Relatio et vota |
1. - Il Servo di Dio, Fratel Teodoreto delle Scuole Cristiane ( al secolo Giovanni Garberoglio ) si inserisce nella schiera delle grandi figure della Chiesa di Torino, esempio di vita eroica e di impegno nell'apostolato.
Caratteristico rappresentante della santità geniale lasalliana, e da considerarsi, come scrive l'Em.mo Cardinale Anastasio Ballestrero, nella Lettera Postulatoria del 20 febbraio 1981 ( ed alla quale hanno aderito tutti i Vescovi della Conferenza Episcopale Piemontese ): « pure l'erede e il continuatore di quella scuola torinese di santità che alla fine del secolo scorso e all'inizio di questo, ha avuto una così straordinaria fioritura con diversi santi di prima grandezza e risonanza mondiale di opere, che danno a Torino un incontestabile primato » ( Litt. Post., p. 2 ).
Il Servo di Dio si presenta nella duplice veste di educatore cristiano e di fondatore di nuove iniziative pedagogiche ancora attuali « con le quali egli si è anche guadagnalo il merito di dare un notevolissimo impulso al messaggio lasalliano, che, grazie alla sua sensibilità si è aperto a nuovi orizzonti» ( Inform., p. 2 ), sicché si può condividere quanto scritto dai Superiori e dalle Superiori Generali « CISM e USMI », del Comitato Subalpino Superiori Maggiori, nella Lettera al Santo Padre del 26 febbraio 1981, dove si dichiara: « L'esempio di Fratel Teodoreto può essere di sprone ad altri Istituti o Congregazioni Religiose perché sappiano trasmettere la loro specifica Spiritualità al mondo laicale, costituendo schiere di anime impegnate, se non addirittura consacrate, che sappiano tradurre nella sfera del temporale il carisma e la missione propria di ciascun Istituto » ( Litt. Post., p. 5 ).
Un merito, in ultima analisi, che viene giustamente indicato dal Rev.mo Relatore Padre Ambrosio Eszer, O. P., nella « consapevolezza di avere una missione particolare » che « lo fece anche divenire più di un qualsiasi maestro di scuola che si accontenta di insegnare l'una o l'altra disciplina.
Egli volle soprattutto formare la coscienza cristiana degli allievi, e così la sua pedagogia si riferiva sempre all'intero uomo, nella sua totalità personale, mai ad una sola parte di lui » ( cfr. Inf., pp. 15-16 ) ( Pos, super virtutibus. p. 3 ).
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