Discorsi sul Vecchio Testamento

Indice

Discorso su verso del salmo 18

La tua pedagogia mi ha indirizzato al fine, e la tua pedagogia mi istruisca ( Sal 18,36 )

1 - Fratelli, riflettiamo bene su ciò che abbiamo cantato.

Ci è stato proposto un salmo, chiamato appunto "salmo " per ciò che tratta; e noi, con l'aiuto del Signore, vogliamo dire qualcosa su questo testo scritturale, cioè sulla parola che poc'anzi era nelle nostre voci e nei nostri orecchi: La tua pedagogia mi ha indirizzato al fine; la tua pedagogia mi istruirà. ( Sal 18,36 )

Ci chiediamo dunque quale sia il fine al quale siamo indirizzati e quale ne sia l'insegnamento, poiché noi vogliamo essere indirizzati e forse già stiamo cercando la meta a cui ci si debba indirizzare.

L'abbiamo ascoltato: è al fine.

Riguardo al fine, però, noi parliamo di fine quando una cosa si consuma e quando una cosa si completa.

Il consumarsi fa sì che la cosa non ci sia più; il completarsi fa sì che raggiunga la forma perfetta.

Si finisce il cibo col mangiarne, si finisce la veste quando è tessuta per intero.

Il cibo, quando lo si mangia, finisce nel senso che non ce n'è più; la veste, quando è tessuta per intero, è finita perché ha la sua forma perfetta.

Quanto a noi, noi cerchiamo senza dubbio d'essere indirizzati al fine che ci rende perfetti, non a quello che ci logora.

2 - Qual è dunque questo fine?, e quale ne è la pedagogia?

Il fine è Cristo; sua pedagogia la legge.

Ascolta l'Apostolo: Fine della legge è Cristo, per la giustificazione di ogni credente. ( Rm 10,4 )

Ecco dunque - per parlare più chiaramente e illustrare ciò che abbiamo cantato -, ecco dunque che l'affermazione: La tua pedagogia mi ha indirizzato al fine ( Sal 18,36 ) equivale a " la tua legge mi ha indirizzato al fine, la tua legge mi ha indirizzato a Cristo ".

I giudei hanno questa legge, ma essa non li ha indirizzati al fine.

Giunsero, sì, al fine inquanto videro il Cristo, ma inciampando nella pietra collocata alla fine andarono fuori strada. ( Rm 9,32 )

Inciampando in Cristo, rotolarono e caddero lontano dal fine: respinsero infatti colui presso il quale sarebbero dovuti pervenire.

Ma quello stesso " fine " è diventato pietra di scandalo per qualsiasi uomo che non crede, mentre per chi crede egli è la pietra angolare. ( 1 Pt 2,7-8 )

Per voi credenti - dice l'apostolo Pietro - la pietra scartata dai costruttori è divenuta pietra angolare; per coloro che non credono, invece, è sasso d'inciampo e pietra di scandalo. ( 1 Pt 2,7-8 )

3 - Ora sappiamo chi sia il fine; cosa poi significhi " dirigersi al fine " l'abbiamo spiegato domenica scorsa.

Dirigersi al fine significa venire a Cristo, cioè credere in Cristo.

Ma che dobbiamo forse ripetervi sempre le stesse cose?

Nostro dovere è stimolarvi, non caricarvi dei pesi, anche se il ripetervi le stesse cose a noi non rincresce e a voi dà maggior sicurezza. ( Fil 3,1 )

Le abbiamo infatti esposte più d'una volta perché ci sono alcuni che ritengono sufficiente avere la fede, sebbene con il cuore si ami vivere nel male.

Essi sono convinti che si salveranno per la loro fede e, pur vivendo male, non andranno in perdizione.

Per questo motivo noi ci siamo intrattenuti ad esporre la differenza che passa tra la fede dei cristiani e quella dei demoni.

Anche i demoni infatti hanno la fede, per la quale poterono dire al Cristo: Noi sappiamo chi sei tu. ( Mc 1,24; Lc 4,33 )

Essi credevano che egli era il Cristo, ma non credevano in Cristo.

Or dunque, da che cosa si distingue colui che lo crede il Cristo da colui che crede in Cristo?

In effetti tutti coloro che credono in Cristo credono evidentemente anche che lui è il Cristo, ma non tutti coloro che credono essere lui il Cristo, con ciò stesso credono in Cristo.

Pertanto il Figlio di Dio, volendo precisare in che cosa consista tutta l'opera di Dio, disse: Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato. ( Gv 20,29 )

E quale è il fine [ di quest'opera ] se non lui stesso?

