Fratel Teodoreto ( Prof. Giovanni Garberoglio ) |
Sarebbe falso pensare che Fratel Teodoreto non abbia trovato almeno alcuni validi cooperatori tra i suoi Confratelli: ne trovò, invece, e di validissimi, a cominciare dal Fr. Anastasio, che fu per tanti anni l'ombra fedele del Fondatore dell'Unione, e del Fr. Cecilio, che al Fondatore successe in qualità di Assessore dell'Istituto secolare dei Catechisti, indotto ad accettare l'incarico dallo spirito di obbedienza ai Superiori.
I Fratelli Gustavo Luigi, Giovanni La Salle, Eusebio di Maria, Fulgenzio, Ermanno, Ernesto, Alipio .. per nominare i primi che mi occorrono alla memoria, ebbero sempre per l'Unione grandi premure e accesissimo zelo, e l'opera loro riuscì di vero conforto al cuore del Fratel Teodoreto.
Il quale seppe anche conquistare e mantenere la preziosa collaborazione dei Fratelli del Distretto romano, come risulta dalla copiosa corrispondenza che con loro intrattenne.
Ho qui dinanzi a me lettere sua al Fr. Sebastiano di Gesù, al Fr. Paolo di Maria, e, più numerose ancora, al Fr. Saturnino, preso il quale funziona ora il Centro romano dell'Unione.
Non è senza interesse sentire da quest'ultimo le relazioni che ebbe con il Nostro:
"Le mie relazioni con il Servo di Dio Fratel Teodoreto incominciarono nell'ottobre del 1948 e si svolsero soprattutto per via epistolare.
"Nella mia prima lettera scrissi a Fratel Teodoreto, confidandogli il proposito di lavorare per la santa causa dell'Unione del SS. Crocifisso; mi rispose incoraggiandomi e dirigendo i miei passi per questa nuova via di apostolato.
"Ogni volta che mi giungeva una sua lettera, era per me una nuova spinta in avanti, ed il pensiero che Fratel Teodoreto mi stava vicino con la preghiera mi confortava a continuare sulla via intrapresa.
"Nel 1951 chiesi ai Superiori di recarmi a Torino, per fare conoscenza con Fratel Teodoreto.
Egli si trovava allora a Rivalta.
"Stetti con lui circa due ore, e ne riportai una viva impressione.
Ascoltava con grande attenzione e commozione quanto mi proponevo di fare per l'avvenire; e, quando gli prospettavo il gran bene che si poteva compiere nel far conoscere ed amare Gesù Crocifisso e la cara Divozione alle Cinque Piaghe, i suoi occhi si inumidivano di pianto.
"Terminata la conversazione, mi accompagnò a prendere l'autobus: ma prima di uscire di Casa mi ricordò che dovevamo passare per la Cappella; poi, lasciandomi, mi disse ripetutamente: "Dobbiamo fare molti sacrifici!".
"Un altro incontro con il servo di Dio lo ebbi nel 1952.
Nei due giorni che stetti a Torino, mi accompagnò con tanta amabile gentilezza alla Casa di Carità Arti e Mestieri e mi fece fare un giro per la città.
Tutto il suo modo di fare era tanto semplice che m'incantava; aveva due occhi così risplendenti che impressionavano; e, quando parlava di argomenti spirituali, si sentiva bene che la sua anima era in continuo contatto con Dio.
"Lo rividi qualche giorno più tardi a Biella, durante il santo Ritiro.
Dopo la ricreazione che segue il pranzo, mi recai nella Cappella e vi trovai il Fratel Teodoreto in ginocchio, nei primi banchi, con lo sguardo fisso al Tabernacolo.
Rimase in questa posizione per più di un'ora, poi fece la conferenza ai Fratelli.
"Rimasi profondamente edificato di una tale preparazione.
Alla fine, con molta semplicità mi disse: "Ho fatto quello che ho potuto!".
"Da quel giorno non l'ho rivisto più; ma la sua memoria mi è rimasta incancellabile, e ancora sento che influisce sull'anima mia".
Sarebbe certo cosa utile riferire larghi tratti della corrispondenza di Fratel Teodoreto con gli zelatori romani; ma per tener fede alla relativa brevità propostami e promessa, mi limito ad alcune citazioni.
