Discorsi sui tempi Liturgici |
2 - Il Figlio è uguale al Padre, ma con lui è un solo Dio
3 - E tuttavia Padre e Figlio sono due
4 - La fede cattolica naviga in mezzo tra gli errori di Sabellio e di Ario
5 - La carità dei fedeli figura dell'unità nella Trinità
6 - In che modo Cristo poté morire
1 - Avete sentito quel che disse ai suoi discepoli il Signore dopo la sua risurrezione, ormai non più soggetto alla morte, e per togliere la paura della morte a chi è soggetto al morire.
Che Cristo sia Dio non lo negano neanche coloro che non vogliono riconoscere che egli è della medesima sostanza col Padre: lo riconoscono Dio, ma lo negano uguale; e così ne fanno due dèi.
Noi invece diciamo che l'uguaglianza del Padre e del Figlio è tale che, se ci viene chiesto separatamente se il Padre è Dio confessiamo che è Dio, e se il Figlio è Dio, confessiamo che è Dio; e se essi, Padre e Figlio, sono [ due ] dèi o un Dio solo, confessiamo che sono un Dio solo.
Sono cose che le nostre menti, umane e inferme, non possono comprendere; cose così grandi e divine, appunto quando si parla di Dio, la nostra umana infermità non può pensarle; però può crederle per poi poterci riflettere in modo adeguato.
Fu detto dunque al Signore: Signore, mostraci il Padre e ci basta. ( Gv 14,8 )
Chi parlava così non riconosceva il Padre nel Figlio; vedeva in lui quel che i Giudei poterono crocifiggere, non vedeva colui che, nascosto, i Giudei offendevano.
E credeva che quello fosse tutto il Cristo, quello che si vedeva con gli occhi; e appunto non gli bastava perché non lo vedeva tutto.
E siccome credeva che nel Cristo non ci fosse altro, ecco che cercava il Padre, che sarebbe loro bastato.
Come se dicesse: A te ti conosciamo, a te ti vediamo, ma noi desideriamo ancora qualcosa di più.
Mostraci il Padre e ci basta: quando avremo conosciuto il Padre, nulla di più grande ci sarà per noi da cercare.
Ed egli, volendosi rivelare come uguale al Padre, disse: È tanto tempo che sono con voi e non mi avete conosciuto?
Filippo, chi ha visto me ha visto anche il Padre, ( Gv 14,9 ) Che vuol dire: Chi ha visto me ha visto anche il Padre, se non che tu non mi vedi per il fatto che credi il Padre maggiore di me?
Chi ha visto me ha visto anche il Padre.
È giusto che tu pensi che il Padre ti basterà, ma è perché ancora non vedi me.
Mostraci il Padre e ci basta. Guarda me e io ti basterò.
E diceva così a uno che lo stava vedendo.
Lo vedeva e non lo vedeva; vedeva la sua condizione di servo, non vedeva la condizione di Dio.
Se avesse visto la condizione di Dio, vi avrebbe visto il Figlio uguale al Padre; perché, pur essendo di natura divina, non considerò una rapina la sua uguaglianza con Dio. ( Fil 2,6 )
Questa era la sua natura, non era una rapina.
Colui per il quale fu rapina, precipitò; e da dove precipitò, trascinò con sé.
Il diavolo infatti volle spartire la sua rapina con l'uomo che trascinò con sé, per avere compagno nel supplizio quegli che cercò di aver consorte nel peccato.
Che cosa infatti disse agli uomini? Mangiate e vi si apriranno gli occhi e sarete come dèi. ( Gen 3,5 )
Questa sì che è una rapina.
Questa presunzione è rapina, è usurpazione e non degnazione.
E se non usurperemo, saremo per grazia quel che non potremo essere per superbia.
Appartiene infatti all'ordine della grazia quel che è scritto: Io ho detto: Voi siete dèi, siete tutti figli dell'Altissimo. ( Sal 82,6 )
Però: Io ho detto. E quel che ha detto, egli lo farà.
Ma in che senso gli uomini saranno dèi? Come dèi? Uguali agli angeli di Dio. ( Lc 20,36 )
Questa è la promessa, di più non cerchiamo.
