Discorsi sui tempi Liturgici |
1 - L'eresia manichea sul corpo di Cristo
2 - Ostinatezza dei Manichei
3 - Cristo: Verbo, anima e corpo
4 - Perché Cristo morì pur essendo innocente
5 - La croce di Cristo fu trappola per il diavolo
6 - Gli Apostoli non erano stati ancora confermati dall'alto
7 - Da te puoi fare solo il male
Abbiamo ascoltato la lettura del santo Vangelo; pieni di meraviglia abbiamo: creduto e credendo ci siamo ancor più meravigliati per il fatto che il Signore è apparso dopo la risurrezione dai morti, ha mostrato se stesso come testimonianza a persone che sarebbero morte, come esempio a persone che sarebbero risorte.
Apparve a persone che avevano perso ogni speranza, le quali, piene di timore [ alla sua vista ] credevano di vedere uno spirito. ( Lc 24,37 )
C'è un'eresia diabolica che anche oggi afferma quanto allora credettero i discepoli: i manichei dicono che Cristo Signore fu uno spirito, non un corpo, e che in tutto ciò che è avvenuto, egli ha agito in figura di corpo e che ogni azione fisica in lui è stata una parvenza, non una realtà.
Permettete che parli un poco a costoro, poiché forse qualcuno di essi si nasconde anche in mezzo a voi, non voglio trascurarlo, prendendo l'occasione dalla lettura fatta.
Che cosa affermi, o manicheo - chiunque tu sia -, che cosa affermi?
Cristo - risponde - fu uno spirito, non ebbe un corpo, ma si presentò in sembianze di corpo.
Accetto per ora la sfida, accetto di combattere con costui per farne, se potrò, un credente.
Tu dunque affermi che Cristo ebbe solo l'apparenza, che fu uno spirito, non un corpo?
Proprio così, rispondi. Questo - ti ribatto - lo credettero dapprima anche i suoi discepoli.
Non mi arrabbio dunque gran ché per il fatto che anche tu hai sbagliato; ma certamente sei da condannare perché, anche dopo che essi sono stati corretti, tu rimani nell'errore.
Dunque Cristo fu uno spirito e non ebbe un vero corpo?
Io ho accettato di discutere con te, tu ora ascolta uno che ti può fare da maestro; ripeto: ascolta un maestro, non me, ma lui.
Andate, parlate, fate discorsi, predicate, insegnate, introducetevi nelle case e seducete donnicciuole cariche di peccati; ( 2 Tm 3,6 ) datevi da fare per insegnare che Cristo fu uno spirito e non ebbe carne e ossa.
Ascoltate le sue stesse parole: Perché siete così turbati e perché i dubbi affiorano nei vostri cuori?
Guardate le mie mani e i miei piedi …
Palpatemi e osservate: uno spirito infatti non ha carne ed ossa come vedete che ho io. ( Lc 24,38-39 )
Perché non sei d'accordo con queste parole?
Sei cristiano? Se sei cristiano, ascolta Cristo che dice: Perché i dubbi affiorano nei vostri cuori?
Guardate le mie mani e i miei piedi …
Palpatemi e osservate: uno spirito infatti - cioè ciò che credete che io sia - non ha carne ed ossa come vedete che ho io.
Ancora non sei d'accordo? Se ancora non sei d'accordo, pensa se per caso non ci sia niente di male a credere che Cristo fu uno spirito mentre invece aveva una vera carne.
Se non ci fosse niente di male a credere questo, il Signore avrebbe lasciato i suoi discepoli in quello stesso errore.
Non sottovalutare una ferita che tale medico si preoccupò di risanare.
Se quei dubbi non fossero stati dannosi come i rovi nel campo del Signore, l'agricoltore non li avrebbe estirpati con mano diligente ( come invece ha fatto ).
Ma mentre i discepoli si sono ricreduti, i manichei vi sono caduti a precipizio.
Quel dubbio passò fugacemente nel cuore dei discepoli, mentre s'impossessò da padrone dei cuori dei manichei, li ha invasi come un nemico.
Fratelli, se qualcuno avesse dubbi su queste cose, si curi: ascolti la verità, la smetta di opporsi ad essa.
Cristo è Verbo, anima e corpo.
Ogni uomo è formato di anima e corpo: Cristo è Verbo e uomo.
Se è Verbo e uomo, è formato dal Verbo, dall'anima e dal corpo.
Non sono tre persone il Verbo, l'anima e il corpo: neanche tu difatti, che sei composto di anima e di corpo, sei due persone.
