Discorsi sui tempi Liturgici |
1 - Noi, diventati corpo di Cristo, siamo quel che riceviamo
2 - Come il sacramento esprime unità, così noi dobbiamo conservare l'unità
3 - Spiegazione delle parti sacrificali della Messa
Quel che vedete sulla mensa del Signore, carissimi, è pane e vino; ma questo pane e questo vino, con la mediazione della parola, diventa il corpo e il sangue del Verbo.
Infatti il Signore che in principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio, ( Gv 1,1 ) per quella sua misericordia a motivo della quale non trascurò quel che aveva creato a sua immagine, si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi, ( Gv 1,14 ) come sapete.
Così questo Verbo assunse l'uomo, ossia l'anima e la carne dell'uomo, e si fece uomo pur rimanendo Dio.
E siccome anche patì per noi, in questo sacramento ci ha affidato il suo corpo e il suo sangue; e anche noi ha trasformati in esso.
Noi pure infatti siamo diventati suo corpo e, per la sua misericordia, quel che riceviamo lo siamo.
Ripensate che cos'era una volta nei campi questa sostanza, come la terra la partorì, la pioggia la nutrì e la fece diventare spiga; poi il lavoro dell'uomo la radunò nell'aia, la trebbiò, la ventilò, la ripose [ nei granai ], poi la tirò fuori, la macinò, l'impastò, la cosse, ed ecco finalmente la fece diventare pane.
Ed ora pensate a voi stessi: non eravate e siete stati creati, siete stati radunati nell'aia del Signore, siete stati trebbiati col lavoro dei buoi, ossia di coloro che annunziano il Vangelo.
Quando da catecumeni eravate rinviati, venivate conservati nei granai.
Poi avete dato i vostri nomi; avete cominciato ad essere macinati con digiuni ed esorcismi.
Quindi siete venuti all'acqua e siete stati impastati e siete diventati una cosa sola.
Col sopraggiungere del fuoco dello Spirito Santo siete stati cotti e siete diventati pane del Signore.
Questo è quello che avete ricevuto.
Come dunque vedete che esprime unità tutto quel che è stato fatto, così anche voi siate uno, amandovi, mantenendo l'unità della fede, l'unità della speranza, l'indivisibilità della carità.
Quando questa cosa la ricevono gli eretici, ricevono una testimonianza contro se stessi, perché essi vanno cercando la divisione, mentre questo pane è segno di unità.
Allo stesso modo anche il vino era in tanti acini e ora è una cosa sola; è uno nella soavità del calice, ma prima è stato spremuto nel torchio.
E anche voi, dopo quei digiuni, dopo le fatiche, dopo l'umiliazione e la contrizione, ormai nel nome di Cristo siete confluiti in un certo senso nel calice del Signore.
Siete dunque qui sulla mensa, siete qui nel calice.
Tutto questo lo siete insieme con noi.
Insieme infatti ne prendiamo, insieme ne beviamo, perché insieme viviamo.
Ed ora sentirete quel che anche ieri avete sentito; oggi però vi viene spiegato quel che avete sentito e che anche avete risposto ( o forse siete stati zitti mentre rispondevano gli altri, ma intanto ieri avete imparato quel che oggi bisogna rispondere ).
Dopo il saluto che conoscete, cioè: Il Signore sia con voi, avete sentito: In alto i cuori.
Tutta la vita dei cristiani veri è cuore in alto, non dei cristiani solo di nome, ma dei cristiani nei fatti e nella verità, tutta la vita è cuore in alto.
Che vuol dire: cuore in alto? Speranza in Dio, non in te stesso.
Tu infatti sei di quaggiù, Dio di lassù.
Se riponi la speranza in te stesso il tuo cuore è quaggiù, non in alto.
Perciò quando sentite dal sacerdote: In alto i cuori, voi rispondete: Sono rivolti al Signore.
Fate in modo che la risposta sia vera, perché rispondete di fronte ad atti divini; sia proprio vero quel che dichiarate e non succeda che la lingua parli e la coscienza neghi.
E poiché anche questo, cioè l'avere il cuore in alto, è Dio che ve lo dona e non le vostre forze, appena avete dichiarato di avere il cuore in alto verso il Signore, il sacerdote continua dicendo: Rendiamo grazie al Signore Dio nostro.
Rendiamo grazie di che cosa? Perché il nostro cuore è in alto e, se non fosse stato lui a sollevarlo, noi staremmo a terra.
E subito dopo [ viene ] quel che si fa nella santa orazione che voi ascolterete, in cui, mediante la parola, si fa presente il corpo e il sangue di Cristo.
Togli infatti la parola, ed è pane e vino; mettici la parola, e subito è un'altra cosa.
Che cos'è quest'altra cosa? Il corpo di Cristo, il sangue di Cristo.
Togli dunque la parola: è pane e vino; mettici la parola e diventa sacramento.
Su queste cose voi dite Amen.
Dire Amen, è sottoscrivere.
Amen in latino vuol dire "È verità".
Poi si dice l'Orazione del Signore, che voi avete ricevuto e reso.
Perché si dice prima di ricevere il corpo e il sangue di Cristo?
Perché se, per fragilità umana, la nostra mente ha concepito qualcosa che non stava bene, se la lingua si è lasciata scappare qualcosa d'inopportuno, se l'occhio ha guardato qualcosa in un modo che non conveniva, se l'orecchio ha prestato benevola attenzione a qualcosa di scorretto, se mai qualcosa di simile è stato contratto per le tentazioni di questo mondo e per la fragilità della vita umana, questo viene cancellato nell'Orazione del Signore con le parole: Rimetti a noi i nostri debiti. ( Mt 6,12 )
Così possiamo accostarci tranquilli, senza pericolo che quel che riceviamo lo mangiamo e beviamo a nostra condanna. ( 1 Cor 11,29 )
Dopo ciò si dice: La pace sia con voi.
Grande sacramento è il bacio della pace! Il tuo bacio sia veramente un segno d'amore.
Non essere un Giuda! Giuda il traditore con la bocca baciava Cristo, ma nel cuore gli tendeva insidie.
Ma può darsi che sia un altro ad avere contro di te un animo ostile e tu non riesci a convincerlo, a rappacificarlo: bisogna che lo sopporti.
Non rendergli male per male ( 1 Pt 3,9; Rm 12,17; 1 Ts 5,15 ) nel tuo cuore; egli odia, tu ama e puoi baciare con tranquillità.
Avete ascoltato poche cose, ma grandi; non siano disprezzate perché poche, ma stimate per il loro peso.
D'altra parte non potete esser troppo caricati, se volete ritenere le cose che sono state dette.
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