Fratel Teodoreto ( Prof. Giovanni Garberoglio ) |
Sono nelle nostre mani le risoluzioni che Fratel Teodoreto fece come conclusione del suo « Secondo Noviziato », specie di Scuola di Guerra superiore, nell'ordine dello spirito, alla quale sono chiamati un certo numero di Fratelli, dopo quindici o vent'anni di apostolato, per approfondire le ragioni della loro vita religiosa, confrontare i metodi d'apostolato con i Confratelli venuti dalle 69 Nazioni in cui opera l'Istituto, indi tornare al lavoro, e sovente a posti di responsabilità, con animo più illuminato e generoso.
Questo « Secondo Noviziato », che Fratel Teodoreto seguì per cento giorni a Lembecq-lez-Hall in Belgio nell'anno 1906, rappresenta come l'ultimo sforzo dell'Istituto per il perfezionamento dei suoi figliuoli.
Ecco queste risoluzioni scoperte casualmente dal Fr. Alfredo:
- Ad ogni pasto, una mortificazione.
- Ogni sera, ricordare il soggetto della Meditazione per il giorno seguente, col passo della Sacra Scrittura.
- Presenza continua di Gesù, Crocifisso e Sacramentato per mio amore!
- "Figlio, ecco la Madre tua!"
- Ogni mattina, rifondere con amore più vivo, nel fuoco dell'orazione, la Risoluzione del "Secondo Noviziato", che deve determinare il soggetto dell'esame particolare:
Vita interiore, con "Amore umile e mortificato".
Come si vede è, già da quei tempi, la vita interiore che lo preoccupa; la vita di unione con Gesù suo Maestro, con Maria sua Madre ...
La vita spirituale di Fratel Teodoreto camminerà ognora su queste direttrici, semplificandosi sempre più a mano a mano che più s'avvicina a Dio, semplicità per essenza.
Un altro biglietto dobbiamo al pio latrocinio del Fr. Abondanzio, che, confessandolo apertamente, merita almeno mezzo perdono, come esige il noto proverbio, e al quale, invece di penitenza, diamo un grazie cordiale.
Scrive difatti:
"Su di un foglietto ingiallito dal tempo e che conservo con cura, Fratel Teodoreto ha scritto a proprio uso ( io gliel'ho sottratto un giorno che metteva ordine nel cassetto ) il suo programma:
PROGRAMMA SPIRITUALE
"Servi Dio con pace e con gioia: ricordati che il nostro Dio è il Dio della pace.
"La migliore e più sicura via è quella di far vivere Gesù in noi.
"Nel ringraziamento della S. Comunione invitare Maria SS., gli Angeli e i Santi a preparare l'anima nostra, e a ringraziare e lodare, a cantare cantici d'amore a Gesù per noi.
"Conobbi per esperienza che l'unica felicità terrena consiste nel celarsi e mantenersi nella perfetta ignoranza d'ogni cosa si questo mondo".
( Senza data )
Una lettera di Fratel Teodoreto all'Assistente Generale per l'Italia, Fratel Candido Chiorra, viene a documentare l'anelito suo a vivere una vita sempre più perfetta, e ci rivela delle difficoltà a cui non avevamo forse pensato, dimenticando facilmente che i Santi sono fatti di carne e d'ossa come tutti i mortali.
G. M. G.
Torino, 23 marzo 1934
"Carissimo Fr. Assistente, ( Candido )
Le scrivo non solo come a rappresentante di Dio e per compiere un dovere, ma anche molto volentieri e di cuore, come a mio gran benefattore per l'aiuto datomi nell'entrare in Congregazione.
Mi sono proposto, proprio questa mattina di venerdì, dedicato ai Dolori della SS. Vergine, di cominciare una vita nuova, tutta unita a Gesù e distaccata da tutto ciò che non è Dio.
Gli ostacoli principali a questo ideale li ho nel mio fisico.
Se piglio poco cibo mi sento debole, se ne piglio in quantità ordinaria non digerisco, e quindi ne viene una serie di cure che non vanno troppo d'accordo col fervore.
Spero, ciò non di meno, con la protezione della SS. Vergine, di riuscire finalmente a togliermi dalla tiepidezza e darmi al fervore della vita religiosa.
I Suoi consigli, Carissimo Fr. Assistente, mi saranno preziosi e da parte mia Le prometto di fare tutti gli sforzi possibili per metterli in pratica.
Con viva riconoscenza mi professo Suo obbedientissimo inferiore
Fr. Teodoreto".
Apriamo un altro spiraglio, sulla scorta d'una preziosissima nota del Catechista Congregato Rag. Cesone, che trascrivo testualmente e integralmente:
23-12-1944
"Chiedo al Fratel Teodoreto l'interpretazione ch'Egli dà all'ultimo detto di Gesù a Fra Leopoldo: "Dirai al Fratel Teodoreto che Io Gesù padrone di tutti i Santi e della santificazione, se si sente di fare il sacrificio di tenersi come corpo morto; questo sarebbe il compito della sua santificazione".1
Il pio Direttore, un po' sorpreso della mia domanda, mi risponde che veramente la giusta interpretazione l'ha soltanto potuta dare adesso, dopo la lettura delle opere ascetiche di S. Giovanni della Croce.
Non solo occorre abbandonarsi al beneplacito di Dio, che si manifesta negli avvenimenti, ma aggiungervi la rinunzia all'IO e ai propri sensi.
"Cosa difficile per me - dice Fratel Teodoreto - perché incomincio solo adesso, che le forze mi vanno mancando.
Sento disturbi che mi preannunciano la morte: la circolazione del sangue difettosa mi arreca la sordità, e macchie come mosche mi offendono l'occhio".
"Secondo lo stesso Santo - che Santa Teresa definiva come quello che aveva corrisposto meglio alla grazia di Dio - non bisogna investigare con domande il pensiero di Dio".
"Il Signore ha permesso che io conoscessi solo ora questa dottrina, perché diversamente, non avrei fatto tante domande a Gesù per il tramite di Fra Leopoldo".
"La Suora che mi ha imprestato ( una suora Carmelitana ) l'opera di S. Giovanni della Croce, è molto innanzi nella via indicata da tale Santo; mentre io - dice Fratel Teodoreto - incomincio solo ora che sono prossimo alla fine ( il più piccolo raffreddore può sviluppare in me la causa della morte! ) trovo molto gravi le difficoltà, e ho bisogno delle preghiere tue".
Indice |
1 | Non si badi a grammatica e sintassi: in questo campo Fra Leopoldo era, più che un rivoluzionario, un autentico … dinamitardo! È evidente che se Gesù gli parlava, non rivedeva poi le bozze del suo servo, fedele al pensiero, ma … estroso nella forma. |