Discorsi sui Santi |
1 - La libertà perfetta ha liberato i martiri dal timore
2 - Scegliere la causa buona e giusta, quella che distingue i martiri
I nostri martiri, dunque, amarono molto Dio.
Dal momento che possedevano la carità perfetta, perciò stesso non ebbero terrore della crudeltà del persecutore.
Fu dunque la carità perfetta ad affrancare i martiri da qualsiasi ombra di timore.
I persecutori infierivano in ogni luogo.
In ogni parte di questo mondo subivano violenze e pericoli.
Erano forti in Dio e in Cristo.
Più ancora dell'accanimento dei nemici, accresceva le loro sofferenze il pianto dei familiari.
Da una parte il nemico con i suoi terrori, dall'altra si lamentava la moglie: "In quali mani ci lasci?
Sii consenziente, vivi con noi, Dio perdona!
A chi affidi la nostra vedovanza?".
Il persecutore fa di queste minacce: "Se non lo avrai fatto, userò la tortura, metterò a morte, darò alle fiamme".
Posto tra le minacce del persecutore e le lacrime della moglie, quello fu irremovibile, né fiaccato da un lato, né cedevole dall'altro, fisso in Dio, coerente in Cristo, ridendosi delle minacce del persecutore - non poteva certo minacciargli le pene eterne il persecutore - indifferente anche alle lacrime della moglie, perché connubio più alto è quello dell'anima con Cristo.
Nella speranza dei beni celesti, disprezzò i terreni.
Scorgendo le realtà future, non prova sgomento di quel che ha davanti, ed essendo perfetto, l'amore, come è stato scritto, caccia via il timore. ( 1 Gv 4,18 )
Non aveva infatti di che temere l'uomo stabilito nella perfezione della carità.
Eppure troviamo detto altrove: Il timore del Signore è puro, dura sempre. ( Sal 19,10 )
Da una parte si dice: L'amore perfetto caccia via il timore, dall'altra, che il timore del Signore dura sempre.
Ne segue che il timore è duplice: il timore che l'amore caccia via e il timore che dura sempre.
Vi è dunque un timore terreno e un timore puro, né poteva essere definito meglio che con il termine "puro".
Perciò, stando al discorso avviato, come puoi vantare la tua pena conseguenza del male, o scismatico, essa che non ha una causa giusta?
Onoriamo quindi i martiri come sono dentro, nella Chiesa cattolica, che hanno la grazia non l'arroganza, la pietà non la temerarietà, la costanza non l'ostinazione, la volontà di consociazione non di dispersione.
Ascoltate dunque il martire in preghiera: Fammi giustizia, o Dio, e distingui la mia causa. ( Sal 43,1 )
Non ha detto "la mia pena", ma la mia causa.
Concentra infatti l'attenzione verso il martire dei martiri, capo dei martiri, signore dei martiri, esempio dei martiri, osservatore dei martiri, soccorritore dei martiri, coronatore dei martiri.
È intento a colui che non attribuisce alcuna gloria alla pena, ma che distingue la causa.
Egli ha detto infatti: Beati i perseguitati. ( Mt 5,10 )
Non risulta ancora una distinzione.
È perseguitato l'adultero per la libidine, l'omicida per la crudeltà, il ladro per il furto, tutti gli altri malfattori sono perseguitati per i loro crimini.
Ascolterò che dici. Beati i perseguitati.
Hai citato la pena. Distingui la causa.
Ascolta - dice - la distinguo. Segui: Beati i perseguitati a causa della giustizia.
Perché mi poni in gran risalto la pena? testimone falso, da' prova della giustizia.
Non la pena dunque, ma è la causa che fa i martiri.
Evita tanto risalto alla tua pena, dimostra prima la tua giustizia, cosa che non farai, ma, naturalmente dimostrerai con lo scisma la tua ingiustizia.
Fratelli, se volete imitare i martiri autentici, sceglietevi la causa per poter dire a Dio: Fammi giustizia, o Signore, distingui la mia causa da quella di gente spietata. ( Sal 43,1 )
Distingui non la mia pena - infatti essa riguarda anche gente spietata - ma la mia causa, che è propria solo delle persone giuste.
Scegliete dunque per voi la causa, la causa buona e giusta, dato che sono beati i perseguitati per causa della giustizia, poiché di essi è il Regno dei cieli. ( Mt 5,10 )
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