Filocalia |
1. Esiste in noi un combattimento mentale più arduo di quello che coinvolge i nostri sensi.
Chi è impegnato nella ricerca della santità deve correre abilmente verso la meta con le sue forze mentali per conservare con cura l'invocazione di Dio nel cuore, come perla d'incomparabile valore o altra pietra preziosa.
Egli deve tutto abbandonare, anche il proprio corpo, non considerare la vita presente al fine di non possedere altro che Dio nel cuore.
San Giovanni Crisostomo afferma che la contemplazione mentale di Dio è bastevole a vincere i nemici.
2. Chi pratica il combattimento mentale scelga delle Sacre Scritture dei temi spirituali e li applichi con zelo alla sua interiore vita come medicamenti salutiferi.
Dal primo mattino sia coraggiosamente inflessibilmente di guardia alle porte del proprio cuore, con vigile memoria di Dio e invocando nell'anima il nome di Gesù.
Con la vigilanza mentale sterminerai tutti i peccatori della terra; con l'intensità della memoria di Dio decapiterai gli orgogliosi per amore di Dio, troncherai cioè le prime manifestazioni dei pensieri ostili.
Sappiamo che nel combattimento interiore e spirituale esiste un certo ordine e una certa procedura.
Per questo resisti nello sforzo ( della vigilanza ) fino al tempo stabilito per il pasto; dopo, ringrazia Dio che, nella sua amorosa cura, provvede il cibo all'anima e al corpo, quindi sosta nella memoria e nella meditazione della morte.
Il giorno dopo imponi a te stesso di riprendere il lavoro del mattino precedente, con fermezza.
Facendo così, gradatamente, con l'aiuto del Signore fuggirai le insidie del nemico mentale.
Quando sarai consolidato in questo esercizio nasceranno in te la fede, la speranza, l'amore; la fede ti predispone al vero timore di Dio; la speranza vincendo l'aspetto negativo del timore ti condurrà all'amore di Dio.
3. È raro trovare uomini che abbiano raggiunto il pensiero silenzioso.
È il dono di quelli che usano tutti i mezzi per accogliere in sè stessi la grazia divina e quel conforto che da lei discende.
Se vuoi, come loro, praticare la disciplina della mente, essa è la filosofia di Cristo, custodendo la mente e praticando la sobrietà, comincia a controllare l'uso eccessivo del cibo, decidi di mangiare e bere il meno possibile.
La sobrietà è giustamente chiamata la via, essa ci conduce al Regno, a quello che è dentro di noi e a quello del futuro.
È anche chiamata l'opera della mente, in quanto lavora e affina il nostro carattere mentale e lo fa passare dalla condizione passionale all'impassibilità.
La sobrietà è anche quella piccola apertura attraverso la quale Dio entra per rivelarsi alla mente.
6. La prima porta che conduce alla Gerusalemme mentale - l'attenzione della mente - è il saggio silenzio delle labbra, finchè la mente non diventi silenziosa.
La seconda, è una misurata astinenza nel bere e nel mangiare.
La terza, è la costante memoria e la meditazione della morte, che purifica la mente e il cuore.
Avendo io una volta visto la sua vaghezza, non con gli occhi del corpo ma con quelli dell'anima, fui ferito di amore per lei, e di desiderio di averla compagna per tutta la vita, tanto finì preso dal suo splendore e dalla sua dolcezza … i suoi occhi mentali sono una sorgente di pensieri saggi; essa sgorgando in continuazione riempie di gioia la mente.
Questa figlia di Adamo, la memoria della morte, come sto dicendo, ho sempre desiderato di averla amica, di riposare, di conversare con lei e di interrogarla sul destino che mi attende dopo che avrò abbandonato il corpo.
La dimenticanza perniciosa, tenebrosa figlia del diavolo, me l'ha di frequente impedito.
