Diario di M. Faustina Kowalska

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+ Desidero annotare un sogno che feci su Santa Teresa del Bambino Gesù.

Ero ancora novizia ed avevo certe difficoltà, che non mi riusciva di risolvere.

Erano difficoltà interne collegate con difficoltà esterne.

Avevo fatto parecchie novene a vari santi, ma la situazione diveniva sempre più pesante.

Le mie sofferenze per questa ragione erano talmente grandi, che non sapevo più come continuare a vivere, ma improvvisamente mi venne l'idea di pregare Santa Teresa del Bambino Gesù.

Cominciai la novena a questa santa, poiché prima di entrare in congregazione avevo molta devozione per lei.

Adesso l'avevo un po' trascurata, ma trovandomi in questa necessità, di nuovo cominciai a pregarla con grande fervore.

Il quinto giorno della novena sogno Santa Teresa, ma come se fosse stata ancora sulla terra.

Mi nascose la consapevolezza che era santa e cominciò a dirmi parole di conforto; che non mi rattristassi a motivo di quella questione, ma avessi più fiducia in Dio.

Mi disse: « Anch'io ho sofferto molto ».

Ma io non ero molto convinta che lei avesse sofferto molto e le dissi: « A me sembra che tu non soffra per niente ».

Ma Santa Teresa rispose assicurandomi che aveva sofferto molto e mi disse: « Sappia, sorella, che fra tre giorni lei risolverà la sua questione nel modo migliore ».

Dato che io non ero molto propensa a crederle, tutto ad un tratto si fece conoscere come santa.

Allora la gioia inondò la mia anima e le dissi: « Tu sei santa? ».

Ed essa mi rispose: « Sì, sono santa ed abbi fiducia che quella questione la risolverai fra tre giorni ».

E io le dissi: « Santa Teresina, dimmi, andrò in paradiso? ».

Mi rispose: « Sorella, lei andrà in paradiso ».

« E sarò santa? ». Mi rispose: « Sarai santa ».

« Ma, Teresina, sarò santa come te, sugli altari? ». Ed essa mi rispose: « Sì, sarai santa come me, ma devi avere molta fiducia in Gesù ».

E poi le chiesi se mio padre e mia madre andranno in paradiso, se [ frase non ultimata ]. Mi rispose: « Ci andranno ».

E domandai ancora: « E le mie sorelle ed i miei fratelli andranno in paradiso? ». Mi rispose che dovevo pregare molto per loro e non mi diede una risposta precisa.

Compresi che avevano bisogno di molte preghiere.

Questo è un sogno e come dice un proverbio polacco « Sen mara, a Bóg wiara - il sogno è una chimera, mentre Dio è certezza ».

Però, come mi aveva detto, il terzo giorno risolsi quella difficile questione con grande facilità.

Per quanto concerne quella questione, si avverò tutto alla lettera come mi aveva detto.

Questo è un sogno, ma ha avuto un suo significato.

+ Mi trovavo, una volta, in cucina con suor N.106 e questa si adirò un poco contro di me e per penitenza mi ordinò di stare seduta su un tavolo, mentre solo lei continuò a darsi molto da fare; riassettò e strofinò ed io me ne stavo seduta sul tavolo.

Le altre suore, che andavano e venivano, si stupivano nel vedermi seduta a quel modo.

Ognuna diceva la sua. Una disse che ero una fannullona; un'altra, che ero stramba.

A quel tempo ero postulante. Altre dicevano: « Che razza di suora sarà mai costei? ».

Io però non potevo scendere dal tavolo, perché quella suora m'aveva imposto, sotto obbedienza,107 di restar seduta fino a che non m'avesse detto di scendere.

Dio solo sa quanti atti di mortificazione feci in quell'occasione.

Pensavo di prender fuoco per la vergogna.

Dio Stesso talvolta così permise per la mia formazione interiore, ma il Signore poi mi ricompensò per quella umiliazione con una grande gioia.

Durante la benedizione Lo vidi sotto un aspetto di grande bellezza.

Gesù mi guardò amabilmente e disse: « Figlia Mia, non aver paura delle sofferenze. Io sono con te ».

