L'ideale cristiano e religioso |
4 - Che ne deriva per la Carità?
Che essa non si può muovere a suo agio in noi senza adattarsi al nostro amore naturale.
Sappiamo che la volontà non ama con ardore il bene presentato dalla semplice intelligenza.
Occorre che questo bene le sia reso sensibile, che sia reso vivo e colorito dalla passione.
Voi avete un bel dire, mentre pregate, a voi stessi: Dio è bene infinito, la fede me lo dice; amo quindi Dio, voglio amarlo, non voglio più offenderlo; voi resterete arido come il deserto.
Avrete certo dei meriti, ma non avrete creato nella vostra anima alcun slancio, non le avrete ispirato alcun gusto di ricominciare questo faticoso esercizio; ed a meno di essere un'anima forte non persevererete a lungo nell'orazione.
Voi non tenete conto della vostra natura e del funzionamento normale delle virtù cristiane.
Queste si innestano sulle nostre facoltà.
Ciò che fa battere il nostro cuore e trascina la nostra volontà è l'amore appassionato, l'amore che s'incarna, l'amore di un oggetto buono, di un oggetto bello, concreto, vivente sotto i nostri occhi, e non già la rappresentazione spirituale, astratta della bontà e della bellezza siano pure divine.
Più tardi tali oggetti vi interesseranno, ora non siete che al principio dell'interessamento.
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