Diario di M. Faustina Kowalska

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6.1.1937.

Oggi durante la S. Messa mi sono immersa inconsapevolmente nell'infinita Maestà di Dio.

Tutta l'enormità dell'amore di Dio mi ha inondato l'anima.

In quel particolare momento ho conosciuto in che grande misura Dio si è abbassato per me, il Signore dei signori.

E cosa sono io miserabile, che tratti così familiarmente con me?

Lo stupore che mi ha invaso dopo quella grazia particolare è durato in modo molto accentuato per tutta la giornata.

Approfittando della confidenza, alla quale il Signore mi ammette.

L'ho pregato per tutto il mondo.

In quei momenti mi sembra che tutto il mondo dipenda da me.

+ O mio Maestro, intervieni sul mio cuore, in modo che io non attenda aiuto da nessuno, ma m'impegni sempre a portare agli altri aiuto, conforto ed ogni sollievo.

Ho sempre il cuore aperto per le sofferenze degli altri e non chiuderò il mio cuore a quelli che soffrono, anche se per questo qualcuno con malizia mi ha chiamata « la pattumiera per la spazzatura », poiché ognuno getta il proprio cruccio nel mio cuore.

Ho risposto che tutti hanno un posto nel mio cuore e per questo io l'ho nel Cuore di Gesù.

Le battute pungenti, per quanto concerne la legge della carità, non riusciranno a rinserrare il mio cuore.

La mia anima è sempre sensibile su questo punto e soltanto Gesù è per me la ragione per amare il prossimo.

7.1.

Durante l'ora santa, il Signore mi concesse di sperimentare la Sua Passione; condivisi l'amarezza della Passione, di cui era colma la Sua anima.

Gesù mi fece conoscere come l'anima deve essere fedele alla preghiera, nonostante le tribolazioni, l'aridità e le tentazioni, poiché dalla preghiera in prevalenza dipende talvolta la realizzazione dei grandi progetti di Dio, e se noi non perseveriamo nella preghiera, mettiamo degli impedimenti a ciò che Iddio voleva compiere per mezzo nostro oppure in noi.

Ogni anima ricordi queste parole: « E trovandosi in una situazione difficile, pregava più a lungo ».

Una preghiera di questo genere la prolungo sempre per quanto ciò mi è possibile e compatibilmente coi miei doveri.

8.1.

Venerdì mattina, mentre andavo in cappella per la santa Messa, vidi improvvisamente sul marciapiede un grande cespuglio di ginepro e in esso un gatto orribile, che fissandomi con malvagità, voleva impedirmi di andare in cappella.

Una sola invocazione del Nome di Gesù e tutto scomparve.

Ho offerto tutta la giornata per i peccatori agonizzanti.

Durante la santa Messa ho sentito in modo particolare la presenza del Signore.

Dopo la santa Comunione guardai con fiducia il Signore e Gli dissi: « Desidero tanto dirTi una cosa ».

Ed il Signore si rivolse verso di me con amore e disse: « E cosa desideri dirMi? ».

« Gesù, Ti prego per l'inconcepibile potenza della Tua Misericordia, che tutte le anime che muoiono oggi evitino il fuoco dell'inferno, anche se sono i più grandi peccatori.

Oggi è venerdì, che ricorda la Tua dolorosa agonia sulla croce; siccome la Tua Misericordia è inimmaginabile, gli angeli non si meraviglieranno per questo ».

E Gesù mi strinse al Suo Cuore e disse: « Figlia amata, hai conosciuto bene l'abisso della Mia Misericordia.

Farò come chiedi, ma unisciti continuamente al Mio Cuore agonizzante e soddisfa la Mia giustizia.

Sappi che Mi hai chiesto una cosa grande, ma vedo che tè l'ha suggerita il puro amore verso di Me; per questo esaudirò la tua richiesta ».

O Maria, Vergine Immacolata, prendimi sotto la Tua specialissima protezione e custodisci la purezza della mia anima, del mio cuore e del mio corpo.

Tu sei il modello e la stella della mia vita.

Oggi ho provato un grande dispiacere nel momento della visita delle nostre suore.