Le lettere sono a volte di lunghezza considerevole, pur non contenendo una sola parola superflua, perché Egli risponde a tutti i quesiti propostigli e minutamente informa sul modo di ovviare a difficoltà segnalate.
Ecco una letterina che cito completa, poiché in essa brevemente è detto come debba iniziarsi in una Casa nostra l'« Unione ».
G. M. G.
G. B.
Torino, 28 febbraio 1946.
Carissimo Fr. Sebastiano,
"Circa otto giorni fa, appena ebbi il permesso del Medico di alzarmi da letto, dopo grave malattia, Le scrissi dall'infermeria, ove non avevo carta da lettere, una semplice cartolina nella quale dicevo, circa, quanto segue:
"D'accordo col Suo C.mo Direttore, faccia una scelta molto accurata dei giovanetti che vuol riunire: richieda pietà, diligenza, intelligenza, disposizione a sacrificare uno spettacolo o una partita per attendere a qualche opera buona, ecc., e badi che provengano da famiglie cristiane.
Li riunisca, se Le è possibile, ogni settimana; e, gradatamente, con brevi ma calde esortazioni e con l'esercizio della "Via Crucis", li porti alla conoscenza dell'amore infinito di Gesù Crocifisso per noi.
"Oltre alla recita collettiva, sociale, esorti ognuno a praticare individualmente la "Divozione" alle Cinque Piaghe.
Indichi loro come propagare in modo efficace tale "Divozione", sia individualmente - è la via più efficace - sia collettivamente con le giornate del Crocifisso.
"Faccia in modo che detti giovani si applichino molto nello studio della Religione, perché, dopo essere stati Ascritti praticanti, Zelatori ardenti, Aspiranti esemplari, dovranno raggiungere la formazione completa di Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata.
Per altri chiarimenti mi tengo a Sua disposizione; per gli stampati può rivolgersi al Rag. Giovanni Cesone: Casa di Carità, via Feletto 8, Torino.
"Con sincero affetto fraterno,
dev.mo
Fr. Teodoreto.
Spilluzzichiamo nella corrispondenza con il Fr. Paolo di Maria.
Fratel Teodoreto lo segue dai primi inizi; anzi lo incoraggia a proseguire, si rallegra infine che sia giunto ad ottenere dei Catechisti diplomati.
G. M. G.
G. B
Torino, 18 luglio 1947.
Carissimo Fr. Paolo di Maria,
"La ringrazio della Sua bella e cara lettera dell'8 corr.; e, sebbene non mi sia possibile rispondere subito a tutte le domande in essa contenute, desidero però rallegrarmi con Lei per le benedizioni ricevute da Dio sul piccolo gruppo dei cari Zelatori Catanesi.
Avrà già notato, caro Fr. Paolo, che occupandoci dell'Unione del SS. Crocifisso, riceviamo grazie abbondanti e di predilezione da Dio e la protezione speciale della SS. Vergine Immacolata.
Continui il Suo lavoro con fiducia, e, quando farà il santo Ritiro, dia tutto il Suo cuore a Gesù e a Maria SS.".
Suo aff.mo Fr. Teodoreto
"Della Provincia di Roma, il Suo Gruppo è il primo a seguire articolo per articolo il Regolamento nella formazione degli Allievi Catechisti.
Mi rallegro con Lei! E spero che l'Unione non subisca interruzione, e arrivi a portare i Suoi giovani sempre compatti fino al termine del Liceo ed oltre.
"Ringrazio vivamente il Suo Carissimo Fr. Direttore dell'appoggio veramente valido che Le dà, e prego il Signore di benedire Lei, il Suo Direttore e tutto il Collegio, con le grazie più elette e con protezione speciale".
Suo sempre aff.mo
Fr. Teodoreto
"... Le giornate parrocchiali del SS. Crocifisso fanno parte non della nostra attività, ma dell'attività degli Zelatori e dei Catechisti, e si svolgono circa così: due o tre giovani propongono al Parroco di dedicare una domenica al SS. Crocifisso con una o due prediche, mentre essi si offrono per distribuire, ad ogni Messa, il foglietto della "Divozione" a tutti i fedeli presenti e di farla recitare pubblicamente.
