Discorsi sui tempi Liturgici |
1 - La festa pagana di capodanno
2 - La separazione tra i cristiani e i pagani
3 - Vita dei cristiani e vita dei pagani
Vedo, fratelli, che oggi vi siete riuniti come per celebrare una grande festa e che siete più numerosi del solito.
Esorto pertanto la vostra Carità a ricordare quello che ora avete cantato, perché non avvenga che mentre la lingua grida il cuore rimanga muto ma ciò che avete fatto risuonare vicendevolmente alle vostre orecchie con la voce lo gridiate con amore presso le orecchie di Dio.
Cantavate questo versetto del Salmo: Salvaci, Signore Dio nostro radunaci di mezzo alle genti, affinché esaltiamo il tuo santo nome. ( Sal 106,47 )
Ora sarete veramente radunati di mezzo alle genti se non vi fate attrarre dalla festa che i pagani celebrano oggi con gioia mondana e carnale, con strepito di futili e osceni canti, con conviti e danze turpi, con la celebrazione stessa di una festa che non ha motivo di essere; se non provate interesse insomma per quello che fanno i pagani.
Voi dunque avete cantato - e il suono di questo sacro canto echeggia ancora nei vostri orecchi -: Salvaci, Signore Dio nostro radunaci di mezzo alle genti.
Chi può essere radunato di mezzo alle genti se non quando diventa salvato?
E pertanto coloro che ancora si mescolano ai pagani non sono salvati.
Coloro che vengono radunati di mezzo alle genti vengono salvati con la salvezza della fede, della speranza, dell'autentica carità, con la salvezza spirituale con la salvezza delle promesse di Dio.
Chi crede, spera e ama non per questo si può ritenere salvato; bisogna vedere che cosa crede in che cosa spera, che cosa ama.
Qualunque tipo di vita si conduca nessuno vive senza questi tre sentimenti dell'animo: la fede, la speranza, l'amore.
Se non credi le stesse cose che credono i pagani, se non speri nelle stesse cose in cui sperano i pagani, se non ami le stesse cose che amano i pagani, allora vieni radunato di mezzo alle genti, vieni segregato, cioè separato dalle genti.
Se c'è una così profonda separazione dell'animo, non temere se non ci può essere ancora quella fisica.
Ci può essere separazione maggiore di questa, che mentre i pagani ritengono dèi i demoni, tu credi nell'unico e vero Dio?
I pagani sperano nelle cose futili del mondo, tu speri nella vita eterna insieme a Cristo? i pagani amano il mondo, mentre tu ami l'artefice del mondo?
Chi dunque crede diversamente dai pagani, chi spera in altre cose, chi ama altre cose, lo dimostri con la vita, lo provi con i fatti.
Se parteciperai alla festa delle strenne, come un qualunque pagano, se giocherai ai dadi, se ti ubriacherai, in che modo credi diversamente, speri diversamente, ami beni diversi?
Come puoi cantare a fronte alta: Salvaci, Signore Dio nostro, radunaci di mezzo alle genti?
Sarai separato dai pagani se, pur materialmente vivendo insieme ad essi, condurrai una vita diversa.
Quale sia questa vostra separazione dai pagani guardatela voi, dal modo come vi comportate, da come ne date prova.
Il Signore nostro Gesù Cristo, Figlio di Dio, che per noi si è fatto uomo, ha già pagato per noi un prezzo.
Sì, egli ha pagato il suo prezzo: e lo ha pagato per riscattarci, per radunarci di mezzo alle genti.
Se tu ti mescoli ai pagani, non vuoi seguire colui che ti ha riscattato; e ti mescoli ai pagani se conduci la stessa vita, fai le stesse cose, hai gli stessi sentimenti, se credi, speri e ami come loro.
Ti mostri ingrato al tuo Redentore, non tieni conto del prezzo per te pagato, del sangue dell'Agnello immacolato.
Per seguire il tuo Redentore, che ti ha riscattato con il suo sangue, non mescolarti ai pagani con l'avere lo stesso comportamento e il fare le stesse cose.