Sono venuta a sapere una certa cosa che mi ha ferito profondamente il cuore; però sono riuscita a dominarmi, di modo che le suore non se ne sono affatto accorte.

Quella sofferenza mi ha dilaniato il cuore per un lungo momento, ma tutto ciò vada per i poveri peccatori …

O Gesù, per i poveri peccatori … Gesù, mia forza, stammi vicino, aiutami …

10.1.37.

Oggi ho pregato il Signore di darmi la forza la mattina, per poter andare a ricevere la santa Comunione.

O mio Maestro, Ti prego con tutto il mio cuore assetato, se ciò è conforme alla Tua santa volontà, dammi tutte le sofferenze ed i malanni che vuoi; io desidero soffrire giorno e notte.

Ma Te ne prego ardentemente, dammi la forza nel momento in cui debbo accostarmi alla santa Comunione.

Vedi bene, Gesù, che non portano la santa Comunione ai malati, e perciò se non mi dai la forza in questo momento per poter scendere in cappella, come posso riceverli nel Tuo mistero d'amore?

E Tu sai quant'è la nostalgia del mio cuore per Te.

O mio dolce Sposo, a che scopo tanti ragionamenti?

Tu lo sai quanto ardentemente Ti desidero e se vuoi, puoi farmi questo.

La mattina del giorno dopo mi sono sentita come se fossi guarita completamente; non avevo più svenimenti ne altri malanni.

Però, appena sono ritornata dalla cappella, tutte le sofferenze ed i malanni hanno ripreso subito, come se fossero stati lì ad aspettarmi.

Io però non ho avuto paura di loro nel modo più assoluto, poiché mi ero nutrita del Pane dei Forti.

Guardo con coraggio a tutto, anche negli occhi della morte stessa.

+ O Gesù nascosto nell'Ostia, mio dolce Maestro e fedele Amico, oh, quanto è felice la mia anima, perché ho un tale Amico, che mi tiene sempre compagnia.

Non mi sento sola, anche se sono in isolamento.

O Gesù Ostia, noi ci conosciamo, questo mi basta.

12.1.37.

Oggi quando è passato a visitarmi il medico, non ha avuto una buona impressione.

In realtà soffrivo di più e la temperatura era aumentata parecchio.

Naturalmente decise che non andassi a comunicarmi, finché la temperatura non si fosse regolarizzata del tutto.

Risposi che andava bene, benché il dolore mi stringesse il cuore, ma aggiunsi che ci sarei andata non appena fosse passata la febbre.

Egli acconsentì. Partito il medico, dissi al Signore: « Gesù, ora dipende da Te se potrò comunicarmi o dovrò farne a meno ». E non ci pensai più.

Tuttavia ero continuamente assillata dal pensiero: dovrò essere privata / di Gesù? No, non è possibile!

E ciò non per una volta sola, ma per alcuni giorni, finché non passa la febbre.

Ma quella sera dissi al Signore: « Gesù, se le mie comunioni ti sono gradite, umilmente Ti prego, fa' che io domattina non abbia neanche una linea di febbre ».

La mattina misuro la temperatura e pensavo tra me che, anche con una sola linea di febbre, sarei rimasta a letto per non fare cosa contraria all'obbedienza.

Tolgo il termometro: non segna nemmeno una linea di febbre.

M'alzai immediatamente e andai a ricevere la S. Comunione.

Quando venne il medico e gli dissi che non avevo avuto nemmeno una linea di febbre ed ero andata alla S. Comunione, rimase stupito e io lo pregai che non mi ostacolasse nell'andare a ricevere la S. Comunione, poiché ciò avrebbe influito negativamente sulla cura.

Il medico rispose: « Per essere tranquillo in coscienza e nello stesso tempo per non contrariare lei, sorella, ci accordiamo così: quando è bel tempo, non piove e lei si sente bene, vada pure, ma in coscienza stia ben attenta a quello che le ho detto ».

Mi rallegrai, constatando che il medico era così disponibile verso di me.

« Vedi, Gesù, la parte che spettava a me, io l'ho già fatta.

Ora conto su di Te e sono pienamente tranquilla ».

Oggi ho visto che Padre Andrasz celebrava la santa Messa.