Tu, che sei composto di un'anima e di un corpo, sei un unico uomo; lui, che è composto del Verbo, di un'anima e di un corpo, è un Cristo solo.
Alcune volte parla in quanto Verbo e tuttavia è un medesimo Cristo che parla; altre volte parla in quanto anima e tuttavia è un medesimo Cristo che parla; altre volte infine parla in quanto corpo e tuttavia è un medesimo Cristo che parla.
Proviamo queste affermazioni con esempi tratti dalle sacre Scritture.
Ascolta Cristo che parla in quanto Verbo: Io e il Padre siamo una cosa sola; ( Gv 10,30 ) che parla in quanto anima: L'anima mia è triste fino alla morte; ( Mt 26,38 ) che parla in quanto corpo: Era necessario che Cristo patisse e risorgesse il terzo giorno. ( Lc 24,46 )
In che cosa doveva risorgere se non in ciò in cui poté essere sepolto?
È risorto in quello stesso elemento in cui morì.
Cerca la morte nel Verbo: mai poté accadere.
Cerca la morte nell'anima: non è mai accaduto perché non ci fu peccato.
Cerca la morte nel corpo: qui, sì, ci fu la morte; e perciò fu vera risurrezione, perché ci fu vera morte.
Lì ci fu morte. E come poté esserci, se non ci fu peccato?
In questo caso ci fu una pena senza colpa, perché a noi venissero rimesse e colpa e pena.
Perché ti meravigli del fatto che Cristo sia morto, pur non avendo minimamente peccato?
Volle restituire a posto tuo ciò di cui non era debitore, per liberarti dal debito.
Una volta indotto in inganno, per diritto il diavolo teneva in suo possesso il genere umano: teneva in suo possesso ciò che aveva preso; aveva preso ciò che aveva tratto in inganno.
Nel suo corpo mortale Cristo portò il sangue da versare, al fine di cancellare con esso le cambiali dei peccati.
Il diavolo ancora terrebbe noi, peccatori, in suo possesso, se non avesse ucciso l'innocente.
Ora invece guardate come giustamente gli si può dire: Hai ucciso colui che non ti doveva niente, lascia andare i tuoi debitori.
Ecco - dice Cristo - sta per venire il principe di questo mondo, ma in me non troverà niente.
Come sarebbe a dire: non troverà niente?
Non hai un'anima? Non hai un corpo? Non sei anche il Verbo?
Tutte queste cose sono niente? Non sia mai!
Ma niente è suo nel senso che niente è peccato.
Lui è il principe dei peccatori: il principe dei peccatori in me non troverà niente.
Non ho commesso peccato, non ho ereditato niente da Adamo, io che sono venuto a voi nascendo da una vergine.
Non ho aggiunto altri peccati, perché non ho avuto il peccato [ d'origine ] al quale potessi aggiungerne altri; vivendo da giusto non ho commesso alcun peccato.
Venga pure e, se può, cerchi in me qualcosa di suo.
Ma niente di suo troverà in me: non ho alcun peccato; sono nato innocente, sono vissuto innocente.
Venga pure, non troverà niente.
Perché allora muori se, venendo, non troverà niente?
E Gesù risponde perché muore: Ecco, sta per venire il principe di questo mondo, ma in me non troverà niente.
E, come se gli domandassimo: Perché allora muori? risponde: ma perché tutti riconoscano che io faccio la volontà del Padre mio, alzatevi, partiamo di qui, ( Gv 14,30-31 ) verso la passione, per fare la volontà del Padre buono, non perché debba pagare un debito al principe del male.
Allora perché ti meravigli? Certamente Cristo è la vita: perché è morta la vita?
Non è morta l'anima, non è morto il Verbo, ma è morto il corpo, perché in lui morisse la morte.
Avendo subito la morte, uccise la morte: incastrò nel laccio il leone che era andato all'esca.
Se il pesce non fosse avido di preda non verrebbe preso nell'amo.
Il diavolo fu avido di morte, fu ingordo di morte.
La croce di Cristo fu per lui una trappola; la morte di Cri sto, anzi il corpo mortale di Cristo, fu come l'esca nella trappola.
Il diavolo venne, afferrò l'esca e fu preso.
Ecco che Cristo è risorto: dov'è più la morte?
Per il suo corpo è già detto quanto per il nostro si dirà solo alla fine: La morte è stata assorbita dalla vittoria. ( 1 Cor 15,54 )
Era corpo, ma non era più corpo corruttibile.
La natura rimane la stessa, cambiano le proprietà.
