Discorsi sui Santi |
1 - Tra l'occhio puro e il Sole di giustizia non occorre lampada
2 - Amico dello Sposo in quanto il servo conosce il padrone
3 - Giovanni testimone di Cristo e Cristo di Giovanni. Chi è da più di Giovanni è da più di un uomo
4 - Coeterne le Tre Persone della Trinità
5 - Rivelazione della Trinità al Battesimo di Cristo
6 - I nemici di Cristo: dichiarati e occulti. L'EucarIstia. Preghiamo per l'avvento del Regno nel timore di essere esauditi
7 - Coperti di confusione i nemici dichiarati. Di molte persone rette uno il cuore, di una falsa doppio il cuore
Esponiamo alla Carità vostra, nella casa di Dio, quel che vuole insegnare questo Salmo: chi sia a dire: Ho preparato una lampada al mio Consacrato.
Coprirò di vergogna i suoi nemici; ma su di lui fiorirà la mia santità; ( Sal 132,17-18 ) quale sia la lampada che ha preparato al suo Consacrato; chi siano i nemici del suo Consacrato, che per mezzo di quella lampada copre di confusione; quale sia la santità di colui che ha preparato la lampada al suo Consacrato e che fiorirà sul suo Consacrato.
Ad ogni modo, di tutte queste parole appare chiara ed evidente unicamente quell'espressione che qui suona: al mio Consacrato, poiché non è da intendere altri che Cristo, Signore e Salvatore nostro.
Pertanto, ricercando accuratamente la profondità di questo significato, per quanto Dio lo concede, troviamo che è Dio Padre ad esprimersi così.
Dunque, Dio Padre, cioè la Persona di Dio Padre, parla per bocca del Profeta: Ho preparato una lampada al mio Consacrato.
Ma che il Figlio di Dio è il medesimo che il Cristo di Dio non è necessario farlo presente a dei cristiani.
Quindi, una volta accertata l'identità della Persona che parla, indaghiamo quale sia la lampada preparata da Dio Padre a Cristo Figlio.
Il Signore stesso dice di Giovanni Battista: Egli era una lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce. ( Gv 5,35 )
Dunque, chiamò lampada Giovanni, accesa alla sorgente della luce, per rendere testimonianza alla verità.
Gli uomini infatti erano ridotti in tale stato di oscurità ed in tale insufficienza dell'occhio interiore, che il sole di giustizia veniva cercato per mezzo di una lampada.
Quindi, se alcuno avesse puro l'occhio del cuore, si volgerebbe senz'altro a fissarlo e non dovrebbe preoccuparsi di averne testimonianza da una lampada.
Infatti, dopo aver detto della lampada: Avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce, aggiunse: Io, però, ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni. ( Gv 5,36 )
Per i deboli, dunque, fu accesa la lampada nella notte.
E come accesa? Al Cristo suo Figlio dice il Padre riguardo a Giovanni: Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero, che preparerà la via davanti a te. ( Ml 3,1; Mt 11,10 )
Ha preparato una lampada per il suo Consacrato. ( Sal 132,17 )
In che modo, per mezzo della lampada, copre di vergogna i suoi nemici?
Notate in primo luogo come abbiamo detto che la lampada arde della sorgente della luce.
Lo attesta proprio l'apostolo Giovanni: Ma noi tutti - egli dice - abbiamo ricevuto dalla sua pienezza. ( Gv 1,16 )
Giovanni, però, si distingueva con tale superiorità fino ad essere ritenuto non precursore del Cristo, ma il Cristo in persona.
Ma egli, se fosse stato una lampada spenta, annerita dal fumo della superbia, quando da parte dei Giudei gli si mandò a chiedere: Chi sei tu? sei tu il Cristo? sei Elia o il Profeta? ( Gv 1,19.21 ) avrebbe detto: Sono io ( Gv 1,22 ) [ il Cristo ].
Si era trovato infatti nell'occasione di potersi vantare, conferendogli spontaneamente l'errore degli uomini una dignità non vera.
Si dava forse da fare a suscitare la persuasione di ciò che esprimevano per primi quando lo interrogavano?
Ma venne inviato l'umile a preparare la via all'Altissimo: amico dello Sposo, ( Gv 3,29 ) in quanto il servo conosce il suo padrone.
Quindi, disse: Io sono voce di uno che grida nel deserto: preparate la via al Signore.
