Mezzi di perfezione |
Queste brevi spiegazioni sulle diverse forme di presenza « oggettiva » di Dio nell'anima potranno servire a rendere le anime spirituali più coscienti delle grandi possibilità di unione con Dio che si offrono a loro e che esse potranno attirare con la « pratica della presenza di Dio soggettiva » ossia con i vari « esercizi di presenza di Dio » con cui l'anima può andare incontro al Signore per tenersi effettivamente a contatto con Lui.
Delle tre « presenze » di Dio in noi, quella che più immediatamente serve a tutte le anime spirituali è la seconda, quella detta di inabitazione della SS. Trinità nell'anima rivestita della grazia.
Essa appartiene alla linea dell'amorosa misericordia con cui il Signore chiama la creatura umana al divino consorzio, alla partecipazione della sua vita nella beata eternità.
Essa perciò costituisce un invito amoroso rivolto da Dio alla creatura, divenuta sua figlia, a rimanere in continuo contatto con Lui anche in questa vita terrena: è il Signore che ci fa compagnia invitandoci a far anche noi compagnia a Lui.
La presenza di inabitazione dobbiamo procurarla o conservarla noi, procurandoci o conservando lo stato di grazia.
Ma una volta posseduta tocca a noi coltivare il tratto col Signore, con cui possiamo corrispondere all'invito di convivere con Lui che Egli ci rivolge dal centro dell'anima nostra dove abita.
Tocca a noi metterci in cerca di Dio.
La presenza mistica, come già si è detto, è uno sviluppo, un'attuazione di quella inabitazione divina concomitante con la grazia santificante e mediante la quale Dio-Trinità diventa per noi oggetto di « possibile » conoscenza e godimento.
E l'attuazione si fa da parte di Dio, è il risultato cioè di una iniziativa divina, di una sua operazione nell'anima che la subisce passivamente.
Mossa da questa iniziativa divina, anche l'anima opererà e proprio mediante l'attività delle sue virtù teologali aiutata dall'attuazione dei doni dello Spirito Santo, ella gusterà il suo Dio.
L'anima tuttavia non potrebbe operare in tal modo, se Dio non la muovesse effettivamente, sia svegliando passivamente il suo amore, sia infondendo la luce che attua i doni dello Spirito Santo.
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