Lettera al Fr Augusto

Lettera del Servo di Dio al pronipote Fratel Augusto, ora Don Pasquale Lajolo, in occasione di una visita di questi alla sua famiglia;

Pessinetto, 11 settembre 1930.

Fratelli Scuole Cristiane
Torino (102)
Via delle Resine, N. 14

Al M.to Rev.do Fr. Augusto
Scolasticato delle Scuole Cristiane
Via Gerbido, 2 - Grugliasco

G. M. G.

Pessinetto, 11 settembre 1930.

Carissimo Fr. Augusto,

Era mia intenzione di venire a Grugliasco dopo gli esercizi di 30 giorni, ma per circostanze particolari dovetti partire per Pessinetto.

Le dico per iscritto quello che avrei detto oralmente.

Ha ragione di temere la tiepidezza perché essa è la rovina della maggior parte dei Religiosi.

Per riuscire a tenerla lontana da sé deve fuggire i peccati veniali, anche più piccoli, pienamente deliberati.

Combatta pure l'orgoglio perché è veramente la radice infetta che alimenta tutti i vizi.

Però non si scoraggisca mai per quanto si veda imperfetto e per quanto tardino a venire le grazie desiderate.

L'essenziale è di non lasciarsi andare alle mancanze volontarie con la scusa che sono piccole.

In occasione della sua visita in famiglia pigli le precauzioni per superare i pericoli di cadute anche gravi che certamente il demonio non Le lascerà mancare.

Perciò:

1° Si rechi ogni mattina nella chiesa parrocchiale, faccia la sua meditazione, ascolti la S. Messa, taccia la S. Comunione;

2° Non dimentichi la lettura del S. Vangelo, dell'Imitazione e le altre preghiere quotidiane di Regola fatte in una visita serale al SS. Sacramento;

3° In tutte le conversazioni scelga il momento buono per far entrare un po' di soprannaturale: Dio, la Provvidenza, la salvezza dell'anima, ecc.

Quei poveri contadini l'aspettano da Lei questa parola buona;

4° Non si lasci impressionare troppo dai discorsi di interessi materiali e pensi tra sé: « Per altre cose più alte, son chiamato »;

5° Abbia un contegno riservato con tutti, ma specialmente con quelle che una volta erano bambine compagne di scuola e di giochi.

Abbia la bontà di salutare caramente il Fr. Bonaventura, suo Papà, sua Mamma, mia Sorella e tutti i parenti quando li vedrà.

Se potrà recarsi a Noche per salutare la sorella di sua Mamma mi farà piacere.

Il Signore ci benedica e ci salvi tutti. Affez.mo

Fr. Teodoreto

Concordat cum originali.
Taurini, die 14 iulii 1983.

l. s.

Sac. Ioannes Luciano, Not.

Nota esplicativa

Questo Fratel Augusto ( Lajolo Pasquale di Giuseppe e di Garberoglio Eleonora, nato a Vinchio [Asti] il 14.4.1911 ) era pronipote di Fratel Teodoreto.

Presentato da lui e accolto nell'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, vi compì gli studi e fu per alcuni anni insegnante nella casa di formazione di Grugliasco ( Piccolo Noviziato e Scolasticato ) e, negli ultimi tre anni di sua permanenza nell'Istituto,  insegnante di scuola media nell'Istituto Gonzaga di Milano.

Fu, suo malgrado, causa di un grande dispiacere per lo zio Fratel Teodoreto: Venutosi a trovare in particolari gravi difficoltà, decise - con il consiglio di Mons. Umberto Rossi Vescovo di Asti a cui aveva esposto il proprio caso - di passare al Sacerdozio.

Lasciò l'Istituto dei Fratelli con regolare procedura e dispensa dai voti da parte della S. Sede, passò a completare gli studi teologici presso il Seminario Vescovile di Asti e fu ordinato sacerdote dallo stesso Vescovo Mons. U. Rossi il 21 giugno 1942.

Destinato all'insegnamento nel Seminario e a quello di Religione nelle scuole pubbliche, tu successivamente Assistente Diocesano di vari rami di Azione Cattolica: Gioventù Femminile, Unione Uomini, F.U.C.I, U.C.I.I.M-, U.C.I.C., Gruppo Impiegate Cattoliche, Movimento Apost. Ciechi, Centro Volontari della Sofferenza, Associazione Nazionale Familiari del Clero.

Con il consiglio e la benedizione di Mons. Vescovo di v. m. fondò l'Oasi dell'immacolata ( Casa Diocesana di Esercizi Spirituali e Casa Clero ) di cui è tutt'ora direttore.

Quando egli comunicò allo zio Fratel Teodoreto la decisione di lasciare l'Istituto per passare al sacerdozio, questi ne ebbe molto dispiacere e cercò di dissuaderlo adducendo le difficoltà e i pericoli che avrebbe incontrato nell'esercizio del ministero sacerdotale, richiamandolo alle sue responsabilità, e con altri argomenti ispirati però sempre ai più nobili principi derivati dalla prudenza e dalle esigenze della teologia ascetica e morale; argomenti che il nipote apprezzò altamente pur restando nella sua decisione ormai a lungo maturata.

Tutto ciò - occorre dirlo? - a differenza ed in istridente contrasto con chi gli adduceva argomenti troppo umani più che altro atti a blandire la vanità e l'ambizione ( se rimane la destineranno alla tale comunità, le daranno la tale carica, ecc.) con l'immancabile effetto di ispirargli avversione e confermarlo maggiormente nella sua decisione.

Questa la pura verità che l'interessato è disposto a confermareanche con giuramento.

In fede.

Sac. D. Lajolo Pasquale