Discorsi sui tempi Liturgici |
1 - Per donarci i suoi beni Cristo sopportò con pazienza i nostri mali
2 - Nel lavacro della rigenerazione tutti i peccati vengono interamente rimessi
3 - La risurrezione di Cristo è sacramento della nuova vita
4 - Per i suoi operai Cristo è insieme cibo e ricompensa
La passione del Signore e la risurrezione ci mettono in evidenza le due vite: quella che stiamo sopportando e quella che desideriamo.
E colui che per noi si è degnato di sopportare questa ha la possibilità di donarci quell'altra.
E così ci ha dimostrato quanto ci ami, e ha voluto che noi credessimo che egli veramente ci darà i beni che gli sono propri, lui che volle condividere con noi i mali che sono propri a noi.
Noi siamo nati, e anche lui è nato; noi dobbiamo morire, e anche lui è morto.
Due cose che noi, in questa vita, conoscevamo assai bene, l'inizio e la fine, il nascere e il morire; con la nascita cominciare a tribolare, con la morte andarsene verso l'ignoto.
Queste due cose le conoscevamo: il nascere e il morire, cose che abbondano nella nostra regione.
La nostra regione è la terra; la regione degli angeli, il cielo.
E il Signore nostro è venuto a questa regione dall'altra regione; alla regione della morte dalla regione della vita; alla regione del travaglio dalla regione della felicità.
Venne portando a noi i beni che gli erano propri e sopportò con pazienza i mali che erano propri a noi.
I beni suoi li portava occultamente, i nostri mali li sopportava palesemente; si vedeva come uomo, come Dio era nascosto; si vedeva la debolezza, la maestà era nascosta; si vedeva la carne, il Verbo era nascosto.
Pativa la carne; dov'era il Verbo, quando la carne pativa?
Eppure neanche il Verbo taceva, perché c'insegnava la pazienza.
Ed ecco, il Cristo Signore il terzo giorno risuscitò.
Dove sono finiti gli insulti dei Giudei?
Dove gli insulti dei principi dei Giudei che attorno a lui fremevano e perdevano la testa e uccidevano il medico?
Richiamate alla mente, carissimi, quel che avete sentito quando si leggeva la sua passione.
Se è il Figlio di Dio, scenda dalla croce e gli crederemo.
Se è il Figlio di Dio, lo liberi lui. ( Mt 27,40-43 )
Egli ascoltava e taceva; pregava per coloro che dicevano così, ma non si manifestava.
In un altro Vangelo anzi è scritto che pregò per loro ad alta voce dicendo: Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno. ( Lc 23,34 )
Vedeva lì in mezzo quelli che sarebbero stati suoi, vedeva che presto avrebbero creduto in lui, voleva che fossero perdonati.
Il nostro capo pendeva sulla croce, ma conosceva le membra sue che erano sulla terra.
Mentre si leggeva il libro degli Atti degli Apostoli avete sentito che, siccome quelli che si erano radunati si stupivano del fatto che gli Apostoli e quelli che erano con loro parlavano le lingue di tutte le genti, che essi non conoscevano, [ ma le parlavano ] sotto l'ispirazione e la guida dello Spirito Santo che avevano ricevuto, a tutta quella gente, stupefatta per il miracolo, l'Apostolo Pietro rivolse il suo discorso e spiegò che essi certamente per ignoranza avevano commesso quell'enorme delitto di aver ucciso il Signore; ma che [ in questo modo ] Dio aveva realizzato il suo disegno ( At 3,17-18 ) di spargere il sangue innocente per la salvezza di tutto il mondo e di cancellare i peccati di tutti i credenti; infatti era morto colui nel quale non poté essere trovato peccato.
C'era in giro la cauzione dei nostri peccati, il diavolo aveva in mano il chirografo ( Col 2,14 ) sfavorevole a noi; aveva in possesso quelli che aveva ingannato, era il padrone di quelli che aveva vinto.
Tutti eravamo con questo debito, tutti nascono con questo debito ereditario; fu versato il sangue senza peccato e la cauzione del peccato fu distrutta.
E allora quelli che al discorso di Pietro, secondo gli Atti degli Apostoli, credettero, esclamarono pieni di costernazione: Che cosa dobbiamo fare, fratelli? Ditecelo. ( At 2,37 )
Non speravano infatti che un delitto così enorme potesse esser perdonato.
