Novissima esposizione della vita del Servo di Dio

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Noviziato e professione

( 1887-1899 )

6 - Ormai libero di dar corso al suo proposito, il Servo di Dio si dispose, con grande impegno e desiderio di perfezionarsi sulla via tracciata dal S. Fondatore, a compiere tutti quei passi che l'avrebbero condotto a legarsi definitivamente ai Fratelli delle Scuole Cristiane.

Dopo una breve sosta nel Collegio S. Giuseppe di Torino,27 il Servo di Dio fu avviato a compiere il noviziato in Savoia a La Villette, comune di La Ravoire, ove giunse il 12 ottobre 1887.28

Il periodo del postulantato fu per lui mollo breve, poiché già il 1° novembre 1887 veniva ammesso a vestire l'abito religioso e riceveva il nome di Fratel Teodoreto.29

Iniziato il noviziato nello stesso giorno, lo concluderà il 1° novembre 188830 ed appena due giorni dopo ecco che Fr. Teodoreto parte da La Villette31 per raggiungere lo Scolasticato dei Fratelli da poco aperto a Grugliasco ( Torino ).

Questa istituzione era molto utile per completale la formazione religiosa, mentre si attendeva pure a quella professionale.32

Per valutare il comportamento del novizio Fr. Teodoreto, abbiamo alcune testimonianze molto interessanti, le quali concordano nel dare l'immagine di un giovane più di tutti gli altri incamminato sulla via della perfezione, in un'ascesa costante e fermissima verso le vette della santità.

Si distingueva per il buon carattere, il desiderio di nascondersi, la prontezza nell'obbedire, la docilità e l'amore per il prossimo, tutte caratteristiche che presso gli altri connovizi lo segnalavano come un qualcosa di soprannaturale.

Basandosi sul ricordo dei suoi compagni, il teste 19°, Dott. Domenico Conti, dichiara:

« Da alcuni suoi compagni di questo primo noviziato, a lui sopravvissuti.

Ho saputo che egli fin da quei tempi si distingueva per un grande amore alla preghiera e per un'osservanza scrupolosa a ogni legittima disposizione e per un fermissimo impegno nel tendere alla santità».33

Anche la biografia contiene le testimonianze dei compagni di noviziato del Servo di Dio e vi si nota, fatto singolare, come già da allora godesse fama di santità.

Leggiamo in primo luogo le parole di Fratel Andrea Bozzalla:

« Spiccava su tutti gli altri per il buon carattere e per l'ottima condotta.

Subito i compagni lo tennero in concetto di un santarello.

Non che facesse qualche cosa di speciale; solo si applicava ad eseguire bene ogni esercizio portato dal Regolamento.

Era silenzioso, obbediente, studioso, pio, irreprensibile sotto ogni aspetto.

Non fa meraviglia che non si ricordino, a tanta distanza di tempo, cose e fatti che lo mettessero in uno speciale rilievo; tanto più che era così umile, così tranquillo!

Sempre sorridente, cercava non di emergere, ma di nascondersi e fare il meglio possibile senza al tirare l'attenzione degli altri.

Si aveva, fin da quei tempi, il concetto comune che Fratel Teodoreto era già un santo, e che era venuto dalla famiglia così ».34

A conferma abbiamo la seguente testimonianza di Fr. Elisio:

«Dal 1° novembre 1887 al 1° novembre 1888 il C. F. Teodoreto fu mio compagno di Noviziato a la Villette presso Chambéry.

In tutto il tempo lo vidi costantemente composto, esatto, servizievole in sommo grado.

Splendeva sempre un bel sorriso sul suo volto, ne mai ho inteso dalle sue labbra il menomo biasimo sul conto di chicchessia.