7. Esiste una guerra recondita, in essa gli spiriti del male assalgono l'anima con i pensieri.
Essendo l'anima invisibile, queste malvage potenze ingaggiano una lotta immateriale conformemente alla loro natura.
È possibile vedere da ambe le parti armi e piani di battaglia, imboscate e tremendi attacchi, lotte corpo a corpo, vittorie e sconfitte reciproche.
L'unica differenza esistente tra la guerra mentale e quella materiale è la dichiarazione delle ostilità.
Improvvisa e fulminea, nelle profondità del cuore, tende un'imboscata mortale e uccide l'anima col peccato.
Come e perchè questi attacchi impetuosi sono diretti contro di noi?
Per ostacolare il compimento della volontà di Dio conforme alla preghiera: "che la tua volontà sia fatta", cioè i comandamenti.
Chi custodisce la mente dall'errore per mezzo della sobrietà, osserva con attenzione gli assalti dei nemici invisibili e la mischia che si svolge nei sogni della fantasia, imparerà tutto questo per esperienza.
Questa è la ragione perchè i demoni sono il bersaglio che il Signore vuole colpire.
Solo Dio poteva prevedere le loro trame, stabilire i comandamenti per opporsi alle loro macchinazioni, comminando pena a chi li avrebbe trasgrediti.
8. Quando avrai acquisito una certa assuefazione alla temperanza e alla rinuncia ai peccati visibili prodotti dai cinque sensi, sarai idoneo a custodire il suo cuore con Gesù, di ricevere la sua luce, di assaporare nella mente con ardente tenerezza le benedizioni della sua grazia.
La Legge che ti ordina di tener puro il cuore non ha altra ragione che di metter in fuga le nubi dei pensieri erronei nel cielo del cuore, di disperderle con la costante attenzione così che tu possa vedere chiaramente, come in uno splendido giorno, il sole della verità, Gesù, e potrai in una certa misura essere illuminato nella mente dalle parole della sua gloria.
Esse, in via ordinaria non vengono rivelate a tutti, ma solo a chi purifica il proprio pensiero.
9. Ogni giorno custodisci te stesso come se ti dovessi presentare davanti a Dio …
Il Signore stesso comanda: "Purifica prima l'interno del bicchiere e del piatto, perchè anche l'esterno possa essere pulito".
10. Il frutto di una parola inopportuna e vuota alle volte è respinto da quelli che ci ascoltano, altre volte, quando la stoltezza della parola vien compresa dagli altri, ci viene rimproverata e messa in ridicolo; succede anche che essa contamini l'anima e ci faccia incorrere nella condanna divina e, ciò che è ancora più terribile, rattrista lo Spirito Santo.
13. Se vuoi con sincerità custodire la tua mente nel Signore, cerca di avere una grande umiltà, davanti a Dio e agli uomini.
Il tuo cuore sia sempre contrito, industriati di praticare ogni mezzo per conservarlo nell'umiltà.
La memoria della vita che hai condotto prima della tua conversione, se ben tenuta presente, ti renderà il cuore umile e contrito.
Rammemora anche i peccati commessi dalla tenera età fino ad oggi; se la tua mente li esaminerà accuratamente, diverrai umile.
Scoprirai il dono delle lacrime e ti rivolgerai con sincera gratitudine a Dio.
Il ricordo costante e attivo della morte farà nascere la dolcezza, il gioioso cordoglio e la sobrietà della mente.
La memoria della passione del nostro Signore Gesù Cristo, quando viene considerata e ripercorsa nei suoi dettagli ti renderà umile sopra ogni cosa e ti farà tenere lo sguardo abbassato, essa ti darà anche il dono delle lacrime.
L'anima è aiutata ad essere veramente umile dai grandi doni che Dio concede ad ognuno, esaminati e contati dettagliatamente; il tuo combattimento è contro il demone dell'orgoglio.