Si termina la giornata con la "Via Crucis".
"Se ottengono che la "Divozione" sua recitata pubblicamente da un adulto o da un Sacerdote è meglio, se no può recitarla uno di loro; così per la "Via Crucis"...
"... Fa bene ad assegnare delle attività agli Allievi Catechisti, per valutare la loro assiduità e la loro iniziativa.
Essendo tesserati dell'Azione Cattolica, Lei potrà facilmente selezionarli, facendo rimanere come semplici membri di A. C. i raffreddati e i tiepidi, e conservando come Allievi Catechisti gli assidui e gli attivi.
"Quando ne abbia due o tre che abbiano superato i sedici anni di età e siano preparati a sostenere l'esame per il Diploma di Catechista, può costituire il gruppo dei Catechisti Associati di Catania.
Finora c'è il Gruppo del Gonzaga di Milano, che ne ha quattro diplomati.
"In seguito all'attacco apoplettico che io ho avuto, parlo e scrivo con difficoltà. La esorto a scrivere al Fr. Alipio, Istituto Gonzaga, Via Vitruvio, 41, Milano, per avere quelle indicazioni utili per lo sviluppo del Suo Gruppo.
"Prego per Lei, e Lei preghi per me".
Aff.mo
Fr. Teodoreto
G. M. G.
G. B.
Torino, 12 gennaio 1953.
Carissimo Fratel Paolo di Maria,
"Ho saputo dal Carissimo Fratel Remo che parecchi dei Suoi giovani hanno preso il Diploma di Catechista.
Mi rallegro coi detti giovani ma specialmente con Lei, carissimo Fratel Paolo di Maria, che io rivedo nei miei ricordi di molti anni fa, circondato da un piccolo gruppo di giovani intelligenti e ardenti per il sublime ideale dell'apostolato catechistico.
Ideale degno di essere coltivato in se stesso e comunicato ad altri; ciò che, con l'aiuto di Gesù Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, ha fatto Lei con quel piccolo gruppo di volontari.
"Mi congratulo anche col carissimo Fratel Direttore (Mansueto), perché l'esperienza insegna che certi frutti spirituali non si ottengono senza il concorso dell'opera di chi rappresenta Dio nella Comunità.
"In Gesù, Maria, Giuseppe",
Affezionatissimo
Fr. Teodoreto
La stessa opera di illuminazione e d'incoraggiamento Fratel Teodoreto compie verso il Fratel Saturnino.
Il primo squarcio di lettera ce lo mostra precisamente nell'atto di dargli il via:
G. M. G.
G. B.
Torino, 11 novembre 1948.
Carissimo Fr. Saturnino,
"si vede dalla Sua lettera che Gesù Crocifisso La spinge a lavorare per la propaganda della "Divozione" che deve salvare il mondo. Gesù l'ha posta in buone mani; conosco il Suo Car.mo Fr. Direttore e il Car.mo Fr. Ispettore: vada avanti sotto la loro guida.
"... Il Suo Car.mo Fr. Direttore ha preparato, per mezzo del Caro Fr. Paolo di Maria, a Catania, un bel gruppo di allievi catechisti; gli faccia qualche domanda e, sebbene abbia poco tempo, qualche ottima direttiva, adattata al tempo e al luogo, gliela darà con molto vantaggio del futuro Gruppo di Catechisti volontari del Collegio San Giuseppe di Roma.
"Appena abbia fatto qualche passo avanti in questa Sua santa crociata, mi scriva, e con molto piacere Le dirò quello che le circostanze suggeriranno.
Non si lasci impressionare dalle difficoltà, che non mancheranno, ma coltivi nel Suo cuore quell'amore per Gesù e per Maria che fa vincere ogni difficoltà"...
Eccolo il 14 dicembre 1948 porre il suo giovane corrispondente in guardia « contro tutto ciò che sa d'interesse », cosa alla quale Fratel Teodoreto diede sempre grande importanza:
... "Riguardo all'invitare i giovani a fare qualche offerta per l'Unione e per acquistare libri di formazione spirituale e catechistica, eviti tutto ciò che "sa d'interesse": è l'avviso che Gesù mi ha dato per mezzo di Fra Leopoldo, ed Ella potrà vedere, nella biografia del Servo di Dio, in quale circostanza l'ho ricevuto.