Non saremo infatti uguali a Dio, ma, resi uguali agli angeli, come qui in terra crediamo nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, così anche li vedremo.
E siccome era una grande cosa per Filippo vedere quel che disse il Signore ( era ancora appesantito dal corpo corruttibile; non era infatti ancora venuto quel che dice l'Apostolo: Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa, ma allora vedremo faccia a faccia ( 1 Cor 13,12 ) ), siccome dunque era una grande cosa per lui poter pensare quel che aveva sentito dal Signore: Chi ha visto me, ha visto anche il Padre …
E considerate che non a caso è detto: Ha visto anche il Padre.
Non ha detto: Chi ha visto me ha visto il Padre, per non dare argomento ai Sabelliani, detti anche Patripassiani, che affermano, sì, che il Padre è la stessa cosa che il Figlio, ma che quando vuole è Padre e quando vuole è Figlio.
Per non dare argomento a questo nuovo errore, non disse: Chi ha visto me ha visto il Padre, ma ha visto anche il Padre.
E così abbiamo sia il Padre che il Figlio.
Perciò il Padre e il Figlio sono due. Come due? Dammi retta, il Padre e il Figlio sono due.
Qualunque cosa tu dica ancora, io risponderò sempre: Il Padre e il Figlio …
Che cosa? Due dèi? No, due. Però? Un Dio solo.
Ma io non capisco, dirà qualcuno.
Il Padre non è il Figlio, il Figlio non è il Padre: sono due.
È Dio il Padre, è Dio il Figlio. E non sono due dèi? Io non capisco.
E che cosa ti posso dire io, se non capisci?
Ascolta il Profeta: Se non crederete, non potete capire. ( Is 7,9 )
Non devi capire per credere, ma devi credere per capire.
Quel che occorre è la fede: il capire ne è la ricompensa.
Se non crederete, non potete capire.
E per sapere che cosa credere, ascolta il Signore medesimo: Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. ( Gv 14,28 )
A questo punto si potrebbe alzare qualcuno che crede di aver capito.
Ecco, dice, adesso sì che capisco. Il Padre è più grande di me.
Però chi parla è la condizione di servo: tu cerca la condizione di Dio.
Certo, egli ha detto così: Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me.
Voi ora mi vedete, ma mi vedete in quello per cui sono minore.
E proprio perché mi vedete in quello per cui sono minore, se mi amaste, [ vi rallegrereste ] che io vado là dove sono uguale.
Ti stupisci che il Figlio è minore del Padre nella condizione di servo?
Ma io ti dico che è minore anche di se stesso, perché annientò se stesso assumendo la condizione di servo. ( Fil 2,7 )
Se dunque ripensi che di lui è stato detto: Di poco è stato fatto inferiore agli angeli, ( Eb 2,7 ) se hai rivolto l'attenzione alla sua condizione di servo, non fermarti lì, innalzati, riconosci che Cristo è uguale al Padre.
Perché ti piace quando ascolti: Padre è più grande di me?
Ascolta con più gioia: Io e il Padre siamo una cosa sola. ( Gv 10,30 )
Questa è la fede cattolica che naviga tra Scilla e Cariddi, come si naviga in quel noto stretto che si trova tra la Sicilia e l'Italia; da una parte scogli che spezzano le navi, dall'altra vortici che inghiottono.
Se si dà contro gli scogli, si è spezzati; se si finisce sui vortici, si è inghiottiti.
Ecco Sabellio: egli afferma che Padre e Figlio non sono due ma uno solo.
È la nave spezzata.
Dall'altra parte l'Ariano: Sono due, uno maggiore, l'altro minore, non della stessa sostanza.
È la nave inghiottita.
Tu naviga tra i due e mantieni diritta la rotta.
Non senza ragione i cattolici sono detti ortodossi: la parola greca significa "diritto".
Se mantieni diritta la rotta, non vai ad imbatterti né in Scilla né in Cariddi.
Tu devi mantenere ben saldo: Io e il Padre siamo una cosa sola.
Io e il Padre siamo ( lo ascolti Sabellio ) una cosa sola ( lo ascolti l'Ariano ).
Ascoltando siamo, ti salvi da Cariddi; ascoltando una cosa sola, eviti Scilla.
Punta su: siamo una cosa sola, e navigherai diritto.
