Diario di M. Faustina Kowalska |
La mattina, durante la santa Messa, ho udito queste
parole: «
O mio Gesù, solo Tu sai quello che sta passando il mio cuore.
O mia forza. Tu puoi tutto e sebbene io m'esponga a grandi sofferenze, Ti rimarrò sempre fedele, poiché sono sostenuta da una Tua grazia particolare.
Oggi il Signore mi ha detto: «
Ho eseguito il Suo desiderio, ma il sacerdote non ha accolto il desiderio del Signore.
Mentre mi allontanavo dal confessionale, ho udito queste parole: «
La mattina, dopo la santa Comunione, la mia anima è stata immersa nella divinità.
Sono stata unita alle Tre Persone Divine in questo modo: dato che ero unita a Gesù, per questo contemporaneamente ero unita al Padre ed allo Spirito Santo.
La mia anima è stata sommersa da una gioia inconcepibile ed il Signore mi ha fatto conoscere tutto il mare e l'abisso della Sua insondabile Misericordia.
Oh, se le anime volessero comprendere quanto Dio le ama!
Tutti i paragoni, anche i più teneri ed i più forti, sono soltanto un'ombra sbiadita a confronto della realtà.
Quando ero unita al Signore, ho conosciuto quanto sono numerose le anime che adorano la Misericordia di Dio.
Quando sono andata all'adorazione, ho udito queste parole: «
La Madre Maestra,13
Ho subito pregato il Signore perché le faccia conoscere più a fondo l'abisso di questa insondabile Misericordia.
+ Quando mi sono accomiatata dal Signore, prima di andare a riposare, ho udito queste parole: «
Oggi, quando è entrata in cappella una certa persona, ho provato di colpo un dolore atroce alle mani, ai piedi ed al fianco, come Gesù durante la Passione; questo dura un breve momento e con questo riconosco un'anima che non è in grazia di Dio.
In un certo momento ho visto il Santo Padre che rifletteva su questa causa.14
Oggi la Madre Superiora mi ha fatto leggere un articolo sulla Divina Misericordia e c'era anche la riproduzione dell'immagine che è stata dipinta.
L'articolo è pubblicato nel « Tygodnik Wilenski »15
Il Settimanale di Wilno; ce l'ha spedito a Cracovia Don Michele Sopocko, fervente apostolo della Divina Misericordia.
In quest'articolo sono citate delle parole che Gesù ha rivolto a me; alcune espressioni sono riportate alla lettera.
Quando ho preso in mano quel Settimanale, una freccia d'amore mi ha trafitto l'anima.
«
Il mio spirito si è infiammato di un fuoco d'amore così forte, che mi sembrava di sciogliermi completamente in Dio.
+ Quell'anima bella, che diffonde nel mondo l'opera della Divina Misericordia, è tanto cara a Dio per la sua profonda umiltà.
Prima di ogni grazia più grande, la mia anima è sottoposta ad una prova di pazienza, poiché la sento, ma non la possiedo ancora.
Il mio spirito è in fermento, ma l'ora non è ancora giunta; quei momenti sono tanto misteriosi, che è difficile scriverne.
Oggi debbo rimanere a letto tutto il giorno.
Mi ha preso una tosse violenta, che mi ha talmente indebolito da non avere la forza per camminare.
Il mio spirito ha una gran voglia di eseguire le opere di Dio, ma le forze fisiche mi hanno abbandonato.
In questo momento. Signore, non riesco a comprendere il Tuo operato, per questo ripeto con un atto di volontà, amorosa; « Fa' di me quello che Ti piace ».
Dato che le tentazioni sono forti, tutta un'ondata di dubbi si riversa sulla mia anima, lo scoraggiamento è già pronto e disponibile, ma il Signore rafforza la volontà, contro la quale come contro una roccia s'infrangono tutti gli assalti del nemico.
Vedo quanta grazia attuale cooperante Iddio mi concede, con la quale mi sostiene continuamente.
Sono molto debole e debbo tutto unicamente alla grazia di Dio.
+ Un giorno in cui avevo deciso di esercitarmi in una certa virtù, caddi nel difetto contrario dieci volte di più che negli altri giorni.