"Quel che potrà fare, forse senza inconvenienti, se il Suo Car.mo Fr. Direttore lo concederà, sarebbe di mettere nella sala delle adunanze una cassetta chiusa con l'apertura per le offerte spontanee e con quelle per fare le spese necessarie; però su questo stia al consiglio del Suo Fr. Direttore...".
Saggi consigli per guadagnare nuovi zelatori tra i Fratelli sono contenuti nella lettera del 7 luglio 1949:
"Trovandosi a Roma, potrà approfittare del raduno dei Fratelli per parlare individualmente ai meglio disposti.
Sovente l'apostolato individuale è più efficace dell'esortazione pubblica.
La prego di non accampare la Sua giovane età per esimersi da questa missione, perché Gesù Crocifisso è l'Onnipotente e noi non siamo che strumenti: Egli farà tutto!...".
Nello scritto del 12 gennaio 1952, Fratel Teodoreto mette in guardia contro la facile ammissione di Soci poco più che ... nominali:
"Sono contento che Lei si tenga in relazione col Presidente dei Catechisti, perché questo è il miglior modo per evitare malintesi.
"Non mi meraviglio che la fusione del Gruppo del SS. Crocifisso con l'Azione Cattolica abbia prodotto qualche disorientamento; ma è ancora in tempo per rimettersi sulla buona via, con l'aiuto di Gesù Crocifisso e di Maria SS. Immacolata.
"Cerchi di fare dei veri amanti di Gesù Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, per quanto comporta la loro età; piglino l'abitudine di praticare la "Divozione" alle Cinque Piaghe tutti i giorni...
"Stia in guardia contro il pericolo di formare dei Catechisti all'acqua di rose, che alla prima difficoltà si ritirano dall'apostolato... ".
Ecco due o tre « ritorni di fiamma », affinché non venga meno il coraggio nell'opera intrapresa.
E si sente che Fratel Teodoreto stimola se medesimo unitamente al suo giovane cooperatore romano:
G. M. G.
G. B.
Torino, 22 gennaio 1953.
Carissimo Fr. Saturnino,
"continui ad abbandonarsi interamente tra le braccia onnipotenti di Gesù Crocifisso e ad accrescere lo spirito di sacrificio e di preghiera; cercherò io pure di imitarLa. Speriamo! Non perdiamoci di coraggio... ".
E il 30 marzo 1952, scriveva al medesimo:
"Mi rallegro con Lei che è riuscito, con la grazia di Gesù Crocifisso, a preparare una festa che ha suscitato tanto entusiasmo in tutti quelli che vi presero parte. Penso che questa festa porterà frutti abbondanti.
"Il Dottor Tessitore ne ha fatta una bella relazione ai Catechisti, rallegrandoli tutti per i buoni risultati che ne sperano e che non possono mancare.
La buona riuscita Gesù Crocifisso la concede per spronarci a fare sempre più e meglio, a maggior gloria Sua e a salvezza delle anime.
"Nella Piaga adorabile del Sacro Cuore e nel Cuore Immacolato di Maria,
aff.mo
Fr. Teodoreto
"... Vedo con piacere che si fa coraggio e, confidando in Gesù Crocifisso e in Maria Immacolata, non perde nessuna occasione per eccitare i Confratelli ad assecondare i desideri del Crocifisso a nostro riguardo.
"Cerchiamo noi di essere quelli che si sacrificano e pregano per lo sviluppo dell'Unione Catechisti.
Ce n'è bisogno, perché il diavolo semina indifferenza a gran forza, ed è l'unico mezzo per combatterlo"...
Nella lettera dell'8 gennaio 1952, dopo aver ringraziato per gli auguri ed essersi rallegrato perché anche a Roma si sia provveduto alla stampa della « Divozione », scrive una riga piena di risolutezza: « Qualunque difficoltà incontri, non si fermi! ».
E il 19 agosto 1953:
... "Continui ad esercitare incessantemente lo stimolo epistolare, e specialmente quello delle preghiere, per aiutarci ad eseguire ciò che da parte nostra dobbiamo compiere".
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