Raddrizzate i suoi sentieri. ( Gv 1,22-23; Mt 3,3 )
Io non sono il Cristo, né Elia, né il Profeta.
E quelli: Chi sei, dunque? Ma egli che disse?
Io sono voce di uno che grida nel deserto: preparate la via al Signore.
Infatti lo aveva già predetto Isaia, ( Is 40,3 ) però è qui che si comprende a chi alludeva Isaia.
Avete letto questo in Isaia, disse, ma probabilmente non avete capito a chi si riferiva il testo della lettura: Sono io quello di cui si disse.
In tale abbassamento si pone, però, colui che aveva tanta superiorità, fino ad essere ritenuto il Cristo; notate quanto si umilia.
Dice: Io vi battezzo con acqua, ma viene dopo di me uno che è più grande di me. ( Lc 3,16 )
E potrebbe dirsi alquanto più grande di me.
Dice semplicemente che quello è più grande di lui.
Dillo: di quanto più grande? Risponde: Non sono degno di sciogliere il legaccio del suo sandalo. ( Lc 3,16 )
Da questo potete avere ormai la comprensione del piano divino, per il quale Giovanni venne mandato precursore di Cristo.
Fate attenzione a quanto Giovanni gli sia inferiore, e di quanto più grande egli riconosca il Cristo, dal momento che si dichiara indegno di sciogliere il legaccio del suo sandalo.
Qual è la grandezza di questi che si dice indegno di sciogliere il legaccio del sandalo di lui?
Quant'è? Chi ce lo dirà? Se proviamo a chiedere a Giovanni stesso quanto egli sia grande, non veniamo a saperlo; si umilia infatti e, di sé, parla secondo verità, senza vantarsi di nulla.
Da chi sapremo allora quanto sia grande Giovanni, che non è degno di sciogliere il legaccio del sandalo di colui che era considerato quale uomo?
Rivolgiamoci proprio al Signore e chiediamo a lui: Signore, Giovanni ti ha reso una grande testimonianza e, poiché si distingueva fra gli uomini per la sua grande superiorità fino ad essere ritenuto il Cristo, è stato richiesto di rivelare la sua identità ed ha risposto di non essere il Cristo, ed anche che sarebbe venuto uno più grande di lui, e tanto più grande, da non essere degno di sciogliergli il legaccio del sandalo.
Quasi lampada fedele, ha parlato dell'altissima tua luce.
Di te, questo ha testimoniato Giovanni.
Desideriamo conoscere chi sia colui che si è espresso così sul tuo conto, quanto grande chi in tal modo si è umiliato davanti a te, ed ha dichiarato che sei tanto più potente di lui.
Chi è? Egli ha parlato così di te: di' tu, a noi, qualcosa di lui.
Ascolta la parola del Signore su Giovanni: Tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni Battista.
Ma che ha detto? Tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. ( Mt 11,11 )
Parla di se stesso: infatti Dio non è presuntuoso quando rivela la sua maestà.
Che significa: Il più piccolo? Chi è posteriore quanto all'età, è più grande per la maestà.
Cristo Signore infatti è nato dopo di Giovanni, ma secondo quel che è diventato per noi, non secondo ciò per cui siamo stati creati noi.
Colui che è nato dopo di Giovanni ascolta dal Padre: non prima di Giovanni, non prima di David, non prima di Abramo, ma: Prima dell'aurora io ti ho generato. ( Sal 110,3 )
Perciò, se è stato concesso un qualcosa alla nostra debolezza, così che la lampada preceda il giorno, ed è stato creduto quel che la lampada ha detto del giorno, quanto più si deve credere al giorno sul conto della lampada, per cui tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni Battista.
Un uomo, quindi, tale che non era sorto uno più grande di lui, e, poiché dice di non essere degno di sciogliere il legaccio del sandalo di un altro uomo, chi è costui del quale non è degno di sciogliere il legaccio del sandalo un uomo di cui nessuno era più grande?
Se Giovanni è già un uomo così grande che ancor più non può esserlo un uomo, chiunque è da più di lui, è da più di un uomo.
Se Giovanni è già un uomo di tanta dignità da non esistere alcuno più grande di lui, chi di lui è più grande è al di sopra dell'uomo.
E, nondimeno, si fece uomo per l'uomo colui che è al di sopra dell'uomo; a ragione fiorisce su di lui la santità del Padre.
