio il nome del re persecutore.
In realtà, ebbero a soffrire da parte di Antioco, l'empio re persecutore, e il ricordo del loro martirio viene celebrato in Antiochia, così che risuonano insieme e il nome del persecutore e la memoria di colui che dà la corona.
Questa basilica è tenuta dai cristiani, ed è stata costruita da cristiani.
Perciò siamo noi a doverne celebrare la memoria, noi la conserviamo: da noi i loro sacrifici sono stati imitati in tutto il mondo da migliaia di santi martiri.
Quindi nessuno si ritragga, fratelli miei, dall'imitare i Maccabei e che non pensi, imitando i Maccabei, di non imitare dei cristiani.
Si accenda veramente nei nostri cuori il desiderio dell'imitazione.
Gli uomini imparino a morire per la verità.
Imparino le donne da tanta pazienza e dalla fortezza superiore ad ogni dire della loro madre, che sapeva salvare i propri figli.
Sapeva possedere quelli che non temeva di perdere.
Questi avvertirono i patimenti ciascuno nel proprio corpo, quella, vedendo soffrire, soffrì in tutti loro.
La madre dei sette martiri divenne sette volte martire: non separata dai figli che seguiva con lo sguardo, e unita ai figli morendo.
Tutti li vedeva, tutti li amava.
Aveva negli occhi quel che era nella carne di tutti; non soltanto non ne restava atterrita, ma giungeva a incoraggiarli.
Il persecutore Antioco la ritenne simile alle altre madri.
"Convinci tuo figlio - disse - perché non muoia".
E quella: "È certo che persuaderò mio figlio a vivere incoraggiandolo a morire: tu vuoi indurlo alla morte risparmiandolo".
Ma quale non fu l'esortazione, quanto pia, quanto materna, come volta a procedere secondo il doppio senso spirituale e carnale!
Figlio, abbi compassione di me - disse - abbi compassione di me che ti ho portato in seno nove mesi, ti ho allattato per tre anni, ti ho condotto a questa età: abbi compassione di me. ( 2 Mac 7,27 )
Tutti si attendevano parole di conseguenza: Ubbidisci ad Antioco, non abbandonare tua madre.
Quella, al contrario: Ubbidisci a Dio, non abbandonare i tuoi fratelli.
Se ti sembra di abbandonarmi, proprio allora non mi abbandoni.
Ivi ti avrò, dove non avrò più timore di perderti ancora.
Ivi ti conserverà a me Cristo, dal quale Antioco non potrà strappare.
Ebbe timore di Dio, ascoltò la madre, rispose al re, si unì ai fratelli, attirò la madre.
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