Diario di M. Faustina Kowalska

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12.VIII.1934. Svenimento improvviso.

Sofferenze preagoniche.

Non era la morte, cioè il passaggio alla vera vita, ma un pregustarne le sofferenze.

Pur donandoci la vita eterna, la morte è spaventosa.

Mi sentii improvvisamente male: mancanza di respiro, buio davanti agli occhi, sensazione di mancamento nelle membra.

Questo soffocamento è atroce.

Un istante di tale soffocamento è infinitamente lungo …

Nonostante la fiducia, sopravviene pure uno strano senso di paura.

Desiderai ricevere gli ultimi S. Sacramenti.

Ma, in quello stato la santa Confessione riesce assai difficoltosa, malgrado il desiderio di confessarsi.

Non si sa quel che si dice: si comincia una cosa, senza finire l'altra.

Iddio preservi ciascun'anima dal rinviare la confessione all'ultima ora.

Ho sperimentato la potenza delle parole del sacerdote, che scendono benefiche sull'anima dell'ammalato.

Quando chiesi al Padre spirituale se ero pronta a presentarmi davanti a Dio e se potevo stare tranquilla, ottenni questa risposta: « Può essere pienamente tranquilla, non solo adesso, ma dopo ogni confessione settimanale ».

La grazia di Dio che accompagna queste parole del sacerdote è grande.

L'anima sente la forza ed il coraggio per la battaglia.

O Congregazione, o madre mia, come è dolce vivere sotto le tue ali, ma è ancora meglio morirvi! '

Ricevuti gli ultimi S. Sacramenti, sopravvenne un miglioramento totale.

Rimasi sola. Il miglioramento durò circa mezz'ora, poi si ripeté l'attacco, ma non più così violento, perché le cure mediche lo contrastavano.

Unii le mie sofferenze a quelle di Gesù e le offrii per me e per la conversione delle anime che non credono nella bontà di Dio.

All'improvviso la mia cella si riempì di ceffi neri pieni di malvagità e di odio contro di me.

Uno di essi disse: « Maledetta tu e Colui che è in te, perché già cominci a tormentarci nell'inferno ».

Appena dissi: « Ed il Verbo si fece carne ed abitò in mezzo a noi », subito quei ceffi scomparvero rumorosamente.

L'indomani mi sentivo debolissima, ma non provavo più nessuna sofferenza.

Dopo la santa Comunione vidi Gesù nell'aspetto che avevo già visto durante un'ora di adorazione.

Lo sguardo del Signore trapassò la mia anima da parte a parte e nemmeno il più minuscolo pulviscolo sfugge alla Sua attenzione.

E dissi a Gesù: « Pensavo che mi prendessi ».

E Gesù mi rispose: « Ancora non si è adempiuta completamente la Mia volontà in te; rimarrai ancora sulla terra, ma non per molto tempo.

Mi piace molto la tua fiducia, ma l'amore sia più ardente.

Un amore puro da forza all'anima nell'agonia stessa.

Quando agonizzavo sulla croce non pensavo a Me, ma ai poveri peccatori e pregavo il Padre per loro.

Voglio che anche i tuoi ultimi momenti siano completamente simili ai Miei sulla croce.

Uno solo è il prezzo col quale si riscattano le anime e questo prezzo è la sofferenza unita alla Mia sofferenza sulla croce.

L'amore puro comprende queste parole; l'amore carnale non le comprenderà mai ».

Anno 1934. Il giorno dell'Assunzione della SS.ma Vergine, non andai alla santa Messa, la dottoressa157 non me lo permise, ma pregai fervorosamente in cella.

Dopo poco vidi la Madonna, che era di una bellezza indescrivibile e che mi disse: « Figlia Mia, voglio da te preghiera, preghiera e ancora una volta preghiera per il mondo e specialmente per la tua Patria.

Fa' la comunione riparatrice per nove giorni, unisciti strettamente al sacrificio della Santa Messa.

Per questi nove giorni starai davanti a Dio come vittima, ovunque, continuamente, in ogni luogo e in ogni momento giorno e notte; ogni volta che ti svegli, prega interiormente.

Pregare di continuo interiormente è possibile ».

Una volta Gesù mi disse: « Il Mio sguardo da quest'immagine è tale e quale al Mio sguardo dalla croce ».

Una volta il confessore mi chiese come doveva essere collocata la scritta, dato che non c'era posto sull'immagine.

Risposi che avrei pregato ed avrei dato una risposta la settimana seguente.

Mentre mi allontanavo dal confessionale, passando accanto al SS.mo Sacramento, mi fu fatto capire interiormente come doveva essere quella scritta.

Gesù mi ricordò quello che mi aveva detto la prima volta e cioè che queste tre parole dovevano essere messe in evidenza.

Le parole sono queste: « Jezu, ufam Tobie ». Gesù, confido in Te.

Capii che Gesù desiderava che venisse messa questa frase, ma all'infuori di queste parole, non dava altri ordini precisi.

« Porgo agli uomini il recipiente, col quale debbono venire ad attingere le grazie alla sorgente della Misericordia.