Una notte ero di turno108 e soffrivo molto interiormente per il fatto di dover dipingere quell'immagine e non sapevo proprio che decisione prendere, dato che era un continuo volermi far credere che si trattava di un'illusione, mentre un sacerdote aveva detto che forse Iddio voleva essere adorato per mezzo di quella immagine; quindi bisognava darsi da fare per dipingerla.

Ma la mia anima era molto stanca.

Quando entrai nella cappellina, avvicinai il capo al tabernacolo, e bussai e dissi: « Vedi, Gesù, quante difficoltà ho nel dover dipingere quell'immagine ».

E sentii una voce dal tabernacolo: « Figlia Mia, le tue sofferenze non dureranno a lungo ».

Un giorno vidi due strade: una strada larga cosparsa di sabbia e di fiori, piena di allegria, di musica e di vari passatempi.

La gente andava per quella strada ballando e divertendosi.

Giungono alla fine, ma non s'accorgono che è finita.

Alla fine di quella strada c'era uno spaventoso precipizio, cioè l'abisso infernale.

Quelle anime cadevano alla cieca in quella voragine; man mano che arrivavano, precipitavano dentro.

E ce n'era un così gran numero, che era impossibile contarle.

E vidi un'altra strada, o meglio un sentiero, poiché era stretto e cosparso di spine e di sassi e la gente che andava per quella strada aveva le lacrime agli occhi ed era piena di dolori.

Alcuni cadevano sulle pietre, ma si alzavano subito e proseguivano.

Ed alla fine della strada c'era uno stupendo giardino pieno di ogni felicità e tutte quelle anime vi entravano.

Subito, fin dal primo momento, dimenticavano i loro dolori.

Quando ci fu l'adorazione dalle Suore della Famiglia di Maria, di sera con una delle nostre Suore andai a quell'adorazione.

Subito, appena entrai nella cappella, la presenza di Dio s'impadronì della mia anima.

Pregai così, come in certi momenti, senza dire una parola.

Ad un tratto vidi il Signore che mi disse: « Sappi che, se trascuri di dipingere quell'immagine e tutta l'opera della Misericordia, nel giorno del giudizio risponderai di un gran numero di anime ».

Dopo queste parole del Signore, una certa apprensione entrò nella mia anima e anche il timore.

Non riuscivo a tranquillizzarmi da sola.

Quelle parole mi risuonavano nelle orecchie.

« Sì, nel giorno del giudizio universale dovrò rispondere non solo di me stessa, ma anche di altre anime ».

Queste parole mi erano penetrate profondamente nel cuore.

Quando tornai a casa entrai nel piccolo Gesù,109 caddi con la faccia a terra i davanti al SS.mo Sacramento e dissi al Signore: « Farò tutto quello che è in mio potere, ma Ti prego, Tu rimani sempre con me e dammi la forza di fare la Tua santa volontà, poiché Tu puoi tutto ed io da sola niente ».

+ Da qualche tempo mi capita di sentire nell'anima quando qualcuno prega per me; lo sento immediatamente e a sua volta quando qualche anima mi chiede preghiere, sebbene non me lo dica, io lo sento egualmente nell'anima.

Lo sento in questo modo: avverto un'inquietudine, come se qualcuno mi chiamasse; poi quando prego riacquisto la pace.

+ Una volta avevo un gran desiderio di accostarmi alla S. Comunione, ma avevo un certo dubbio e non mi accostai.

Per questo motivo soffrii tremendamente.

Mi sembrava che il cuore mi si spezzasse dal dolore.

Quando mi dedicai ai miei impegni col cuore pieno d'amarezza, Gesù apparve improvvisamente accanto a me e mi disse: « Figlia Mia, non tralasciare la S. Comunione, se non quando sei ben consapevole di essere caduta gravemente.

All'infuori di ciò non ti trattenga alcun dubbio dall'unirti a Me nel Mio mistero d'amore.

I tuoi piccoli difetti spariranno nel Mio amore, come una pagliuzza gettata in un grande incendio.

Sappi questo, che Mi rattristi molto quando ometti di riceverMi nella S. Comunione ».

