Fratel Teodoreto ( Prof. Giovanni Garberoglio ) |
Si può dire che, se il Ritiro mensile corrispondeva al normale allenamento per le battaglie di Dio, gli Esercizi chiusi annuali erano le « grandi manovre ».
Facciamocene parlare da uno che queste grandi manovre ha fatte circa una trentina di volte: il Presidente Generale già anzi citato:
"Nell'anno 1922 si organizzò un turno di Esercizi Spirituali chiusi, riservati a Catechisti.
Da allora si ripeterono ogni anno e costituirono il momento saliente dell'annata, il periodo delle grandi manovre, i traguardi di arrivo e di partenza nello stesso tempo.
Erano preparati con grande cura, con una settimana di preghiere e di adunanze preliminari, ed erano attesi più che le ferie, come il grande incontro con Dio.
"Nel 1922 si fecero a Chieri, ove poi si continuarono per molti anni.
Vi andavamo a piedi, recitando per la strada molte decine di Rosario, facendo tappe alla Madonna del Pilone, dove consegnavamo l'anima nostra alla Madonna, e Le affidavamo non solo la riuscita dei nostri Esercizi, ma le sorti della nostra vita, sorti che andavamo a trattare in quegli Esercizi.
"La casa dei Missionari a Chieri ci appariva il luogo santo, ed ogni cosa vi aveva nell'anima una risonanza profonda ed arcana, che penetrava sino all'intimo e svelava prospettive nuove, orizzonti di santità divinamente belli e allettanti.
Le prediche erano semplici, le letture durante i pasti erano fatte su libri di uso comune, le pratiche di pietà erano quelle consuete; ma tutto acquistava un rilievo straordinario e persino l'ambiente esterno si legava nella nostra fantasia alle emozioni spirituali e ci diventava carissimo.
"Era il romanticismo dell'età? Erano grazie speciali?
Certo tutt'e due le cose; ma più queste che quelle, perché le emozioni passavano, ma i frutti restavano.
Era la sete di Dio che veniva acuita e soddisfatta allo stesso tempo, era il problema centrale della vita che veniva affrontato insieme con tutti gli altri, i quali restavano però in sottordine.
Gli altri problemi si collocavano attorno a quello, e con quello venivano implicitamente risolti, cosicché ciascuno sentiva sempre predominante l'influenza dell'Unione nella propria vita, si avvedeva di vivere in essa la parte migliore e si attaccava ad essa sempre più strettamente.
"Che parte aveva in tutto questo Fratel Teodoreto?
Evidentemente era Lui che aveva creato quel clima, che aveva riunito quei giovani in un organismo sociale vivo, dove la linfa spirituale circolava abbondante, e questa linfa aveva la sua radice nella vita interiore di Lui.
"Ordinariamente, Egli non si faceva notare; anzi, autentica radice, aveva l'arte di scomparire; ma in certi casi si rivelava suo malgrado, e questo avveniva soprattutto durante gli Esercizi Spirituali.
Allora sembrava che si trasfigurasse.
Non era possibile rimanere tiepidi o indifferenti davanti a un uomo che appariva così compreso da un'idea dominante, così assorto in pensieri sublimi e formidabili, così risoluto a seguire un meraviglioso ideale, così slanciato e deciso a qualunque sacrificio.
"Le conferenze che Egli faceva ai Catechisti, le sue pressanti esortazioni, brevi ma frequenti, unitamente al suo esempio, impressionavano e davano il tono agli Esercizi, raggiungendo sempre un alto diapason, qualunque fosse il valore delle altre prediche.
"Egli si preoccupava di non rendere pesante la giornata, e dopo il pranzo e dopo cena concedeva un po' di tempo per la ricreazione, insistendo però che si parlasse di cose spirituali, oppure si cantassero lodi sacre.
"Una cosa mi pesava assai: la visita in chiesa dopo cena.
Terminate le preghiere in comune, ci lasciava lungamente inginocchiati, in silenzio; e io, che sempre ebbi la digestione difficile con molto dispendio di energie nervose, trovavo la cosa un vero tormento.
a Egli era là, assorto in preghiera e immobile come una statua; nessuno fiatava, e io, pur potendo uscire perché Egli non imponeva nulla, né redarguiva mai, sentivo l'influenza del suo esempio e la superiorità del suo consiglio di protrarre le preghiere, e non mi occorreva di più per restar a pregare.
"In quegli anni, la pratica dei Ritiri mensili e degli Esercizi Spirituali chiusi per i secolari era poco diffusa, e i tentativi che si facevano qua e là riuscivano mediocremente.
Per questo, l'opera del Fratel Teodoreto veniva guardata con molto interesse, e in tutti destava meraviglia la perfetta e la seria applicazione di queste cose, mentre io riflettevo: possibile che debba apparire strano il far le cose sul serio? o che dobbiamo fare i pagliacci?
"Prudentemente ci pensava il Fratel Teodoreto a dissipare gli eventuali fumi della vanità, richiamandoci continuamente alla verità del nostro nulla e all'altezza della perfezione da cui eravamo tanto lontani!
Non c'era alcuna virtù a cui tenesse tanto quanto l'umiltà, e non si stancava di inculcarla.
Le poche volte che lo sentii usare delle espressioni alquanto stroncatrici ( e mi colpì sentirle da Lui, sempre così riguardoso e gentile ) fu in occasione di qualche frase un po' vanitosa, o in circostanze in cui credette necessario tagliar la cresta a qualcuno" ( Dall'articolo già prima citato ).
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