Fratel Teodoreto ( Prof. Giovanni Garberoglio ) |
Intanto egli ebbe in grado esimio le doti morali che fanno il buon catechista: amore di Dio e delle anime, pietà, zelo, umiltà, mansuetudine, prudenza: tutte virtù in cui risultava eminente.
In fatto di pietà, i suoi scolari, imparato a conoscerlo bene, dicevano: « Andiamo in chiesa a vedere pregare il Fratel Teodoreto » ( Fr. Giovanni ); e non è a dire quanto lo sapesse pio di questa sua pietà, diventata, senza ch'egli lo sapesse « spettacolare », giovava a dare efficacia alla sua parola durante la lezione di religione.
A proposito di zelo catechistico, il Fr. Armando ricorda che, avendo avuto l'incarico d'insegnare Religione in una classe della Scuola Serale di Santa Pelagia organizzata dal Fratello Teodoreto, questi non mancava mai, ogni sera, di recarsi a prelevare il numero e il nome degli assenti ( giacché il Catechismo si faceva al termine della scuola ), e di richiamare coloro che la sera precedente non si erano fermati per quell'ultima importante lezione ...
Zelo e umiltà si univano nel muovere il Fratel Teodoreto, giovane insegnante, a escogitare ogni mezzo che potesse aiutarlo a far meglio il catechismo ...
cito testualmente il Fratel Andrea Bozzalla, quello stesso che a La Villete era stato il primo maestro di francese del nostro allora giovane novizio:
"Una volta lo sorpresi che ascoltava ciò che dicevo nella Riflessione e nel Catechismo, ai miei alunni, da un finestrino comunicante con la Direzione.
Gliene mossi in bella maniera lagnanza.
Egli se ne scusò umilmente: "Vede, non l'ho fatto per curiosità: sono molto indietro: ho bisogno di sentire ciò che dicono coloro che sono più pratici di me per imparare a far bene".
Io gli dissi che ero troppo giovane per far da maestro.
Ma egli insisteva che così poteva imparare più presto...".
Per decidersi a questa ... impresa quasi indiscreta, il Fratel Teodoreto doveva essere persuaso che, se è già tanto utile il così detto « catechismo di formazione » in uso tra i Fratelli - nel quale uno di essi dà una lezione di catechismo dinanzi alla Comunità come fosse una scolaresca, ricevendone poi le amorevoli critiche - più utile assai gli doveva tornare il sorprendere sul vivo una lezione vera, data da un abile Confratello alla propria classe, senza sospetto che vi fossero orecchie estranee ad ascoltarlo.
Cadeva, cioè, in tali condizioni, quello che di artificioso, e perciò di meno efficace, ha la pratica qui sopra ricordata.
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