Lettere |
Scritta nel 410.
Agostino chiede scusa al clero e ai fedeli d'Ippona per la sua assenza ( n. 1 ), esortandoli ad essere più generosi del solito verso i poveri ( n. 2 ).
Agostino saluta nel Signore i carissimi fratelli di sacerdozio e i fedeli tutti
Innanzi tutto prego la vostra Carità e vi scongiuro nel nome di Cristo di non rattristarvi per la mia assenza fisica.
Credo infatti che voi abbiate la piena certezza che io non possa esser lontano da voi con lo spirito e con l'affetto del cuore, sebbene sia anch'io forse più addolorato di voi stessi per il fatto che la mia malferma salute non mi permette di assolvere tutte le incombenze che reclamano da me le membra di Cristo, al cui servizio mi sprona l'amore per voi e il timore di Dio.
La vostra Carità saprà infatti che non mi sono mai assentato da voi per capricciosa libertà, ma per doverosa necessità.
Questa ha spinto molte volte altri miei santi fratelli ad affrontare pure i disagi di viaggi per mare e oltremare, dai quali invece io mi sono dovuto sempre astenere non per cattiva disposizione d'animo, ma per la mia cagionevole salute.
Diportatevi quindi, fratelli miei carissimi, in modo che, secondo quanto dice l'Apostolo, sia ch'io venga e vi veda, sia che resti lontano, senta dire di voi che siete saldi nello stesso spirito e cooperate unanimi per la fede del Vangelo. ( Fil 1,27 )
Se poi vi angustia qualche molestia temporale, essa deve piuttosto ricordarvi che dovete pensare alla vita futura, in cui possiate vivere senza affanni, sfuggendo non alle molestie e alle pene di questa breve esistenza, ma alle orrende pene del fuoco eterno.
Poiché se adesso mettete tanta diligenza, tanta attenzione e tanta fatica per evitare qualche dolore passeggero, quanto più non dovete essere solleciti di fuggire le pene eterne?
Se inoltre si teme tanto la morte, che pone fine ai temporanei patimenti, quanto più non dovrà temersi la morte seconda, che manda agli eterni tormenti?
E se tanto si amano i piaceri impuri e fugaci di questa vita, quanto più ardentemente non devono ricercarsi le pure e infinite gioie della vita futura?
Meditando queste verità non siate indolenti nel fare il bene, affinché possiate arrivare a mietere a suo tempo i frutti di ciò che ora seminate.
Vi dico ciò perché m'è stato riferito che avete dimenticato la buona usanza di somministrare indumenti ai poveri.
Torno quindi a esortarvi a quest'opera di misericordia, alla quale v'esortavo pure quand'ero tra voi, affinché non vi lasciate vincere o rendere indolenti dalle afflizioni di questo mondo, cui vedete capitare le sciagure che già nostro Signore Gesù Cristo, il quale non può mentire, ha predetto che sarebbero accadute.
Non solo dunque non dovete diminuire le opere di misericordia, ma dovete compierne anche in misura maggiore del solito.
Come infatti gli abitanti d'una casa, quando s'accorgono, dalle lesioni delle pareti, che sta per rovinare, s'affrettano a riparare in abitazioni più sicure, così i Cristiani intelligenti, quanto più sentono avvicinarsi lo sfacelo di questo mondo a causa delle frequenti tribolazioni, con tanto maggior fretta e sollecitudine devono trasferire nei forzieri del cielo ( Lc 12,33 ) i beni che s'accingevano a nascondere sotto terra.
In tal modo, qualora sopraggiungesse per qualcuno la morte, lascerebbe con sollievo un luogo che minacciava di cadere in rovina; se invece non dovesse accadere nulla di simile, non si rattristerebbe di certo d'aver affidato i suoi beni al Signore immortale, davanti al quale egli, destinato un giorno a morire, dovrà pure comparire.
Pertanto, fratelli miei carissimi, di quel che ciascuno possiede, secondo le possibilità che ognuno di voi conosce, continuate a fare quanto siete soliti fare; fatelo anzi più generosamente di quanto siete soliti farlo.
Fra tante molestie di questo mondo tenete poi bene a mente l'esortazione dell'Apostolo che dice: Il Signore è vicino; non angustiatevi di nulla. ( Fil 4,6 )
Possa io ricevere di voi notizie tali da rassicurarmi che voi non tanto per la mia presenza, ma per osservare il precetto del Signore, mai assente da noi, continuate a fare come avete fatto per tanti anni non solo in mia presenza ma pur anche in mia assenza. ( Fil 2,12 )
Il Signore vi conservi nella sua pace, fratelli carissimi, e pregate per me.
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