Il combattimento spirituale

Capitolo XLIII

Quanto possano in noi la nostra cattiva inclinazione e l'istigazione del demonio per indurci a giudicare temerariamente il prossimo

Il modo di fare loro resistenza

Dal suddetto vizio della propria stima e reputazione ne nasce un altro, che ci porta gravissimo danno ed è il giudizio temerario sul nostro prossimo che consideriamo vile, disprezziamo e abbassiamo.

Questo difetto, siccome ha la sua origine nella cattiva inclinazione e nella superbia, così da essa viene volentieri fomentato e nutrito.

Insieme a tale difetto, anche la superbia si va accrescendo, compiacendo e ingannando insensibilmente: infatti senza avvedercene tanto più presumiamo di innalzare noi stessi, quanto più nella nostra opinione deprimiamo gli altri sembrandoci di essere lontani da quelle imperfezioni che crediamo di trovare in essi.

Il sagace demonio, scorgendo in noi siffatta pessima disposizione d'animo, vigila continuamente per aprirci gli occhi e tenerci svegli per vedere, esaminare e ingrandire le mancanze altrui.

Le persone superficiali non credono e non conoscono quanto egli si adoperi e studi per imprimere nelle nostre menti i piccoli difetti di questo e di quello, non potendovi imprimere i grandi.

Però se egli vigila a tuo danno, sta' desta anche tu per non cadere nei suoi lacci; e appena ti presenta qualche errore del tuo prossimo, ritira subito da quello il pensiero, e se pure ti senti muovere al giudizio, non ti lasciar indurre ad esso.

Considera, invece, che a te non è stata data questa facoltà ( cfr. Mt 7,1; Lc 6,37; 1 Cor 4,5 ): benché così fosse, non potresti darne un giudizio retto, trovandoti attorniata da mille passioni e purtroppo inclinata a pensar male senza giusto motivo.

Ma per efficace rimedio di ciò ti ricordo di essere occupata col pensiero nei bisogni del tuo cuore, perché sempre più ti andrai accorgendo di avere tanto da fare e da tribolare in te e per te, che non ti avanzerà tempo né avrai voglia di badare ai fatti altrui.

Inoltre attendendo a tale esercizio nel modo conveniente, purificherai sempre più il tuo occhio interiore da quei cattivi umori da cui procede questo vizio pestifero.

E sappi che quando malauguratamente pensi alcun male del fratello, qualche radice dello stesso male è nel tuo cuore, il quale, secondo che si trova mal disposto, così riceve in sé ogni oggetto simile che gli si fa incontro.

Perciò quando ti senti spinta a giudicare gli altri di qualche difetto, sdegnata contro di te come se fossi colpevole di quello stesso difetto, dirai nell'animo tuo: "Essendo io misera sepolta in questo e in più gravi difetti, come avrò l'ardire di levare il capo per vedere e giudicare quelli degli altri?".

E così le armi che, indirizzate contro altri venivano a ferire te, adoperate contro di te porteranno salute alle tue piaghe.

Che se l'errore commesso è chiaro e manifesto, scusalo con affetto pietoso e credi che in quel fratello vi siano delle virtù nascoste.

Per custodirle il Signore permette che egli cada o abbia per qualche tempo quel difetto, perché si mantenga più umile agli occhi suoi e a causa anche del disprezzo altrui ne ricavi frutto di umiliazione e si renda più gradito a Dio.

E così il guadagno suo sarà maggiore della perdita.

Se il peccato è non solo manifesto ma grave e dovuto a un cuore ostinato, ricorri con il pensiero ai tremendi giudizi di Dio.

Alla luce di essi vedrai che uomini prima scelleratissimi hanno poi raggiunto una grande santità; mentre vedrai che altri dal più sublime stato di perfezione, al quale pareva fossero pervenuti, sono caduti in un miserevole precipizio.

Perciò vivi sempre in timore e tremore di te stessa ( cfr. Fil 2,12 ), più che di alcun altro.

E convinciti che tutto quel bene che credi del tuo prossimo e per il quale gioisci, è effetto dello Spirito Santo; mentre ogni disprezzo, giudizio temerario e asprezza contro di lui provengono dalla propria malizia e dalla suggestione diabolica.

Però se qualche imperfezione altrui avesse fatto in te impressione, non ti rassegnare mai né da' sonno agli occhi tuoi finché non te la levi dal cuore per quanto ti è possibile.

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