19. L'anima è assalita dagli spiriti del male, incatenata dagli avvolgimenti delle tenebre.
Avvolta dal buio non riesce a pregare come desidera: nelle sue profondità si trova nei ceppi, i suoi occhi interiori non vedono più.
Quando si mette a pregare Dio e nella preghiera s'impegna a vivere la sobrietà, allora potrà liberarsi dalle tenebre.
Scoprirà che nel cuore esiste un'altra guerra, invisibile, un combattimento contro i pensieri ispirati dagli spiriti del male.
Le Scritture ne portano testimonianza: "Se lo spirito del potente si erge contro di te, non abbandonare la tua sede".
Il posto della mente è la sua permanenza nella virtù e nella sobrietà.
L'uomo può trovare la sua sede in una vita virtuosa o in una vita malvagia …
20. Sta attaccato a Cristo con tutte le forze che riesci ad avere, il nemico, senza sosta tenta di allontanarlo dall'anima; perchè Gesù davanti alla moltitudine di pensieri che affollano la sede dell'anima non si allontani.
Questo non è possibile senza un penoso travaglio dell'anima.
Traccia le orme della sua vita nella tua carne, per trascorrere nell'umiltà i giorni della tua esistenza.
Accogli la sua passione nei tuoi sentimenti, per imitarlo nella paziente sopportazione delle sofferenze.
Assapora la sua ineffabile e amorevole premura per te; così dopo averla sperimentata nell'anima potrai provare quanto sia buono il Signore.
Al di sopra e avanti tutte queste cose, abbi una fede ferma su tutte le sue parole, ed ogni giorno sii sorretto dalla fiducia della sua sollecitudine per te.
Accetta con cura riconoscente, amoroso e felice, ogni evento, ogni incontro, essi ti guidano ad avere di mira soltanto Iddio, Egli tutto dirige in accordo con le leggi della sua sapienza.
Una volta che sarai riuscito a far questo, non sarai lontano da Dio.
L'orientamento costante verso Dio è una perfezione senza fine …
22. La dolce invocazione di Dio, cioè di Gesù, accompagnata da ardente passione e da benefico pentimento, annienta la fascinazione dei pensieri, la varietà delle suggestioni, i pensieri, i sogni, le desolanti fantasticherie, in una parola le armi, le macchinazioni che l'artefice della morte, con audacia escogita per divorare le anime.
L'invocazione di Gesù agevolmente brucia tutte queste cose, in nessun altro troverai scampo se non in Cristo Gesù.
Lo stesso salvatore conferma questo dicendo: "Senza di me non potete far niente".
23. In ora, in ogni istante custodisci con zelo il cuore dai pensieri che offuscano lo specchio dell'anima, esso è destinato a contenere, a ricevere i lineamenti e l'immagine radiante di Gesù Cristo Egli è la sapienza e la potenza di Dio Padre.
Cerca il Regno dei cieli in te stesso, nel cuore troverai il germe, la pietra preziosa, il lievito, basta che tu riesca a render puri gli occhi del tuo spirito.
Gesù nostro Signore ha detto: "Il Regno dei cieli è dentro di voi", indicando la divinità che dimora nel cuore.
24. La sobrietà rende tersa la coscienza e la fa luminosa.
Quando la coscienza è tersa, mette in fuga tutte le tenebre dal suo seno, come una sorgente luminosa che erompa improvvisa per la rimozione degli schermi che la racchiudevano.
Continuando in questa sobrietà attenta e costante, la coscienza fa nuovamente apparire ciò che era dimenticato.
Contemporaneamente, aiutata dalla sobrietà, essa indica l'invisibile combattimento della mente contro i nemici, e la guerra contro i pensieri.
Essa insegna come lanciare le frecce in questo singolare combattimento, come lanciare dei pensieri perfettamente centrati, come difendere la mente dagli assalti e, sfuggendo dalle tenebre distruttive, come ripararsi nella luce desiderata di Cristo.