La sostanza è la stessa di prima, ma ora non c'è alcun difetto, nessun impedimento, nessuna possibilità di corruzione, nessuna necessità, niente di mortale, niente di terreno secondo le nostre conoscenze.
Veniva toccato, tastato, palpato ma non poteva più essere ucciso.
Ascolta ancora. Cristo ascende in cielo, viene sottratto alla vista dei discepoli.
Li rende osservatori e ne fa dei testimoni. ( Lc 24,48 )
Viene detto loro: Perché state [ guardando verso il cielo ]?
Quel Gesù che vi è stato sottratto verrà allo stesso modo. ( At 1,11 )
Che cosa significa: Allo stesso modo?
Allo stesso modo, cioè nella stessa forma, nello stesso corpo: Vedranno colui che hanno trafitto. ( Zc 12,10 )
Verrà allo stesso modo con cui voi l'avete veduto salire al cielo. ( At 1,11 )
Lo videro con assoluta certezza, lo toccarono proprio, lo palparono; confermarono la loro fede sia guardandolo che toccandolo; lo accompagnarono con lo sguardo mentre veniva portato in cielo; ascoltarono attentamente, come si ascolta una testimonianza, la voce dell'angelo che preannunziava il ritorno futuro di Cristo.
Tuttavia, pur avendo vissuto in prima persona tutti questi avvenimenti, il solo fatto di vederlo o l'aver potuto solo toccare con mano le membra del Signore non era sufficiente per diventare testimoni di Cristo e per essere pronti a sopportare con fortezza ogni avversità per la predicazione della verità e a combattere fino al sangue contro la menzogna.
Chi ha dato loro l'aiuto [ per fare tali cose ]?
Ascolta il Signore: Voi rimanete in città fino a quando non sarete rivestiti di forza dall'alto. ( Lc 24,49 )
Mi avete visto e mi avete toccato; ma ancora non avete la forza di predicare e di morire in testimonianza di ciò che avete visto e toccato, fino a che non sarete rivestiti di forza dall'alto.
Or vadano pure gli uomini e se sono capaci di fare qualcosa l'attribuiscano pure alle proprie forze.
Pietro c'era ma ancora non era stato confermato come roccia; non era stato ancora rivestito di forza dall'alto: poiché nessuno può ricevere se non ciò che gli fu dato dal cielo. ( Gv 3,27 )
La Verità stessa, fratelli, ci faccia persuasi di questa verità: nessuno sì vanti delle proprie forze, nessuno s'insuperbisca per la propria libera volontà.
Tu da solo sei capace di peccare; per agire bene hai bisogno di uno che ti aiuti.
Di': Sii il mio aiuto, non abbandonarmi. ( Sal 27,9 )
Guai a te se ti abbandonasse.
Quando ti abbandona a te stesso, a chi ti abbandona se non ad un uomo?
Non tremi di paura quando ascolti le parole: Maledetto chiunque pone la sua speranza nell'uomo? ( Ger 17,5 )
Cristo Signore, come ho detto, è Verbo, anima e corpo; ivi c'è Dio e ivi ci sei anche tu, ma il tutto è un unico Cristo.
In che senso ci sei anche tu?
In base a quale merito umano, in base a quale decisione di libera volontà umana il Signore assunse la natura umana, il Verbo si rivestì della natura umana?
Quale merito precedente ha avuto la sua natura umana?
O forse dirai che, non so dove, un tempo in qualche parte Cristo viveva rettamente e che vivendo rettamente meritò di essere assunto dal Verbo e di diventare una sola cosa con il Verbo e di nascere dalla Vergine?
Per carità, per carità! Togli questo pensiero dalla mente dei cristiani, Signore Dio nostro!
Lo vediamo come Unigenito del Padre, pieno di grazia e di verità. ( Gv 1,14 )
Il Verbo infatti non aveva di che morire per te.
Era necessario che Cristo morisse per te ma nel Verbo non c'era nulla che potesse morire per te: poiché in principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio, ( Gv 1,1 ) vita semplicissima, senza carne né sangue, senza alcuna mutabilità.
Quale enorme distanza dalla morte!
E quindi quanta misericordia! Maria, sì, era del genere umano: vergine, ma creatura umana; santa, ma creatura umana.
Il Signore invece, il Verbo unigenito, ha assunto per te un corpo, per poterlo sacrificare per te.
Lo ha assunto per te, dalla tua stessa natura, poiché non aveva nella sua natura un corpo in cui potesse morire per te.
Tu non avresti potuto vivere, lui non avrebbe potuto morire.
O grande scambio! Tu vivi della sua vita perché egli è morto nella tua natura.
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