Essi si scambiano le strenne, voi fate le elemosine; essi si divertono con canti lascivi, voi ricreatevi con l'ascolto delle Scritture; essi corrono al teatro, voi correte alla chiesa; essi si ubriacano, voi digiunate.
Se oggi non potete digiunare, per lo meno consumate un pasto sobrio.
Se farete così, sarete coerenti con quanto avete cantato: Salvaci, Signore Dio nostro, radunaci di mezzo alle genti.
Molti oggi si sentiranno a disagio in coscienza di fronte a questo discorso che hanno ascoltato.
Abbiamo detto: Non fate le strenne, fate piuttosto le elemosine ai poveri.
Anzi, non è sufficiente che facciate le elemosine, ma fatele in misura più abbondante del solito.
Non volete farle in maniera più abbondante? Ma almeno fatele!
Tu mi dirai: Quando faccio la strenna ne ricevo anch'io in cambio.
E che? Quando fai l'elemosina ai poveri non ne ricevi niente in contraccambio?
Certo, l'oggetto della tua fede e della tua speranza deve essere diverso da quello dei pagani.
Ma se dici che dando ai poveri non te ne viene niente, sei diventato uno dei pagani.
Invano allora hai cantato: Salvaci, Signore Dio nostro, radunaci di mezzo alle genti.
Non dimenticare quel proverbio che dice: Chi dà ai poveri mai sarà nel bisogno. ( Pr 28,26 )
Hai già dimenticato ciò che dirà il Signore a coloro che avranno aiutato i poveri: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete il regno? ( Mt 25,34 )
E ciò che verrà detto a coloro che invece non li avranno aiutati: Mandateli al fuoco eterno? ( Mt 25,41 )
Ora insieme a coloro che hanno ascoltato con gioia queste parole ci saranno certamente anche alcuni che non le hanno ascoltate con molto piacere.
Io ora parlo ai cristiani autentici.
Se diversa è la vostra fede, diversa la vostra speranza, diverso il vostro amore rispetto ai pagani, vivete anche diversamente da essi e dimostrate con un comportamento differente che differente è la vostra fede, la vostra speranza e la vostra carità.
Ascoltate il consiglio dell'Apostolo: Non ritornate sotto il giogo degli infedeli.
Quale relazione ci può essere fra la giustizia e l'iniquità?
O quale unione tra la luce e le tenebre?
O qual parte ha il fedele con l'infedele?
Qual rapporto tra il tempio di Dio e gli idoli? ( 2 Cor 6,14-16 )
E altrove dice: Ciò che i pagani sacrificano è sacrificato ai demoni e non a Dio.
Ora io non voglio che voi siate in comunione con i demoni. ( 1 Cor 10,20 )
Perciò il loro comportamento soddisfa i loro dèi.
Ma l'Apostolo che ha detto: Non voglio che voi siate in comunione con i demoni, volle che i cristiani si distinguessero nel modo di vivere e di comportarsi da coloro che adorano i demoni. Infatti quei demoni si dilettano dei canti frivoli, si dilettano degli spettacoli poco seri, delle varie sconcezze teatrali, delle demenze del circo, delle crudeltà dell'anfiteatro, delle contese violente di coloro che attaccano liti e dispute fino a crearsi delle inimicizie per fare tifo per uomini funesti, per un mimo, un commediante, un pantomimo, un auriga, un gladiatore.
Chi fa queste cose è come se bruciasse ai demoni l'incenso del suo cuore.
Gli spiriti ingannatori infatti godono di quelli che riescono ad ingannare e si nutrono dei cattivi costumi e della vita turpe e disonesta di coloro che hanno ingannato e sedotto.
Ma quanto a voi - dice l'Apostolo - non è cosi che vi è stato insegnato Cristo, se ben lo avete inteso e se siete stati in lui ammaestrati. ( Ef 4,20-21 )
Non abbiate alcun rapporto con loro.
Eravate un tempo tenebre, ma ora siete luce nel Signore: vivete dunque da figli della luce: ( Ef 5,7-8 ) affinché anche noi che vi stiamo comunicando la parola di Dio possiamo alla fine, con voi e per voi, godere di quella luce intramontabile.
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