Il combattimento spirituale |
Sopra ti ho mostrato come dalle cose sensibili noi possiamo elevare la mente alla contemplazione della divinità.
Ora apprendi un modo di trarre spunto dalle stesse per meditare sul Verbo incarnato, considerando i sacratissimi misteri della sua vita e della sua passione.
Tutte le cose dell'universo possono servire a questo scopo, se consideri in esse, come sopra dicevo, il sommo Dio come sola prima causa che ha dato loro tutto quell'essere, quella bellezza e quella superiorità che hanno; e da questo passa poi a considerare quanto grande e immensa sia la sua bontà: pur essendo unico principio e Signore di tutto il creato, ha voluto discendere a tanta bassezza da farsi uomo, patire e morire per l'uomo, permettendo che gli stessi uomini si armassero contro di lui per crocifiggerlo.
Molte cose poi particolarmente ci portano davanti agli occhi della mente questi santi misteri, come armi, funi, flagelli, colonne, spine, canne, chiodi, martelli e altre che furono strumenti della sua passione.
Le abitazioni povere ci ricorderanno la stalla e il presepio del Signore.
Quando piove ci verrà in mente quella sanguinosa divina pioggia che nell'orto, stillando dal suo sacratissimo corpo, irrigò la terra; le pietre che mireremo ci rappresenteranno quelle che si spezzarono nel momento della sua morte; la terra ci raffigurerà quel movimento che fece allora e il sole quelle tenebre che l'oscurarono ( cfr. Mt 27,51; Mc 15,38; Lc 23,44 ); e vedendo le acque, ci ricorderemo di quella che uscì dal suo sacratissimo costato ( cfr. Gv 19,34 ).
Il che dico allo stesso modo di altre cose simili.
Gustando il vino o altra bevanda, ricordati dell'aceto e del fiele del tuo Signore ( cfr. Gv 19,29 ).
Se la soavità degli odori ti alletta, ricorri con la mente al fetore dei corpi morti da lui sentito sul monte Calvario; quando ti vesti, ricordati che il Verbo eterno si vestì di carne umana per vestire te della sua divinità; quando ti spogli, pensa al tuo Cristo denudato per essere flagellato e confitto in croce per te; udendo rumori e grida di gente, ricordati di quelle abominevoli voci: "Crucifige, crucifige; tolle, tolle" ( cfr. Gv 19,6 ), che rimbombarono nelle sue divine orecchie.
Ogni volta che batte l'orologio, ti sovvenga di quell'affannoso battito di cuore che al tuo Gesù piacque sentire, quando nell'orto cominciò a temere della sua vicina passione e morte; ovvero ti paia di sentire quelle dure percosse con le quali fu inchiodato sulla croce.
In qualunque occasione in cui ti si presentino mestizia e dolori tuoi o altrui, pensa che sono come niente rispetto alle indicibili angosce che trafissero e afflissero il corpo e l'anima del tuo Signore.
Indice |