Discorsi sui tempi Liturgici |
1 - La passione e la risurrezione raccontate da tutti i Vangeli
2 - Le donne vedono Cristo ma non sono credute dai discepoli
3 - I due discepoli di Emmaus, uomini di fede debole
4 - Pietro scandalizzato per la morte di Cristo
5 - Cristo predisse la sua morte e la risurrezione
6 - La fede del buon ladrone
7 - Urge mutare la vita in senso cristiano
Anche oggi ci è stato letto un brano riguardante la resurrezione del nostro Signore Gesù Cristo; esso però è stato preso da un altro Vangelo, e cioè da quello secondo Luca.
Il primo giorno si lesse il racconto tratto dal Vangelo secondo Matteo, ieri da quello secondo Marco, oggi da quello secondo Luca.
Tale infatti è la successione degli Evangelisti.
E allora, come la passione del Signore fu narrata da tutti gli Evangelisti, allo stesso modo gli attuali sette o otto giorni permettono di leggere il racconto della resurrezione come lo troviamo in tutti gli Evangelisti.
Tuttavia, per quel che concerne la passione, siccome si dispone di un giorno solo per leggerla, non si è soliti leggere se non il racconto tramandatoci da Matteo.
Una volta mi proposi di leggere anche la passione secondo quanto troviamo in tutti i Vangeli, distribuendo la lettura anno per anno, e così di fatto feci.
Successe che la gente, non sentendo quel che era solita ascoltare, si scandalizzò.
Quanti però amano le Lettere inviateci da Dio e non vogliono restare eternamente ignoranti, sono al corrente di tutta la Scrittura e tutta la investigano diligentemente.
Ma, quale è la misura della fede che Dio ha distribuito a ciascuno ( Rm 12,3 ) tali sono i progressi che ciascuno vi fa.
Riflettiamo ora un istante sulla lettura che abbiamo ascoltata, notando subito come oggi abbiamo udito in forma più marcata ciò che ieri facevo sottolineare alla vostra Carità, cioè la incredulità dei discepoli.
In tal modo possiamo renderci conto della grandezza del beneficio che Dio ci ha concesso facendoci credere a cose che non abbiamo vedute.
Li aveva chiamati e istruiti, era vissuto con loro su questa terra, in loro presenza aveva compiuto miracoli strepitosi.
Aveva perfino risuscitato dei morti; eppure i discepoli non credevano che potesse risuscitare il suo corpo.
Delle donne si recarono al sepolcro, ma nel sepolcro non trovarono alcuna salma.
Udita dagli angeli la resurrezione del Signore, le donne l'annunziarono agli uomini.
E cosa dice la Scrittura? cosa avete udito?
Le cose narrate sembrarono al loro modo di vedere come dei vaneggiamenti. ( Lc 24,11 )
Grande miseria di questa natura umana!
Quando Eva riferì quel che le aveva detto il serpente, immediatamente fu creduta.
Si credette ad una donna bugiarda e si cadde nella morte; a delle donne messaggere di verità non si prestò fede: eppure si sarebbe ottenuta la vita.
Se non si doveva prestar fede alle donne, perché Adamo credette ad Eva? ( Gen 3,6 )
Se si deve prestargliela, perché i discepoli si rifiutarono di credere a quelle sante donne? ( Lc 24,11 )
Veramente in tutta questa vicenda c'è da sottolineare quanto condiscendente sia stato il comportamento del nostro Signore.
Questo infatti dispose il Signore Gesù Cristo: che fossero delle donne ad annunziare per prime la resurrezione.
Per colpa di una donna era caduto l'uomo, per merito della donna l'uomo fu riscattato.
Dal momento che era stata una vergine a concepire Cristo, toccava alla donna annunziarne la resurrezione.
Così, come per causa della donna era venuta la morte, per causa della donna veniva la vita.
I discepoli però non credettero a quel che dicevano le donne; le presero per pazze, mentre invece dicevano la verità.
Ma ci furono altri due che, camminando per la via, parlavano fra loro delle cose accadute a Gerusalemme: della crudeltà dei Giudei, della morte di Cristo.
Camminavano discorrendo, in preda al lutto per la sua morte, del tutto ignari della sua resurrezione.
Anche a costoro apparve, e, inserendosi come terzo nel percorrere la strada, intavolò con loro un discorso cordiale.
I loro occhi però erano accecati e non lo riconobbero.
Bisognava che il loro cuore maturasse nella scienza: per questo si rimanda a più tardi la rivelazione.
Comincia col chiedere di che cosa parlassero tra di loro per provocarli a manifestare cose che egli già sapeva; e, come avete ascoltato, essi restarono sorpresi delle sue domande che riguardavano cose note e manifeste, mentre lui sembrava non saperne niente.
