Imitazione di Cristo |
1 - Mira gli splendidi esempi dei santi padri, nei quali rifulse la vera perfezione della vita religiosa, e vedrai quanto poco o quasi nulla è quello che noi facciamo.
Ahimè, che cos'è mai la vita nostra se la confrontiamo con la loro?
I santi e gli amici di Cristo hanno servito il Signore « in fatiche e pene, in veglie frequenti, nei ripetuti digiuni, nel freddo e nella nudità » ( 2 Cor 11, 27 ), in preghiera e sante meditazioni, in persecuzioni e obbrobri innumerevoli.
Oh quante e quanto gravi tribolazioni hanno sofferto gli apostoli, i martiri, i confessori, le vergini e tutti coloro che hanno voluto seguire le orme di Cristo!
« Chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna » ( Gv 12,25 ).
Oh quale vita di rinuncia e di austerità quella dei santi negli eremi!
Quali persistenti e dure tentazioni sostennero!
Quanto spesso furono tormentati dal maligno!
Quante rigorose astinenze praticarono!
Quale zelo, quale ardore per il loro profitto spirituale!
Quale strenuo combattimento in-gaggiarono per domare le loro passioni!
Quale pura e retta la loro intenzione che tennero fissa in Dio!
Di giorno lavoravano e passavano la notte in continua orazione, quantunque, anche lavorando non cessassero di pregare in spirito.
Tutto il loro tempo era speso utilmente; le ore consacrate a Dio sembravano loro corte.
Era tanta la dolcezza della contemplazione che dimenticavano il bisogno del sostentamento corporale.
Rinunziavano a tutte le ricchezze, alledignità, agli onori, agli amici, ai parenti; nulla desideravano dal mondo, prendendo solo quello che era indispensabile alla vita e, pur nella necessità, questo servaggio al corpo era loro increscioso.
Erano perciò poveri di beni terreni ma straricchi di grazia e di virtù.
Al di fuori stentavano, ma inferiormente Dio li confortava con la sua grazia e le sue consolazioni.
Erano forestieri al mondo, ma vicinissimi a Dio e suoi intimi amici.
Ritenevano sé stessi come un nulla, e il mondo li disprezzava, ma agli occhi di Dio erano cari e preziosi.
Si conservavano in vera umiltà, vivevano in semplice obbedienza, camminavano in carità, in pazienza, e quindi ogni giorno avanzavano nello spirito, guadagnando grandi meriti presso il Signore.
Sono posti perciò in esempio a tutte le persone religiose, e più che non ci porti alla rilassatezza la massa dei tiepidi, essi debbono incitarci a procedere nella perfezione.
Oh quanto era il fervore dei religiosi all'inizio della loro dedizione a Dio!
Quale la devozione nella preghiera, quale l'emulazione nella virtù, quale il vigore nella disciplina e come in tutti fioriva la riverenza e l'obbedienza ai superiori!
Le vestigia rimaste danno ancora testimonianpza che furono davvero santi e perfetti quegli uomini i quali, valorosamente combattendo, calpestarono il mondo.
Oggi sembra già grande chi si astiene dal trasgredire la legge, chi tollera con pazienza l'onere che liberamente egli medesimo si è imposto.
Oh! tiepidezza e indolenza, per cui tanto facilmente tramonta il primitivo fervore, e perfino per stanchezza e per accidia viene a tedio la vita!
Voglia il Cielo che, dopo aver veduto molti esempi di uomini santi, tu non ti lasci assopire nel progresso della virtù.
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