Pensieri sulle Regole e Costituzioni 1949 |
"L'orazione è come una manna per l'infinità dei gusti amorosi e delle soavità che essa dà a quelli che la praticano.
Ma essa è segreta perché scende prima della chiarezza di qualsiasi scienza nella solitudine mentale nella quale l'anima tratta sola a sola con Dio"
"Essa si dice meditazione fin al momento in cui ha prodotto il miele della divozione;
dopo si converte in contemplazione" ( S. Francesco di Sales ).
S. Tommaso fa consistere l'orazione nello stabilire i principi cioè il soggetto della meditazione;
nelle considerazioni e ragionamenti;
nello sguardo dell'anima che considera l'oggetto, si ferma alla verità, la gusta ecc.
Il P. de Maumigny fa entrare nell'orazione ogni esercizio di pietà dalla corona del Rosario e la Via Crucis meditati, le letture meditate, fino alla meditazione propriamente detta, la contemplazione acquisita e l'applicazione dei sensi, l'orazione affettiva di semplicità o di raccoglimento.
Tutte queste distinzioni relative specialmente alla maniera, alla forma, al grado dei movimenti dell'anima verso Dio, si riassumono quindi:
- alla meditazione nella quale domina la ricerca di Dio in un'attività piuttosto intellettuale se essa è discorsiva, e piuttosto cordiale se essa è affettiva;
- alla contemplazione nella quale domina il possesso di Dio, in un'attività spirituale raccolta, pacifica e attenta e che rimane pur sempre un'attività perché contemplare, adorare, amare, abbandonarsi sono atti.
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