Comprende chi ha gustato questa luce; essa una volta assaporata, tortura sempre di più l'anima con una vera fame; l'anima ne mangia senza mai saziarsi, più ne mangia e più ha fame.
Luce che attrae la mente come il sole attrae l'occhio; luce in se stessa incomprensibile e che diventa comprensibile, non con le parole ma per l'esperienza di chi ne fruisce, di chi ne è ferito, questa luce mi impone il silenzio, anche se la mente prova diletto a parlarne ancora …
25. … Ti affido perchè lo pratichi in ogni momento, il metodo per affrontare il combattimento che è in noi: unisci la preghiera alla sobrietà, la sobrietà renderà pura la preghiera, e questa a sua volta la sobrietà.
La sobrietà vigilando continuamente riconosce gli intrusi, sbarra loro l'ingresso affrettandosi a chiamare in aiuto Nostro Signore Gesù Cristo, per respingere questi pericolosi avversari, l'attenzione li respinge opponendosi a loro, Gesù invocato allontana gli avversari con le loro fantasticherie.
26. Custodisci la mente con oculata attenzione.
Appena avverti un pensiero dannoso, chiudigli il passo senza perder tempo, invoca Cristo Nostro Signore perchè prende la sua rivincita.
L'avrai appena invocato che dolcemente Gesù ti dirà "Eccomi, ti sono vicino per aiutarti".
Una volta soggiogati i nemici con la preghiera, continua ad avere la vigilanza sulla mente.
Verranno ondate ( di pensieri ) e si getteranno su di te, le une più potenti delle altre, la tua anima sballottata correrà il rischio di andare a fondo.
Gesù è Dio, quando il discepolo lo chiama, dominerà i venti malefici.
E tu, appena troverai un momento di respiro in mezzo agli attacchi del nemico, glorifica chi ti ha salvato, e immergiti nella meditazione della morte.
27. Prosegui con oculata attenzione del cuore sulle sensazioni dell'anima.
L'attenzione unita, quotidianamente, alla preghiera, allestisce qualcosa che assomiglia al carro di fuoco di Elia che porta l'uomo verso l'alto del cielo.
Cosa sto dicendo?
Nell'uomo solidamente basato nella sobrietà, o che si sforza di farlo, il suo cuor puro diventa un cielo interiore, col sole, la luna, le stelle, diventando la dimora dell'inaccessibile Dio, mediante una visione misteriosa ed un'ascesa mistica: Chi ama la virtù divina, si sforzi ad invocare il nome del Signore in ogni istante, di tradurre le sue parole in azione con tutto lo slancio di cui è capace.
Chi usa una certa violenza verso i suoi cinque sensi per controllarli perchè non rechino danno all'anima, rende alla mente più agevole il combattimento interiore del cuore.
Apprende l'arte di respingere ciò che viene dall'esterno, di lottare contro i pensieri con le armi fornite da Dio: con la fatica delle veglie imbriglia i piaceri sensibili, con la frugalità nel cibo e nelle bevande, attenua le forze corporali e si prepara a rendere più facile la guerra del cuore.
Tutto questo ti sarà di grande aiuto.
Assilla il tuo corpo vitale col pensiero della morte, unifica la tua mente dissipata con l'invocazione di Gesù Cristo; la notte in modo particolare, nelle ore notturne la mente è di solito più pura, più colma di luce, più disposta a contemplare Dio e le cose divine con chiarezza.
28. Non trascurare la fatica del lavoro fisico, come il frumento cresce dalla terra, così il gaudio spirituale e l'esperienza del bene nasce dalla fatica.
Non eludere con motivazioni false le interrogazioni della coscienza, i suoi suggerimenti sono concreti e guidano alla salvezza; essa sempre ci istruisce sul nostro dovere, specialmente quando è resa pura da una sobrietà mentale, viva e attiva.
Tale purezza reca con sè dei giudizi obiettivi, e liberi da incertezze.
