Discorsi sui tempi Liturgici |
1 - Grandezza e umiltà di Cristo
2 - La parola umana e la parola di Dio
3 - Pensiero e parola
4 - Cristo Dio e uomo
La mia bocca proclami la lode del Signore: ( Sal 51,17 ) di quel Signore per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose ( Gv 1,3 ) e che è stato fatto come tutte le cose.
Egli è rivelazione del Padre e creatore della madre; Figlio di Dio che procede dal Padre senza madre e figlio dell'uomo che procede dalla madre senza un padre.
Giorno grande degli angeli, divenuto piccolo nel giorno degli uomini; Verbo - Dio da prima di tutti i secoli, Verbo - uomo nel tempo stabilito; creatore del sole, creato sotto il sole.
Determina tutti i tempi dal seno del Padre ove sempre rimane e rende sacro questo giorno dal grembo della madre dal quale proviene; autore del cielo e della terra, sorto sulla terra sotto il cielo; ineffabilmente sapiente, sapientemente bambino; riempie il mondo e giace in una mangiatoia; governa le stelle e si attacca ad un seno di donna; immenso nella natura divina, piccolo nella natura di servo.
Ma quella immensità non è limitata da questa piccolezza né questa piccolezza è schiacciata da quella immensità.
Quando assunse il corpo umano non lasciò le operazioni divine né smise di estendersi con potenza da un capo all'altro del mondo e di governare con bontà ogni cosa. ( Sap 8,1 )
Quando si rivestì della debolezza della carne fu accolto, non limitato, nel grembo della Vergine; cosicché agli angeli non venne meno il cibo della sapienza e noi abbiamo gustato la soavità del Signore.
Non meravigliamoci se ho detto queste cose nei riguardi del Verbo di Dio.
Anche il discorso che vi sto facendo colpisce i vostri sensi; rimane però libero in maniera che ogni ascoltatore lo accoglie ma non lo può imprigionare tenendoselo per sé.
Se non lo si potesse accogliere, nessuno verrebbe istruito; se la si potesse imprigionare, non giungerebbe agli altri ascoltatori.
Il discorso che vi sto facendo è composto di parole e di sillabe; voi nell'accoglierlo non lo spezzettate come si fa con il cibo che si mangia, ma tutti lo ascoltate interamente e ognuno di voi lo accoglie per intero.
Né io ho timore, nel parlare, che un solo ascoltatore se lo accaparri tutto intero cosicché un altro non abbia niente più da ascoltare.
Ma voglio che stiate tutti attenti, senza disturbare l'orecchio e la mente degli altri, affinché ognuno di voi possa ascoltarlo tutto e permetta agli altri di ascoltarlo per intero.
E questo non avviene in tempi successivi, come se il discorso che ora sto facendo prima entrasse in te, poi uscisse da te per poter entrare in un altro; ma giunge contemporaneamente a tutti e giunge tutto intero ai singoli ascoltatori.
E se si potesse ritenerlo a memoria tutto intero, come tutti siete venuti per ascoltarlo tutto intero, così ciascuno di voi ritornerebbe a casa portandoselo con sé tutto intero.
Quanto più ciò avverrà per il Verbo di Dio, per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose ( Gv 1,3 ) e che rimanendo in sé rinnova tutte le cose; ( Sap 7,27 ) che non è limitato da luoghi né si estende nel tempo né varia a seconda di intervalli brevi o lunghi né è composto di suoni né termina con la fine del suono?
Quanto più un tale e tanto Verbo, nell'assumere un corpo, poté, senza abbandonare il seno del Padre, fecondare il grembo della madre?
Da questo uscire per essere visto dagli uomini, di lì manifestarsi alle menti degli angeli?
Da questo venire sulla terra, di lì spiegare i cieli?
Da questo diventare uomo, di lì creare gli uomini?
Nessuno pertanto creda che il Figlio di Dio si sia mutato e cambiato in figlio dell'uomo; ma piuttosto crediamo che, senza distruggere la sostanza divina e assumendo con pienezza quella umana, rimanendo Figlio di Dio, divenne figlio dell'uomo.
Le frasi della Scrittura: Il Verbo era Dio ( Gv 1,1 ) e: Il Verbo si è fatto carne ( Gv 1,14 ) non s'intendono nel senso che il Verbo si è fatto carne smettendo di essere Dio: infatti è l'Emmanuele, cioè il Dio con noi, ( Mt 1,23 ) che è nato in quella stessa carne di cui si dice che il Verbo si è fatto carne.
È come la parola che concepiamo nella mente: diventa suono quando la proferiamo con la bocca, tuttavia non si trasforma in suono ma, rimanendo essa intatta nella mente, si usa il suono per farla estrinsecare; cosicché dentro rimane quel che si è compreso, fuori risuona quel che si è ascoltato.