Prima dell'elevazione ho visto il Piccolo Gesù, che era molto lieto, con le manine protese in avanti e dopo un momento non ho visto più nulla.

Ero nella mia stanzetta d'isolamento e continuavo a fare il ringraziamento.

Dopo però pensai fra me: Come mai il Bambino Gesù era così allegro?

All'improvviso nel mio intimo udii queste parole: « Perché sto bene nel suo cuore ».

E la cosa non mi sorprese affatto, poiché so che ama molto Gesù. .

La mia unione con gli agonizzanti continua ad essere molto stretta.

Oh, quanto è incomprensibile la divina Misericordia poiché il Signore mi permette di essere d'aiuto agli agonizzanti con le mie indegne preghiere.

Per quanto mi è possibile, cerco di stare accanto ad ogni agonizzante.

Abbiate fiducia nel Signore, poiché è buono ed inconcepibile; la Sua Misericordia supera la nostra comprensione.

14.1.37.

Oggi Gesù è entrato nella mia cameretta d'isolamento, con una veste chiara ed una cintura d'oro attorno alla vita.

Una grande maestà si rifletteva da tutta la Sua persona ed ha detto: « Figlia Mia, perché ti lasci prendere da pensieri di paura? ».

Ho risposto: « Signore, Tu sai il perché ».

E mi ha detto: « Perché? ». « Quest'opera mi spaventa. Tu sai che non sono idonea a compierla ».

E mi ha detto: « Perché? ». « Vedi che non ho salute, non ho istruzione, non ho denari; sono un abisso di miseria; ho paura a trattare con la gente.

Gesù, io desidero soltanto Te; Tu puoi liberarmi da questo ».

Ed il Signore mi ha detto: « Figlia Mia, quello che hai detto è vero.

Sei molto misera ed a Me è piaciuto compiere l'opera della Misericordia proprio per tuo mezzo, che sei la miseria stessa.

Non temere; non ti lascerò sola. Fa' per questa causa quello che puoi.

Io completerò tutto quello che ti manca. Tu sai quello che è nelle tue possibilità; fa' quello ».

Il Signore rivolse uno sguardo con grande amabilità nel profondo del mio essere.

Pensavo di morire dalla gioia per quello sguardo.

Il Signore scomparve. Rimase nella mia anima la gioia, la forza e lo slancio per agire, ma sono stupita del fatto che il Signore non voglia liberarmi e non cambi nulla di quello che ha detto una volta.

E nonostante tutta questa gioia, c'è sempre un'ombra di sofferenza.

Vedo che l'amore ed il dolore vanno in coppia.

Visioni simili non ne ho molte, ma più spesso tratto con il Signore in modo più profondo.

I sensi rimangono assopiti ed ogni cosa sebbene inavvertitamente, ma realmente, diviene per me più chiara di quando l'osservo con gli occhi.

L'intelletto conosce di più in un attimo che dopo lunghi anni di profonde riflessioni e meditazioni, sia per quanto riguarda l'essenza di Dio, sia per le verità rivelate, come pure per la conoscenza della propria miseria.

Nulla mi disturba in questa unione col Signore, ne parlare col prossimo, né alcuno dei miei impegni; anche se dovessi sbrigare non so che faccenda importante, questo non mi disturba affatto.

Il mio spirito è con Dio, le mie viscere sono piene di Dio, e perciò non Lo cerco al di / fuori di me.

Egli, il Signore, penetra nella mia anima, come un raggio di sole attraversa un vetro puro.

Con la madre naturale, quando ero rinchiusa nel suo grembo, non ero così unita come col mio Dio; là c'era l'inconsapevolezza, mentre qui c'è la piena realtà e consapevolezza dell'unione.

Le mie visioni sono esclusivamente interiori; ma più le comprendo e più mi riesce difficile esprimerle a parole.

Oh, quanto è bello il mondo dello spirito! E quanto è reale!

In confronto ad esso questa nostra vita esteriore non è che una vana illusione, un'impotenza.

Gesù, dammi la forza e la saggezza, per attraversare questa paurosa foresta della vita, in modo che il mio cuore sappia sopportare pazientemente la nostalgia di Te, o mio Signore.

