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Lettera 298

Girolamo al venerabile santo signore e beatissimo padre Aurelio

1 - Girolamo ricorda come incontrò Aurelio a Roma

Tu che mi superi nel merito, mi superi anche nella dimostrazione dell'affetto e della stima.

Mentre io vivo nascosto a piangere i miei peccati, una lettera della tua Degnazione mi annuncia allo stesso tempo che sei sano e salvo, che nutri per me profondi sentimenti d'amicizia e che sei diventato vescovo di Cartagine.

Ove sono siffatti inizi dei nostri rapporti e una semente sì ricca del nostro affetto, noi crediamo che, grazie a Cristo nostro Dio, crescerà una messe così abbondante che, con un incredibile rapido sviluppo, sazierà la fame durata sì a lungo.

Tu mi richiami alla mente - lo ricordo anch'io - che fosti inviato a Roma come delegato con il santo vescovo Ciro di beata memoria, vescovo della Chiesa di Cartagine, e che un giorno io chiesi al mio santo e venerabile vescovo Damaso chi tu fossi - poiché il tuo volto, sebbene silenzioso, era una garanzia della finezza del tuo spirito - ed egli mi rispose ch'eri l'arcidiacono della Chiesa di Cartagine, elevato a tale carica quale meritava la tua condotta e l'encomio ch'egli ti aveva fatto.

Ciò che m'impedì di entrare in una più stretta amicizia con te, conversando un poco insieme, fu la mia riservatezza; essa mi trattenne dal dare l'impressione di ricercare sconsideratamente uno sconosciuto e obbligare ad accettare la mia relazione d'amicizia una persona la quale non mi aveva dato alcuna occasione di conversare con lei.

Bene, non parliamo delle perdite passate e cerchiamo, in base ai favori che ci scambieremo in avvenire, di mostrare che quanto avvenne allora fu la conseguenza d'un errore, non un segno di disprezzo.

2 - Quali opere di Girolamo possiede Aurelio e quali gliene ha inviate Girolamo stesso

Tu mi scrivi che possiedi alcune opericciole della mia pochezza, cioè le poche Omelie su Geremia e le due sul Cantico dei Cantici; mentre ero giovinetto mi divertii a siffatto genere di esercizi a richiesta d'un fratello, eccetto le due omelie sul Cantico dei Cantici che tradussi a Roma per esortazione del beato Damaso.

Tu pertanto devi giudicare le opere più valide e convenienti alla nostra età che abbiamo scritte adesso.

Tu inoltre aggiungi di avere anche dei miei piccoli Commenti su Matteo; ma quanto a me io ignoro completamente d'aver pubblicato quest'opera, eccetto che, forse, per l'amore che nutri per me, reputi opera mia tutto ciò che ti sembra magnifico.

Per adesso quindi, poiché il fratello Felicissimo si reca in Africa per affari della propria famiglia, che ti potrà riferire a viva voce - egli vi si reca a cavallo e non ha la possibilità di portare un carico più grande - t'invio solo delle piccole opere, cioè [ il commento ] sul Salmo 10 e quello delle Questioni ebraiche sulla Genesi; desidero che tu le legga non come giudice, ma come amico.

3 - Le altre opere di Girolamo devono essere copiate a Betlemme

D'altronde, dal momento che sulle Sacre Scritture sono scorsi nella vostra regione fiumi così grandi come Tertulliano, Cipriano e Lattanzio, è ridicolo che ora si desideri [ leggere ] me che sono un ruscello quasi secco; ma poiché nell'Antico Testamento leggiamo che per il tabernacolo di Dio venivano offerti non solo oro e argento e perle preziose, ma anche pelli e peli di capra, osiamo anche noi offrire il sudore della nostra penitenza a guisa dei peli delle capre, accennati più sopra.

Tra le molte [ opere ] queste sono soltanto una piccola parte ma poiché, dato che me lo chiedi, non sono piccole quelle che abbiamo composto sulle Sacre Scritture, se la cosa ti piace e ti pare conveniente, fa' come hanno fatto altri santi vescovi tuoi fratelli della Gallia e dell'Italia: invia cioè uno di cui ti fidi, che passi un anno qui; io gli fornirò gli originali ed egli ti recherà poi tutte le opere che ho scritto.

A Gerusalemme c'è grande scarsità di scrivani latini; per esempio i santi fratelli, che mi fanno da segretari, a stento arrivano a redigere ciò che noi dettiamo.

Ti salutano con deferente omaggio il santo fratello Paoliniano, il santo fratello Eusebio e tutti coloro che sono con la nostra povera persona; ti prego di salutare con i miei rispetti i fedeli servi di Dio che sono con te.

Ti raccomando il fratello Felicissimo e ti supplico di farmi avere per mezzo suo i tuoi scritti.

Possa Cristo nostro Dio illuminare te, memore di noi, ti protegga l'Onnipotente, o mio signore veramente santo e beatissimo padre.

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