Ecco, abbiamo sentito: una cosa sola; una perché unica è la sostanza; una perché la natura non è disuguale o diversa; una perché assoluta è l'uguaglianza, non c'è nessuna discordanza, nessuna differenza.
Ecco perché una cosa sola.
E perché: siamo? Perché Padre e Figlio è un Dio solo.
E perché diciamo: è e non sono un Dio solo?
Un Dio solo infatti è il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, un Dio solo: sono tre, ma è un Dio solo.
Il Padre non è il Figlio, il Figlio non è il Padre, lo Spirito Santo non è né il Padre né il Figlio, ma è lo Spirito del Padre e del Figlio; e tutto questo è un solo Dio.
E come un solo Dio? Perché suprema è in essi la carità, suprema la pace, suprema la concordia, in nulla [ c'è ] dissonanza.
Ti faccio un esempio che ti aiuterà a credere questa cosa che d'altronde non puoi capire se non credi.
Dimmi, quante erano le anime, secondo gli Atti degli Apostoli, che credettero quando videro i miracoli degli Apostoli?
Intendo dire di quei Giudei che avevano crocifisso il Signore, che gli avevano messo addosso quelle mani assassine, che avevano orecchie sacrileghe e una lingua che fu paragonata a una spada: I loro denti erano lance e frecce, la loro lingua una spada affilata. ( Sal 57,5 )
Tuttavia, siccome non per nulla Cristo aveva pregato per loro, non per nulla aveva detto: Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno, ( Lc 23,34 ) molti di essi abbracciarono la fede; anzi, come si legge, in quel giorno si unirono a loro ( così sta scritto ) tre mila persone. ( At 2,41 )
Sono dunque migliaia di persone, se ne dice persino il numero; su di esse viene lo Spirito Santo per mezzo del quale l'amore di Dio viene riversato nei nostri cuori; ( Rm 5,5 ) e che cosa è detto di tutte quelle persone?
Avevano un'anima sola e un cuore solo. ( At 4,32 )
Tante anime, un'anima sola; e questo non per spinta naturale, ma per grazia.
Se tante anime, per quella grazia che viene dall'alto, diventarono un'anima sola, tu ti meravigli che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo è un solo Dio?
Perciò, fratelli miei, conservate saldissima, e integerrima, e cattolica la vostra fede.
Quando sentite o leggete nella Scrittura che il Padre viene presentato come più grande [ del Figlio ], ripensate alla condizione di servo; quando invece leggete che il Padre e il Figlio sono una cosa sola, credete alla natura divina. ( Fil 2,6-7 )
E se non siete in grado dì pensare, tuttavia mantenete salda la vostra fede: è essa che vi guida, è essa che rende le vostre opere buone accette a Dio.
Tutto quello, infatti, che non viene dalla fede, è peccato. ( Rm 14,23 )
Se qualcuno ti chiede se Cristo è morto, tu confessa che è morto, ma nella carne.
Ma chi è morto? Il Figlio unigenito di Dio, il Signore nostro Gesù Cristo.
Ma allora è la divinità che muore? No, la divinità non muore.
E allora Cristo non è morto? È morto Cristo Dio.
Ma come è morto Cristo Dio, se la divinità non muore?
Nel modo come sono morti gli Apostoli: nella loro carne, non nell'anima.
Ossia come un Apostolo è morto nella sua carne, così Cristo è morto nella sua carne.
Cristo quindi è [ veramente ] morto, anche se solo nella parte in cui poté morire; perché nella divinità non poté morire.
In principio, infatti, era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. ( Gv 1,1 )
Qui poté morire? Impossibile.
In principio il Verbo non fu fatto nel modo come in principio Dio creò il cielo e la terra; ( Gen 1,1 ) questo fu il Verbo stesso a farlo.
E che cosa era in principio? Era il Verbo e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio.
Se qui cerchi [ la possibilità ] della morte, non la troverai.
Non c'è dove, non c'è donde, non c'è chi.
Non c'è dove, perché non è in potere dei Giudei; non c'è donde, perché non ha né carne né sangue; non c'è chi, perché è Dio, uguale al Padre.
Ma allora come è potuto morire? In quanto il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. ( Gv 1,14 )
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