Resto sempre presa da sacro stupore, quando sento che Ti avvicini a me; Tu, il Sovrano del trono terribile, scendi in un miserabile esilio e vieni da una povera mendicante, che non ha nulla se non miseria.

Non so ospitarti, o mio Principe, ma Tu sai che Ti amo con ogni palpito del mio cuore.

Benché io veda quanto Tu ti abbassi, tuttavia non diminuisce ai miei occhi la Tua Maestà.

So che mi ami come ama uno Sposo, e questo mi basta, benché ci divida un grande abisso, poiché Tu sei il Creatore e io la Tua creatura.

L'amore però è soltanto la spiegazione della nostra unione.

All'infuori di esso tutto è inconcepibile.

Solo con l'amore si comprende l'incomprensibile familiarità con la quale mi tratti.

O Gesù, la Tua grandezza mi spaventa e rimarrei in un continuo stupore e timore, se Tu non mi tranquillizzassi.

Ogni volta, prima di avvicinarTi a me, mi rendi idonea a trattare familiarmente con Te.

15.1.37.

La tristezza non alberga in un cuore che ama la volontà di Dio.

Il mio cuore, pieno di nostalgia per Iddio, prova con sofferenza tutta la miseria dell'esilio.

Avanzo con coraggio verso la mia patria, sebbene i miei piedi rimangano feriti, e in questo cammino mi nutro della volontà di Dio; essa è il mio alimento.

Sostenetemi, o felici abitanti della patria celeste, affinché la vostra sorella non venga meno lungo la strada.

Benché sia un terribile deserto, avanzo a fronte alta e guardo il sole, cioè il Cuore misericordioso di Gesù.

19.1.37.

La vita nel momento attuale mi scorre in una silenziosa consapevolezza della presenza di Dio.

Di Lui vive silenziosamente la mia anima e questa consapevole vita di Dio nella mia anima è per me sorgente di felicità e di vigore.

Non cerco la felicità se non nel profondo della mia anima, in cui dimora Iddio; sono consapevole di ciò.

Sento quasi la necessità di darmi agli altri.

Ho scoperto nell'anima la sorgente della felicità, cioè Dio.

O mio Dio, vedo che tutto ciò che mi circonda è pieno di Te, e soprattutto la mia anima, adornata della Tua grazia.

Comincio già a vivere di quello di cui vivrò nell'eternità.

Il silenzio è un linguaggio così potente che raggiunge il trono del Dio vivente.

Il silenzio è il Suo linguaggio, benché misterioso, ma potente e vivo.

O Gesù, mi fai conoscere e comprendere in che cosa consiste la grandezza di un'anima: non nelle grandi azioni, ma in un grande amore.

È l'amore che vale ed esso conferisce grandezza alle nostre azioni.

Benché le nostre azioni siano piccole e ordinarie di per sé, in conseguenza dell'amore diventano grandi e potenti davanti a Dio, solo grazie all'amore.

L'amore è un mistero che trasforma tutto ciò che tocca in cose belle e gradite a Dio.

L'amore di Dio rende l'anima libera.

Essa è come una regina che non conosce la costrizione degli schiavi; intraprende tutto con una grande libertà, poiché l'amore che dimora in lei è il movente per agire.

Tutto ciò che la circonda, le fa conoscere che soltanto Dio è degno del suo amore.

Un'anima amante di Dio ed immersa in Lui, va ai suoi doveri con la stessa disposizione con la quale va alla santa Comunione e compie anche la più semplice azione con grande diligenza, sotto lo sguardo amorevole di Dio.

Non si agita se col tempo qualche cosa si rivela meno riuscita; essa è tranquilla, poiché al momento di agire, ha fatto quanto era in suo potere.

Quando capita che l'abbandoni la viva presenza di Dio, di cui gode quasi in continuazione, essa procura di vivere di fede viva; la sua anima comprende che ci sono i momenti del riposo ed i momenti della lotta.

Con la volontà è sempre unita a Dio.

La sua anima è come un cavaliere addestrato alla battaglia, scorge da lontano dove si nasconde il nemico ed è pronta alla lotta; essa sa di non essere sola: Dio è la sua forza.

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