Mentre la sera riflettevo su ciò: « Come mai oggi sono caduta in una maniera così eccezionale? », udii queste parole: «
Compresi la ragione delle mie cadute.
Quando domenica, 11 aprile, scrissi una lettera a Don Sopocko, all'improvviso la mia salute peggiorò talmente che non inviai la lettera, ma attesi che la volontà di Dio fosse evidente.
La salute però si aggravò talmente, che dovetti mettermi a letto.
La tosse mi tormentava in modo così straziante che pensavo che, se si fosse ripetuta ancora un paio di volte, sarebbe stata certamente la fine.
Il 14 aprile mi sentivo così male, che a stento mi alzai per la santa Messa.
Mi sentivo peggio di quando ero stata inviata a curarmi.
Avevo un forte rantolo ed un respiro rumoroso nei polmoni e strani dolori.
Ricevuta la santa Comunione - io stessa non so bene il perché, o meglio che cosa mi spingeva a questa preghiera - cominciai a pregare in questo modo: « Gesù, il Tuo Sangue puro e sano circoli nel mio organismo malato, ed il Tuo Corpo puro e sano trasformi il mio corpo malato e pulsi in me una vita sana e forte, se è la Tua santa volontà che io dia inizio all'opera.
Questo sarà per me il segno evidente della Tua santa volontà ».
Dopo che ebbi pregato così, provai come uno strappo in tutto l'organismo e mi sentii all'improvviso completamente sana.
Ho il respiro limpido, come se non fossi mai stata malata ai polmoni e non sento dolore e questo per me è il segno che debbo accingermi all'opera.16
E questo avvenne nell'ultimo giorno della novena, che avevo fatto allo Spirito Santo.
Dopo questa guarigione venni unita tutto ad un tratto a Gesù in modo puramente spirituale.
Gesù mi diede una salda convinzione, cioè mi confermò in queste richieste.
In tale contatto speciale con Gesù rimasi un giorno intero e parlai, di particolari che riguardavano la Congregazione.
Gesù riversò nella mia anima la forza ed il coraggio per l'azione.
Ora comprendo che il Signore, se vuole qualche cosa da un'anima, le dà la possibilità di eseguirla e con la grazia la rende idonea a compiere ciò che vuole da lei.
E quindi anche se si trattasse dell'anima più misera, può per ordine del Signore intraprendere cose che oltrepassano la sua comprensione, poiché questo è il segno dal quale si può conoscere che il Signore è con quell'anima, se in essa si rivela la forza ed il vigore di Dio, che rende l'anima coraggiosa e forte.
In quanto a me, in un primo momento mi spavento sempre un po' per la grandezza del Signore, ma poi entra nella mia anima una pace profonda che nulla può turbare, ed una forza interiore per quello che in un dato momento il Signore vuole …
Ed udii queste parole: «
Per quanto tempo sarò in buona salute, non lo so, né lo domando; so soltanto che attualmente godo buona salute.
Il futuro non mi appartiene.
Ho chiesto la salute come attestazione della volontà di Dio, e non per cercare sollievo nella sofferenza.
Oggi, quando la Maestà di Dio si è impossessata di me, la mia anima è venuta a sapere che il Signore, sebbene sia tanto grande, ha una predilezione per le anime piccole e umili.
Quanto più profondamente un'anima si umilia, tanto più amabilmente il Signore le si avvicina, e unendosi strettamente a lei, l'innalza fino al Suo trono.
Felice l'anima che il Signore stesso difende.
Ho conosciuto che solo l'amore ha valore, l'amore è una cosa grande; nulla, nessuna opera può paragonarsi ad un atto di puro amore di Dio.
+ O Gesù, proteggimi con la Tua Misericordia ed inoltre giudicami con bontà, altrimenti la Tua giustizia può a buon diritto condannarmi.
Oggi a lezione di catechismo ho avuto conferma di una cosa che per comprensione interiore avevo conosciuto e da tempo sperimentato e precisamente, se un'anima ama sinceramente Dio ed è unita a Lui inferiormente, benché all'esterno viva in condizioni difficili, nulla è in grado di vincolarne la vita interiore.