Non cercare un fine fuori di lui, perché non ti succeda che, cercando il fine fuori di lui, ne risulti disfatto e non portato a compimento.

Cos'è infatti il fine se non la meta dove vogliamo arrivare e sostare, senza cercare altro?

Se infatti giungi [ a una meta ] ma cerchi ancora, non hai raggiunto il fine.

Giungere al fine è dunque giungere là dove puoi dire: " Ora basta ".

4 - L'apostolo Filippo credeva che questo fine fosse solo il Padre e diceva: Signore, mostraci il Padre e ci basta; ( Gv 14,8 ) ma il Signore gli fece capire che il fine è, sì, Dio, ma Dio-trinità.

Quando dunque dici: "Il fine è Cristo ", non devi separare da lui Dio-Padre, e quando dici: " Il fine è Dio-Padre ", non devi separare da lui il Cristo.

Quell'apostolo che voleva in certo qual modo separarli, ritenendo che Cristo fosse solo ciò che vedeva con gli occhi, pieno di gioia disse: Mostraci il Padre e ci basta.

Che significa: Ci basta? Lì finisce il desiderio: nient'altro noi cercheremo; lì ci sazieremo; lì diremo: " Basta, non voglio nient'altro "

Perché questo? " Ecco, noi già conosciamo te; tu mostraci il Padre.

Quanto a te, infatti, noi ti vediamo, ma il Padre non lo vediamo: quindi non ci basta [ quel che conosciamo ].

Noi godiamo perché possiamo vedere te, ma tu mostraci il Padre, e questo ci basterà; noi non andremo a cercare altro ".

Il Signore però volle rivelare all'apostolo che anch'Egli è " il fine ", che Egli è la sazietà, e con questo tirarlo fuori dalla sua convinzione inesatta.

In realtà Filippo non riteneva di aver dinanzi agli occhi il Figlio di Dio, poiché lo vedeva nella forma dello schiavo. ( Fil 2,7 )

Per questo il Signore gli disse: Da tanto tempo sono con voi e non mi avete conosciuto? ( Gv 14,9 )

Quando infatti tu cerchi il fine e non lo trovi in ciò che vedi, vai ancora in cerca del fine proprio per questo: che non lo vedi dinanzi a te. Gli disse: Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? ( Gv 14,10 )

5 - A far questo siamo invitati dalla lettura successiva, quella che è stata proclamata oggi dal Vangelo: Questa è la volontà del Padre: Che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. ( Gv 6,40 )

Cercavi il fine: puoi forse cercare qualcosa che sia dappiù della vita eterna?

Questa è la volontà del Padre: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna, e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.

Che diremo, miei fratelli? Quali occhi andremo a cercare per [ godere di ] tale visione?

Notate subito infatti come oggi ci venga presentata un'affermazione diversa ma simile a quella dei giorni scorsi, della quale già vi abbiamo parlato: L'opera di Dio è questa: credere in colui che egli ha mandato. ( Gv 20,29 )

E qui cosa si dice? Questa è la volontà del Padre; ( Gv 6,40 ) ed è come se dicesse: Questa è l'opera di Dio. ( Gv 20,29 )

Infatti chi compie l'opera di Dio fa la volontà di Dio.

Questa è la volontà del Padre: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna. ( Gv 6,40 )

Aveva affermato due cose: [ Chiunque vede ].

Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato. ( Gv 20,29 )

Qui invece aggiunge: Chiunque vede e crede. ( Gv 6,40 )

I giudei lo videro, ma non credettero: ebbero una cosa, ma mancò loro l'altra.

Come sarebbero potuti arrivare alla vita eterna senza questa seconda cosa?

Essi, che videro il Cristo, non giunsero [ al fine della vita eterna ] perché non credettero; noi che abbiamo creduto senza vedere, cosa faremo?

Con due cose infatti si merita la vita eterna: col vedere e col credere; se ne manca una, non si consegue il premio della vita eterna.

Ai giudei mancò una delle due cose, a noi manca l'altra: essi ebbero l'opportunità di vedere, ma non giunsero a credere; a noi è dato credere, ma è negato il vedere.

Ebbene noi, in quanto crediamo in Lui pur non avendo visto, ecco che siamo detti beati dallo stesso nostro Signore in una delle sue predizioni. ( Gv 20,29 )

Infatti, quando Tommaso, uno dei Dodici toccò e ritoccò le cicatrici … ( Gv 20,24-29 )

[ Qui il Discorso s'interrompe prima della fine del foglio.

Il campione del manoscritto era logoro e finiva così ].

Indice