Tuttavia con il suono si manifesta la stessa cosa che prima era risuonata nel silenzio della mente.
Così la parola, quando diventa suono, non si muta in suono; ma rimane nella chiarezza della mente e, quando assume un suono materiale, arriva a chi l'ascolta senza lasciare chi la pensa.
Nel silenzio della mente insieme alla parola non viene pensato il suono che può corrispondere alla lingua greca o latina o a qualunque altra.
Ma il concetto che bisogna dire, prima ancora di considerare le diversità linguistiche, in un certo senso si trova nudo nel segreto della mente davanti a chi lo pensa; perché di lì possa uscire, viene rivestito della voce di chi parla.
Tuttavia le due cose, cioè quanto viene pensato nella mente e quanto risuona nel parlare, sono mutevoli e alternativi: il primo non ci sarà più quando l'avrai dimenticato, il secondo non ci sarà più quando avrai smesso di parlare; invece il Verbo di Dio rimane eternamente e immutabilmente.
Quando il Verbo assunse un corpo nel tempo per poter manifestarsi in questa nostra vita terrena, non perdette l'eternità per assumere il corpo ma conferì l'immortalità anche al corpo.
E fu come sposo che esce dalla stanza nuziale, quale lieto campione che percorre la sua via. ( Sal 19,6 )
Egli possedendo la natura divina non pensò di valersi della sua uguaglianza con Dio ma, per poter diventare, a nostro vantaggio, ciò che non era, annientò se stesso non lasciando la natura divina ma prendendo la natura di schiavo e per questa divenuto simile agli uomini; fu riconosciuto come uomo per aver rivestito la natura umana, non per propria natura. ( Fil 2,6-7 )
Infatti tutto quello che siamo, sia nell'anima che nel corpo, per noi è natura, per lui è maniera acquisita.
Noi se non fossimo così non saremmo niente; lui se non fosse così sarebbe comunque Dio.
E quando cominciò ad essere ciò che non era, divenne uomo rimanendo Dio.
Per cui non una soltanto ma tutte e due le espressioni seguenti si applicano giustamente a lui: sia il Padre è maggiore di me, ( Gv 14,28 ) per il fatto che divenne uomo, sia io e il Padre siamo una cosa sola, ( Gv 10,30 ) per il fatto che rimase Dio.
Se il Verbo si fosse cambiato in carne, cioè se Dio si fosse mutato in uomo, sarebbe vera soltanto l'espressione: Il Padre è maggiore di me, perché Dio è maggiore dell'uomo.
E sarebbe falsa l'altra: Io e il Padre siamo una cosa sola, perché non possono essere una cosa sola Dio e l'uomo.
O forse avrebbe potuto dire: io e il Padre non siamo una cosa sola, ma fummo una cosa sola?
Ciò infatti che era e smise di essere non è più ma fu.
Cristo invece per la vera natura di schiavo, che aveva assunto, con verità disse: Il Padre è maggiore di me; e per la vera natura divina in cui rimaneva, con verità disse: Io e il Padre siamo una cosa sola.
Annientò se stesso davanti agli uomini non diventando ciò che non era e lasciando ciò che era prima, ma occultando ciò che era e manifestando ciò che era diventato.
Pertanto, poiché la Vergine concepì e partorì un figlio, per la evidente natura di servo che aveva, ( è stato detto ): Un bambino è nato per noi. ( Is 9,6 )
Poiché però il Verbo di Dio, che rimane in eterno, si è fatto carne per abitare in mezzo a noi, ( Gv 1,14 ) per la natura divina che nasconde ma che rimane in lui, lo chiamiamo con il nome di Emmanuele, come annunciato da Gabriele. ( Mt 1,23 )
Si è fatto uomo pur rimanendo Dio, perché anche come figlio dell'uomo potesse essere giustamente detto: Dio con noi; e non uno Dio, un altro, diverso, uomo.
Esulti il mondo intero nell'esultanza dei credenti: per salvarli venne colui per mezzo del quale il mondo è stato creato. ( Gv 1,3 )
Il creatore di Maria è nato da Maria; il figlio di David è il Signore di David; ( Mt 22,41-46 ) discende da Abramo colui che era prima di Abramo; ( Gv 8,58 ) l'autore della terra è formato sulla terra; il creatore del cielo è creato sotto il cielo.
Egli è il giorno che ha fatto il Signore; il giorno del nostro cuore è lui, il Signore.
Camminiamo alla sua luce, ( Is 60,3 ) rallegriamoci ed esultiamo in lui. ( Sal 118,24 )
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