+ La sera, quando entrai nella piccola cappellina udii nell'anima queste parole: « Figlia Mia, medita su queste parole: " ed in preda all'angoscia, pregava più a lungo " » ( Lc 22,44 ).

Quando cominciai a riflettere più a fondo, molta luce penetrò nella mia anima.

Compresi di quanta perseveranza nella preghiera abbiamo bisogno e che da tale faticosa preghiera dipende talvolta la nostra salvezza.

+ Quando andai a Kiekrz a sostituire per poco tempo una consorella, un pomeriggio attraversai l'orto e mi fermai sulla riva del lago e rimasi a lungo assorta pensando a questo elemento della natura.

Ad un tratto vidi presso di me Gesù, che mi disse amabilmente: « Ho creato tutto questo per te, Mia sposa, e sappi che tutte le bellezze sono nulla in confronto a quello che ti ho preparato nell'eternità ».

L'anima mia fu inondata da una gioia così grande, che rimasi là fino alla sera e mi sembrò d'essere! rimasta solo un breve momento.

Quel giorno l'avevo libero e destinato al ritiro spirituale di un giorno,110 perciò avevo piena libertà di dedicarmi alla preghiera.

Oh! quanto è infinitamente buono Dio; c'insegue con la Sua bontà.

Il più delle volte mi capita che il Signore mi concede le grazie più grandi, proprio quando io non me le aspetto affatto.

+ O Ostia santa. Tu sei chiusa per me nel calice d'oro, affinché nel gran deserto dell'esilio, io transiti pura, immacolata, intatta; me lo conceda la potenza del Tuo amore.

O Ostia santa, dimora nell'anima mia, amore purissimo del mio cuore, la Tua luce disperda le tenebre.

Tu non rifiuti le grazie ad un cuore umile.

O Ostia santa, delizia del paradiso, sebbene nasconda la Tua bellezza e Ti presenti a me in una briciola di pane, la fede forte squarcia questo velo.

+ Il giorno della crociata,111 il quinto di ogni mese, è capitato il primo venerdì.

E il mio giorno, quello in cui debbo stare di guardia davanti a Gesù.

In quel giorno ho il compito di riparare per tutti gli insulti e le mancanze di riguardo verso il Signore, di pregare perché in quel giorno non venga commesso alcun sacrilegio.

Il mio spirito in quel giorno era infiammato di un amore particolare verso l'Eucaristia.

Mi sembrava di essere trasformata in una fiamma.

Quando, per prendere la S. Comunione, mi avvicinai al sacerdote che mi dava Gesù, una seconda Ostia finì su di una mia manica e io non sapevo quale prendere.

Essendo io rimasta un attimo sopra pensiero, il sacerdote spazientito fece un movimento con la mano perché la prendessi.

Quando presi l'Ostia che mi porgeva, l'altra mi cadde nelle mani.

Il sacerdote andò dall'altra parte della balaustra a distribuire la S. Comunione e io tenni Gesù nelle mie mani per tutto quel tempo.

Quando il sacerdote si avvicinò di nuovo, gli diedi l'Ostia caduta perché la mettesse nella pisside, dato che in un primo momento, quando avevo preso Gesù, non avevo potuto dirgli che un'altra era caduta, prima d'aver inghiottito.

Mentre tenevo l'Ostia nelle mani, sentii un tale impeto d'amore, che per tutto il giorno non potei né mangiare, né riprendere conoscenza.

Dall'Ostia sentii queste parole: « Desideravo riposare nelle tue mani, non solo nel tuo cuore » e all'improvviso in quel momento vidi Gesù Bambino.

Ma quando si avvicinò il sacerdote, vidi di nuovo l'Ostia.

O Maria, Vergine Immacolata,

Puro cristallo per il mio cuore,

Tu sei la mia forza, o àncora potente,

Tu sei lo scudo e la difesa dei deboli cuori.

O Maria, Tu sei pura ed impareggiabile,

Vergine e Madre insieme.

Tu sei bella come il sole, senza alcuna macchia,

Nulla è paragonabile all'immagine della Tua anima.

