Fratel Teodoreto ( Prof. Giovanni Garberoglio ) |
Sui colli di Torino il Collegio S. Giuseppe acquistò nel 1888 dal Can. Ortalda, un terreno sopra il quale era stato iniziato, intorno al 1875, un Istituto per le Missioni, con un tempio monumentale, finora rimasto incompleto e che, su disegno dell'Ing. Bertinara, avrebbe dovuto divenire una chiesa dedicata al gran S. Giuseppe.
Di fronte a questo progetto originario, sta una parola di Fra Leopoldo preannunciante che lì dovrà innalzarsi un grande santuario a Gesù Crocifisso con le opere annesse.
Sarebbe cosa bellissima che su quel cucuzzolo, - bel balcone verde e alto sulla Città, che lo contempla dalle sue terrazze e dai suoi viali, - invece dell'attuale ottagono di mattoni grezzi ( da lontano più simile a un rudere che non a un'opera incompiuta ), potesse ammirarsi un'aerea cupola cantante le glorie del Crocifisso, e che di là partissero a tutto il mondo messaggi per ricordare il suo amore infinito.
È facile immaginare con quanto desiderio Fratel Teodoreto e i membri dell'« Unione » attendessero di vedere sorgere le circostanze favorevoli al compimento della predizione.
In qualche momento queste parvero presentarsi.
sui pilastri del tempio venne intronizzata una « Via Crucis » e i Catechisti vi organizzarono pie funzioni, frequentate da buon numero di devoti.
di più ebbero in uso, con regolare contratto d'affitto, l'edificio adiacente, fino allora adibito vuoi a casa di noviziato per il Distretto Torinese, vuoi a convitto, a villeggiatura, a Ritiri di 20 e 30 giorni per i Fratelli, e spesso rimasto vuoto durante mesi e anni.
Sarebbe stato allora certo molto apprezzato il gesto amichevole di lasciare che lì si andasse a mano a mano stabilendo la base per il lancio delle varie opere apostoliche dell'Unione, così strettamente legate ai Fratelli.
Accadde invece che, per una più facile soluzione dei problemi logistici delle case lasalliane torinesi, fu richiesto lo sgombero dei locali prima ceduti.
Provvedimento spiegabilissimo sotto un certo punto di vista, al quale i Catechisti non opposero resistenza di sorta; ma vennero a trovarsi nella necessità di cercare nuove soluzioni; e si sa quanto riesca penoso ogni ricominciamento.
Fratel Teodoreto ne ebbe a soffrire, docile e silenzioso, e con lui l'Istituto suo nascente.
Ma furono episodi passeggeri che non ruppero mai l'armonia, soprattutto fra i Superiori responsabili dall'una e dall'altra parte.
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