Il recipiente è quest'immagine con la scritta: Gesù, confido in Te ».

O Amore purissimo, regna totalmente nel mio cuore ed aiutami a compiere nella maniera più fedele la Tua santa volontà.

Verso la fine di un ritiro spirituale di tre giorni, mi accorsi che camminavo lungo una strada accidentata ed inciampavo ogni momento e vedevo che dietro di me veniva un'altra figura che mi sosteneva continuamente e io non ero contenta di questo e chiesi che quella figura si scostasse da me, perché volevo camminare da sola.

Tuttavia quella figura, che non riuscii a riconoscere, non mi abbandonò nemmeno per un istante.

La cosa m'innervosì e mi rivoltai contro di lei e la respinsi da me.

In quel momento conobbi che quella figura era la Madre Superiora158 e nello stesso momento vidi che non era più la Madre Superiora ma Gesù, che m'inviò uno sguardo profondo e mi fece conoscere quanto Gli sarebbe dispiaciuto se, anche nella più piccola cosa, non avessi cercato di fare la volontà della Superiora « che è la Mia volontà ».

Chiesi vivamente perdono al Signore e presi seriamente a cuore quell'avvertimento.

+ Una volta il confessore mi chiese di pregare secondo la sua intenzione e cominciai una novena alla Madonna.

Questa novena consisteva nel recitare nove volte la « Salve Regina ».

Verso la fine della novena vidi la Madonna col Bambino Gesù in braccio e vidi anche il mio confessore che era inginocchiato ai Suoi piedi e parlava con Lei.

Non compresi di che cosa parlasse con la Madonna, poiché ero impegnata a parlare col Bambino Gesù, che era sceso dalle braccia della Madonna e si era avvicinato a me.

Non mi stancavo di ammirare la Sua bellezza.

Sentii alcune parole che gli diceva la Madonna, ma non sentii tutto.

Le parole sono queste: « Io sono non solo la Regina del Cielo, ma anche la Madre della Misericordia e la Madre tua ».

In quel momento stese la mano destra con cui reggeva il mantello e coprì con esso quel sacerdote.

In quell'istante la visione scomparve.

Oh! che grazia grande è quella di avere un direttore spirituale!

Si progredisce più in fretta nelle virtù, si conosce più chiaramente la volontà di Dio, la si adempie più fedelmente, si procede su una strada certa e sicura.

Il direttore spirituale sa evitare gli scogli contro i quali essa potrebbe andare in frantumi.

Iddio mi ha dato questa grazia piuttosto tardi, ma sono molto lieta vedendo come Iddio accondiscende ai desideri del direttore spirituale.

Cito un solo fatto fra le migliaia che mi capitano.

Come al solito una sera avevo pregato il Signore di darmi i punti per la meditazione del giorno dopo.

Ricevetti questa risposta: « Medita sul profeta Giona e sulla sua missione ».

Ringraziai il Signore, ma dentro di me cominciai a pensare: che meditazione diversa dalle altre!

Ciò nonostante, con tutta l'applicazione possibile, m'impegnai a riflettere e in quel profeta scoprii me stessa, nel senso che anch'io spesso mi rifiuto davanti a Dio, dicendo che qualcun altro potrebbe compiere meglio la santa volontà di Dio, non comprendendo che Dio può tutto e tanto più si rivela la Sua potenza, quanto più è misero lo strumento che adopera.

Dio mi ha fatto capire questo.

Nel pomeriggio ci fu la confessione della comunità.

Quando feci presente al direttore spirituale il timore che mi attanaglia l'anima a causa di questa missione,159 per la quale Dio mi usa come strumento non idoneo, il padre spirituale mi rispose che, volenti o nolenti, dobbiamo compiere la volontà di Dio e mi fece l'esempio del profeta Giona.

Finita la confessione pensavo tra me, come mai il confessore sapesse che Dio mi aveva ordinato di fare la meditazione su Giona; io non gliene avevo parlato.

Ad un tratto udii queste parole: « Il sacerdote, quando Mi sostituisce, non è lui che opera, ma sono Io per suo tramite.

I suoi desideri sono i Miei desideri ».

Vedo come Gesù difende i Suoi sostituti.

Egli stesso entra nel loro sperate.

+ Giovedì.

Quando ho cominciato l'ora santa, avrei voluto immergermi nell'agonia di Gesù nell'Orto degli Ulivi.

Ad un tratto sentii nel mio intimo una voce: « Medita i misteri dell'Incarnazione ».

Ed all'improvviso mi apparve il Bambino Gesù di una splendente bellezza.

Mi disse quanto era gradita a Dio la semplicità dell'anima.

« Sebbene la Mia grandezza sia inconcepibile, ho rapporti di intimità soltanto con i piccoli.

Voglio da te l'infanzia dello spirito ».

Ora vedo chiaramente come Iddio opera attraverso il confessore e come è fedele nelle sue promesse.

Due settimane fa il confessore mi aveva ordinato di riflettere sull'infanzia dello spirito.

Sulle prime la cosa m'era riuscita un po' difficile, ma il confessore, non badando alle mie difficoltà, aveva insistito perché meditassi sull'infanzia dello spirito.