E la risposta fu: Pentitevi, e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome del Signore nostro Gesù Cristo e i vostri peccati saranno rimessi. ( At 2,38 )
Quali peccati? Tutti. Proprio tutti? Sì, anche quello così grande di aver ucciso il Cristo.
Che cosa avreste potuto commettere di più scellerato, che uccidere il vostro Creatore, fattosi per voi creatura?
Che cosa un pazzo avrebbe potuto commettere di più grave che uccidere il suo proprio medico?
Eppure anche questo viene perdonato.
Così fu detto loro: tutto viene perdonato.
Avete infierito, avete sparso sangue innocente; [ ora ] credete e bevete quel che avete sparso.
Quelli erano stati lassù, quelli che [ poi ] dissero disperati: Che cosa dobbiamo fare?
E si sentirono rispondere che, credendo in colui che avevano ucciso, potevano ottenere il perdono di tanto misfatto.
Erano lassù, egli li vedeva; davanti alla sua croce li vide, lui che prima della creazione del mondo li previde. ( Ef 1,4 )
Per essi pregò: Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno. ( Lc 23,34 )
Quelli uccidevano il medico, e il medico con il suo sangue preparava per gli uccisori la medicina.
Grande misericordia, grande gloria!
Che cosa non sarà loro rimesso, quando viene loro rimesso di aver ucciso il Cristo?
E allora carissimi, nessuno deve dubitare che nel lavacro della rigenerazione tutti, proprio tutti i peccati, i più piccoli e i più grandi, vengono interamente rimessi; qui ne abbiamo un esempio e una prova irrefutabile.
Nessun peccato più grave dell'aver ucciso il Cristo: se anche questo è stato rimesso, quale altro potrà rimanere sulla coscienza del battezzato?
E ora, carissimi, consideriamo la risurrezione di Cristo perché come la sua passione si riferiva alla nostra vita vecchia, così la sua risurrezione è il sacramento della vita nuova.
Per questo nuova vita, l'Apostolo afferma: Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a Cristo nella morte perché, come Cristo risuscitò dai morti, cosi anche noi camminiamo in una vita nuova. ( Rm 6,4 )
Tu hai creduto e sei stato battezzato; la tua vita vecchia è morta, è stata uccisa sulla croce, è stata sepolta nel battesimo.
È stata sepolta quella vecchia in cui sei vissuto male; risorga ora quella nuova.
Vivi bene: vivi in modo da conseguire la vita; vivi in modo che, quando morrai, tu non abbia a morire.
Riflettete, carissimi, a ciò che disse il Signore nel Vangelo a quel tale che aveva curato: Ecco che sei guarito; ora non peccar più, perché non t'abbia ad accadere qualcosa di peggio. ( Gv 5,14 )
Con una sentenza di questo genere eravamo con le spalle al muro, eravamo in seri guai; ma la sua misericordia non ci abbandona mai.
E siccome qui non si riesce a vivere senza peccato, ai battezzati ha dato quell'orazione in cui ogni giorno diciamo: Rimetti a noi i nostri debiti. ( Mt 6,12 )
Di debiti ce ne sono: c'è quella cauzione di carattere generale, e noi stessi per di più non cessiamo d'indebitarci.
Riconosciamo che c'è materia per cui ogni giorno ci deve essere rimesso qualcosa; ma non per questo dobbiamo riposar tranquilli nelle malvagità, nelle scelleratezze, nei delitti.
I peccati non debbono essere nostri amici: li abbiamo vomitati, odiamoli; non torniamo al nostro vomito, come fanno i cani. ( 2 Pt 2,22 )
E se succedono, succedano contro volontà, succedano non ricercati o intenzionalmente desiderati, perché chi vuol mantenere l'amicizia con i peccati sarà nemico di colui che è venuto per cancellare i peccati, lui che non aveva alcun peccato.
Fratelli miei, badate bene a quel che dico: chi è amico della malattia è nemico del medico.
Se tu ti ammali nel corpo e viene da te il medico in grazia della sua professione, dimmi un po', che cosa egli desidera nel venire da te, che cosa può desiderare se non di guarirti?
Ed essendoti amico, dovrà esser nemico della febbre; perché se amasse la tua febbre, non amerebbe te.
Egli quindi odia la tua febbre: contro di essa è entrato in casa tua, contro di essa è salito nella tua camera, contro di essa si è accostato al tuo letto, contro di essa ti ha tastato il polso, contro di essa ti ha dato delle prescrizioni, contro di essa ha composto le medicine e te le ha somministrate; tutto contro di essa, tutto per il tuo bene.