La Tua bellezza ha affascinato il Tre volte Santo,

Sceso dal cielo, abbandonando il trono della Sua sede eterna,

E prese corpo e sangue dal Tuo cuore,

Nascondendosi per nove mesi nel cuore della Vergine.

O Madre, o Vergine, nessuno riesce a comprendere

Che l'immenso Iddio diventa uomo,

Solo per amore e per la Sua insondabile Misericordia.

Per merito Tuo, o Madre, vivremo con Lui in eterno.

O Maria, Vergine Madre e Porta del cielo,

Attraverso Te ci è venuta la salvezza,

Ogni grazia sgorga per noi dalle Tue mani

E solo la Tua fedele imitazione mi farà santa.

O Maria, o Vergine, o Giglio più bello,

Il Tuo Cuore è stato il primo tabernacolo per Gesù sulla terra,

Perché la Tua umiltà è stata la più profonda

E per questo sei stata innalzata sopra i cori degli angeli e sui santi.

O Maria, dolce Madre mia,

Affido a Te l'anima, il corpo ed il mio povero cuore.

Sii la Guardiana della mia vita

E soprattutto nell'ora della morte, nell'ultima battaglia.

G.M.G. Gesù, confido in Te

Anno 1937, mese 1, giorno 1

Annotazione per il controllo dell'anima.

Esame particolare: unirmi a Cristo misericordioso.

Pratica: il silenzio interiore, stretta osservanza del silenzio.

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106 Santa Faustina era allora postulante e -lavorava in cucina con Sr. Marciana, la quale le aveva raccomandato di mettere in ordine e di lavare le pentole usate per il pranzo, dato che lei doveva uscire.
Elena - la futura Santa Faustina si mise al lavoro, ma le suore continuavano a venire e ogni momento qualcuna le chiedeva il pranzo o qualche altra cosa.
Elena non se la sentì di rifiutarsi e le servì tutte, ma la conseguenza fu che il lavoro che le era stato raccomandato, era rimasto da fare.
Quando tornò in cucina Sr. Marciana e vide che le pentole non erano state lavate, la rimproverò e per penitenza le ordinò di mettersi a sedere sulla tavola e di rimanervi finché lei non avesse, finito il lavoro ( Ricordi della stessa Sr. Marciana ) Sr. Marciana, Giulia Oswiecimska, nata nel 1897, per molti aiuti ebbe l'incarico di cuoca.
Era energica, esigente, ma piena d'amore per il prossimo
107 Solo i legittimi superiori possono dare ordini « in virtù dell'obbedienza » e ciò solo per motivi gravi.
Sr. Marciana non poteva dare un ordine « per obbedienza » e certamente non l'ha dato. Ordinò ad Elena come penitenza di sedersi sulla tavola ed osservare come lei eseguiva il lavoro.
Elena, meravigliata per una penitenza di quel genere, tardò ad eseguirla.
Allora Sr. Marciana le chiese: « È così obbediente la piccola Elena? ».
Tale domanda Santa Faustina la ritenne un ordine « in virtù dell'obbedienza » (Ricordi di Sr. Marciana)
108 In alcune case della congregazione e anche fra le altre, a Varsavia, le suore facevano la guardia di notte, per impedire che entrassero i ladri
109 Nota 19
110 All'inizio di ogni mese tutte le suore dedicano un giorno al rinnovamento dello spirito, cioè al ritiro spirituale mensile.
In quel giorno non si fa ricreazione; le suore osservano il silenzio e un maggior raccoglimento; fanno un'ora di meditazione, la Via Crucis, l'esame mensile, cioè un esame di coscienza che comprende il lavoro interiore di tutto il mese ed inoltre una meditazione di mezz'ora sul tema della morte (cfr. Cost. Congr.)
111 Un giorno al mese fissato dalla Maestra lo viveva ogni novizia come il cosi detto « Giorno della Crociata ». In quel giorno era tenuta ad osservare maggior raccoglimento ed unione con Gesù Eucaristico, chiedeva alla Maestra una mortificazione aggiuntiva, offriva a Gesù in espiazione dei peccati ogni lavoro, preghiera e sofferenza.
Alcune suore conservavano questa pratica anche dopo aver finito il noviziato