Anche quando si lavorava per la costruzione della nuova casa di Noviziato, egli m'incoraggiava nella fatica, lavorando con allegrezza e per amore di Dio ».35

7 - Giunto il tempo stabilito dalle norme canoniche, Fr. Teodoreto si legò a Dio nella sua famiglia religiosa, pronunciando i relativi voti, in particolare il 1° novembre 1889 emise i voti annuali,36 il 20 settembre 1894 professò i voti triennali37 ed il 12 settembre 1899 i voti perpetui,38 ai quali aveva premesso gli esercizi di 30 giorni fatti a La Saulsaie nel Lionese durante l'estate dell'anno precedente.39

Nel frattempo, dopo l'emissione dei voti annuali, circa nel 1890, il Servo di Dio fu chiamalo ad assolvere agli obblighi di leva, ma, ben conscio dell'ambiente non molto adatto ad un religioso e potendo sfruttare la possibilità di ridurre la ferma - allora di due anni - a soli undici mesi mediante il così detto « volontariato », ottenne dalla famiglia le 1.200 lire allora occorrenti per legge a tale riduzione.40

Le testimonianze processuali che si riferiscono a questo periodo evidenziano nel Servo di Dio un atteggiamento quanto mai vigile e circospetto, tutto teso a salvaguardare il proprio ideale religioso.

Per questo, quando aveva qualche ora libera rientrava subito in convento a respirare un'aria per lui molto più confacente.

Dichiara il Dott. Carlo Tessitore, 5° teste:

« Prestò il servizio militare a Torino, in santità, in una caserma vicino alle Rosine: tutti i momenti liberi li trascorreva in comunità: l'ho saputo dai fratelli » ".41

Conferma il Sig. Francesco Fonti teste 15°:

« Fratel Teodoreto, già appartenente alla comunità di Santa Pelagia in Torino, dovette compiere il suo servizio militare.

Ho sentito che Fratel Teodoreto compì questo servizio con un anno di ' Volontariato ', il quale consisteva nella riduzione della ferma militare in seguito al versamento di una determinata quota.

Ho sentito dire che tutto il tempo libero lo passava in comunità e trovava sempre penoso allontanarsi dalla medesima ».42

Sulla ferma militare il Sig. Mario Serra, teste 17°, ha appreso particolari dallo stesso Servo di Dio:

« Da lui personalmente sentii parlare della sua vita militare; diceva che alla sera quando era nella sua brandina, soleva turarsi le orecchie per non ascoltare i discorsi troppo liberi dei compagni e che, quando venne il momento del congedo, quasi scappò di corsa dalla caserma per la gioia di poter tornare alla vita religiosa ».43

In una recente dichiarazione, dell'11 maggio 1983, la Dott.ssa Elvira Vercelli, pronipote del Servo di Dio, riferisce i seguenti ricordi di suo padre, commilitone di Fr. Teodoreto:

« Altro vivo ricordo nei discorsi di mio papa sul rigore di vita dello zio fu quando, militari insieme zio e nipote, si concedevano, durante la libera uscita, una modesta merenda in trattoria a complemento del rancio piuttosto scarso.

Durante una di queste consumazioni mentre discorrevano delle cose di casa, entrò una donna dall'evidente dubbia serietà.

Lo zio si alzò dal tavolo e andò alla finestra dicendo a mio papa: ' Non mi volterò fino a quando quella donna non sarà uscita '.

Solo quando mio papa gli sussurrò: ' Zio, è andata ', tornò con lui al tavolo.

Col passare degli anni i sentimenti di affetto e di stima verso lo zio diventarono ancora più profondi.

Mio papa chiedeva sempre consiglio allo zio in ogni decisione di qualche importanza.

Sono spiacente che le preziose lettere che attestavano questo devoto rapporto siano andate smarrite »44

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27 Copia Pubblica, voi. docc., pp. 5-6.
28 Fr. Leone di Maria, Fr. Teodoreto ( Prof. Giovanni Garberoglio ); ed. A. e C., Torino 1956, p. 35.
Indicheremo quest'opera semplicemente come Biogr
29 Ibid., p. 36; inoltre, Summ. p. 145, § 442
30 Biogr., p. 40
31 Copia Pubblica, voi. docc., p. 6
32 Biogr., p. 50
33 Summ., p. 200, ad 9
34 Biogr. p. 40
35 Ibid.
36 Copia Pubblica, voi. docc., p. 7
37 Ibid., p. 8
38 Ibid., p. 9
39 Biogr., p. 51
40 Ibid., p. 52
41 Summ., pp. 39-40, § 135
42 Ibid., p. 145, ad 10
43 Ibid., p. 183, ad 11
44 Summ. Docc., p. 35