Regole del governo individuale e collettivo dei Catechisti |
Per acquistare la virtù della povertà i Catechisti saranno contenti di provare talvolta gli effetti della povertà reale.
Dagli alunni non accetteranno offerte, ne regali, ne omaggi floreali che lasceranno eventualmente alla Chiesa locale;
nemmeno li accetteranno dai Direttori delle scuole Catechistiche ( Parroci o chi per essi ).
Metteranno in uso comune tutti i loro libri di lettura, formazione e studio; esclusi quelli professionali.
Non faranno spese superiori a L. (300= trecento) senza chiedere in anticipo il permesso.
Se per caso non ci fosse tempo a chiedere questo permesso, si farà la spesa se è davvero necessaria e urgente, e si dirà poi;
ma se appena è possibile bisogna chiedere prima il permesso, in ossequio ai voti di povertà e di obbedienza.
Se non c'è stato il tempo e si è interpretato il consenso, bisogna notificarlo il più presto possibile.
Nostro Signore ha detto ai suoi discepoli:
"Chi vuol venire dietro a me venda tutto ciò che ha e lo dia ai poveri".
Questo non è un precetto, è il consiglio della povertà che secondo i vari regolamenti e le circostanze viene osservata in modo conveniente ai tempi e alle condizioni sociali.
Bisogna però che ci sia questo spirito di osservanza della povertà, e sia ben salda questa virtù, che noi facciamo dipendere dal voto di obbedienza.
L'obbedienza per noi è quella che tutela la virtù della povertà evangelica.
Dobbiamo segnare su un libretto le entrate e le uscite e presentarlo ogni mese al Presidente.
Per spese solo convenienti e ordinarie si può spendere fino a £ 300 di più si deve chiedere il permesso ( regali, abbonamenti, elemosine e simili ).
Per spese superflue nessun superiore può dare il permesso.
Per spese utili e necessarie ( vestiario in genere e oggetti casalinghi ) si può spendere fino a £ 1000 (mille), oltre il permesso.
Per spese necessarie ( generi alimentari, medicine, e combustibili ) si può spendere fino a £ 3000 (tremila), oltre il permesso.
Nei casi di assoluta e urgente necessità il permesso è presupposto.
Il permesso va chiesto prima di ordinare la spesa superiore alla cifra fissata, perché una volta ordinata è contratto il debito e il versamento dell'importo non può più essere discutibile.
Si capisce che costa dipendere e può essere una noia chiedere permessi, ma noi ci sottomettiamo soavemente a questo giogo, Gesù ha parlato chiaro, il suo giogo è un giogo soave, un fardello leggero.
Che cos'è che lo rende leggero? L'amore.
Quando si opera per amore non si trovano difficoltà, tutto si prende in buona parte, nel suo giusto senso, tutto si può rischiare.
La nostra Unione non è un'associazione dove ognuno fa da sé quello che vuole, qui si tratta di vita religiosa;
né ai Superiori interessa sapere gli affari dei singoli, ma sono obbligati al detto controllo per mantenere la dipendenza della volontà, essenziale all'obbedienza.
La povertà è una bella cosa, ma bisogna che sia una perla autentica, non una perla falsa;
noi abbiamo la proprietà radicale dei nostri beni, ma non abbiamo il diritto dispotico per disporne, abbiamo invece il dovere di sottostare a un controllo.
S. Francesco diceva che la povertà è di gran pregio che Nostro Signore è venuto in terra per fidanzarsi con essa e che l'ha sposata sulla Croce.
Poiché si tratta di un bene così grande, è giusto pagarlo con un po' di rinuncia e un po' di sacrificio.
Si è già detto di segnare su un libretto tutte le spese che si fanno non le spese strettamente necessarie, quelle per i viveri;
anche se il Catechista è solo queste spese non le segni giorno per giorno, spesa per spesa, queste risulteranno in totale, ma segni tutte le altre dove c'entra un poco il piacere, anche se non si deve chiedere prima il permesso perché non superano £ 300=.
Non si discute sulle spese doverose, come pagare i debiti.
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