Gli dicono: Possibile che tu sia proprio l'unico straniero che in Gerusalemme non sappia ciò che vi è accaduto?
Egli rispose: Che cosa mai?
Tutta la vicenda di Gesù Nazzareno, che era stato un profeta potente in opere e in parole. ( Lc 24,18 )
È di questo che si tratta, o discepoli? Era un profeta il Cristo, ovvero il Signore dei profeti?
Al vostro giudice date il nome di araldo? In effetti erano scesi a dire ciò che di lui diceva la gente.
Cosa intendo dire con questo richiamo alle dicerie della gente?
Ricordate l'episodio quando Gesù chiese ai discepoli: Chi dice la gente che sia il Figlio dell'uomo?
Essi cominciarono col riferire le opinioni altrui: Qualcuno dice che sei Elia, altri Giovanni Battista, altri Geremia o uno dei profeti.
Queste erano le risposte degli estranei, non dei discepoli.
Ma qui i discepoli erano arrivati alle stesse conclusioni.
Ora a voi: chi dite che io sia?
Mi avete risposto riferendomi le opinioni degli altri, adesso voglio udire ciò che credete voi.
Allora prese la parola Pietro, uno a nome di tutti perché fra tutti regnava l'unità, e disse: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivo.
Non uno qualsiasi dei profeti, ma il Figlio del Dio vivo: colui che realizzava le predizioni dei profeti, il Creatore degli stessi angeli.
Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivo.
Pietro ascoltò ciò che era doveroso ascoltare dopo tale esclamazione: Beato te, Simone, figlio di Giona, perché non te l'hanno rivelato la carne e il sangue ma il Padre mio che è nei cieli.
Pertanto io dico a te: Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non la vinceranno.
A te darò le chiavi del Regno dei cieli; e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto in cielo, e tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato in cielo. ( Mt 16,13-19 )
Fu merito della fede, non intuizione dell'uomo, se poté ascoltare tale elogio.
Difatti, anche lui come uomo cos'altro era se non quel che dice il Salmo: Ogni uomo è mentitore? ( Sal 116,11 )
Dopo questo discorso Cristo prese subito a parlare apertamente della sua passione e morte!
Pietro esterrefatto replico: Dio te ne scampi, Signore! questo non ti accadrà.
E il Signore: Lontano da me, satana! Pietro satana?
Dove sono andate a finire le parole: Beato te, Simone, figlio di Giona?
O che satana possa chiamarsi beato?
Beato per quanto ricevuto da Dio, satana per quanto preso dall'uomo.
Ecco infatti lo stesso Signore spiegarci il motivo per cui lo chiamò satana.
Non hai sentimenti - disse - conformi ai piani di Dio ma a quelli dell'uomo. ( Mt 16,17.22.23 )
Perché prima l'aveva detto beato?
Perché non te l'hanno rivelato la carne e il sangue ma il Padre mio celeste.
E perché dopo lo dice satana?
Perché non hai sentimenti conformi ai piani di Dio, come li avevi quando ti chiamai beato, ma sentimenti umani.
Ecco come l'animo dei discepoli oscillava, andando da un estremo all'altro.
Ora stavano saldi in piedi, ora erano accasciati a terra.
Ora stavano nella luce ora nelle tenebre: la luce da Dio, le tenebre da sé.
Donde la luce? Accostatevi a lui e sarete illuminati. ( Sal 34,6 )
Donde le tenebre? Chi dice menzogna parla attingendo da se stesso. ( Gv 8,44 )
Il Figlio di Dio aveva parlato, la Vita aveva parlato ed essi temevano che potesse morire la Vita, quando la Vita non poteva assolutamente morire.
Proprio per questo, per morire, era venuto il Figlio di Dio.
Se infatti non fosse venuto lui a subire la morte, come avremmo fatto noi a vivere?
In che modo infatti abbiamo noi acquistato la vita, e perché lui ha subito la morte?
Posa lo sguardo su di lui.
In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Cerca in lui uno spazio per la morte.
Dove? In forza di che? In che maniera egli era il Verbo, Verbo presso Dio, Verbo Dio.
Se trovi in lui la carne e il sangue, vi troverai anche lo spazio per la morte.
Orbene, su di lui Verbo come poté prevalere la morte?
E a noi, uomini di questa terra, mortali, corruttibili, peccatori, come poté pervenire la vita?
Lui non aveva possibilità di morire, noi di vivere; ma ecco che egli volle assumere la morte da noi per darci la vita, che apparteneva a lui.
In che modo egli prese da noi la morte?
Il Verbo si fece carne ed abitò fra noi.
Prese da noi ciò che avrebbe offerto per noi.
E come a noi ne derivò la vita?
E la vita era la luce degli uomini. ( Gv 1,1.14 )
Lui vita per noi, noi morte per lui.
Ma di che genere di morte si tratta?