« In pratica quest'infanzia si manifesta così: un bambino non si preoccupa ne del passato ne del futuro, ma approfitta del momento presente.

In lei, sorella, desidero che emerga questa infanzia dello spirito ed attribuisco a ciò una grande importanza ».

Vedo come il Signore si presti ad accogliere i desideri del confessore, dato che in questo periodo non mi si mostra come Maestro nel pieno delle forze e della sua matura umanità, ma mi appare come un Bambino.

Questo Dio infinito si abbassa fino a me nelle sembianze di un Bambinello.

Ma lo sguardo della mia anima non si ferma alla superficie.

Benché tu prenda le sembianze di un Bambinello, io vedo in Te l'Immortale, l'infinito Signore dei signori, che i puri spiriti adorano giorno e notte, per il quale ardono i cuori dei Serafini col fuoco dell'amore più puro.

O Cristo, o Gesù, io desidero superarli nell'amore verso di Te.

Vi chiedo perdono, o puri spiriti, per aver osato paragonarmi a Voi.

Io sono un abisso di miseria, una voragine dì miseria, ma Tu, o Dio, che sei un abisso insondabile di Misericordia, assorbirai come l'ardore del sole assorbe una goccia di rugiada.

Un Tuo sguardo amorevole conferisce lo stesso livello ad ogni abisso.

Sono immensamente felice per la grandezza di Dio.

Nel modo più assoluto mi basta vedere la grandezza di Dio, per essere felice per tutta l'eternità.

Una volta che vidi Gesù sotto l'aspetto di un Bambino, domandai: « Come mai, Gesù, ora tratti intimamente con me prendendo l'aspetto di un Bambino?

Del resto io in Te, anche se sei così, vedo Dio infinito, il mio Creatore e Signore ».

Gesù mi rispose che fino a quando non avessi imparato la semplicità e l'umiltà, avrebbe trattato con me come un bimbo.

4 - 1934.

Durante la santa Messa, nella quale Gesù venne esposto nel SS.mo Sacramento, prima della santa Comunione, vidi due raggi che uscivano dall'Ostia Santissima, così come sono dipinti in questa immagine: uno rosso e l'altro pallido.

Si riflettevano su ciascuna delle Suore e sulle educande, ma non su tutte allo stesso modo.

Su alcune erano appena tratteggiati.

Era il giorno in cui terminavano gli esercizi spirituali delle figliole.

22.XI.1934.

+ Una volta il padre spirituale mi ordinò dì riflettere attentamente su di me e di indagare per vedere se avevo qualche attaccamento a qualche oggetto o creatura od a me stessa o se vi era in me una propensione a chiacchierare inutilmente.

« Poiché tutto ciò, mi disse, impedisce al Signore Gesù di amministrare a suo gradimento la tua anima.

Dio è geloso del nostro cuore e vuole che amiamo Lui solo ».

Quando cominciai a riflettere profondamente su me stessa, non notai di essere attaccata a qualche cosa.

Tuttavia, come in tutte le mie cose, così anche in questa avevo paura di me stessa e non credevo a me stessa.

Stanca per questa indagine minuziosa, andai davanti al SS.mo Sacramento e pregai Gesù con tutta la forza della mia anima: « Gesù, mio Sposo, Tesoro del mio cuore, Tu sai che conosco soltanto Te e non conosco altro amore tranne Te, ma Gesù, se dovessi affezionarmi a qualunque cosa all'infuori di Te, Ti prego e Ti scongiuro, Gesù, per la potenza della Tua Misericordia, fammi morire immediatamente, poiché preferisco mille volte morire, piuttosto che ingannarTi una sola volta nella più piccola cosa ».

In quel momento Gesù si presentò all'improvviso davanti a me, non so da dove, splendente di una bellezza indicibile, in una veste bianca, con le braccia alzate e mi disse queste parole: « Figlia Mia, il tuo cuore è il Mio riposo ed il Mio compiacimento.

In esso trovo tutto quello che un gran numero di anime Mi rifiuta. Dillo al Mio sostituto ».

Ed all'improvviso non vidi più nulla, ma una gioia immensa entrò nella mia anima.

Ora comprendo che nulla può essermi d'impedimento all'amore che ho per Te, o Gesù: non la sofferenza, né le contrarietà, né il fuoco, né la spada, né la morte stessa.

Mi sento più forte, al di sopra di tutto questo.

Nulla è paragonabile all'amore.

Vedo che le cose più insignificanti, compiute da un'anima che ama sinceramente Dio, hanno un valore inestimabile agli occhi dei Suoi santi.

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157 Medico delle suore della casa di Wilno era la dottoressa Elena Madejewska, nata nel 1888.
Nel febbraio del 1935 andò a Vilejka come direttrice dell'ospedale distrettuale.
Era una dottoressa molto brava e stimata, che si dedicava agli ammalati con grande intelligenza e sensibilità.
È morta il 21 novembre 1965
158 Madre Irene Krzyzanowska ( nota 73 )
159 Diario, Q. I, p. 199 alla fine