Pensieri sulle Regole e Costituzioni 1949 |
Le principali obbiezioni contro l'ascesi provengono dalle deviazioni sopra accennate che ne falsano il concetto.
Certe anime che sarebbero attirate da una spiritualità più amabile, più umana, nel buon senso della parola, non sono forse scoraggiate e allontanate da troppe esigenze ascetiche?
Bisogna evitare di presentare ad un tratto, ad anime non ancora preparate, le più gravi rinunce dell'ascesi, evitare pure le esagerazioni, l'insistenza eccessiva sullo sforzo ascetico, sopra la lotta negativa, come pure le inettezze e le strettezze nell'applicazione e nell'insegnamento dei metodi e un certo empirismo fatto di ricette senza larghezza di vedute.
Si deve anche tener conto dei temperamenti, delle reazioni più o meno vive dell'immaginazione e della sensibilità.
Non si deve precedere ma seguire la grazia che opera con soavità, e specialmente non separare mai lo sforzo ascetico dal fine al quale esso tende:
l'unione a Dio, e dal soccorso sul quale esso deve contare:
l'aiuto costante e onnipotente della grazia.
Ciò posto, la via della santità resta la via stretta, via che costa, che esige grande generosità da quelli che vogliono in essa seriamente progredire.
Conquistare le anime con apparenza ingannatrici di facilità, lasciar loro credere che non c'è che da lasciarsi dolcemente portare, sarebbe preparar loro molte disillusioni e scoraggiamenti.
L'ascesi raggiungendo col suo lato negativo l'esercizio delle facoltà più elevate non costituisce essa una vera mutilazione della natura umana?
A questa obbiezione si può rispondere che certe anime alle quali Dio ha domandato il sacrificio interiore totale, senza limiti, imponendo i sacrifici effettivi che ne avrebbero assicurato la realizzazione, lungi dall'essere esemplari di una umanità diminuita, hanno avuto nel mondo una splendida irradiazione.
Come, ad esempio, S. Francesco d'Assisi, S. Bernardo, S. Giovanni. della Croce, il S. Curato D'Ars, ecc..
Anche quando Dio non permettesse l'irradiazione visibile, la vera risposta è nel primato supremo dei beni e dei mezzi soprannaturali.
Per quelli ai quali la vita presenta non ha senso né valore se non riguardo all'eternità, rimane ragionevole e ammirabile il sacrificare qualsiasi bene terreno alla lode eterna resa a Dio dall'anima di un santo portata da tale sacrificio, alla sommità dell'amore.
Dal punto di vista apostolico, lo stesso sacrificio avrà una fecondità di grazia per le anime:
mistero degli anni "perduti" da Nostro Signore nel lavoro oscuro di Nazaret, mistero della vita nascosta della SS. Vergine.
"Ciò che ha fatto Gesù nell'inazione e nell'oscurità della vita a Nazaret, nelle pazze umiliazioni e sofferenze della Passione, Nostro Signore lo fa eseguire anche dai più grandi dei suoi amici e con lo stesso fine" ( P. de Guibert: D. S. ).
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