Su di lui infatti discese lo Spirito Santo in figura di colomba: il fiore di santità, in figura di colomba, sotto un segno semplice ed innocente, si rivelò allora con maggiore chiarezza allo stesso Giovanni, perché si adempisse: Su di lui il fiore della mia santità.
Io - disse Giovanni - non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi ha detto: l'uomo sul quale vedrai scendere lo Spirito in figura di colomba e rimanere su di lui, egli è colui che battezza nello Spirito Santo.
Ed io - disse - ho visto e rendo testimonianza che questi è il Figlio di Dio. ( Gv 1,33-34 )
Di chi rende testimonianza? Di colui sul quale ha visto fiorire la santità del Padre.
Da dove ha visto discendere lo Spirito Santo?
Non è infatti che talora lo Spirito si sia allontanato dal Figlio, o talora il Figlio dallo Spirito, o il Figlio dal Padre, o il Padre dal Figlio, o lo Spirito dal Figlio e dal Padre; ma altra è la comprensione di queste realtà da parte della mente purificata, altra è la loro manifestazione visibile.
Non c'è un tempo in cui il Padre sia anteriore al Figlio, non c'è un tempo in cui il Figlio sia posteriore al Padre: mai, perché in Dio non esiste tempo.
Il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo un solo Dio, Creatore dei tempi.
Dunque, non hai ragione per dire che, in Dio, chi, prima, è il Padre, chi, dopo, è il Figlio: da quando è il Padre, d'allora è il Figlio.
Ricerca da che ha l'essere il Padre.
Tu trascendi con il pensiero la terra, il cielo, gli Angeli, le cose visibili e quelle invisibili, ogni creatura, quindi poni la domanda: Da che l'essere del Padre?
Non è questo il modo di sapere intorno alle realtà eterne.
Si scopre da che è, solo ciò che ha avuto un inizio.
Non attendere a scoprire da che è Colui dal quale ha inizio tutto ciò che ha inizio, e che da nessun altro riceve inizio, perché non ha inizio.
Ma come il Padre non ha inizio, non ha inizio il Figlio, e il Figlio, però, è il fiore del Padre.
Come sono da comune principio il fuoco e lo splendore del fuoco, da comune principio, il Padre e il fiore del Padre.
E da qual principio il Padre? dall'eternità per l'eternità.
Quindi, anche il fiore del Padre dall'eternità per l'eternità; e, nondimeno, poiché il fiore di lui è il Figlio di lui, ugualmente, anche quanto all'essere generato dal Padre, non ebbe inizio nel tempo.
Chi può vederlo? Purifica il cuore, scuoti la polvere, detergi ogni macchia; sia curato e reso integro lo sguardo interiore da tutto ciò che lo turba, e ciò che vienE detto e si crede comparirà prima ancora che si veda.
Al presente, tuttavia, noi abbiamo la fede, fratelli.
Qual è l'oggetto della nostra fede? Che per il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo non c'è ordine di precedenza.
Pur non esistendo un ordine di precedenza per il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, tuttavia non ho potuto evitare che, nominando il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, i loro nomi occupassero dei tempi e fossero contenuti in singoli tempi.
L'essere del Padre non è anteriore all'essere del Figlio, eppure io non ho potuto evitare di pronunciare l'uno dopo l'altro i loro nomi e che tutte le sillabe occupassero i rispettivi tempi; e ancora: nelle mie parole, la seconda sillaba ha potuto aver suono solo dopo che si era spenta la prima.
Tra le sillabe da me pronunciate sono trascorsi dei tempi, pur parlando di realtà che trascendono il tempo.
Allora pertanto, fratelli miei, nel manifestarsi sensibilmente di quella Trinità a questa carne, tutta la Trinità comparve presso il fiume dove il Signore venne battezzato da Giovanni.
Venne infatti battezzato, risalì dall'acqua, discese la colomba e risuonò una voce dal cielo: Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. ( Mt 3,17 )
Il Figlio nell'uomo, lo Spirito nella colomba, il Padre nella voce.
Una cosa inattingibile venne manifestata distintamente; se pure può chiamarsi "cosa" mentre è, piuttosto, la causa di tutte le cose e se pure "causa".
Che diciamo infatti quando parliamo di Dio?
Eppure ne parliamo ed egli lascia che si parli di lui che non è come lo si pensa, anzi, neppure si riesce a dire quello stesso che di lui si pensa.
