Fratel Teodoreto Prof. Giovanni Garberoglio

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Parentesi militare

Una bella occasione per collaudare la sua virtù e il suo attaccamento alla vocazione religiosa, gli fu ben presto offerta dalla chiamata al servizio militare.

Lasciò, dunque, il suo caro abito di Fratello e con la stessa semplicità indossò la divisa grigioverde.

Non tentò di sottrarsi a questo suo dovere: non rientrava nei suoi sistemi; lo riteneva un obbligo preciso, anche se di ordine puramente temporale e civile e, del resto, era talmente persuaso che Dio guida tutti gli avvenimenti, da non preoccuparsi di quanto gli sarebbe potuto succedere.

Fratel Isidoro, suo direttore, ci dice che egli trascorreva tutte le ore di libera uscita nella Comunità di S. Pelagia e aggiunge: " Anche sotto la divisa militare, io lo vidi sempre con la sua aria modesta, umile e accogliente ".

E Fratel Teodoreto, parlando di quei giorni, soleva ricordare che tutte le volte che egli dalla caserma andava in comunità, metteva esattamente metà del tempo che avrebbe poi impiegato a ritornare in caserma.

Cosa da nulla, se si vuole; ma che ci dice con quanto affetto e nostalgia egli pensasse sempre alla sua casa religiosa e ai suoi Fratelli e quanto desiderasse di trovarsi in mezzo a loro!

C'era anche un'altra cosa che Fratel Teodoreto nella sua umiltà non ricordava, ma che non passò inosservata ai suoi Superiori e, nello stesso tempo, palesò chiaramente quale fosse la serietà della sua vita religiosa: egli non usò mai della sua " cinquina " ma la consegnò sempre intatta al Fratello Visitatore Provinciale, dicendo che, data la sua forte costituzione fisica, non sentiva alcuna necessità di un supplemento di rancio.

Così gli undici mesi di servizio militare passarono senza lasciare la menoma ombra sullo specchio limpido e puro della sua anima ed egli si ritrovò di nuovo vestito del santo abito, più temprato e pronto alla sua missione di maestro e di educatore.

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