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Voi, miei santi fratelli, avete udito dalla lettura del santo Vangelo che il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, dopo la sua risurrezione, entrò a porte chiuse presso i suoi discepoli.
É un miracolo straordinario di cui però non ci stupiamo più se fissiamo il pensiero su Dio.
La cosa stupirebbe se fosse stato solo un uomo a compierla, ma va attribuita all'onnipotenza di Dio, non a un sogno.
Egli entrò a porte chiuse e, proprio per dimostrare a chi dubitasse che era carne vera, fece toccare le sue cicatrici. ( Gv 20,19-27 )
Qualcuno obietterà che è contro la natura fisica passare per una porta chiusa, come lo è anche camminare sulle acque del mare.
Ma egli entrò per la porta chiusa, e mi si deve ammettere la consistenza del corpo; egli camminò sulle acque, e mi si deve ammettere il peso del corpo.
Proprio per provare che questi erano segni della sua onnipotenza, egli concesse di fare lo stesso a Pietro. ( Mt 14,25-29 )
Diede ad altri la facoltà che volle dare, e mantenne per sé la facoltà che era sua propria; infatti come entrò vivo a porte chiuse, così era nato senza violare l'integrità della madre.
Noi dunque, fratelli, stupendoci crediamo, credendo ubbidiamo, ubbidendo speriamo nel compimento delle promesse, se da parte nostra mettiamo in pratica i comandamenti; e a farci praticare i comandamenti ci aiuta quello stesso Signore da cui speriamo il compimento delle promesse.
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