Anche in mezzo alla corruzione, può essere pura ed intatta, poiché il grande amore di Dio le dà la forza per la lotta e Dio stesso difende in modo particolare, anche in maniera miracolosa, l'anima che Lo ama sinceramente.
Quando Iddio un certo giorno mi fece conoscere interiormente che non avevo mai perso l'innocenza, e questo nonostante i vari pericoli nei quali mi ero trovata, e che Egli stesso mi aveva protetta, affinché la verginità della mia anima e del mio cuore rimanesse intatta, quel giorno lo passai in un interiore, fervente ringraziamento.
Ringraziai Dio, che si era degnato difendermi dal male ed anche perché avevo trovato grazia ai Suoi occhi e perché si era degnato Egli stesso di assicurarmi di questo.
E alcuni anni dopo si degnò confermarmi in essa e da allora non provo più la ribellione dei sensi contro l'anima.
L'ho scritto più esattamente in un altro quaderno.17
Ogni volta che mi ricordo di questa grazia inconcepibile, una nuova fiamma d'amore e di riconoscenza verso Dio esplode dal mio cuore e questo amore mi conduce a dimenticarmi completamente di me stessa.
Da quei giorni vivo sotto il manto verginale della Madonna.
Essa mi custodisce ed ammaestra; sono tranquilla accanto al Suo Cuore Immacolato, poiché sono debole ed inesperta, per questo mi stringo come una bimba al Suo Cuore.
Nonostante che Dio mi abbia confermato in questa virtù, vigilo continuamente ed ho paura perfino della mia ombra e ciò soltanto perché amo molto Dio.
Questa grazia divina mi è stata data soltanto perché ero la più debole fra gli esseri umani, per questo l'Onnipotente mi ha circondata con la Sua particolare Misericordia.
Ogni maggior grazia la sento prima e mi prende una strana nostalgia ed un gran desiderio di Dio e l'aspetto e più la grazia è grande, tanto maggiore è la mia sensazione e maggiore lo scontro che ho con l'avversario della mia salvezza.
La mia anima si trova talvolta nella medesima condizione - qui debbo usare un paragone - di due amici sinceri, uno dei quali prepara un grande banchetto, al quale ha invitato il suo amico.
Il primo gioisce e l'altro pure gioisce, ma il banchetto avviene all'ora fissata.
E perciò i momenti prima della grazia sono così agitati, che mi è difficile descriverli.
Li caratterizza una dolorosa nostalgia e l'ardore dell'amore.
Sento che il Signore è là, ma non posso immergermi totalmente in Lui, poiché non è l'ora stabilita.
Qualche volta prima del momento della grazia sono completamente priva di tutto: mente, volontà e cuore.
Rimango sola, in attesa di Dio solo.
E Lui che provoca questo in me prima della Sua venuta.
Indice |
11 | Verosimilmente si tratta di Don T. Czaputa, cappellano della casa di Cracovia, che aveva l'incarico di predicare nella cappella ogni domenica |
12 | Evidentemente la superiora della casa di Cracovia, in modo dissimile da quello del cappellano, accolse la richiesta fatta da Gesù tramite Santa Faustina di fare l'adorazione nella cappella la prima domenica dopo Pasqua con l'intenzione di impetrare misericordia per il mondo ( Diario, Q. in, p. 19, sotto la data del 2.IV.1937). Per questo Gesù esprime il Suo compiacimento |
13 | Maestra delle novizie era allora Sr. Callista; Elena Piekarczyk (1900-1947). Assunse la carica di maestra delle novizie nel 1934 dopo Sr. M. Giuseppina Bizoza e la tenne fino al 1945 (A. CSBVMM - C) |
14 | Si suppone che riflettesse sulla proposta che gli era stata prospettata di istituire la festa della Divina Misericordia |
15 | L'articolo si trova nel n 14 della rivista « Il Settimanale Cattolico, nostro amico » del 4.4.1937, che si pubblicava nella diocesi di Wilno |
16 | La fondazione della nuova congregazione |
17 | Diarto, Q. I, p 15 verso la fine, dalle parole « Quando uscimmo dagli inginocchiatoi … » |