Lettere |
Agostino saluta nel Signore Paolino, giustamente amatissimo signore, schiettissimo suo figlio e collega nel diaconato
Non riesco ancora a concepire in qual modo, pur avendone una grandissima voglia, potrei soddisfare il tuo desiderio ch'io redigessi gli Atti dei martiri con parole mie.
Ho letto infatti ciò che mi hai inviato e ho trovato alcuni racconti [ sui martiri ] esposti con parole altrui; altri al contrario, che mi hanno procurato un immenso piacere, esposti solo negli Atti giudiziari.
Se quindi adesso volessi narrare anch'io quei fatti, nel raccontare i quali ci hanno preceduto altri autori, darò l'impressione di essere un insegnante importuno o un operaio inutile; se invece nell'esporre i fatti vorrò ricordare quelli contenuti negli Atti giudiziari, ho paura non solo di non aggiungere nulla all'emozione più schietta che quei fatti produssero in me stesso mentre leggevo solamente gli stessi Atti [ … ].
In effetti, a spingermi a far qualcosa di simile allorché parlai di questo argomento alla tua Carità furono alcune agiografie dei martiri composte nella sua vecchiaia da Ambrogio, di venerata memoria; queste agiografie, paragonate a tutte le altre scritte sui martiri e che io avevo lette, le presi a modello, ma Ambrogio nella sua vecchiaia raccontò soprattutto episodi che non sarebbe stato possibile trovare nei processi verbali pubblici.
La sua opera appare quindi non solo per nulla inutile ma anche sommamente necessaria, come ciò che si legge scritto da non so chi anche sul beatissimo Cipriano, che cioè egli si trovava nei suoi giardini quando si andò per condurlo al martirio, che, quando era detenuto nella strada di Saturno e una folla di fratelli vegliava davanti alla porta, raccomandò che fossero tenute al sicuro le giovinette, e altri particolari di tal genere che non possono trovarsi negli Atti giudiziari.
Io, invece, che cosa potrei fare, dal momento che, all'infuori degli Atti pubblici, non ho [ a disposizione ] altri documenti con i quali conoscere le notizie che occorre sapere riguardo ai martiri, tranne gli scritti di coloro che mi hanno preceduto in quest'opera e che avevo già letto?
Se invece io volessi narrare con le mie parole solo ciò che leggo negli Atti pubblici, il mio sforzo finirebbe col guastarne la bellezza anziché abbellirli.
Ti prego di considerare questo mio parere e rispondimi che cosa te ne pare con fraterna franchezza.
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