Ma riguardo agli uomini, fratelli, ecco che apparve in figura di colomba e si adempi il: Su di lui fiorirà la mia santità. ( Sal 132,18 )
Fiorirà, infatti è stato detto, vale a dire, si manifesterà chiaramente: niente infatti sull'albero è più appariscente del fiore, nulla ha maggior spicco.
Animo! ormai siamo giunti alle ultime parole del versetto: Su di lui fiorirà la mia santità.
Mi sovviene di aver omesso di indicare quali siano i nemici che furono coperti di vergogna per mezzo della lampada.
Ho preparato una lampada per il mio Consacrato. ( Sal 132,17 )
Parla il Padre del Figlio suo. Quale lampada? Giovanni.
Chiedi al Figlio stesso: Egli era una lampada che arde e risplende. ( Gv 5,35 )
Coprirò di vergogna i suoi nemici. ( Sal 132,18 )
Chi, se non i Giudei, i nemici dichiarati di Cristo? Infatti, Cristo, ha dei nemici occulti.
Tutti coloro che vivono nell'ingiustizia e nell'empietà sono nemici di Cristo, anche nel caso che portino il suo nome, pur chiamati cristiani.
A costoro dirà: Non vi conosco.
Ma quelli dicono: Signore, abbiamo mangiato e bevuto nel tuo nome, abbiamo compiuto molti miracoli nel tuo nome. ( Lc 13,25-26; Mt 7,22-23 )
Che cosa vuol dire "abbiamo mangiato e bevuto nel tuo nome"?
Non vantavano infatti come gran cosa le loro vivande, per cui dicevano di appartenere a Cristo.
C'è un cibo che si mangia e si beve ed è Cristo; anche dai nemici Cristo è mangiato e bevuto.
I fedeli conoscono l'Agnello immacolato di cui si cibano; e voglia il cielo se ne cibino in modo da non meritare castigo!
Come dice infatti l'Apostolo: Chiunque mangia e beve indegnamente, mangia e beve la propria condanna. ( 1 Cor 11,29 )
Sono perciò nemici di Cristo quanti vogliono vivere nell'iniquità piuttosto che essere soggetti a lui e, intanto, quando si dice che verrà a giudicare i vivi e i morti, hanno timore che venga.
Se fosse loro consentito, farebbero in modo da non farlo venire.
Poiché non riuscirono a impedirne la venuta, vorrebbero evitare il suo ritorno.
Proprio questo era l'intento dei Giudei: impedire che tornasse.
Infatti, a quegli infidi coloni, a quei cattivi conduttori, che non volevano corrispondere il raccolto e che lapidavano i servi ad essi inviati, venne mandato il figlio.
Disse allora il padre, il padrone della vigna: Manderò il Mio unico figlio; ( Lc 20,13 ) avranno forse soggezione di lui.
Ma quelli complottarono dicendo: Costui è l'erede, uccidiamolo e l'eredità sarà nostra. ( Lc 20,14 )
Non riuscirono ad impedire che venisse dal Padre e lottarono perché non tornasse al Padre.
Ma a bene di chi? In realtà lo vedevano e disprezzavano quale uomo mortale, ma altro non poterono uccidere in lui che la morte.
Fu la morte a morire nella morte di Cristo.
Egli, risorto, salì al Padre e tornerà. Di che temete?
Amate e sarete sicuri.
Non è forse vero che nella preghiera diciamo: Venga il tuo regno? ( Mt 6,10 )
E allora, fratelli, ci rivolgiamo a Dio, e abbiamo timore di essere ascoltati?
Ma costoro, come avevo detto all'inizio, sono nemici occulti.
Vediamo di parlare dei nemici dichiarati, che apertamente si mostrarono invidiosi, infierirono, legarono, flagellarono, derisero, crocifissero, uccisero, sorvegliarono Cristo nel sepolcro.
Consideriamo come furono coperti di confusione da quella lampada.
Notando nel Signore la potenza dei miracoli, questi stessi nemici dicono: Dicci, con quale autorità fai queste cose? ( Lc 20,2 )
Interrogarono con animo ostile, allo scopo di coglierlo quasi reo di bestemmia, se egli avesse rivelato il suo potere.
Ma egli li trattò come nell'episodio della moneta.
Allora avevano l'intenzione di accusarlo falsamente se avesse detto: "Si paghi il tributo a Cesare", quasi ad offesa del popolo giudaico, che egli avrebbe ritenuto degno di essere soggetto e tributario; però, se avesse detto: "Non si paghi", lo avrebbero accusato, presso gli amici e i ministri di Cesare, di aver proibito il pagamento.