Di una morte subita per condiscendenza, non inerente alla sua natura.
Morì perché si degnò morire, perché lo volle, perché ebbe compassione.
Morì per libera scelta.
Diceva: Ho il potere di lasciare la mia vita come ho anche il potere di riprenderla. ( Gv 10,18 )
Ma Pietro, quando inorridì ascoltando che il Signore sarebbe morto, queste cose non le sapeva.
Sta però di fatto che il Signore fin da allora aveva predetto che sarebbe morto e al terzo giorno risuscitato.
Questa sua predizione si era realizzata, e tuttavia coloro che l'avevano udita restavano increduli.
Ecco, ormai sono tre giorni da quando tutto questo è avvenuto … mentre noi speravamo che egli avrebbe redento Israele. ( Lc 24,21 )
Lo speravate: adesso invece ne disperate?
Avete perso la speranza.
Colui che cammina con voi vi risolleverà.
Erano discepoli, ne avevano ascoltato le parole, erano vissuti con lui, lo riconoscevano per loro maestro, dal quale avevano ricevuto la formazione; eppure non riuscivano a ricopiare il ladrone sospeso alla croce, imitandone la fede!
Può darsi che alcuni di voi, non avendo letto il racconto della passione quale ci è tramandato da tutti gli Evangelisti, non comprendano le parole che ho dette riguardo a questo ladrone.
Difatti l'episodio di cui sto parlando ci è narrato dal solo evangelista Luca.
Che insieme con Cristo fossero stati crocifissi due malfattori, questo lo ricorda anche Matteo, ( Mt 27,38 ) ma che di questi due uno insultava Cristo mentre l'altro credeva in Cristo, questo Matteo non lo ricorda; lo ricorda solo Luca.
Richiamiamo alla memoria la fede di questo malfattore, notando che la stessa fede Cristo, dopo la sua resurrezione, non la trovò nei suoi discepoli.
Cristo era sospeso alla croce, e alla croce era sospeso il malfattore: Cristo nel mezzo, ai lati due briganti, dei quali uno bestemmia, l'altro ha fede, e Cristo nel mezzo fa da giudice.
Il brigante che bestemmiava diceva: Se sei Figlio di Dio, libera te stesso.
Il collega gli replica: Tu non hai timore di Dio.
Se noi soffriamo questo supplizio perché ce lo siamo meritato, lui che male ha fatto?
E rivolto a lui: Signore, ricordati di me quando sarai entrato nel tuo regno.
Fede grande! A tal fede non saprei cosa si possa aggiungere.
Vacillarono coloro che avevano veduto Cristo risuscitare i morti; credette colui che lo vedeva pendere dalla croce insieme con lui.
Quando i discepoli vacillarono lui credette.
Che bel frutto trasse Cristo da quel legno secco!
Ma ascoltiamo le parole che il Signore gli rivolse: In verità ti dico: oggi sarai con me in paradiso. ( Lc 23,39-43 )
Tu ti poni a distanza, ma io ti riconosco.
Come avrebbe mai potuto ripromettersi quel ladrone un passaggio dal delitto al giudizio, dal giudizio alla croce, dalla croce al paradiso?
In effetti, egli, ripensando a quel che meritava, non disse: Ricordati di me e liberami oggi stesso, ma: Quando sarai entrato nel tuo regno, allora ricordati di me.
Se, cioè, sono meritevole di supplizi, che questi cessino almeno quando tu sarai entrato nel tuo regno.
Ma il Signore: Non accadrà così; tu hai forzato la porta del regno dei cieli, hai fatto violenza con la tua fede e te lo sei accaparrato.
Oggi sarai con me in paradiso.
Non rinvio a più tardi la ricompensa, concedo oggi stesso quanto debbo alla tua fede straordinaria.
Diceva il ladrone: Ricordati di me quando sarai entrato nel tuo regno.
Credeva che egli non solo sarebbe risorto ma avrebbe posseduto un regno.
A un sospeso, a un crocifisso, a un sanguinante, a uno inchiodato diceva: Quando sarai entrato nel tuo regno.
Quegli altri invece: Noi speravamo. ( Lc 24,21 )
Dove il ladrone aveva scoperto la speranza, là i discepoli l'avevano perduta.
E adesso, o carissimi, ascoltate quale grande mistero ci è dato conoscere.
Camminava con loro; viene accolto ospitalmente: spezza il pane e allora lo riconoscono. ( Lc 24,13-31 )
Lo stesso è di noi: non diciamo di non conoscere Cristo; lo conosciamo se crediamo in lui.
È, anzi, poco dire: Lo conosciamo se crediamo in lui.
Se crediamo in lui, lo possediamo.