Se dunque lui è tutto contro la febbre, tutto per il tuo bene, tu, se ami la febbre, sei il solo contro di te.
Tu mi risponderai, lo so bene, mi risponderai dicendo: Ma chi è che ama la febbre?
Lo so anch'io, il malato non ama la febbre; però ama quello che gli chiede la febbre.
Cos'è che ha detto il medico quando è entrato da te, armato della sua arte contro la tua febbre?
Può aver detto, per esempio: Non devi bere roba fredda.
Non bere roba fredda, l'hai sentito tu stesso dal medico che è il nemico della tua febbre.
Ma appena il medico se n'è andato, la febbre ti dice: Bevi qualcosa di freddo.
Su quel che ti dice la febbre tu dovresti pensare: Questo è il calore della febbre.
Ma dentro di te si svolge un dialogo segreto: esso ti fa sentire la gola arsa, ti anticipa il gusto di qualcosa di freddo.
Ma ricordati quel che ha detto il medico, non bere.
Se il medico è via, la febbre è lì.
Che aveva detto il medico? La vuoi vincere? Non cedere alle sue richieste.
Se ti metti dalla parte del medico, sarete in due contro la febbre; se dài retta alla febbre, il medico è vinto, ma il guaio è per il malato, non per il medico.
Oh! non sia mai che il medico Cristo resti vinto in coloro che egli ha conosciuto e predestinato; perché questi stessi li ha anche chiamati; e quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; e quelli che ha giustificati, li ha anche glorificati. ( Rm 8,29-30 )
Siano repressi i vizi, siano frenate le libidini, si torca di rabbia il diavolo con i suoi angeli.
Se Dio è dalla nostra parte, chi sarà contro di noi? ( Rm 8,31 )
E quel che Cristo ha indicato con la risurrezione del suo corpo, voi cominciate a realizzarlo spiritualmente vivendo bene.
Però non per subito potete attendervi quella medesima realtà, ossia compensala medesima proprietà, la medesima verità, la medesima incorruttibilità della carne; questa è la ricompensa della fede, e la ricompensa si dà al termine del giorno.
Per ora lavoriamo nella vigna, aspettiamo la fine della giornata.
Colui che ci ha presi a giornata per lavorare non ci trascura e non ci lascia venir meno.
Il padrone che dovrà dare al suo operaio la paga a giorno finito, lo pasce intanto mentre egli lavora; così anche il Signore, mentre fatichiamo in questo mondo, ci pasce non solo col cibo per il ventre, ma anche con quello per la mente.
Se non ci pascesse, io non starei qui a parlare; ci pasce con la parola, ed è quello che stiamo facendo noi che predichiamo di lui non ai vostri ventri ma alle vostre menti.
E voi ricevete con avidità e, mentre vi pascete, lodate; per qual ragione acclamereste, se alle vostre menti nessun boccone fosse arrivato?
E noi che cosa siamo? Suoi ministri, suoi servitori; perché non è nostro, ma tiriamo fuori dalla sua dispensa quanto distribuiamo a voi.
E anche noi viviamo di essa, perché siamo servi come voi.
E che cosa vi somministriamo? Il suo pane o lui stesso pane?
Chiunque abbia assunto un operaio nella sua vigna gli potrà dare il suo pane, non se stesso.
Ai suoi operai Cristo dona se stesso: se stesso imbandisce nel pane, se stesso riserva come ricompensa.
E non c'è motivo di dire: Se lo mangiamo adesso, alla fine che ci resterà?
Noi mangiamo, ma lui non finisce; affamati, ci ristora, ma lui non si esaurisce.
Pasce chi è ora affaticato, ma ne rimane ricompensa intera.
E che cosa potremo ricevere, che valga più di lui stesso?
Se avesse qualcosa che valga di più, ce l'avrebbe data.
Ma nulla c'è che valga più di Dio, e Cristo è Dio.
Sta' attento: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio. ( Gv 1,1-2 )
Questo chi può capirlo? Chi inquadrarlo? Chi intuirlo? Chi contemplarlo? Chi adeguatamente pensarlo? Nessuno.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. ( Gv 1,14 )
A questo ti chiama, perché lavori da [ buon ] operaio.
Il Verbo si è fatto carne. È lui stesso che ti chiama.
Il Verbo sarà la tua lode, il Signore la tua ricompensa.
Indice |