Ma egli disse: Mostratemi una moneta: di chi è l'immagine e l'iscrizione?
Risposero: Di Cesare. Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio. ( Lc 20,24-25 )
È come dire: Se Cesare vuole la sua immagine nella moneta, Dio non vuole la propria immagine nell'uomo?
Così, anche in questo caso, i nemici calunniatori: nel cuore e con il cuore pronunciarono parole cattive. ( Sal 12,3 )
Avrebbe fatto riferimento al cuore una volta soltanto se coloro che parlavano in quel modo non avessero avuto un cuore doppio e, tenendo conto di ciò che è stato detto poco prima, un cuore raddoppiato, non semplice.
Vi accorgete della differenza.
Di molti servi di Dio è stato detto che avevano un cuore solo: Essi avevano - si dice - un'anima sola e un cuore solo protesi verso Dio. ( At 4,32 )
Molte persone rette hanno un cuore solo, una sola persona falsa ha due cuori.
Dal momento che quelli parlavano nel cuore e con il cuore, ecco: Dicci, con quale autorità fai queste cose? ( Lc 20,2 )
Cioè: se lo avrai detto, ti rendiamo onore, se lo avrai detto, ti veneriamo, se lo avrai detto, ti preghiamo.
Sembra che questo parta da uno dei cuori.
Dall'altro, invece - avevano infatti doppio cuore -: se lo avrai detto, ti calunnieremo, se lo avrai detto, troveremo di che averti nelle mani, se lo avrai detto, troveremo di che farti reo.
Tali i nemici. Ma siano coperti di confusione a causa della lampada; ora li vedrete confusi.
Ed è bene - trovandoci nell'ora in cui dev'essere accesa la lampada - siano confusi i nemici di Cristo dalla lampada che il Padre ha preparato per il suo Consacrato.
Egli era infatti la lampada che arde, ( Gv 5,35 ) disse il Signore stesso.
Che rispose allora a costoro che dicevano: Dicci, con quale autorità fai queste cose?
Vi farò anch'io una domanda. Ditemi, il battesimo di Giovanni da dove viene? dal cielo o dagli uomini? ( Mt 21,23-25 )
Ma quelli riflettevano tra sé: Se avremo detto: Dal cielo, ci dirà: Perché non gli avete creduto?
Cioè: Perché mi chiedete con quale autorità faccio queste cose, quando di me ha già dato testimonianza colui a cui l'avete chiesto?
Dunque, se avremo detto: Dal cielo, ci dirà: Perché non gli avete creduto?
Se avremo detto: Dagli uomini, abbiamo timore della folla.
Tutti infatti consideravano Giovanni un profeta. ( Mt 21,26 )
Da una parte temevano il popolo, dall'altra temevano la verità: da un lato esitanti, dall'altro invidiosi; ciechi, in ogni caso, risposero: Non sappiamo. ( Mt 21,27 )
Portata innanzi la lampada, sparirono le tenebre.
Col dire di non sapere ciò che sapevano, sebbene fossero presenti di persona, fuggirono con l'animo.
Indizio di questa fuga il timore intimo: da parte del popolo temevano di essere lapidati se avessero detto che il battesimo di Giovanni viene dagli uomini; temevano di essere convinti di colpa da Cristo se avessero detto che il battesimo di Giovanni viene dal cielo.
Si allontanarono coperti di confusione.
Al sentir nominare Giovanni, ebbero timore; nel turbamento, tacquero.
E Cristo: Neppure io vi dico con quale potere faccio queste cose. ( Mt 21,27 )
8 - In Giovanni Battista, quindi, è stata preparata la lampada per Cristo Signore nostro; i suoi nemici, interlocutori ingiuriosi, si allontanarono confusi una volta esposti alla luce della lampada.
Si compì il coprirò di vergogna i suoi nemici. ( Sal 132,18 )
Ma quanto a noi, fratelli, conoscendo il Signore anche per mezzo del precursore Giovanni Battista, anzi, anche per la testimonianza del Signore stesso, che disse: Ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni, ( Gv 5,36 ) credendo in Cristo, diventiamo il corpo di lui Capo, così che Capo e corpo sia un solo Cristo; e in tutti noi, diventati una unità, si adempirà: Ma su di lui fiorirà la mia santità. ( Sal 132,18 )
Rivolti al Signore.
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