Quei discepoli avevano con sé Cristo in qualità di commensale, noi l'abbiamo dentro di noi, nell'animo, ed è cosa più eccellente aver Cristo nel cuore che non in casa, poiché il nostro cuore è più interno a noi di quanto non lo sia la nostra casa.
E allora dov'è che il fedele ha da riconoscere Cristo?
Lo riconosce infatti il fedele mentre non sa scorgerlo chi è ancora catecumeno.
Nessuno tuttavia deve chiudere a lui la porta, perché non entri ( Mt 7,8 )
8 - Ieri avvertii con insistenza la vostra Carità che la resurrezione di Cristo diventa nostra se conduciamo una vita buona, se cioè la nostra vita cattiva di un tempo muore e ogni giorno prende incremento la vita nuova.
Vedo qui presente una moltitudine di penitenti, che formano una fila lunghissima nel momento dell'imposizione delle mani.
Pregate, o penitenti! e i penitenti si recano a pregare.
Ecco, mi metto ad esaminare questi penitenti e mi accorgo che seguitano a viver male.
E come ci si può pentire d'una cosa se la si continua a fare?
Se si è pentiti, si cessi di farla!
Se al contrario la si fa ancora si porta un nome falso, in quanto si persevera nella colpa.
Ci sono stati alcuni che da loro stessi spontaneamente hanno chiesto di far parte dei penitenti, altri poi, da noi scomunicati, sono stati messi fra i penitenti.
Tuttavia risulta che coloro che hanno chiesto di far penitenza, pretendono di continuare a compiere il male come prima e coloro che, da noi scomunicati, sono stati ammessi alla penitenza, non vogliono sollevarsi da dove si trovano, quasi che la condizione di penitenti sia una condizione di privilegio.
Ne segue che quel posto che dovrebbe essere un posto di umiliazione diventa un posto di iniquità.
Ebbene, dico a voi che portate il nome di penitenti e non lo siete, dico a voi …
E che vi dirò? Parole di lode? No, non lodo il vostro comportamento; ( 1 Cor 11,22 ) piuttosto ne gemo e piango.
E, diventato spregevole cantilena, ( Lam 3,14 ) che dovrò fare?
Cambiate, cambiate sistema, ve ne scongiuro.
La fine della vita è incerta e ognuno cammina in quella direzione in cui cadrà.
Voi rinviate la vita buona, lusingandovi di vivere a lungo.
Vi ripromettete una vita lunga, e non temete la morte improvvisa?
Ma ammettiamo pure che sia lunga: badate che sia buona.
Per quanto lo cerchi, non trova un solo penitente.
Quanto sarebbe meglio che la vita, se davvero dovrà essere lunga, sia buona e non cattiva!
Un pranzo cattivo che andasse per le lunghe nessuno lo tollererebbe, una lunga vita cattiva quasi tutti la desiderano, Ma certo!
Se vivere è un gran dono, questo dono grande sia speso bene!
E poi, dimmi, quando mai hai voluto una cosa repellente fra tutte quelle che compi, che pensi e che desideri?
Nel campo non vuoi un prodotto cattivo; non vuoi che il raccolto sia cattivo ma buono, e così vuoi sia buona la pianta, il cavallo, lo schiavo, l'amico, il figlio, la moglie.
Ma perché soffermarmi su queste cose rilevanti?
Nemmeno la veste che porti vuoi che sia cattiva, ma buona, e finalmente gli stessi calzari non li vuoi se non buoni.
Mostrami che tu provi gradimento per qualcosa di cattivo e che ti disgusta ciò che è buono.
Una villa - suppongo - non la vuoi se è in cattivo stato ma se è in buono.
Perché solo riguardo all'anima volere che sia cattiva?
Dove hai inciampato? Perché incorrere volontariamente in tanto male?
Fra tutte le tue cose buone tolleri che sia cattivo uno solo: te stesso!
Per il fatto che io sto ripetendo le stesse cose può darsi che alcuni - forse - continueranno a comportarsi come sempre.
Non ho detto: " certo ", ma: " forse ".
Nessuno mi riprovi, perché ho parlato più temendo che confermando.
Io per parte mia, mi scuoto le vesti dinanzi ( At 18,6 ) a Dio: ho infatti paura che sia imputato a me l'aver avuto paura.
Io faccio il mio dovere e da voi esigo il frutto; voglio assaporare la gioia delle opere buone che compite, non cerco denaro.
In effetti, quando uno vive bene non è che arricchisca me; tuttavia arricchisce me pure, se davvero vive bene, poiché non ho altra ricchezza all'infuori della speranza che, in Cristo, ho in voi.
Non trovo altra gioia, altra consolazione, altro respiro in mezzo ai pericoli che mi sovrastano per le prove del momento attuale, se non nella vostra vita buona.
Ve ne scongiuro! Anche se non v'importa di voi stessi, abbiate almeno compassione di me.
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