29. Il fumo del legno che brucia irrita gli occhi, quando la luce appare il piacere succede al fastidio.
Così, l'attenzione costringendo gli occhi della mente alla fissità, arreca pesantezza; quando giunge Gesù invocato nella preghiera apporta nel cuore la luce.
L'invocazione di Gesù porta con sè l'illuminazione e la più grande grazia.
33. Chi si arrende ai pensieri disordinati, non potrà liberare dal peccato l'uomo esteriore.
Chi non sradica i pensieri disordinati dal cuore non eviterà di tradurli nelle azioni corrispondenti …
34. Prima avviene l'impatto; quindi la congiunzione, infine il consenso: da questi derivano la schiavitù e l'abitudine passionale caratterizzata dalla continuità e dalla ripetizione.
Questo è il combattimento ove si può celebrare la vittoria interiore.
Così i Padri ne hanno definito lo svolgimento.
35. Essi affermano che l'impatto è un pensiero dalle apparenze innocue, come l'immagine di qualcosa che sembra nato nel cuore e che si presenta alla mente.
La congiunzione è il dialogo, appassionato o no, con l'immagine che si è presentata.
Il consenso è l'inclinazione piacevole dell'anima verso l'oggetto visto con gli occhi della mente.
La schiavitù è la deportazione violenta e costretta del cuore, la sua permanenza e l'inserimento con l'oggetto che l'ha reso schiavo, questo comporta la perdita della pace.
I Padri dicono anche che la passione si impone all'anima con un diuturno attaccamento emotivo.
Di tutti questi il primo è immune da peccato; il secondo non lo è del tutto, il terzo dipende dallo stato di colui che combatte: il combattimento produce la corona della vittoria, oppure la sconfitta.
36. Altra è la schiavitù che avviene durante la preghiera, altra quella che avviene fuori della preghiera.
La passione è seguita dal contrappeso del pentimento o dal futuro castigo …
La corona accompagna la vittoria, le punizioni seguono chi cade senza pentimento …
37. Molti monaci non sono consapevoli del danno che la mente subisce da parte dei demoni.
Lottano per la rettitudine delle loro azioni, e non vigilano sulla loro mente trascorrendo la vita in una semplicità senza titubanze.
A mio parere, essi sono signori delle tenebre delle passioni interiori perchè non hanno ancora gustato la purezza del cuore.
Chi non ha sperimentato il combattimento di cui parla S. Paolo non possono aver conoscenza sperimentale del bene; considerano peccato solo la caduta esteriore, non valutano le vittorie e le sconfitte mentali, invisibili ai sensi, essendo inesprimibili e conosciute solo da Dio e dalla conoscenza di colui che combatte.
Ad essi allude, penso, quel passo della Scrittura che dice: "Parlano di pace, ma lì pace non c'è".
Preghiamo per questi fratelli che sono in questo stato di semplicità, e insegniamo loro, per quanto sarà possibile, ad astenersi non solo dalle cattive azioni che si vedono, ma anche da quelle che il diavolo opera nel cuore …
Un altro comportamento in Cristo, un altro mistero attende quelli che sono ricolmi dal desiderio divino di purificare gli occhi dell'anima.
38. La luminosa meditazione della morte è ricca di molte energie nobili; genera il cordoglio, dona la moderazione in ogni circostanza, non fa dimenticare l'inferno, è la madre della preghiera e delle lacrime, vigila sul cuore, fa discendere nelle profondità del proprio essere con discernimento, è sorgente di perspicacia nei giudizi.
Tutte queste qualità sono generate dal timore di Dio e dalla purificazione del cuore dai pensieri passionali.
Abbraccia molti dei principali comandamenti.
Nella meditazione della morte si rivela l'estremo sforzo richiesto nel combattimento interiore e molti atleti di Cristo lo affrontano come il loro più importante impegno.
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